Sintesi su Platone, vita, opere e pensiero in generale. PDF

Title Sintesi su Platone, vita, opere e pensiero in generale.
Author maristella otelli
Course Filosofia Della Storia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Quadro generale su Platone, vita, opere quelle più importanti. Spiegazione delle idee, dei sui concetti, il mondo iperuranio......


Description

Platone VITA Platone, nato nel 428 a.C. in Atene, dove morì nel 347, fu il più importante dei discepoli di Socrate e uno dei più grandi filosofi dell’antichità. In Atene fondò la sua scuola, l’Accademia, che avrà vita per molti secoli e verrà chiusa soltanto nel VI secolo d.C. dall’imperatore bizantino Giustiniano. Platone cercò di attuare le sue idee sullo Stato giusto in Siracusa, offrendo la sua collaborazione prima al tiranno Dionigi il Vecchio e poi a Dionigi il Giovane, ma sempre con esito negativo. Evento più amaro della sua vita: la perdita del suo maestro Socrate. Fu accusato dal nuovo governo oligarchico (Nominato: ‘Il governo dei 30 tiranni.’) democratico di empietà e di corruzione dei giovani e condannato a morte nel 399 a.C. Infatti Nell'Apologia di Socrate l'allievo descrive il processo del maestro, che pronuncia la sua difesa, denuncia la falsità di chi lo accusa. Il maggior interesse dell’autore nella sua vita fu la politica, ma in seguito alla morte del suo maestro e la persecuzione dei discepoli di Socrate tra cui anche il nostro autore, deciderà di inseguirla in maniera indiretta. Cioè insegnando la filosofa a colui che sarebbe stato:’Re Filosofo.’ Perciò un sovrano che essendo anche filosofo conosceva il bene e la giustizia e di conseguenza avrebbe migliorato lo stato. OPERE Tra le opere di Platone che ci sono pervenute, molte in forma dialogica e aventi Socrate come protagonista, le più importanti sono: Protagora ( in cui discute l'insegnabilità della virtù) Apologia di Socrate, (Non è propriamente un dialogo ma un monologo) Critone, (in cui Socrate discute la legittimità delle leggi;) La repubblica,(espone la sua forma di governo ideale) Fedro,(in cui presenta la tripartizione dell'anima tramite il mito della biga alata). Il simposio, (in cui ogni partecipante dice cos'è, secondo lui, l'amore) Le leggi. Premessa: Le sue opere sono in forma di dialogo, in maniera diretta o narrativa, scelta intenzionale, perché il dialogo è più perspicace e aiuta nel ragionamento.

I titoli hanno il nome del DETEURAGONISTA, cioè il secondo personaggio del dialogo, con cui Platone con la ‘Maschera’ di Socrate discuterà di varie tematiche. Il pensiero dell’autore non segue l’ordine cronologico delle opere, si pensa che l’autore rivedeva nel tempo ogni sua opera. Con questo possiamo dedurre che per avere un quadro generale del suo pensiero sia necessario leggerne la maggior parte possibile e le più influenti. Alla base della filosofia platonica è il dualismo tra mondo delle idee e mondo delle cose: il primo è il mondo reale, mentre le cose non sono che copie delle idee. Queste ultime hanno carattere di universalità e necessità, mentre le cose sono particolari. Le idee costituiscono un ordine mirabile, collegate tra loro secondo un rapporto gerarchico perfetto alla cui sommità c’è l’idea del Bene, che illumina tutto il mondo delle idee o Iperuranio. La filosofia platonica si presenta così come un rigoroso e coerente idealismo, che afferma il primato dell’idea, di cui la materia, cioè le cose, sarebbe una derivazione. In particolare, Platone spiega che l’anima è immortale e che, dopo essersi incarnata, ha dimenticato quello che ha visto nell’Iperuranio, ma l’esperienza tra le cose le può far ricordare le idee. L’innatismo delle idee e la reminiscenza sono due punti basilari della filosofia platonica, ma in realtà rappresentano uno sviluppo della maieutica socratica: l’innatismo infatti non fa che riprendere il concetto socratico di verità che è in ognuno di noi, così come la reminiscenza non fa altro che sviluppare il concetto socratico del portare alla coscienza tale verità. La conoscenza per Platone procede attraverso quattro gradi: -i primi due, la sensazione e l’opinione, sono propri della conoscenza sensibile; -gli altri due, la matematica e la filosofia, sono propri della conoscenza razionale. Il filosofo ateniese, per spiegare i diversi gradi della conoscenza, ricorre al mito della caverna. Immagina che alcuni prigionieri siano rinchiusi nel fondo di una caverna e vedano muoversi delle ombre sulla parete: credono che queste ombre costituiscano tutta la realtà. Ma uno dei prigionieri riesce a liberarsi e a guadagnare faticosamente l’ingresso della grotta: alla luce del sole, vede oggetti e persone e si rende conto che le ombre che prima aveva visto in fondo alla caverna non erano altro che le proiezioni di questi oggetti e persone. Le ombre sono le forme della conoscenza sensibile: la sensazione è la mera ricezione dei dati sensoriali (osservare le ombre muoversi sulla parete); l’opinione è la credenza che queste sensazioni siano fonte di verità.

L’anima Altri due celebri miti sono utilizzati da Platone per spiegare la tripartizione dell’anima e la sua caduta nel mondo sensibile. Nel Fedro Platone racconta il mito della biga

alata. L’anima è paragonata ad una biga che vola in alto nel cielo, trainata da due cavalli: uno bianco, che rappresenta l’anima irascibile; l’altro nero, che rappresenta l’anima concupiscibile, mentre alla guida c’è un auriga che rappresenta l’anima razionale. Per uno strattone del cavallo nero, la biga precipita dal cielo, senza che l’auriga riesca a riprenderne il controllo. L’anima, spiega così Platone, è formata da tre parti: l’anima razionale, a cui spetta la guida; l’anima irascibile, in cui risiedono la volontà e il coraggio; l’anima concupiscibile, in cui risiedono gli istinti e le passioni. È avvenuta per colpa di quest’ultima la caduta nel mondo sensibile, benché l’anima per sua natura appartenga al mondo sovrasensibile. Ognuna delle tre anime ha una virtù da esercitare: all’anima razionale spetta la saggezza, a quella irascibile il coraggio e a quella concupiscibile la moderazione. Se ogni anima realizzerà la virtù che le è propria, la risultante sarà la giustizia, la virtù che deriva dalle sintesi delle tre virtù precedenti. Nel Timeo la caduta dell’anima nel mondo sensibile è attribuita invece al Demiurgo, un dio artefice, non creatore, il quale, plasmando la materia informe e avendo a modello le idee dell’Iperuranio, ha collocato le anime nel mondo delle cose.

La politica Platone descrisse una repubblica ideale, fondata su una rigida divisione in tre classi, analoga alla tripartizione dell’anima. Le tre classi sono: i governanti, che devono essere i filosofi, gli unici capaci di saggezza; i guerrieri, che hanno la funzione di difendere lo Stato; i produttori, cioè gli artigiani, i mercanti, i contadini, che hanno lo scopo di produrre i beni necessari al sostentamento dell’intera comunità. Quella proposta da Platone è quindi una repubblica aristocratica, nella quale ogni classe ha una precisa funzione da svolgere e solo ad una è assegnata quella del governo. Ognuna delle tre classi ha una virtù da esercitare: i filosofi governanti la saggezza, i guerrieri il coraggio, i produttori la moderazione, analogamente alle tre parti dell’anima.

Platone bandisce dalla sua repubblica ideale gli artisti, i quali distrarrebbero i cittadini. L’arte infatti viene giudicata sbrigativamente da Platone imitazione del mondo sensibile che, a sua volta, è imitazione del mondo delle idee, quindi una fuorviante imitazione dell’imitazione che lascia i cittadini al livello della sensibilità e addirittura ne eccita le passioni. Una sola forma di arte viene salvata da Platone: la poesia dorica, cioè i canti patriottici che hanno la funzione positiva di stimolare l’amor patrio.

L’amore platonico Il mondo delle idee risplende di una bellezza straordinaria e ineguagliabile e l’anima, rimasta abbagliata da tale bellezza prima d’incarnarsi in un corpo, ne mantiene il ricordo. Pertanto essa, costretta a incarnarsi in un corpo e quindi a stare tra le cose, spinta dalla nostalgia della bellezza ideale, avverte il fascino di tutto quanto di bello possa esserci nel mondo sensibile. Così la bellezza che s’intravede nel mondo sensibile diventa rivelatrice delle idee e spinge l’anima, che coglie nel mondo sensibile tale bellezza soprattutto attraverso l’armonia, ad amare ciò che suscita tale profonda emozione. L’amore, pertanto, per Platone è un mezzo di riavvicinamento dell’anima a quel mondo delle idee da cui è provenuta, attraverso un percorso che, per gradi, la fa risalire, dalla bellezza e dall’armonia di un corpo, quindi dalla bellezza e dall’armonia di un’anima, ad una Bellezza in sé, fonte e causa di ogni bellezza, che risplende soltanto nel mondo delle idee....


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