Sintesi Analisi Transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani. Di Stewart e Vann PDF

Title Sintesi Analisi Transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani. Di Stewart e Vann
Author francesca Fuin
Course Psicologia
Institution Università Pontificia Salesiana
Pages 6
File Size 142.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 3
Total Views 155

Summary

Riassunto completo e ben strutturato del libro L'analisi transazionale di Stewart e Vann...


Description

SCHEDA LIBRO TITOLO: L'analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani. AUTORE: Stewart Ian; Joines Vann N. PAGINE: 435 L’Associazione Internazionale di Analisi Transazionale dà questa definizione: “L’Analisi Transazionale è una teoria della personalità e una psicoterapia sistemica ai fini della crescita e del cambiamento della persona”. È stata ideata negli anni cinquanta da Eric Berne ed ha avuto una rapida espansione, oggi è un modello che viene insegnato all’università e gli è stato riconosciuto uno status scientifico. È interessante conoscere questa teoria perché può essere utilizzata in qualsiasi campo per comprendere le persone, le relazioni e la comunicazione. L’A.T. può essere impiegata in psicoterapia, nei contesti educativi, in mediazione familiare e nel counselling. Illustrerò le principali idee chiavi di questa teoria, il concetto più importante è il modello degli stati dell’io. Si rappresenta l’individuo con tre cerchi, dove ciascuno rappresenta uno stato dell’io, cioè la persona può pensare, sentire e comportarsi in tre modi fondamentalmente diversi. Se mi comporto, penso e sento in modi che sono una copia o simili di quelli dei miei genitori o

figure

di

riferimento

si

dice

che

sono

nello

stato

dell’io

genitore.

Se mi comporto, penso, mi emoziono con modalità che utilizzavo da bambino sono nello stato dell’io bambino, se invece sono in relazione a ciò che sta avvenendo nella realtà nel qui ed ora sono nello stato dell’io adulto. Una personalità equilibrata utilizza tutti gli stati dell’io: l’adulto per rispondere adeguatamente al qui ed ora con soluzioni efficaci, il genitore per adeguarci alle regole della società ed infine il bambino per aver sempre la creatività, la spontaneità e l’intuizione. Gli stati dell’io possono essere analizzati da un modello strutturale che prende in considerazione il contenuto ovvero cosa c’è dentro ogni stato e da un modello funzionale che vede come vengono utilizzati. È importante riuscire a riconoscere gli stati, Berne suggerisce

1

quattro modi: la diagnosi comportamentale osserva il comportamento verbale e non verbale, tramite le parole, la voce, i gesti, le espressioni facciali, la postura…ecc. La diagnosi sociale si basa sull’altro, osservando le risposte che riceviamo possiamo verificare lo stato che utilizziamo per interagire; la diagnosi storica invece consiste nel ricavare informazioni amnesiche sulla persona. Infine la diagnosi definita fenomenologica pone l’individuo a risperimentare lo stato completo dell’io ad esempio in terapia si può ritornare su situazioni del passato, rivivendo la scena con risposte nuove. Quando ci rapportiamo con gli altri, possiamo scegliere lo stato dell’io da utilizzare, questi scambi di comunicazione vengono definiti transazioni. Queste possono essere complementari quando si condivide una informazione nel qui ed ora e si è nello stato adulto oppure incrociate dove risponde un io diverso ad esempio genitore/bambino. Ulteriori transazioni si hanno quando vengono trasmessi due messaggi contemporaneamente cioè a livello manifesto si dà una informazione da adulto ma a livello psicologico da bambino o genitore. Il livello psicologico si può dedurre dal linguaggio non verbale per esempio dal tono di voce o dalle espressioni. Con le transazioni si può dare riconoscimento all’altro in modo reciproco, l’atto di riconoscimento è detto carezza. Tutti ne hanno bisogno, possono essere di diversi tipi: verbali e non verbali, positive o negative e condizionate o incondizionate. Per carezza condizionata si intende che è riferita a ciò che una persona fa ad esempio una attività, lavoro ecc., mentre incondizionata a ciò che è. Ogni persona già dall’infanzia scrive la propria storia di vita, con un inizio, un proseguimento ed una fine; già a sette anni sarà completamente scritta. Durante l’adolescenza si potrà rivedere e da adulti generalmente si perde la consapevolezza, si segue questa storia di vita inconsapevole nota come copione. Questo potrà essere vincente, perdente o banale a seconda del fine della persona. Grazie all’analisi del copione si può capire come le persone possano arrivare a crearsi problemi senza saperlo e come con la consapevolezza dispongano dei mezzi per risolverli. Il bambino segue uno specifico copione perché rappresenta per lui la strategia migliore per adattarsi e sopravvivere al mondo circostante. Da adulti può avvenire di distorcere la realtà per renderla in linea con il nostro copione, avviene quindi una ridefinizione.

2

Altre volte è possibile ignorare o cancellare degli aspetti della realtà per confermare il copione, ciò è noto come svalutazione. Crescendo si creano nuovi rapporti che ripropongono quelli che avevamo con i genitori, un partner ad esempio prenderà il ruolo del genitore mentre l’altro quello del bambino in questo caso avviene una simbiosi. La ragione primaria per cui si torna nel copione a tutte le età è per risolvere il fulcro fondamentale rimasto irrisolto nell’infanzia: come ottenere amore e attenzioni incondizionate. Spesso incontriamo situazione nel qui ed ora simili a scene dolorose del passato, l’A.T. definisce tali momenti elastici in quanto ci riportano indietro. Uno degli obiettivi è di staccare gli elastici del passato, risolvendo il trauma originario. Berne sostiene che il bambino agli inizi della formazione del copione ha già preso posizioni su se stesso e gli altri, queste sono dette posizioni di vita. 1. Io sono ok, tu sei ok: considererà degno d’amore sia se stesso che gli altri di conseguenza creerà un copione vincente. 2. Io non sono ok, tu sei ok: elaborerà un copione banale o perdente sentendosi vittima rispetto agli altri. 3. Io sono ok, tu non sei ok: si sentirà superiore agli altri, crederà di avere un copione vincente ma in realtà verrà poi rifiutato dagli altri per questo atteggiamento. 4. Io non sono ok, tu non sei ok: proverà tristezza e disperazione, il copione sarà sicuramente perdente. Ogni posizione infantile si ritrova poi nella vita adulta, la persona rinforza le proprie convinzioni con le esperienze. Ernst ha creato l’OK Corral una griglia formata da quattro quadranti per analizzare i cambiamenti delle quattro posizioni di vita. Nell’infanzia il piccolo prende le decisioni di copione in base alla propria percezione su ciò che lo circonda, i messaggi di copione si trasmettono verbalmente o non verbalmente. Quelli verbali si possono trasmettere con comandi o attribuzioni. Per attribuzione si intende quando viene detto al bambino ciò che è, ad esempio: “Sei brava, sei cattiva…”. Claude Steiner ha elaborato la matrice del copione, i messaggi che hanno origine dall’Io genitore della madre e del padre vengono chiamati contro ingiunzioni, le informazioni date dall’adulto del genitore all’adulto del bambino costituiscono il programma mentre i messaggi dati dall’io bambino dei genitori sono di due tipi: ingiunzioni o permessi. Sono 3

state classificate ben dodici tipi di ingiunzioni, trasmesse prevalentemente in maniera non verbale come ad esempio: non esistere, non essere te stesso, non essere un bambino…ecc. Per quanto riguarda il processo del copione, sembrano esserci sei modelli universali, li illustrerò brevemente con degli esempi: 1. Finché: “Non può succedere qualcosa di positivo finché non finiscono le cose negative.” 2. Dopo: “Posso divertirmi oggi ma dovrò pagarlo domani.” 3. Mai: “Non posso mai avere ciò che voglio.” 4. Sempre: “Va sempre così.” 5. Quasi: “Ce l’ho quasi fatta ma manca sempre qualcosa” / Quasi di tipo due: la persona raggiunge l’obiettivo ma poi ne cerca subito un altro. 6. A finale aperto: “Una volta raggiunto quell’obiettivo, non so più che fare..” Una volta compreso il nostro modello, bisogna assumere il controllo dell’adulto e utilizzare dei modi per liberarsene. Ad esempio con un modello finché si potrà prima divertirsi e poi lavorare invertendo lo schema, con il quasi di tipo due bisognerà godersi e festeggiare i risultati ottenuti prima di passare al prossimo traguardo. Kahler scoprì che ci sono dei comportamenti che mettiamo in atto prima di entrare nel copione che definisce spinte. 1. Sii perfetto: la persona utilizzerà spesso intercalari. Per esempio: come se, possibilmente, come abbiamo visto…ecc. Oppure parlerà facendo elenchi con numeri. Il tono di voce sarà da adulto, come gestualità potrà contare sulle dita della mano o toccarsi il mento, la postura apparirà eretta e tra le sue espressioni facciali gli occhi saranno rivolti verso l’alto e la bocca leggermente tesa. 2. Cerca di piacere: la persona spesso inserirà parole o frasi interrogative come ok? Hmm? Va bene? Con un tono di voce alto, spalle in avanti verso l’altro e volto inclinato leggermente in avanti. 3. Sforzati: userà principalmente la parola “cerca”, il tono della voce sarà strozzato, la posizione curva inclinata in avanti, aggrotterà le sopracciglia.

4

4. Sii forte: parlando darà la colpa alle cose esterne, il tono di voce apparirà piatto e basso, spesso con assenza di gesti. La postura sarà chiusa con un volto privo di espressioni. 5. Sbrigati: Adopererà parole come sbrigati, presto, forza, non ho tempo… Parlerà molto rapidamente, tra i gesti tamburellerà con dita, piedi, oggetti e le movenze del corpo saranno agitate. Cambierà velocemente direzione con lo sguardo. Dovranno essere presenti più indizi per segnalare una spinta. Nell’infanzia può avvenire che nella propria famiglia alcune emozioni sono approvate mentre altre proibite. Si impara così che per ottenere riconoscimenti si sente inconsapevolmente solo ciò che è permesso, nascondendo le emozioni autentiche, queste emozioni sostitutive vengono chiamate emozioni parassite. Quando si prova ciò, ci si trova nel copione. Per racket invece si intende il processo che porta a provare una emozione parassita e comprende un insieme di comportamenti inconsapevoli. Le emozioni autentiche sono la rabbia, la tristezza, la paura e la felicità; tra quelle inautentiche invece possiamo trovare la gelosia, l’imbarazzo, il senso di colpa..ecc. E’ importante riscoprire l’autenticità per risolvere i problemi, per agire nel qui ed ora in maniera adeguata. Questo è molto rilevante, quando si lavora con la coppia in mediazione familiare, sostenerli nel riuscire ad esprimere l’emozione autentica aiuta ad affrontare le difficoltà nel presente, a prendere consapevolezza ed a porre fine alla situazione sgradevole. Se si prova una emozione parassita si può esprimerla o tenerla nascosta, in quest’ultimo caso si dice che si colleziona un buono premio psicologico. Berne sostiene che si fa ciò per poter scambiare i buoni premi e ricevere un tornaconto nel copione. Il sistema parassitario serve per spiegare la natura dei copioni e per capire come una persona possa mantenerlo per la sua intera esistenza. Questo comprende le convinzioni e le emozioni di copione che riguardano se stessi, gli altri e la vita, le manifestazioni parassitarie e i ricordi di rinforzo. Quest'ultimi rafforzano le convinzioni, comprendono episodi, avvenimenti, situazioni del passato che determinano come ci si comporta nel presente. Un gioco avviene quando dopo una transazione entrambe le parti finiscono senza esserne consapevoli, col provare emozioni parassite; ci sarà sempre un momento di scambio in cui i giocatori avvertono che è successo qualcosa di spiacevole e di inaspettato. Berne ha scoperto 5

la formula G in cui ogni gioco comporta una sequenza di sei fasi: gancio+anello=rispostascambio-incrocio-tornaconto. Karpman ha inventato il triangolo drammatico formato da tre ruoli di copione: persecutore, salvatore e vittima. Spesso si utilizzano i giochi per portare avanti il copione. Grazie alla consapevolezza si può cogliere il proprio copione, scoprendo le nostre prime decisioni e decidere di uscirne utilizzando nuove strategie raggiungendo l’autonomia. Le componenti dell’autonomia sono: la consapevolezza, la spontaneità e l’intimità, di conseguenza si affronteranno i problemi con le risorse dell’adulto liberandosi dal copione. La consapevolezza consiste nel riuscire ad ascoltare le pure impressioni, sentire le sensazioni corporee ed esterne senza filtri ma come fa un bambino. La spontaneità si trova invece rispondendo agli stimoli ed alle situazioni in maniera diretta e libera, infine l’intimità significa condividere emozioni, sensazioni con le altre persone. La guarigione si ottiene imparando progressivamente nuove scelte, sperimentando le nuove opzioni.

6...


Similar Free PDFs