Gli effetti secondari dei sogni PDF

Title Gli effetti secondari dei sogni
Author Irene Costa
Course italiano (letteratura)
Institution Liceo (Italia)
Pages 2
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Summary

Riassunto e recensione del libro "Gli effetti secondari dei sogni".
Il documento contiene: presentazione del libro, breve biografia dell'autore, elenco dei personaggi, ambientazione, trama (talvolta con citazioni del libro stesso), messaggio dell'autore, conclusioni e considerazioni finali....


Description

“GLI EFFETTI SECONDARI DEI SOGNI” “Gli effetti secondari dei sogni” è un romanzo in parte drammatico e che racconta le differenze sociali ed economiche del mondo attuale scritto da Delphine de Vigan nata a Boulogn-Billacourt il 1° marzo 1966. Tra i suoi romanzi più famosi vi è: Giorni senza fine pubblicato nel 2001 che tratta un racconta autobiografico di un’anoressica di 19 anni; Bei ragazzi nel 2005; Una sera di dicembre pubblicato nel 2006 e con il quale ha vinto il premio letterario francese; Gli effetti secondari dei sogni nel 2007 e che, tradotto in più di venti lingue, ha vinto il premio Rotary; nel 2008 Sotto il cappotto ed infine, nel 2011, Niente si oppone alla notte che è risultato il libro più venduto dell’anno in Francia. I personaggi che muovono la storia sono principalmente: Lou Bertignac, una ragazza di tredici anni con un quoziente intellettivo superiore e proprio per questo si trova a frequentare la seconda liceo con Lucas Muller, un ragazzo di diciassette anni, Nolwenn una senzatetto di appena diciotto anni che si fa chiamare No, il professor Marin, i genitori di Lou, Bernard e Anouk, Geneviève, l’amica di No e altri ancora. Le vicende hanno luogo nei pressi di Parigi e delle stazioni metropolitane dei giorni nostri caratterizzate da numerosi senzatetto che chiedono l’elemosina o da ricchi nobili. TRAMA Lou Bertignac è una ragazza di tredici anni con un quoziente intellettivo di 160 e proprio per questo di trova a frequentare una classe di due anni superiore dove viene emarginata dai suoi compagni di classe, l’unico che le rivolge la parola e qualche sorriso è il bel Lucas Muller conosciuto da tutta la scuola. Lou con la sua famiglia vive un momento di profonda tristezza, soprattutto la madre che, dopo aver tenuto in braccio la figlia di pochi mesi morta, non fa altro che stare chiusa in camera, avere lo sguardo vuoto, crea delle distanze con Lou e affida, così, al padre il compito di riprendere in mano la vita della sua famiglia. Per dimenticare tutto ciò, Lou adora passare le giornate ad osservare le emozioni delle persone e ad immaginare quello che pensano, guarda le partite di calcio per vedere le emozioni sia dei giocatori sia dei tifosi, si reca molto spesso nelle stazioni metropolitane di Parigi dove guarda le persone che si salutano o che si dicono “addio” con un caloroso abbraccio, chi aspetta il ritorno di un amico, dei famigliari o di un’amata; perché, secondo lei, tutte le emozioni del mondo si possono trovare nelle espressioni e nei volti delle persone, non importa se siamo diversi, da dove veniamo, che lingua parliamo, tutti quanti noi, proviamo le stesse emozioni… Proprio alla stazione di Austerlitz, Lou incontra una giovane ragazza poco più grande di lei che, con la sua valigia tutta rotta, chiede l’elemosina alle persone ed evita di incrociare la polizia. Non appena la vede, capisce molte cose, si fa domande alle quali vorrebbe chiederle delle risposte ma teme il suo giudizio; così decide, piano piano, di conoscerla meglio e di svolgere la sua relazione orale affiata dal professor Marin, suoi senza tetto. Ogni mercoledì e venerdì, finita a scuola, incontra No alla stazione e le offre da bere in un bar caldo più di una volta in modo tale da “metterla a suo agio” e poi poterle fare le giuste domande per conoscerla meglio. “Pers strada non si hanno amici”, “Dormo da conoscenti: non più di tre volte di seguito”, “Ai centri di accoglienza ci cacciano alle otto della mattina”. Da queste parole Lou si chiede il motivo per cui al mondo ci siamo così tante persone senza tetto o senza un’abitazione fissa, nelle metropolitane, nella stazioni, sui marciapiedi, sotto i ponti, come fanno le persone ad essere così infinitamente piccole in un mondo così infinitamente grande, come mai le persone non fanno un atto di solidarietà e non accolgono una di quelle persone almeno si potrebbe ridurre il numero di coloro che non hanno nulla o che hanno perso tutto. Terminata la sua relazione orale conclusa in modo eccellente, Lou non ha più avuto modo di rivedere No, di ringraziarla, di darle qualcosa in cambio, di vederla per l’ultima volta; si sente male. Così le viene in mente l’idea di accogliere No in casa sua, almeno finchè non riuscirà a trovarsi un alloggio e un buon lavoro. Avrebbe potuto rianimare la madre di Lou, Anouk, che accetta di conoscerla. Con l’aiuto di Lucas, l’unico di cui si fida veramente, cercano No e l’aiutano a sistemarsi meglio, a lavarsi, a prendere

degli abiti puliti, a rendersi più presentabile perché l’impatto a prima vista è uno dei più importanti. Per qualche giorno le cose andavano bene, la mamma di Lou si stava riprendendo , il papà aveva sistemato il suo studio con un letto e un armadio in modo che stesse comoda e No, anche se nei primi giorni era un po’ chiusa e guardava in basso per evitare lo sguardo di chi magari non l’apprezza, impara poi ad aprirsi, aiuta nelle faccende di casa, esce con Lou e l’aiuta nei suoi “esperimenti”, parlano e si divertono, ‘come quelle famiglie felici delle pubblicità’. Almeno fino a pochi giorni in cui No trova un lavoro come cameriera dalla parte opposta di Parigi e che le porterà dei problemi legati soprattutto alla severità del suo datore di lavoro. Infatti, quando Lou e i suoi genitori sono tornati a casa dopo essere andati a trovare la sorella di suo papà, trovano nella loro cucina, bottiglie di alcolici vuote e scatole di medicinali, tranquillanti e sonniferi. No non c’era, la sua valigia nell’armadio; era al lavoro. Il papà di Lou la aveva raccomandata che se No non si sarebbe ripresa, sarebbero stati costretti a mandarla via, sarebbe potuta diventare pericolosa o meglio, non sarebbero più riusciti a mantenerla. Così arrivò anche quel giorno, il padre di Lou, una mattina, decide di mandarla “via di casa”, nel suo “mondo parallelo”. Non sapendo dove andare, No viene accolta a casa di Lucas, in un appartamento vuoto senza i suoi genitori, dove trova un letto, del cibo e degli amici. Lou, senza far sapere niente a nessuno, si reca tutti i giorni a trovarla e la trova sempre più distrutta dal lavoro; beve, prende medicinali, dorme tutto il giorno, non parla o ride più come una volta, non si diverte più con i suoi amici. Ma pian piano che le cose procedono, crescono anche i pericoli che corrono, così Lou decide di lasciare tutto, la famiglia, la casa, la scuola, gli amici, per trascorrere il suo tempo come faceva No prima che tutto ciò accadesse, prima che li conoscesse, stando accanto a lei, scaldandosi con lei , con le loro valigie, viaggiando dirette verso l’Irlanda dove, “l’erba è più verde e il cielo più immenso”. Alla stazione, però, No lascia Lou sola sulle panchine ad attendere il treno la quale, dopo averla aspettata, non le resta alto che ritornare a casa dove l’attendevano i suoi genitori, preoccupati che le fosse successo qualcosa. Così, senza sapere dove fosse andata, senza sapere se stesse ancora bene, pensando alla fiducia che le aveva dato, promettendole che fossero sempre state insieme, ritorna alla su avita normale, stringendo amicizia con le ragazze che l’avevano sempre trascurata e frequentando con loro le feste più belle. L’autrice, con questo libro, secondo me, vuole diffondere il significato di ciò che è mondo attuale tra “ricchi e poveri”; vuole dare l’idea di come ci si possa sentire a essere emarginati in entrambi i “mondi”, a continuare a spostarsi da una parte all’altra della città, come una persona che è sempre vissuta in modo dignitoso si trovi a vivere per la strada come tutti i poveri, come non sempre si possa legare con tutti. A parer mio, è un bel libro anche se a volte un po’ monotono nei discorsi e ripetitivo in alcune osservazioni, ma , per il resto, è stato anche bello e coinvolgente soprattutto per quanto riguarda la narrazione in prima persona che ti immedesima maggiormente nei pensieri della protagonista e nelle vicende, sia per quanto guarda la realtà della storia....


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