Riepilogo dei Meccanismi di Difesa PDF

Title Riepilogo dei Meccanismi di Difesa
Author Serena Montalbano
Course Psicodinamica del sogno con laboratorio
Institution Università degli Studi di Palermo
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Summary

Riepilogo di tutti i meccanismi di difesa, tratti dalla griglia di Perry....


Description

RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

ACTING OUT

Definizione dell’acting out L'individuo affronta i conflitti emotivi e le fonti interne o esterne di stress agendo senza riflettere o senza preoccuparsi delle possibili conseguenze negative. L'acting out comporta l'espressione di sentimenti, desideri o impulsi attraverso un comportamento incontrollato con apparente noncuranza delle possibili conseguenze a livello personale o sociale. Solitamente si verifica in risposta ad eventi interpersonali che coinvolgono persone significative nella vita del soggetto, come genitori, figure dotate di autorità, amici o partner. Questa definizione è più ampia del concetto originario di acting out come messa in atto di sentimenti o desideri transferali durante una psicoterapia. Include comportamenti che hanno origine sia all'interno che all'esterno della relazione di transfert. Non è sinonimo di "cattivo comportamento", o di qualsivoglia sintomo in sé, sebbene l'acting out implichi spesso un comportamento socialmente dannoso o autodistruttivo. I comportamenti comunemente associati all'acting out, come gli scontri fisici o l'abuso di farmaci, possono essere considerati l'espressione di questo meccanismo di difesa solo quando sono in rapporto con emozioni o impulsi che la persona non può tollerare.

Funzione dell’acting out L'acting out permette al soggetto di scaricare o esprimere sentimenti o impulsi, anziché sopportarli e riflettere sui dolorosi avvenimenti che li hanno provocati. Sono presenti i seguenti elementi: primo, il soggetto ha sentimenti o impulsi che non può esprimere (sperimentare l'impulso originario determinerebbe infatti un rapido aumento della tensione e dell'ansia). Secondo, l'individuo evita la consapevolezza e abbandona ogni tentativo di prendere tempo, di riflettere o di elaborare una strategia per affrontare l'impulso o il sentimento. Esso viene invece direttamente espresso attraverso un comportamento non preceduto da pensiero. Ciò comporta l'espressione di impulsi piuttosto primitivi di tipo aggressivo, sessuale, di attaccamento e altro genere, senza tener conto delle conseguenze. Dopo l'agito il soggetto può riacquisire la capacità di riflettere, si sente di solito colpevole o si aspetta delle punizioni, a meno che non entri in gioco un'ulteriore difesa come la negazione o la razionalizzazione (). L'acting out è un comportamento non adattativo perché non mitiga gli effetti del conflitto interno e spesso procura al soggetto gravi conseguenze negative esterne. 1

RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

Diagnosi differenziale tra acting out ed altri meccanismi di difesa Dissociazione. Nella dissociazione il soggetto non è consapevole delle emozioni o degli impulsi che sta esprimendo attraverso il proprio sintomo (per esempio, mal di testa) o attraverso il proprio comportamento sintomatico (per esempio, insolite scappatelle sessuali o accessi d'ira). In seguito può manifestare sorpresa per ciò che ha fatto o detto, dato che non era consapevole dell'emozione o impulso sottostante. L'inibizione o la proibizione rispetto all'emozione o all'impulso che il soggetto sperimenta comunemente è egosintonica e la tensione non è un aspetto centrale del suo vissuto. Nella dissociazione il comportamento appare all'osservatore meno pericoloso, criminale o folle. Al contrario, nell’acting out, la tensione è fondamentale e l'inibizione stessa è generalmente egodistonica e spesso anche fonte di risentimento. In un caso di dissociazione il soggetto potrebbe dire: , mentre in caso di acting out il soggetto potrebbe dire: . Identificazione proiettiva. Nell'identificazione proiettiva le emozioni originarie sono la rabbia e la paura della ritorsione e il comportamento risultante del soggetto può essere piuttosto disturbante. La tensione che sale, la marea di rabbia che si alza, ed il volume crescente di commenti accusatori sono impregnati di aggressività, ma, sebbene estremamente provocatori, si limitano a parole affettivamente cariche. Se il soggetto procede poi a minacce o gesti aggressivi verso l'altra persona (per esempio: lancio di oggetti, pugni, attacchi verbali e minacce ecc.) allora il soggetto ha cominciato l'acting out. D'altra parte l'identificazione proiettiva precede l’acting out solo in quei casi in cui il soggetto crede che il proprio comportamento malvagio sia stato prima messo in atto contro di lui dall'altra persona e che quindi sia stato indotto in lui (per esempio: ).

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RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

AGGRESSIONE PASSIVA

Definizione dell’aggressione passiva L'individuo affronta conflitti emotivi o fonti interne o esterne di stress esprimendo aggressività verso gli altri in modo indiretto e passivo. Una facciata di apparente disponibilità maschera una resistenza nascosta nei confronti degli altri. L'aggressione passiva è caratterizzata dal modo indiretto, velato e passivo con il quale vengono espressi l'ostilità ed i sentimenti di rancore nei confronti degli altri. Compare spesso quando al soggetto vengono richieste azioni o prestazioni autonome o quando qualcuno ha deluso il desiderio del soggetto di ricevere cure, o la sua sensazione di averne diritto, non prestando attenzione se il soggetto ha manifestato questo desiderio.

Funzione dell’aggressione passiva La persona che fa uso dell'aggressione passiva ha imparato ad attendersi una punizione, una frustrazione o un rifiuto se esprime bisogni o sentimenti direttamente a qualcuno che ha potere o autorità su di lui. Il soggetto si sente impotente e pieno di risentimento. Questa aspettativa è più pronunciata nelle relazioni gerarchiche di potere. Il risentimento viene espresso attraverso un atteggiamento passivo: il soggetto ritiene di aver diritto proprio alle cose che non chiede apertamente od a speciali esenzioni. Il disagio che il comportamento passivo aggressivo causa agli altri suscita anche un certo piacere nel soggetto. L'espressione passiva della rabbia attraverso un comportamento testardo, inetto, lento o sbadato viene rapidamente appresa come modalità per esprimere: - la convinzione che il soggetto ha il diritto di rimanere passivo mentre aspetta che i suoi bisogni vengano soddisfatti; - l'apparire ben intenzionato superficialmente (esteriormente disponibile) evitando così una ritorsione per la diretta espressione di affetti, bisogni o risentimento; - l'esprimere il risentimento provato verso coloro che fanno delle richieste nei suoi confronti attraverso una dissimulata resistenza, che irrita gli altri e consente qualche soddisfazione o vendetta, anche se ciò significa danneggiare se stessi. In casi estremi il risentimento non è solo espresso verso gli altri in modo indiretto, ma di fatto viene ribaltato contro il Sé (rivolgimento contro il Sé) come modalità per colpire l'altro. 3

RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

Diagnosi differenziale tra aggressione passiva ed altri meccanismi di difesa Ipocondria. Nell'ipocondriasi la richiesta di aiuto è fatta apertamente, ciò che è invece velato dai lamenti con i quali si respinge l'aiuto proposto è il rimprovero che il soggetto rivolge all'altro. Al contrario, nell'aggressione passiva le richieste di aiuto, di attenzione o il desiderio di esprimere sentimenti sono sì presenti ma non verbalizzati o verbalizzati troppo tardi, mentre il risentimento viene manifestato indirettamente tramite l'inettitudine i ritardi ecc., come mezzo per irritare gli altri. Il comportamento nocivo o autodistruttivo non deve essere equiparato all'aggressione passiva. Si tratta di acting out quando la funzione principale è l'espressione impulsiva e sconsiderata di ira, dipendenza ecc. che il soggetto non può tollerare di posporre. Si tratta di aggressione passiva quando il comportamento dannoso del soggetto (di solito le conseguenze sono lievi) è chiaramente diretto a irritare od a raggiungere qualcuno dal quale il soggetto vuole qualcosa. Spostamento. Nello spostamento il soggetto può esprimere ostilità, ma può scegliere il bersaglio sbagliato o reagire alla provocazione sbagliata. Il soggetto di solito non fa un danno diretto a se stesso, né agisce passivamente.

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RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

IPOCONDRIASI (lamentarsi ma rifiutare l’aiuto offerto)

Definizione dell’ipocondriasi L'ipocondriasi comporta l'uso ripetuto di una o più lamentele nelle quali il soggetto chiede apparentemente aiuto. Contemporaneamente poi il soggetto, rifiutando suggerimenti, consigli e qualsiasi cosa gli altri gli offrano, esprime sentimenti nascosti di ostilità e risentimento. Le lamentele possono riguardare sia preoccupazioni somatiche che problemi della vita. Entrambi i tipi di lamentele sono seguiti da una risposta di rifiuto dell'aiuto offerto (help-reject complaining).

Funzione dell’ipocondriasi L'ipocondriasi è una difesa contro la rabbia che il soggetto prova ogni volta che sente la necessità di dipendere emotivamente dagli altri. La rabbia sorge dalla convinzione, o spesso dall'esperienza passata, che nessuno soddisferà realmente i propri bisogni. Il soggetto esprime la rabbia sotto forma di un rimprovero indiretto: da un lato rifiuta l'aiuto poiché , dall'altro continua a chiederne di più. Pur esprimendo, anche se indirettamente, rabbia, l’ipocondriasi non allontana l'altro, ma lo lega invece al soggetto attraverso la richiesta manifesta d'aiuto. L'incapacità di affrontare un problema senza l'aiuto degli altri riflette di fatto la sensazione di essere impotenti nell'ottenere l'aiuto e nel contempo evacua il risentimento per il previsto disappunto di non ottenere immediatamente aiuto sufficiente.

Diagnosi Differenziale tra ipocondriasi ed altri meccanismi di difesa Aggressione passiva. Nel caso dell'aggressione passiva i bisogni del soggetto (per esempio, dipendenza) non sono evidenti e di solito non c'è una richiesta diretta agli altri. C'è invece un'espressione indiretta di ostilità nei confronti degli altri per richieste reali o immaginarie fatte al soggetto, o per qualche bisogno del soggetto che non è stato soddisfatto. L'aggressione passiva spingendo alla ritorsione non lega l'altra persona al soggetto ed è usata per lo più quando c'è un rapporto preesistente che già lega soggetto e oggetto, come una dipendenza gerarchica o una relazione di lavoro in cui nessuna delle due parti può sfuggire facilmente all'altra. Al contrario l'ipocondriasi comporta una richiesta sia manifesta che implicita e un rimprovero camuffato. 5

RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

Dissociazione e ipocondriasi compaiono frequentemente insieme quando la lamentela si riferisce a un sintomo funzionale come mal di testa o algie o dolori vaghi. L'emozione o l'impulso è sottratto alla coscienza ed è spostato su una lamentela fisica. Si considera poi presente l'ipocondriasi se il soggetto richiede aiuto per un sintomo fisico e poi respinge i tentativi di aiutarlo. Nella dissociazione il volume delle lamentele è spesso al minimo, come nella “belle indifference”; nell'ipocondriasi il volume è alzato in modo insopportabile. Annullamento retroattivo. Nell'annullamento retroattivo il soggetto non chiede aiuto. Quando un soggetto risponde all'intervistatore affermando l'opposto del commento dell'intervistatore o modificando la propria precedente affermazione, siamo di fronte all'annullamento retroattivo, non all'ipocondriasi. Si tratta di ipocondriasi soltanto quando il commento dell'intervistatore era un chiaro tentativo di fornire aiuto per un particolare problema. Svalutazione. L'ipocondriasi differisce dalla svalutazione in quanto il soggetto è molto legato a chi lo aiuta. Nella svalutazione il soggetto fa commenti negativi allo scopo di sminuire l'importanza, il potere, il prestigio ecc. di qualcuno e non per stringere ulteriormente il legame di dipendenza nei confronti di quella persona. La svalutazione serve a sminuire l'oggetto prima che il soggetto sperimenti la frustrazione dei propri desideri da parte dell'oggetto stesso. In realtà queste difese spesso compaiono insieme.

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RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

SCISSIONE Definizione della scissione L'individuo affronta conflitti emotivi o fonti di stress interne o esterne considerando se stesso o gli altri come completamente buoni o completamente cattivi, non riuscendo ad integrare le caratteristiche positive e negative di sé e degli altri in immagini coese; spesso lo stesso individuo sarà alternativamente idealizzato e svalutato. Nella scissione delle immagini dell'altro (immagini dell'oggetto) il soggetto dimostra che le sue opinioni, aspettative e sentimenti relativi agli altri sono contraddittori e che non è in grado di conciliare queste differenze così da formare rappresentazioni realistiche e coerenti degli altri. Le immagini degli oggetti sono divise secondo polarità opposte, così che il soggetto può notare soltanto un aspetto emotivo o un lato dell'oggetto alla volta. Gli oggetti sono vissuti in termini di bianco o nero. In un dato momento un oggetto sembrerà essere solo amorevole, potente, prezioso, pieno di attenzioni, gentile e cosi via, mentre non sarà presente nessuna caratteristica di significato emotivo opposto. In un altro momento lo stesso oggetto può essere considerato cattivo, pieno d'odio, collerico, distruttivo, rifiutante o senza valore e il soggetto è incapace di vedere alcuna proprietà positiva. Nelle discussioni il soggetto di solito parla di alcune persone in termini totalmente positivi e di altre in termini totalmente negativi, come se il mondo fosse diviso in due campi contrapposti: uno positivo e l'altro negativo. Un oggetto sperimentato come buono diventa negativo senza che tale cambiamento di prospettiva sia prevedibile. La scissione si manifesta in due modi principali. Il soggetto all'inizio può descrivere un oggetto unicamente in un modo e più tardi descrivere lo stesso oggetto in modo opposto. Ciascun oggetto viene semplicemente catalogato assieme ad altri oggetti in due gruppi contrapposti: oggetti buoni e oggetti cattivi, positivi e negativi. Quando il soggetto usa la scissione delle immagini d'oggetto non è in grado di integrare alcun elemento dell'oggetto in contrasto con la propria esperienza immediata e con le proprie emozioni relative a esso. Tutte le proprietà ascrivibili allo stesso tono emotivo sono messe in evidenza e i punti di vista, le aspettative o sentimenti contraddittori relativi all'oggetto sono esclusi dalla consapevolezza emotiva, anche se non necessariamente dalla consapevolezza cognitiva. La scissione delle immagini di sé si verifica spesso contemporaneamente alla scissione delle immagini di altre persone, dal momento che entrambi i meccanismi furono appresi, precocemente, in risposta all’imprevedibilità di persone significative per il soggetto. 7

RIEPILOGO SUI MECCANISMI DI DIFESA (tratto dalla griglia di Perry, 1990)

Nella scissione delle immagini di sé il soggetto dimostra di possedere punti di vista, aspettative e sentimenti contraddittori in relazione a sé e non è in grado di conciliarli in un'entità coerente. Le immagini di sé sono divise secondo polarità opposte: in un dato momento la consapevolezza del soggetto è limitata a quegli aspetti del Sé che hanno lo stesso tono emotivo. Egli vede se stesso in termini di "bianco o nero". In un certo momento il soggetto crede di avere buone qualità come essere amorevole, potente, prezioso o corretto e di avere buoni sentimenti oppure crede l'opposto: di essere cattivo, odioso, arrabbiato, distruttivo, debole, impotente, senza valore o sempre in errore e ha sempre sentimenti negativi verso se stesso. Il soggetto non è in grado di sperimentare se stesso come una mescolanza più realistica di attributi sia positivi che negativi. Inoltre l'esperienza di sé secondo un tono emotivo polarizzato trapassa nel tono emotivo opposto in modo imprevedibile.

Funzione della scissione La scissione delle immagini d'oggetto e delle immagini di sé difende il soggetto dall'ansia suscitata dal timore di danneggiare le immagini buone degli altri permettendo che gli aspetti negativi si infiltrino tra quelli positivi. La scissione delle immagini d'oggetto limita l'ansia che il soggetto proverebbe se cercasse di discriminare le modalità con cui gli altri rispondono quando egli prova o esprime i propri bisogni, sentimenti ecc. Vedere gli altri come completamente buoni o completamente cattivi elimina il compito ansiogeno di cercare di discernere come gli altri si comporteranno verso il Sé, un compito che il soggetto crede impossibile. Il soggetto classifica invece rapidamente le persone in buone e cattive sulla base di sottili indizi iniziali (per esempio: ) oppure sotto l'influenza di stati emotivi interni (per esempio: ). La difesa comunque è maladattativa, perché il soggetto si comporta verso gli altri in modo così imprevedibile e irrazionale come fu trattato lui stesso; rinuncia ai vantaggi che potrebbe ottenere se fosse flessibile nei confronti degli altri. Usando questa difesa il soggetto guadagna degli amici e si fa dei nemici, ma in modo non realistico, perché non tiene conto delle reali caratteristiche altrui. La scissione delle immagini di sé non ha una funzione adattativa: minimizza l'ansia che il soggetto proverebbe se tentasse di armonizzare la propria visione di se stesso con il modo in cui le persone significative lo vedono o lo trattano. Al contrario il soggetto mantiene l'opinione che ha di se stesso comunque gli altri lo vedano o lo trattino: le contraddizioni non possono 8

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dunque entrare a far parte della sua esperienza. Tutto ciò minimizza gli effetti distruttivi e ansiogeni che si generano quando si cerca di prevedere il comportamento di persone imprevedibili. Lo svantaggio è che l'immagine che il soggetto ha di se stesso diviene poi inflessibile rispetto alle realtà ambientali così come diviene imprevedibile il passaggio da visioni buone di sé a visioni cattive di sé. Tutto ciò rende il soggetto insensibile a relazioni più ragionevoli, prevedibili e potenzialmente più gratificanti al di fuori delle sue originarie condizioni di apprendimento. In un ambiente migliore il soggetto soffre per ciò che era paradossalmente così protettivo originariamente: un'insensibilità a sperimentare immagini di sé contraddittorie.

Diagnosi Differenziale tra scissione ed altri meccanismi di difesa Identificazione proiettiva. La scissione delle immagini d'oggetto e l'identificazione proiettiva spesso lavorano fianco a fianco. In entrambe le difese gli altri sono non correttamente percepiti come interamente positivi o negativi. Nel caso dell'identificazione proiettiva, comunque, il soggetto ammette la presenza dentro di sé del sentimento o impulso che egli percepisce, erroneamente, come originante dall'altra persona (per esempio: ). Nel caso della scissione delle immagini d'oggetto il sentimento o i bisogni del soggetto non sono così chiari al soggetto stesso o agli altri. Soltanto il prodotto finale, la categorizzazione degli altri in termini di bianco o nero, è evidente. Svalutazione. Utilizzando la svalutazione il soggetto fa un commento negativo su un oggetto in modo tale da sminuirlo: ne denigra, ne svaluta o ne nega infatti le caratteristiche. Non ha così la necessità di mantenere attivi l'interesse o la preoccupazione per l'oggetto e per la sua potenziale influenza su di sé. Nella scissione delle immagini d'oggetto il soggetto può anche fare osservazioni negative sull'oggetto, ma, differentemente che nella svalutazione, egli ha un attivo interesse per gli aspetti negativi dell'oggetto: esso è malevolo, potente, pericoloso. Il soggetto segnala di essere o essere stato vulnerabile all'attacco o alla frustrazione dei propri bisogni da parte dell'oggetto, che è visto secondo la polarità negativa della scissione. Con la svalutazione, dunque, il soggetto sembra invulnerabile, mentre con la scissione appare più vulnerabile...


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