5 - GLI Stili Educativi DEI Docenti PDF

Title 5 - GLI Stili Educativi DEI Docenti
Author mariangela gigli
Course Pedagogia Generale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 3
File Size 91.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 85
Total Views 140

Summary

Capitolo convivere a scuola numero cinque pedagogia...


Description

CAPITOLO 5 GLI STILI EDUCATIVI DEI DOCENTI 1. Differenze stilistiche La qualità dell’insegnamento è il fattore più importante nel predire il successo accademico degli alunni. Il possesso di competenze disciplinari e didattiche da parte del docente da solo non basta a qualificare il suo insegnamento. Un buon insegnamento va infatti oltre l’azione didattica, dipendendo da una serie di elementi che possono essere inglobati nel costrutto di stile educativo. Nel caso dei docenti, gli stili educativi si riferisco a un ampio campo semantico che ingloba gli stili di insegnamento, la cui variabilità spiega più di ogni altra variabile relativa alle caratteristiche della classe e della scuola le diversità nel rendimento degli alunni e nella coesione del gruppo. Gli stili di insegnamento sono configurabili come un insieme di attitudini, atteggiamenti e abilità che denotano le preferenze individuali e donano unità e Gerenza all’azione del docente. Kember (1997) ha classificato due principali stili di insegnamento: a) lo stile focalizzato sul docente, che si basa sulla trasmissione del sapere e dei contenuti disciplinari; b) lo stile centrato sullo studente, che tiene conto dei bisogni educativi e delle caratteristiche apprenditive del bambino. L‘ approccio intermedio, di interazione tra docente e alunno, è considerato una modalità di transizione. I docenti che hanno un approccio basato sull’insegnamento dedicano molto impegno alla strutturazione del modello didattico al fine di una presentazione efficace dei contenuti. Hanno a cuore che le loro spiegazioni siano comprese dagli studenti e intendono aiutarli ad acquisire conoscenze e competenze. l docenti che prediligono uno stile basato sull’apprendimento, ritengono invece che il loro compito principale sia facilitare la costruzione autonoma del sapere da parte dello studente. L’azione del docente in classe, pur risentendo della sua storia e della soggettività, è infatti guidata da principi e modalità funzionali alle finalità educative della scuola e alle caratteristiche della classe. Identifichiamo con il costrutto di stile pedagogico l’insieme delle condotte cognitive, emotive e relazionali utilizzate dal docente nella gestione del gruppo classe in dipendenza della funzione di insegnamento personalmente svolta. (Valle, 2008) Gli insegnanti costruiscono e utilizzano un proprio stile educativo che impatta sulle dimensioni cognitive, emotive e relazionali degli allievi. Per definire questa importante e delicata funzione del docente, Wentzel (1997) fa riferimento al pedagogical caring, ovvero la capacità del docente di prendersi cura dell’allievo. Nella cura educativa a scuola si intrecciano sia aspetti didattici sia fattori affettivo - relazionali. In particolare, il pedagogical caring è caratterizzato da quattro elementi fondamentali - coinvolgimento positivo dell’insegnante nell'esercizio della professione; - aspettative di successo nei confronti degli alunni; - capacità di ascolto; - restituzione di adeguati feedback (Renati e Zanetti, 2009). Tale caratterizzazione pedagogica della funzione docente, è l’esito di un lungo lento processo trasformativo, che ha subito gli influssi negativi della scissione storica tra educazione e istruzione. In passato, al docente infatti spettava essenzialmente il compito di promuovere le tre competenze fondamentali dell’alfabetizzazione, indicate nella lingua inglese con l’espressione “three Rs of education” le capacità di leggere, scrivere e far di conto (reading, riting, and ‘rithmetic). Nel 1999 Tomlinson ha affiancato a queste tre R le dimensioni del rigore, della rilevanza e della relazione (rigozj', relevance, and relationship). Dopo secoli di oscurantismo emotivo, l’enfasi sulle emozioni ha finito per tratteggiare un’idea di relazione tra insegnanti e alunni che deve essere calda, ma che rischia di diventare sterile, se schiacciata sul piano dell’immediatezza e dell’indulgenza delle risposte. Senza il rigore e la rilevanza la relazione può di fatto rivelarsi improduttiva e corruttibile.

Nell’aria interpretativa di passaggio tra il piano della relazione quello dell’azione che si colloca il costrutto di stile educativo, la cui analisi consente di spiegare come e perché il docente fa ciò che fa in aula. 2. Per uno stile versatile Lo stile educativo è stato indagato da diverse prospettive e con differenti metodologie; tra cui l’osservazione diretta, strumenti di self report e tecniche di derivazione neuro-scientifica. Gli stili dei docenti sono stati studiati partendo dalle note ricerche di Lewin, Lippit e White (1939), secondo cui essi rappresentano una variabile fondamentale in grado di determinare le nonne di comportamento e l’approccio alle attività didattiche. In particolare gli stili influenzano la produttività e il rapporto tra i membri del gruppo, su prattutto nelle situazioni di lavoro autonomo. Lo stile permissivo può essere sia indulgente che negligente. Lo stile indulgente si caratterizza per un altro livello di affettività unito a un basso livello di controllo. Questo stile è proprio di un docente dolce e amorevole che lascia ai bambini amplissimi margini di autonomia. Lo stile negligente è invece caratterizzato da un basso livello di controllo e di affettività. I docenti negligenti non si interessano degli alunni dal punto di vista apprenditivo né dal punto di vista comportamentale. Non pongono richieste agli alunni e rifiutano un contatto affettivo con loro. I docenti permissivi rinunciano al controllo abdicano o rinunciano all‘esercizio dell’autorità, che sola legittima il proprio operato nel rispetto dei limiti della legge e dell’etica. Il metodo permissivo, poiché consente di evitare i conflitti, crea non poche conseguenze nella relazione tra adulto e bambino. Il docente permissivo perde infatti la possibilità di essere percepito come una figura forte e affidabile, e ciò crea risentimento e ostilità nei confronti degli alunni che diventano intrattabili, Incontrollabili, indisciplinati e non collaborativi. La classe può diventare davvero caotica priva di principi morali. Lo stile autoritario è sgradito agli alunni, per motivi opposti. Questo stile è caratterizzato da un alto livello di controllo e un basso livello di affettività. I docenti utilizzano essenzialmente la punizione o la minaccia della punizione per indurre gli alunni ad adempiere alle loro richieste. II docente autoritario-si appella all’osservanza delle norme e struttura la comunicazione secondo il principio di superiorità/inferiorità. Produce effetti assolutamente negativi sul clima sociale, qli alunni non sono infatti spinti ad assumersi la responsabilità delle loro azioni. Il docente che adotta uno stile autoritario ostacola il percorso di crescita dei bambini immobilizzandolo nella di dipendenza dall‘adulto. I bambini sono meno inclini a cercare soluzioni creative ai problemi, hanno un basso autocontrollo e una scarsa propensione al cambiamento. Gli interventi autoritari danneggiano la relazione in quanto generano sfiducia e incomprensione. Il docente autoritario mette in discussione il valore della loro persona, che viene posta su un piano di inferiorità. In questo modo l’azione autoritaria scivola dal piano della non-approvazione a quello della non-accettazione, con effetti importanti sull’autostima Girelli, 1999). Lo stile autoritario è sempre meno utilizzato a scuola, poiché prevede interventi pedagogicamente e culturalmente discutibili o inaccettabili, anche incompatibili con le leggi a tutela dei minori. Lo stile autorevole è l’orientamento prevalente che è invece proprio di un docente che sa armonizzare affettivamente e controllo, rendendo conciliabili empatia e severità, protezione e sollecitazione. Il docente autorevole riesce a bilanciare autorità e libertà. Lo stile autorevole è detto anche democratico, si è dimostrato essere vincente in termini di efficacia educativa perché produce migliore apprendimento, un clima affettivo positivo, più alti livelli di socialità, autonomia, responsabilità. L’autorevolezza richiede senza dubbio il possesso di alcune qualità personali, che però possono essere affinate e rinforzate con la pratica educativa e con la riflessione su di essa. Le prospettive di ricerca sugli stili educativi dei docenti dovrebbero infatti intraprendere due percorsi necessari e complementari. 1. Attiene allo studio degli stili del team di una classe, partendo dal presupposto che è la eventuale coerenza o incoerenza tra gli stili dei singoli docenti a caratterizzare il clima della classe, e che bisogna dunque puntare sulla ricerca o armonia tra i vari stili attraverso percorsi di formazione e supervisione in servizio 2. Ha a che fare con le percezioni che gli alunni hanno dello stile educativo dei loro docenti, perché è essenzialmente a questo livello che l’autorevolezza produce effetti concreti.

Il modo in cui gli alunni sentono di essere trattati dai docenti ri-sente ovviamente della storia individuale dei modelli genitoriali dei bisogni educativi di ciascuno. Lo studente vede il docente come una figura di riferimento a cui ispirarsi a livello decisionale comportamentale. Il docente è anche colui che ha il compito di porre un freno alla libertà di scelta e di azione dello studente, il docente è chiamato ad assumere due atteggiamenti antitetici: - Da un lato dovrebbe cercare di mettersi nei panni degli studenti - Dall’altro non può esimersi da restare fuori e al di sopra del gruppo In ogni caso, egli sarà valutato in funzione della sua capacità di bilanciare le due dimensioni del controllo e della fiducia. In a articolare il diritto/dovere del docente di governare la classe non può non essere speculare al diritto/dovere degli alunni di autoregolare e autogestire la condotta in classe. Importante la questione del teacher power. Lo stile educativo è fortemente condizionato da queste strutture di potere, esplicandosi in un insieme di strategie comunicative, relazionali e organizzative....


Similar Free PDFs