Storia della Spagna nel Novecento riassunto libro PDF PDF

Title Storia della Spagna nel Novecento riassunto libro PDF
Course Storia contemporanea
Institution Università per Stranieri di Siena
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riassunto libro g. hermet...


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S t o r i ad e l l aS p a g n an e l No v e c e n t o Guy Hermet INTRODUZIONE

In Spagna il ventesimo secolo inizia in ritardo rispetto agli altri paesi europei, che si sono industrializzati e democratizzati prima. E' difficile circoscrivere questo periodo nella storia spagnola. La maggior parte dei paesi dell'Europa Occidentale si erano lasciati alle spalle l'ancien régime prima del 1870 (Belgio, Inghilterra e Francia prima del 1840): in questi paesi l'agricoltura si sviluppa portando alla scomparsa delle carestie; si laicizzano i comportamenti; si ha una grande rivoluzione demografica; si arriva alla pace civile tipica del parlamentarismo liberale e all'allargamento del suffragio alle masse non benestanti; e in questo contesto alimentato dalla crescita del proletariato industriale e urbano, la questione agraria non rappresenta più un problema. Ma nulla di ciò si verifica in Spagna, società rimasta in gran parte estranea allo spirito del tempo. Fino alla fine del XIX secolo, la Spagna subisce il contraccolpo della perdita del suo impero coloniale. La storia del ventesimo secolo spagnolo può essere interpretata come una serie di tentativi condotti contro quella fatalità con i deboli strumenti di politica; o come la storia dei cambiamento profondi – di natura economica, sociale, culturale – che hanno tardivamente eroso quella fatalità. Grande importanza deve essere data alla distrinzione tra il momento dei tentativi falliti di modernizzazione e l'adeguamento tardivo della società spagnola al disegno di cambiamento. Per la Spagna invece la nascita del primo sistema di governo modernizzatore e rigeneratore può essere ricondotta al 1876, quando nasce il primo regime monarchico, ma costituzionale e parlamentare. Considerando dunque questo anno come data di inizio, il Novecento spagnolo diventa un «secolo lungo», lungo centoventi anni che scavalca il 1900 per inglobare: ➔ ➔ ➔ ➔ ➔

la monarchia parlamentare della Restaurazione (1876-1923) la dittatura mite del generale Primo de Rivera (1923-1930) la Seconda Repubblica (1931-1936) la Guerra civile (1936-1939) l'età franchista (1939-1975) e i recenti anni della democrazia monarchica.

CAPITOLO I – Il peso dell'«ancien régime». 1. La questione agraria Secondo il censimento del 1797, la nobiltà controllava il 50% del territorio spagnolo, la chiesa il 17%, i contadini o la borghesia il 33%. Questa situazione era presente solo in Spagna, mentre in altri paesi europei (come la Francia) la percentuale maggiore apparteneva ai contadini o alla borghesia. Fine XVIII e inizio XIX secolo, la proprietà nobiliare ed ecclesiastica dell'ancien régime aveva ancora un ruolo importante in Spagna (67% del suolo). In epoca romana la Spagna era essenzialmente latifondista, lo è meno durante il periodo musulmano. Siviglia e Cordoba diventeranno un'area privilegiata del latifundium e in queste due regioni la politica reale del repartimiento crea due aree distinte: ➔ donadíos, concessi in feudo ad alcuni signori

➔ heredamientos, offerti ai coloni castigliani o leonesi delle zone di frontiera in piccoli lotti individuali. Quelli del sud scompaiono per malattie e i proprietari latifondisti si appropriano delle terre. Crisi rivoluzionarie del XIV – XV – XVI: provocate dall'ambizione della borghesia che si arricchisce attraverso il commercio e la lavorazione della lana. Ma questa situazione si risolve a favore dell'aristocrazia, i nobili reuperano, a loro profitto, la nozione di proprietà. 1505 →diritto di maggiorascato, uno strumento di concentrazione terriera che legalizza definitivamente l'aggiunta ai grandi possedimenti nobiliari anche di estesi feudi. L'istituzione del maggiorascato stabilizza fino alla fine del XVIII secolo l'egemonia della nobiltà. In Spagna il sistema latifondistico aristocratico si chiude i sé stesso, prima che la borghesia riesca a riprendersi dalla sconfitta all'inizio dell'era moderna. La vittoria della nobiltà è anche quella della monarchia: vogliono specializzare la Spagna nell'allevamento industriale (ovini), ricavare lana per esportarla perché tassabile. I prodotti delle colture alimentari non portano guadagni alla nazione perché, consumati dalla popolazione, dovevano saldare le spese militari →connotazione politica: allevamento di massa estensivo, si vuole l'eliminazione delle colture alimentari, distrutte dai greggi →conseguenze immediate: – –

ostacolati i commercianti delle città il mondo contadino viene privato del suo ruolo e delle sue risorse

1570 →la Spagna inizia ad importare i cereali; inizia un ciclo di carestie e ritardo tecnologico e di stagnazione materiale che inizialmente avrà la Mesta – l'istituto pastorale legale – il principale oppositore. Contadini rimangono senza lavoro: diventano semplici braccianti agricoli, privi di propri appezzamenti di terra, che vivono in condizioni di profonda miseria. Abitanti si aggregano in borghi per vivere in perenne rivolta nei confronti dell'intera società. 1763 →Carlo III compie il primo atto della riforma agraria liberale: ritrovatosi con due problemi principali: 1 – era necessario smembrare i beni inalienabili delle terre della chiesa e dei maggiorascati nobiliari per permettere la divisione dei terreni; 2 – patrimoni fondiari della chiesa tanto grandi da dover essere venduti tramite metodi più veloci dello smembramento →blocco della concessione di nuove licenze di smembramento di beni ecclesiastici e di maggiorascati. 1770 →confisca dei beni ai gesuiti espulsi. 1805 →la Santa Sede vende parte del patrimonio della chiesa. 1811 →vengono presi provvedimenti che distruggono il regime feudale che la nobiltà e l'aristocrazia avevano costruito fino a quel momento. I diritti nobiliari vengono soppressi, maggiorascato soppresso, una legge del 1826 → abolisce le cariche che gravavano sul territorio e sui contadini della Galizia e viene messa fine al suo regine feudale. Riprende quindi la vendita delle terre acquisite dalla chiesa. 1855 →Vendita pubblica o cessione delle terre comunali. Da questo momenti pochi comuni manterranno una proprietà fondiaria. No facile accesso per i braccianti e contadini alle terre e al pascolo. I soli a trarne beneficio ancora una volta sono i grandi proprietari terrieri, che ricevono gli ex-possedimenti della chiesa e dei comuni, senza una divisione significativa a livello sociale. L'unico aspetto positivo è di carattere economico: i latifondisti, desiderosi di arricchirsi ulteriormente, decidono di destinare i propri terreni alla coltivazione e sempre meno all'allevamento o alla caccia. Ci fu così un risanamento del bilancio alimentare del paese e la sua espansione economica. Ma la situazione contadina non migliorò, infatti si diffonde la meccanizzazione dell'agricoltura che non favorisce la manodopera e i proprietari cominciarono a licenziare mezzadri e fattori. I piccoli proprietari terrieri pur essendo in maggioranza possiedono meno terre e con

minore estensione, al contrario dei proprietari terrieri medi/grandi che rappresentano una percentuale molto inferiore, ma che possiedono più terre con maggiore estensione. 2. Esplosione demografica e ritardo economico 1830-1850: in Spagna accrescimento demografico, che però non viene riassorbito dalle grandi città, e ritardo economico (manodopera in eccedenza disoccupata). Da cosa è favorito questo incremento? dall'intrvento dei Borboni dopo il 1713 dal successivo progresso della medicina e riduzione delle carestie endemiche. Dalla diminuzione della mortalità, soprattutto quella infantile: il tasso di natalità nel corso dei secoli è rimasto invariato, elevato fino al 1930. Dopo l'800 quasi tutti i paesi europei sono caratterizzati da un forte incremento demografico, in periodi diversi. Europa nordoccidentale: con l'industrializzazione si crea un esode dalle campagne alle città e questo modifica i costumi delle persone. Il tasso di natalità si riduce. – – –

Spagna e paesi mediterranei: il cambiamento industriale rimane marginale e non influenza la predisposizione demografica. Con la diminuzione dei decessi si verifica un incremento demografico, al contrario di ciò che succedeva in Europa nordoccidentale. L'esodo rurale non è poi così sconosciuto anche in Spagna. Le zone periferiche basche, catalane e valenziane rappresentano piccole isole industriali che attirano l'eccedenza di popolazione delle aree centrali e meridionali. Nonostante ciò però non sono sufficienti per poter dare lavoro ai milioni di disoccupati dell'epoca. Le motivazioni per cui l'occupazione industriale spagnola fosse così debole: – periodo precedente alla scoperta del Nuovo Mondo, quando è stato privilegiato l'allevamento intensivo a scapito di altre colture – in generale forte disinteresse per le attività manifatturiere Fin dal XIII secolo -> Alfonso il Saggio e i successori hanno incoraggiato gli spagnoli a riservare le attività militari e di pastorizia trascurando l'approvvigionamento alimentare, compito che affidavano agli stranieri. La Spagna non risentì di questa situazione fino alla fase della Riconquista contro i mussulmani. Nel XVI secolo la Spagna non era più un paese di frontiera e cominciò a risentire della sua specializzazione nell'esercito. Alla fine del Medioevo, un'evoluzione borghese e precapitalistica investe l'Europa e la Spagna compresa portando disordini rivoluzionari visti come una minaccia alla disciplina militare e alla vocazione autoritaria. I monarchi vi mettono fine bruscamente: la Castiglia, l'Extremadura e l'Andalusia vengono specializzate come punti regali del comando e della guerra. Paesi Bassi, Italia del Nord e Germania erano usati come appoggio nell'area manifatturiera e finanziaria. Con l'istaurarsi del sistema dell'economia-mondo, l'impero austro-spagnolo non può più superare la sfida delle borghesie. Sistema dell'economia-mondo: la massima potenza si basa sulla superiorità tecnica produttiva, commerciale, finanziaria dei suoi agenti economici e non sulla capacità militare. L'impero ha minato l'avvenire della borghesia spagnola e priva la Spagna dei vantaggi della modernizzazione -> è una logica regressiva. Solo nei Paesi Bassi e Catalogna si ha una concentrazione di immigrati stranieri, artigiani ed esperti in arti meccaniche. In Catalogna si sviluppa l'industria tessile e nel 1788 viene

installata una macchina a vapore. Nel resto della Spagna il progresso tecnologico e industriale rimane alla fase sperimentale e isolato. Quindi l'industria non segue il nuovo corso e la maggior parte delle merci straniere circolano illegalmente. Tentativi di sbloccare la situazione: – 1622: bolla papale -> abolire divieto per i nobili di partecipare ai grandi affari commerciali – non va a buon fine – abolizione monopoli commerciali e dei privilegi industriali – non a buon fine – autorizzazione piccole industrie locali – non a buon fine – manifatture di stato (fabbriche di tappeti/sete) – non a buon fine Nel 1794 viene pubblicato in spagnolo il libro di Smith, La ricchezza delle nazioni, ma avrà poco successo perché gli spagnoli preferiranno i filosofi francesi, meno sensibili alle questioni economiche. Guerre napoleoniche (1803-1815): processo di industrializzazione di base viene bloccato. La Spagna contemporaneamente perde le sue colonie americane e l'invasione francese peggiora ancor di più le cose. 1840/1850: inizio rivoluzione industriale in Spagna. Contribuiscono 3 FATTORI: 1. le terre vengono rimesse a coltura: si crea una richiesta di mezzi di trasporto e beni strumentali 2. intervento banchieri stranieri, in particolare francesi, che investono nella costruzione di ferrovie 3. arrivo capitali stranieri e nazionali in campo minerario Nel 1846 costruita la prima linea ferroviaria spagnola lunga 28 km. Nel 1890 arriva ad essere lunga 10.000 km. Va oltre le reali necessità di traffico e l'attività economica non segue l'offerta di trasporto. Così le ferrovie si trasformano in un cattivo affare per gli investitori francesi. L'investimento industriale nel frattempo è scoraggiato per quanto riguarda: – capitali stranieri: a causa dell'esperienza negativa delle compagnie ferroviarie – capitali nazionali: a causa del ridotto numero di mercati interni e debolezza mercato finanziario locale La produzione siderurgica seppur in aumento, rimase 20 volte più ridotta rispetto a quella francese. Assenza industrie di trasformazione. Solo l'industria tessile sperimenta una forte espansione, in particolare in Catalogna. Ma seppure questo settore industriale fosse vivido, la forte espansione dei soli cotonati ci fa capire che la Spagna era alla fase tessile della rivoluzione industriale, fase che Inghilterra e Francia avevano sperimentato un secolo prima. La rivoluzione indusriale in Spagna quindi si accelera solo all'inizio del '900 e si protrae per un periodo molto breve. Lo sviluppo industriale tardivo fu causato anche dalla perdita di Cuba nel 1898 (con Filippine e Puerto Rico) che provoca un ritorno di capitali in grado di alimentare una nuova rete bancaria e finanziaria e che dalla 1GM produce un aumento delle esportazioni (momentaneo). La crisi del 1929 però contrasta questa crescita. 1930: – occupati nel settore secondario o industriale -> 20% della popolazione attiva. – Occupati nel settore terziario o dei servizi -> 20% della popolazione attiva. – Occupati nel settore agricolo -> 60% della popolazione attiva. In altri paesi europei come GB, Francia e Italia gli occupati nel settore agricolo sono diminuiti e nel 1930 la percentuale di popolazione attiva occupata nel settore agricolo era molto più ridotta rispetto a quella della Spagna. 3. Una società frammentata e ribelle ai valori moderni: le religioni tradizionalista e

anarchica contro il liberalismo La modernizzazione non è stata ostacolata solo dalla questione agraria e del fallimento industriale. Hanno avuto un ruolo decisivo anche fattori religiosi, ideologici e sociali. In realtà la Spagna ha impostato prima dell'Inghilterra una struttura parlamentare e di governo rappresentativo, ma si è persa poi strada facendo. La società medievale spagnola appariva egualitaria rispetto ai modelli gerarchizzati degli altri stati europei. Erano molto diffusi borghi franchi che si autogovernavano in cambio di tributi. In Spagna si diffondono relazioni sociali più aperte. I borghi castigliani praticavano una specie di protodemocrazia di notabili, sindaci, procuratorie regidores eletti dai membri di un consiglio provenienti da una comunità di elettori sconosciuti. Il re Leone Alfonso IX concede nel 1188 la prima Carta Magna iberica che: – riconosceva i diritti dell'aristocrazia laica e del popolo dei borghi – limitava i diritti del sovrano – permetteva ai borghi di unirsi con patti fraterni contro i nobili e il re Questa Carta porterà al sistema delle Cortes. I monarchi dipendevano dalle Cortes per ottenere l'alleanza del popolo nei conflitti contro l'aristocrazia. Imposero al sovrano di ammettere alcuni dei loro membri nel suo consiglio per controllare l'utilizzo del denaro pubblico. Inoltre le Cortes del 1295 e del 1317 si arrogarono la facoltà di legiferare in materia giudiziaria: nessuno poteva essere condannato a morte o privato dei beni senza un processo regolare. Le somme indebitamente recepite devono essere rimborsate dal Tesoro Reale. Nonostante ciò, nei secoli successivi il potere centrale diventa più forte. La Corona rinuncia al concenso dei sudditi e comincia a cercare solo il consenso dei suoi pari. Dopo il 1520 Carlo V sopprime le Cortes di Castiglia e moltiplica i consigli speciali (della guerra, delle finanze, di stato) costutuiti da membri nominati dal governo. L'assolutismo spagnolo pretende di rimodellare la società per estirpare la borghesia e il iberismo che hanno portato alla rivolta domata con difficoltà dai Comuneros ->abitanti dei comuni castigliani che nel 1520 si sollevarono contro il nuovo sovrano Carlo X per protestare contro il fiscalismo regio. L'assolutismo spagnolo quindi si basa sulla potenza del cattolicesimo, quello della Controriforma -> ideologia della Controriforma è una questione che riguarda prima di tutto la chiesa di Roma, una potenza extraterritoriale. In Spagna si impose un monopolio ideologico cattolico nelle mani dell'Inquisizione, il cui controllo sfugge al governo di Madrid. L'Inquisizione non era particolarmente brutale o limitata intellettualmente. Lavora contro lo stato spagnolo, in particolare contro le riforme e lo spirito modernizzatore. La chiesa di rifiuta di riconoscere la superiorità del potere dello Stato su potere ecclesiastico. Il collante dell'identità degli spagnoli fu il sistema di dogmi che li rendeva cattolici prima di essere sudditi del re di Spagna: è un'identità religiosa. Tra il 1797 e il 1808 l'inquisizione si sottomette allo Stato ma ormai il male è già radicato, il cattolicesimo dell'ancien régime continua a inculare negli spagnoli la discordia. Mentre nel resto d'Europa il liberismo e le nuove ideologie danno vita a un nuovo ordine sociopolitico, in Spagna i nuovi rapporti ideologici si sovrappongono a quelli cattolici, senza soppiantarli. Il tradizionalismo cattolico spagnolo resistette fino alla Guerra Civile del 1936-1939 l'ultima delle guerre religiose europe.. Il CARLISMO Surante i periodi di guerra aperta tra il 1833 e il 1876, il carlismo domina il territorio del nord della Spagna. Sopravvive anche alla sconfitta militare e al suo abbandono da parte del Vaticano che non lo considera più come un interlocutore privilegiato in Spagna. Influenza in maniera considerevole le stituzioni durante il regine di Franco, cercando di orientarle in una direzione più tradizionalista. Il carlismo aveva un carattere popolare e fu favorito da: – integralismo religioso nel mondo contadino del nordoccidente

– sentimento autonomista a Navarra, Paesi Baschi e Catalogna Fueros: privilegi consuetudinari di cui beneficiano le province, i borghi e le comunità contadine prima dell'arrivo dei Borboni. I governi liberali di Madrid vogliono abolirli e lo fanno nel 1836 come rappresaglia contro ribellione carlista e per centralizzare il paese. Il carlismo basco e catalano da quel momento rivendicano il separatismo e l'autonomia. Il carlismo fu una reazione violenta contro l'influenza della borghesia liberale, un “insurrezione controrivoluzionaria, antiborghese, anticapitalistica, ostile ad ogni progresso. La chiesa appoggia i carlisti. Le masse cattoliche anche dopo il 1936 rimangono intolleranti verso la società e con la volontà di egemonia totale su di essa. Risulta normale quindi che un partito democristiano non sia mai riuscito a imporsi in Spagna.

4. Lo stato introvabile: dal periodo dei «pronunciamentos» alla nascita dei separatismi Dopo il 1814, dopo la sconfitta dei francesi le vecchie classi dirigenti cadono in disgrazia. Il piccolo stato liberale si sostituisce alle autorità tradizionali. I tecnocrati del dispotismo illuminato che collaborano con l'occupante francese vennero relegati definitivamente alla classe dei reietti (afrancesados). I ribelli liberali delle Cortes di Cadice perdono il sostegno della popolazione e non gli viene data la possibilità di esprimersi, con il ritorno del re legittimo Ferdinando VII. Le masse contadine ritenevano entrambi uomini privi di religiosità e da condannare. La capacità d'arbitraggio era nelle mani dell'esercito. Questo perché il corpo politico era debole e perché durante gli anni di guerriglia contro le truppe francesi giovani ufficiali riescono ad accedere a gradi elevati, godere di prestigio e maturare politicamente. Nel 1811 -> Accademia militare si apre alle persone di bassa estrazione e diventa l'avanguardia del popolo. Tra il 1814 e il 1874, la Spagna attraversa la cosiddetta epoca dei PRONUNCIAMIENTOS1. E' caratterizzata da un continuo intrvento militare nella vita politica spagnola. Si decreta la fine del regno dei monarchi e dei governi e delle grandi riforme liberali. Gli uomini politici diventano semplici prestanome dei militari. Solo dopo il 1850 la classe politica si emancipa, quando il corpo degli ufficiali diventa più conservatore e si preoccupa di mantenere un ordine sociale più stabile. La porzione di pronunciamientos conservatori aumenta. La casta militare si arricchisce e scopre di avere interessi comuni all'elite borghese e aristocratica. Quindi gli ufficiali creano un nuovo strato dominante con la borghesia e l'aristocrazia...


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