Riassunto Vigotskij - Immaginazione e creatività nell\'età infantile PDF

Title Riassunto Vigotskij - Immaginazione e creatività nell\'età infantile
Course Didattica generale
Institution Università degli Studi di Perugia
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Riassunto del libro a scelta per esame Didattica generale e progettazione educativa 12 CFU...


Description

VIGOTSKIJ Fu psicologo russo che elaborò la teoria socio cognitiva, dato che la sua riflessione vede lo sviluppo fortemente influenzato dal contesto sociale e culturale dove il soggetto vive. La relazione con la cultura è fonte di sviluppo. Egli ebbe un dibattito con Piaget, il quale vedeva lo sviluppo come un elemento naturale legato al solo sviluppo cognitivo. Negli anni successivi alla rivoluzione del 1918 in Russia, autori come Vygotskij, e altri autori, costituiscono una scuola di pensiero nella quale affrontano il tema della crisi della psicologia e argomenti come: i rapporti fra sviluppo e apprendimento e le caratteristiche cognitive di soggetti con difficoltà di apprendimento o con handicap. Il concetto centrale di tale scuola è il concetto che le funzioni psicologiche superiori abbiano origine sociale. Le funzioni intellettuali superiori emergono dalle esperienze sociali. Come Piaget, il bambino è considerato attivo costruttore nell’ambiente, solo che per il ginevrino l’ambiente era fisico, mentre per Vygotskij era un ambiente sociale, inteso sia come cultura che come interazioni. Il bambino non è un organismo universale che opera nel vuoto: la mente è per sua natura sociale. Di conseguenza, lo sviluppo umano viene esaminato a tre livelli/dimensioni differenti: -

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Dimensione culturale  ogni uomo nasce all’interno di un contesto culturale dove sperimenta dei linguaggi e degli artefatti. Ad esempio, il linguaggio è uno strumento sociale in grado di far sviluppare il pensiero. La sua teoria di base è quella di “Pensiero e linguaggio”, secondo cui il linguaggio è uno strumento funzionale alla formazione del pensiero. I bambini non partono da zero nel costruire la conoscenza sul mondo, ma utilizzano le acquisizioni delle generazioni precedenti. Gli strumenti culturali o artefatti culturali sono sviluppati da ogni società, aiutano ad adattarsi alla realtà e sono tramandati da una generazione alla successiva. Si distinguono 2 tipi di strumenti culturali: gli strumenti materiali o tecnologici (es. orologio) e gli strumenti concettuali o psicologici (es. linguaggio), che esercitano la loro influenza in maniera congiunta. Dimensione interpersonale  questi strumenti culturali entrano nelle relazioni tra persone, quindi fanno parte dell’interazione con altre persone che possono essere più o meno competenti. Dimensione individuale  ogni soggetto costruisce una propria dimensione cognitiva grazie a tutti questi strumenti culturali e interpersonali. Il bambino è attivo nello sviluppo delle proprie conoscenze.

La prospettiva di Vigotskij si chiama, quindi, socioculturale. L’individuo può utilizzare diversi strumenti che l’ambiente mette a disposizione. Vygotskij sostiene, come per Piaget, che lo sviluppo avviene per stadi diversi qualitativamente ma che non si possono fissare i contenuti di ogni stadio perché questi dipendono dal contesto culturale nel quale il bambino vive. Vygotskij elabora una teoria dello sviluppo che comprende 4 stadi che caratterizzano l’età stabili e l’età critiche. Le età stabili sono caratterizzate da cambiamenti microscopici che accumulandosi creano il presupposto di un salto qualitativo; Le età critiche sono quelle in cui la personalità del bambino cambia. Passaggio dall’allattamento alla prima infanzia (1 anno di vita)  intorno al primo anno di vita il bambino costruisce la prima relazione con l’adulto; 2. Rivolta all’ambiente (3 anno di vita)  intorno al terzo anno di età il bambino instaura relazioni anche con l’ambiente esterno alla famiglia, non solo con i suoi genitori; 3. Difficoltà sul piano educativo (7 anno di vita) 4. Difficoltà e fase maturazione sessuale (13 anno di vita)  corrisponde all’adolescenza, cioè con il periodo della vita in cui la maturazione sessuale crea una situazione di crisi e travolgimento che ha effetti sulla dimensione vitale. 1.

La zona di sviluppo prossimale definisce la distanza tra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo potenziale, consente cioè di valutare la differenza tra ciò che il bambino è in grado di fare da solo e ciò che è in grado di fare con l’aiuto e il supporto di un individuo più competente. Piaget lega l’apprendimento allo sviluppo, ma per Vigotskij l’apprendimento si dà dalla possibilità di fare esperienze con le persone. Il

progresso attraverso la zona di sviluppo prossimale avviene in tre fasi: la prestazione è controllata dall’adulto o dall’esperto; la prestazione è controllata dal bambino; la prestazione è automatizzata. L’insegnamento è utile secondo Vygotskij solo quando spinge il bambino ad avviare attività che lo conducono ad un livello superiore. In altre parole, l’insegnante lavorando con il bambino su un tema spiega, informa, corregge e spinge il bambino a spiegare il proprio punto di vista. Nella ZOPED insegnamento e apprendimento dipendono dall’interazione sociale, per cui i discorsi e le discussioni sono fondamentali per la costruzione delle funzioni intellettive superiori: Vygotskij sostiene che l’interazione sociale tra studenti e tra studenti e insegnanti è fondamentale per ampliare la zona prossimale di sviluppo. Vigotskij, quindi, sottolinea anche l’importanza della didattica, di questa azione culturale che aiuta il bambino a possedere le conoscenze. La parola e la discussione sono importanti perché il linguaggio, e la sua ricchezza, sono fondamentali per la formazione del pensiero. Il bambino acquisisce i concetti spontanei che grazie all’azione didattica diventano concetti scientifici . Il ruolo di una strategia didattica è quello di favorire da parte del soggetto una costruzione attiva dei processi di conoscenza. Esistono tre diverse tipologie di apprendimento: -

SPONTANEO - FINO AI TRE ANNI  Il bambino apprende secondo un programma proprio; SPONTANEO-REATTIVO 3-6  Il bambino è capace di apprendere in base al modo con cui il programma del suo maestro diventa il suo programma; REATTIVO - 6-7 ANNI  Il bambino apprende seguendo il modello che il maestro gli propone.

Non tutti i tentativi degli adulti sono efficaci, dato che dipende dalla sua sensibilità, dalla capacità del bambino di sfruttare l’aiuto e dal tipo di relazione instaurato tra adulti e bambini. Vigotskij sottolinea anche come i pari, proprio per la vicinanza di sviluppo che hanno tra di loro, sono in grado di attivare la zona di sviluppo prossimale e che attivano il conflitto socio-cognitivo, ovvero la condizione di disequilibrio che si ha quando una persona più competente individua degli obiettivi di crescita e di sviluppo che sviluppano nel soggetto sentimenti di incompetenza e inadeguatezza difronte ad un compito. Il soggetto prova dissonanza tra il raggiungimento di un obiettivo e i suoi mezzi per farlo e questa situazione è la base per l’apprendimento dato che è motivante. Questo conflitto si inscrive nel contesto sociale perché il soggetto sente inadeguatezza nei confronti dei pari, i quali però lo aiutano a migliorare il suo sviluppo cognitivo. Lo scaffolding è proprio l’azione intenzionale di uno dei pari, o di un adulto, più competente del bambino che sostiene il suo sviluppo individuale, fungendo da impalcatura che accompagna il soggetto a raggiungere più facilmente il suo sviluppo. Non si va ad inibire la capacità del soggetto di costruire in maniera attiva la sua conoscenza, si ha la sola funzione di sostegno. Lo sviluppo è legato all’utilizzo di strumenti. Le funzioni mentali superiori hanno origini dalle relazioni con gli altri. Vygotskij sostiene che il linguaggio svolge un ruolo fondamentale: 1. È lo strumento d’eccellenza con il quale viene trasferita l’esperienza a livello sociale:come parlano le altre persone e di cosa parlano è il canale principale per trasmettere la cultura dall’adulto al bambino; 2. Il linguaggio consente ai bambini di regolare le proprie attività, i monologhi dei bambini piccoli, che Piaget considerava egocentrici, indicano che i bambini hanno acquisito l’uso del linguaggio come strumento di pensiero; 3. Il linguaggio verso la fine del periodo prescolare viene interiorizzato e si trasforma in pensiero, una funzione sociale diventa così lo strumento principale per il funzionamento cognitivo. Piaget afferma che il linguaggio nei primi anni non esercita un ruolo fondamentale e formativo sul pensiero, i discorsi dei bambini sono privi di funzioni comunicative e normative. Il linguaggio, per lo psicologo russo, è lo strumento più importante per trasmettere la cultura, consente ai bambini di regolare la propria attività e si acquisisce nelle interazioni sociali e poi viene internalizzato. Nello sviluppo culturale del bambino ogni funzione compare due volte su due piani dapprima compare sul piano sociale poi sul piano psicologico. Prima compare tra due persone sotto forma di categoria inter-psicologica poi all’interno del bambino come categoria intra-psicologica. La funzione della parola è in primo luogo sociale finalizzata al contatto e

all’interazione con gli altri. Poi man mano che le esperienze sociali si accrescono il bambino usa il linguaggio come aiuto nella soluzione di problemi interni (una parola può evocare una persona, un animale, in oggetto o situazione). Successivamente utilizzerà il linguaggio egocentrico per parlare a sé stesso. Il linguaggio egocentrico rappresenta una fase importante della crescita interna, il punto di contatto tra il discorso esterno sociale e il pensiero interno. In questo modo il linguaggio acquisisce una seconda funzione (la prima era quella sociale) quella intellettiva come strumento di strutturazione del Immaginazione e creatività nell’età infantile  è un volume prettamente didattico in cui lo sviluppo viene considerato fino all’età adulta, che va oltre l’adolescenza. Vigotskij vede il problema come fonte di creatività e di nuova conoscenza. A seconda dei contesti culturali in cui il soggetto cresce si avrà un diverso sviluppo della creatività. Da qui, l’importanza all’educazione e alla didattica perché l’esperienza si presta alla possibilità di intervento da parte dell’educatore. L’ esperienza è un contesto che promuove lo sviluppo, dato che dalla vita vissuta si recuperano esperienze e apprendimenti passati. La creatività, quindi, nasce da una condizione problematica in cui l’esperienza del soggetto è ricca di stimoli che vengono elaborati dissociando i dati dal modo in cui sono stati sperimentati per decontestualizzarli e poi ricombinarli in forma nuove, dando vita a nuove forme di conoscenza e creatività. La creatività è ciò che ci permette di andare oltre l’esperienza dato che la si modifica per introdurre forme di novità. Essa non è solo un elemento individuale, dato che ciò che il soggetto produce si ripercuote nella società, con l’obiettivo di crearne una più democratica e aperta all’accettazione di tutti. La creatività non è fantasticheria, ha un valore sociale perché permette al soggetto di essere nel mondo e di avere un rapporto libero con altre persone. RIASSUNTO IMMAGINAZIONE E CREATIVITÀ NELL’ETÀ INFANTILE – VIGOTSKIJ Capitolo 1: Creatività e immaginazione  Per attività creativa si intende qualunque attività umana che produca qualcosa di nuovo, sia poi questo un oggetto del mondo esterno o una certa costruzione dell’intelligenza o del sentimento. Se osserviamo il comportamento umano ci accorgiamo facilmente di come sia possibile distinguere due aspetti principali. C'è un'attività che si può definire riproduttrice: essa è legata alla nostra memoria e consiste nel riprodurre o ripetere comportamenti già da prima creati ed elaborati. Questa attività non crea nulla di nuovo dato che si riduce a una o più ripetizione esatta di ciò che già c’era. È facile comprendere quanto sia importanza l’esperienza per l’uomo poiché agevola il suo adattamento al mondo circostante, creando ed elaborando continue abitudini. La base organica di tale attività riproduttrice è la plasticità della nostra sostanza nervosa: attitudine del cervello a modificarsi e a conservare le tracce delle sue modifiche. Il nostro cervello e i nostri nervi, infatti, sono dotati di una grande plasticità, quindi riescono a modificare la loro stessa struttura sotto l’influsso degli stimoli esterni. Se tali modificazioni sono avvenute in risposta a stimoli forti e frequenti, allora il cervello riuscirà a conservarne le tracce. Se però, tutta l'attività del cervello si limitasse a ciò, l'uomo sarebbe soltanto un essere capace di adattarsi alle condizioni usuali e stabili dell'ambiente circostante. Tutte le nuove e in attese modificazioni ambientali, di cui il soggetto non ha già fatto esperienza, non riuscirebbero a suscitargli un’adeguata reazione. Accanto alla funzione di conservazione e all’attività riproduttiva, il cervello rileva anche un secondo tipo di attività, che è quella combinatrice o creativa: riguarda la capacità del comportamento di umano di creare immagini o azioni nuove. Il cervello non è soltanto un organo che conserva e riproduce la nostra esperienza, è anche un organo che combina, che rielabora creativamente e che dagli elementi dell'esperienza passata forma delle nuove situazioni e un nuovo comportamento. L'attività creativa è quella che rende l'uomo un essere rivolto al futuro, capace di dar forma a quest'ultimo e di maturare il proprio presente. A quest'ultima la psicologia dà il nome di immaginazione o fantasia. Ingenuamente si definisce

“immaginazione” tutto ciò che è reale, che non si accorda con la realtà delle cose e che, perciò, non può avere alcun serio valore pratico. La verità è che l'immaginazione si manifesta in tutti gli aspetti della vita culturale, rendendo possibile la creatività artistica, scientifica o tecnica. In questo senso, tutto ciò che circonda e che è stato creato dall'uomo è un prodotto dell'immaginazione umana e della creatività. La creatività è una condizione indispensabile dell'esistenza, ma uno dei problemi più importanti della psicologia infantile è proprio quello della creatività nel bambino, dello sviluppo di tale creatività, e del valore che il lavoro creativo ha per lo sviluppo complessivo del fanciullo. Ad esempio, Fin dalla prima infanzia ti riscontra nei bambini la presenza di processi creativi, che trovano nel gioco la loro migliore espressione. Il gioco, infatti, non è un semplice ricordo di impressioni vissute, ma una rielaborazione creatrice di queste, un processo attraverso il quale il bambino le combina fra loro e costituisce una nuova realtà, rispondente alle sue esigenze e alle sue curiosità. ...


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