Saggio breve - Modulo 5 per corso docenti PDF

Title Saggio breve - Modulo 5 per corso docenti
Author Roberta Cannata
Course Inglese
Institution Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria
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Summary

Saggio breveModulo 5 – Il CLIL nell’insegnamento delle disciplinescientificheSuperare le barriereRoberta CannataL’ambito scientifico, rispetto a quello umanistico, viene considerato da alcuni come più difficoltoso per l’apprendimento, in quanto le discipline coinvolte richiedono logica e astrazione....


Description

Saggio breve Modulo 5 – Il CLIL nell’insegnamento delle discipline scientifiche Superare le barriere

Roberta Cannata

L’ambito scientifico, rispetto a quello umanistico, viene considerato da alcuni come più difficoltoso per l’apprendimento, in quanto le discipline coinvolte richiedono logica e astrazione. Inoltre, è presente una vastità di argomentazioni che possono essere incluse in questo ambito, ne cito qualcuna a scopo esplicativo: -

Matematica;

-

Biologia;

-

Scienze naturali;

-

Scienze dell’alimentazione;

-

Fisica.

Per questo motivo, se un docente dovesse decidere di agganciare un percorso CLIL a una di queste discipline, è bene che tenga a mente quali sono i bisogni dei suoi alunni per attuare una programmazione strutturata e funzionale. Una differenza saliente, rispetto alle materie umanistiche, è che in questo caso il linguaggio usato dagli scienziati è definito e abbastanza inflessibile. Di conseguenza, nel corso del tempo, si è deciso di creare una terminologia usufruendo di una lingua che potesse essere condivisa da tutto il mondo e la scelta è ricaduta su quella inglese. Questo ha permesso il superamento delle barriere e un’apertura tra le varie nazioni, da qui il titolo di questo saggio. Anche il periodo storico in cui stiamo vivendo, caratterizzato dal COVID e dalla pandemia globale, ci ha messi alla prova. Grazie a una lingua straniera condivisa, però, gli studiosi sono riusciti a trasmettere in modo efficace quanto avevano scoperto e a comunicare usando un linguaggio scientifico comprensibile a tutti. Nonostante ciò, soprattutto nell’ambito didattico, per acquisire un determinato concetto è la lingua madre ad essere d’aiuto. Al punto che qualcuno, come Aldo Borsese dell’Università di Genova, afferma: “I processi intellettuali richiesti dall’apprendimento di nuove conoscenze, che avvengono fin dalla prima infanzia contestualmente all’acquisizione del significato delle parole della lingua materna, rendono perciò l’uso di una seconda lingua per fare comprendere una disciplina scientifica sconsigliabile a causa della padronanza lessicale decisamente minore che lo studente ha in una lingua diversa dalla propria” (p. 385). Questa opinione si riaggancia a quanto scrivevo all’inizio, cioè la difficoltà ad assimilare concetti scientifici rispetto a quelli umanistici, ad esempio, perché i secondi sono più discorsivi e flessibili nell’esposizione. Secondo altri, invece, ciò è possibile e l’apprendimento delle Scienze riguarda la comprensione e la conoscenza dei fenomeni chimici, fisici, biologici e ambientali. La capacità che dovranno raggiungere gli studenti sarà quella di saper esprimere i concetti scientifici e svolgere indagini utilizzando un linguaggio tecnico appropriato. Dunque, è importante che anche i docenti siano in grado di spiegare i concetti in lingua straniera, altrimenti si potrebbero correre due rischi: 2

1. Gli argomenti vengono spiegati in lingua madre, facendo qualche accenno alla lingua straniera; 2. Gli argomenti vengono semplificati e diminuiti nel contenuto dando maggiore importanza alla lingua straniera. Gli insegnanti devono essere in grado di trovare un equilibrio per non incorrere in nessuna delle due opzioni. Rispetto al linguaggio scientifico, nel 2010, lo studioso Kelly, ha identificato tre livelli in ambito CLIL: in primo luogo, il linguaggio tecnico (subject-specific language) della materia, indispensabile per imparare una materia scientifica . In secondo luogo, il linguaggio accademico generale (general-academic language). A volte, quest’ultimo, è descritto anche come linguaggio interscolastico (crosscurricular language), perché non è di esclusiva competenza di una sola materia curricolare. In terzo luogo, la lingua periferica ( peripheral language); la lingua che l'insegnante utilizza per gestire la lezione e assegnare i compiti ed è il linguaggio incidentale prodotto intorno alla lingua di apprendimento. Nonostante queste differenze, per comodità, scriverò di linguaggio scientifico in generale. In ogni caso è fondamentale, soprattutto nell’ambito delle scienze, trasmettere agli studenti la differenza tra “termine” e “parola”, che rientra in quello definito problema terminologico. Il primo non accetta sinonimi, indicando un solo concetto, mentre la seconda sì. Si potrebbe pensare di progettare diverse lezioni con il docente di lettere, creando quindi interdisciplinarità e superando un’apparente barriera tra le discipline. Non bisogna dimenticare che, per una buona progettazione, è bene tenere a mente le 4C del CLIL, stabilite da Coyle nel 1999. Traslate nel contesto scientifico si ha: 1. Contenuto: qual è l’argomento scientifico che voglio trattare? (es. sistema solare) 2. Comunicazione: qual è il linguaggio scientifico che gli studenti utilizzeranno durante la lezione? (es. termini tecnici dei vari pianeti) 3. Cognizione: quali capacità di pensiero sono richieste agli studenti nella lezione di scienze? (es. pensare a quali pianeti siano più adatti alla vita) 4. Cultura: c’è un focus culturale nella lezione? (es. come ogni cultura rispetta il pianeta terra in cui vive, quali azioni mette in atto per non inquinarlo) Ormai molte case editrici stanno sviluppando volumi scientifici, appositamente strutturati per lezioni con percorso CLIL. Ad esempio, Zanichelli ha una sezione sul suo sito in cui raggruppa così le discipline: -

Chimica e biologia;

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Scienze della Terra;

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Matematica; 3

-

Fisica.

Il coinvolgimento delle Scienze nel CLIL è sicuramente più impegnativo sia per gli studenti che per i docenti, quest’ultimi devono anche preparare eventuali schede guida da sottoporre ai ragazzi con domande stimolo, soprattutto quando svolgono attività laboratoriale. Quest’ultima è molto importante nell’ambito scientifico perché consente di creare momenti di scaffolding, cioè di sostegno offerto da una persona più esperta ad un’altra che è in fase di apprendimento. Questo termine è stato coniato da Bruner nel 1976, il quale si è accorto che si crea una sorta di “impalcatura” alla quale il bambino di aggrappa per raggiungere un livello superiore. L’adulto (o un coetaneo più esperto) utilizza azioni e tecniche utili ad agevolare l’apprendista (il bambino) nell’effettuare un compito, raggiungere un obiettivo o risolvere un problema, quando non è ancora in grado di farlo da solo. Attraverso la collaborazione, l’esempio o istruzioni esplicite, l’esperto fornisce ai bambini “una impalcatura che sostiene e struttura il loro comportamento, e che viene un po’ alla volta interiorizzata” (Berti e Bombi, 2001). Di conseguenza, attraverso la strutturazione di esperimenti i ragazzi possono mettere in atto tutti i processi di tipo scientifico e comprendere, attraverso il metodo investigativo, quanto stanno esplorando. L’utilizzo della lingua straniera non deve in alcun modo “appesantire” questo processo, rischiando di togliere motivazione agli alunni, al contrario deve essere una risorsa in più da cui gli studenti possono attingere. Per questo motivo, come in ogni disciplina, potrebbe essere utile una collaborazione e un confronto tra l’insegnante di lingua e quella della disciplina stessa; in modo tale da introdurre una progettazione sensata che possa andare contemporaneamente in due direzioni. La prima è l’assimilazione dei concetti scientifici e la seconda è quella del linguaggio e della sua padronanza. Bisognerebbe cercare di rendere tutto ciò accessibile ai ragazzi, pensando bene ai materiali e agli strumenti che gli si mettono a disposizione, soprattutto per quei soggetti che hanno difficoltà logico-matematiche e, con l’introduzione del percorso CLIL, potrebbero sentire un ulteriore carico di svantaggio. Se ben strutturato, invece, può rendere l’apprendimento più piacevole ed utile per lo stare al mondo. Inoltre, è ipotizzabile fornire fonti scientifiche in lingua inglese partendo dalle curiosità dei ragazzi stessi, su problematiche contemporanee come, ad esempio, sulla pandemia globale. Questo permetterebbe di agganciare il loro interesse e di poter costruire qualcosa che abbia senso didattico. A un livello più ampio, li farebbe sentire anche vicini a quello che accade nel mondo. E’ necessario, però, che la docente si ponga come mediatore linguistico quando ha intenzione di fornire input di questo calibro, verificando se il linguaggio della fonte stessa sia adatto al livello linguistico degli alunni ed eventualmente integrando con strumenti che possano facilitarne la comprensione. In conclusione, ritengo sia possibile e funzionale ricollegare il CLIL in ambito scientifico, purchè la programmazione sia ben pensata, come del resto per tutte le discipline. 4

Sitografia http://www.cidi.it/cms/uploads/ckeditor/files/CLIL-%281%29%281%29.pdf https://helvia.uco.es/xmlui/bitstream/handle/10396/19623/2020000002061.pdf? sequence=1&isAllowed=y https://icnord1brescia.edu.it/wp-content/uploads/sites/358/guida_clil_matematica_scienze.pdf https://online.scuola.zanichelli.it/spazioclil/materie-scientifiche/ https://www.stateofmind.it/2017/01/scaffolding-istruzioni/

Bibliografia Kelly, K. (2010). CLIL in Natural Science Subjects: language and task. . BIBLID, n. 17, 91-108. Berti, A. E., Bombi, A. S., (2001), “Psicologia dello sviluppo I. Storia, teorie, metodi”, Il Mulino, Bologna.

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