storia della spagna nel novecento PDF

Title storia della spagna nel novecento
Course Storia della Spagna e dell’America latina
Institution Università degli Studi di Milano
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riassunto del libro Storia della spagna nel nocìvecento di Hermet...


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Storia della Spagna nel Novecento – Guy HermetINTRODUZIONE In Spagna il 20 secolo inizia in ritardo rispetto ai paesi dell'Europa Occidentale. E' difficile circoscrivere questo periodo nella storia Spagnola. La maggiorparte dei paesi dell'Europa Occidentale si lascia alle spalle l'ancien regime prima del 1870 (Belgio, Inghilterra e Francia prima del 1840). Per la Spagna invece la nascita del primo sistema di governo modernizzatore / rigeneratore può essere ricondotta al 1876, quando nasce il primo regime monarchico ma costituzionale e parlamentare. PRIMO CAPITOLO -Il peso dell'”ancien regime”1.La questione agraria Il sistema dei latifondi può essere ritrovati in diversi paesi europei ma le strutture latifondiste hanno inciso in modo diverso su di essi: alcune non hanno avuto difficoltà a liberarsi del ancien regime economico, politico e sociale mentre per altre (come la Spagna) è stato un ostacolo. Possiamo individuare alcune importanti differenze confrontando la situazione spagnola con quella di altre nazioni europee alla fine del '700:  In Spagna nel 1797, secondo il censimento la nobiltà deteneva il 50% del territorio spagnolo, la Chiesa il 17%, i comuni,borghesia e proprietari contadini il 33%.  In Francia nel 1789, i contadini detenevano il 40% delle terre coltivabili, i borghesi il 20%, i nobili il 16% e la Chiesa il 4%.  In GB alla fine del 17 secolo la Chiesa le proprietà terriere della Chiesa erano quasi nulle, anche se la parcellizzazione della terra non è effettiva. In Spagna tra il 18 secolo e il 19 secolo i nobili e la chiesa detenevano la maggior parte delle proprietà terriere mentre in Francia e GB detenevano una percentuale molto piccola delle proprietà terriere. In Spagna la tendenza fondiaria è ben radicata in tutta la sua storia. Si è stabilito nel corso della storia un ancien regime agrario. 9 secolo: La valle del Duero era ripopolata da coloni liberi arrivati dal nord. Siviglia e Cordova diventeranno delle aree privilegiate del latifondo: con la politica del REPARTIMIENTO si creano due aree:  area dei DONADIOS, concessi in feudo ad alcuni signori  area degli HEREDAMIENTOS, offerti ai coloni castigliani o leonesi trasmissibili ai discendenti Nel 14/15 secolo i beneficiari degli heredamientos scompaiono (causa epidemie, ecc). I proprietari terrieri e la Chiesa (attraverso donazioni) hanno così l'occasione di estendere i propri terreni gratuitamente. 0 14/15 e inizio 16 secolo → I nuovi concorrenti della Chiesa e dei nobili diventano i BORGHESI, che si erano arricchiti grazie al commercio e alla lavorazione della lana. Nel 1505 istituito il DIRITTO DI MAGGIORASCATO → I nobili riconquistano la nozione di proprietà a loro vantaggio. Infatti il diritto di maggiorascato dava il diritto ai primogeniti di ereditare tutto il patrimonio familiare. I possedimenti nobiliari in questo modo ottengono i feudi degli ex coloni liberi e anche quelli detenuti dagli ordini militari privati. Il sistema latifondista aristocratico si chiude in se stesso e l'aristocrazia terriera regna in modo quasi incontrastato su tutta la Spagna. Le conseguenze di questo provvedimento:  fissata la struttura agraria spagnola  la proprietà viene detenuta dagli aristocratici per un periodo lunghissimo  favorisce la conservazione dell'ancien regime

Le uniche aree che rappresentano un'eccezione sono la Catalona e Valencia dove i mercanti continuano a comprare terre. Anche la monarchia trae vantaggio dalla vittoria della nobiltà. La monarchia vuole specializzare la Spagna e in particolare la Castiglia nell'allevamento industriale: voleva investire sull'allevamento ovino per dare slancio all'esportazione di lana. Anche perchè l'esportazione di materie prime tessili, con i loro alti rendimenti , sono facilmente tassabili. Il potere monarchico impone un tipo di allevamento estensivo e vuole l'eliminazione delle colture alimentari,distrutte dai greggi. Conseguenze immediate:  ostacolati i commercianti delle città  il mondo contadino viene privato del suo ruolo e delle sue risorse Conseguenze economiche:  1570-> Spagna esportatrice di cereali-> la monarchia aveva già ridotto le coltivazioni alimentari e con la richiesta di cerali per l'esportazione ne sono derivate carestie. Da qui nascerà anche il ciclo di ritardo tecnologico.  Contadini rimangono senza lavoro. Diventano semplici braccianti agricoli, privi di propri appezzamenti di terra, vivendo in condizioni di profonda miseria. In zone come Castilla e Andalusia, l'allevamento predomina e il lavoro per i contadini scarseggia. Infatti molti di loro erano disoccupati e lavoravano solo saltuariamente nei terreni coltivati con ulivi e vigne,durante i brevi periodi di raccolta e vendemmia. Si vanno così a creare le comunità rurali della Spagna latifondista che si aggregavano in borghi, in cui vivevano in una condizione di rivolta permanente nei confronti dell'intera società. Carlo III Gli si presentano due problemi :  i beni inalienabili che formano le proprietà terriere della chiesa e dei maggiorascati nobiliari. Era necessario smembrarli per permettere la circolazione e la divisione dei terreni.  Patrimoni fondiari della chiesa tanto grandi da dover essere venduti tramite metodi più veloci dello smembramento. 1763 → Carlo III blocca concessione di licenze di smembramento di beni ecclesiastici e di maggiorascati. Nel 1770 vengono confiscate le proprietà dei gesuiti espulsi dalla Spagna. Durante e dopo l'epoca borbonica molte leggi che attaccano i beni ecclesastici sono abolite, quindi i tentativi di ristribuire al terra diventano più lenti. A partire dal 1811 →Vengono presi provvedimenti che distruggono il regime feudale che la nobiltà e l'aristocrazia avevano costruito fino a quel momento. I diritti nobiliari vengono soppressi, maggiorascato soppresso, le cariche che gravavano sul territorio e sui contadini della Galizia vengono abolite e viene messa fine al suo regime feudale. Riprende quindi la vendita delle terre acquisite dalla chiesa. La pubblica vendita e la cessione gratuita delle terre comunali diventa effettiva nel 1855. Da questo momento solo poche terre rimarranno proprietà fondiaria. Tuttavia è necessario fare alcune osservazioni sul cambiamento dei titolari dei beni fondiari. Innanzitutto il trasferimento della proprietà ha inciso soprattutto sul patrimonio della chiesa poiché i nobili avevano la possibilità di scegliere di conservare i propri possedimenti o venderli. Inoltre non è stato favorito l'accesso dei piccoli braccianti-contadini alle proprietà terriere né si ridusse la concentrazione di proprietà fodiarie. Spesso venivano offerti gratuitamente ai braccianti lotti di terra che però erano così piccoli che non sapevano come usarli. Quindi rinunciavano o vendevano questi piccoli appezzamenti ai notabili, a bassissimo prezzo, per poter ricavare qualche lavoro in più o un salario più modesto.

Quindi i soli a trarne beneficio furono un'altra volta i grandi proprietari terrieri. Gli ex-possedimenti della chiesa e dei comuni, passano in mano a proprietari terrieri ricchi e non vi fu una divisione che fosse significativa a livello sociale. L'unico aspetto positivo è di carattere economico: i latifondisti desiderosi di arricchirsi ulteriormente, decidono di destinare i propri terreni alla coltivazione e sempre meno all'allevamento o alla caccia. Ci fu così il risanamento del bilancio alimentare del paese e la sua espansione economica. Ma la situazione contadina non migliorò. Infatti si diffonde la meccanizzazione dell'agricoltura e i proprietari cominciarono a preferire un sistema di coltivazione diretta, licenziando mezzadri e fattori. Così la disoccupazione diffusa già precedentemente non fa che peggiorare e il numero di piccoli coltivatori si riduce drasticamente. I piccoli proprietari terrieri pur essendo in maggioranza, possiedono meno terre e con minore estensione. I proprietari terrieri medi/ grandi che rappresentano una percentuale molto inferiore, possiedono più terre con maggiore estensione. 2.Esplosione demografica e ritardo economico Spagna 1830/1850: Il problema agrario nella sua interezza però può essere spiegato anche attraverso altri fattori come:  forte crescita economica, anche nelle campagne. Ma il grande sviluppo demografico non venne riassorbito dalle grandi città.  ritardo economicoche lascia la manodopera in eccedenza disoccupata la Spagna aumneta fortemente demograficamente passando da 7 milioni di abitanti nel 1748 a 12 milioni nel 1833, er poi aumentare di seguito da 15 milioni nel 1857 a 28 milioni e mezzo nel 1950. Ma da cosa è stato favorito questo incremento?  dall'intervento dei Borboni dopo il 1713, dopoche gli Asburgo lo avevano dissanguato.  rafforzato ulteriormente grazie al successivo progresso della medicina e la riduzione delle carestie endemiche  diminuzione mortalità, soprattutto quella infantile  Il tasso di natalità nel corso dei secoli è rimasto invariato, elevato fino al 1930. Dopo l'800 quasi tutti i paesi europei sono interessati da un forte incremento demografico, in periodi e modi differenti l'uno dall'altro. No per la francia Europa nordoccidentale: con l'industrializzazione si crea un esodo dalle campagne alle città e questo modifica i costumi delle persone. Il tasso di natalità si riduce. Spagna e paesi mediterranei: il cambiamento industriale è rimasto marginale e non influenza la predisposizione demografica. Con la diminuzione dei decessi si verifica un incremento demografico a differenza a quanto succedeva in Europa nordoccidentale. L'esodo rurale è presente anche in Spagna ma in misura minore, il cambiamento industriale è minore. Uguale speranza di vita 27-28 anni in francia e Spagna. Le zone periferiche basche,catalane e valenziane rappresentano piccole isole industriali che attirano l'eccedenza di popolazione della aree centrali e meridionali. Nonostante ciò però non sono sufficienti per poter dare lavoro ai milioni di disoccupati spagnoli dell'epoca. Gli spagnoli isolati rifiuto verso emigrazione in altri paesi. Viene lasciata ad una situazione engative quelle che sono le zone del sud tra cui anadaludia estremadurs e nuova castiglia.

La motivazione per cui l' occupazione industriale spagnola fosse così debole  periodo precedente alla scoperta del Nuovo Mondo, quando è stato privilegiato l'allevamento intensivo a scapito di altre colture.  Ma in generale c'è stato un forte disinteresse per le attività manifatturiere. Fin dal 13 secolo → Alfonso il Saggio e i successori → incoraggiare gli spagnoli a riservare le attività militari e di pastorizia e trascurando l'approvvigionamento alimentare, compito che si tendeva ad attribuire agli stranieri. La Spagna non risenti di questa situazione fino a quando attraversava la fase di Riconquista contro i mussulmani, perché li necessitava di eservito e anti economia diciamo. È anche in tutto cio confortata dalle ricchezze che gli arrivano dall’America e delle amvizioni planetarie degli Asburgo. Ma nel 16 secolo la Spagna non è più un paese di frontiera e comincia a risentire della sua specializzazione nell'esercito. Alla fine del Medioevo, un'evoluzione borghese e precapitalistica investe l'Europa e la Spagna compresa portando disordini rivoluzionari visti come una minaccia alla disciplina militare e alla vocazione autoritaria. I monarchi vi mettono fine bruscamente: la Castiglia, l'Extremadura e l'Andalusia vengono specializzate come punti regali del comando e della guerra. Paesi Bassi, Italia del Nord e Germania erano usati come appoggio nell'area manifatturiera e finanziaria. Con l'instaurarsi del sistema dell'economia-mondo, l'impero austro-spagnolo non può più superare la sfida delle borghesie. Sistema dell'economia-mondo: la massima potenza si basa sulla superiorità tecnica produttiva, commerciale, finanziaria dei suoi agenti economici e non sulla capacità militare. L'impero ha minato l'avvenire della borghesia spagnola e priva la Spagna dei vantaggi della modernizzazione. E' una logica regressiva. Solo nei Paesi Baschi e Catalogna si ha una concentrazione di immigrati stranieri, artigiani e esperti in arti arti meccaniche. In Catalogna si sviluppa l'industria tessile e nel 1788 viene installata una macchina a vapore. Non serve a nulla applicare la bolla papale che nel 1622 toglie il divieto ai nobili di partecipare ai grandi affari commerciali. Prevale spirito di controiorma attolica che ha controlloideologioc sullo stato ma disapprova le iniziativa economica. Nel resto della Spagna il progresso tecnologico e industriale rimane alla fase sperimentale e isolato. Quindi l'industria spagnola non segue il nuovo corso e la maggior parte delle merci straniere, circolano illegalmente. Si sviluppano le esportazioni verso America e rappresentano il 50 per cento delle entrate della madrepatria. Ma la flotta è al sesto posto mondiale. Tentativi di sbloccare la situazione:  1622- bolla papale- abolire divieto per i nobili di partecipare ai grandi affari commerciali → non a buon fine  abolizione monopoli commerciali e dei privilegi industriali → non a buon fine  autorizzazione piccole industrie locali → non a buon fine  manifatture di stato ( fabbriche di tappeti / sete) → non a buon fine, con nuove tecniche produttive ma non da imitare  1788 macchine a vapore introdotta in Catalogan che si era sviluppata nell’industria tessile  1783 ordinanza che dichiara tutte le professioni oneste e suscettibili di ricevere una patente di nobiltà per la diffusione della metalità imprenditoriale in Spagna. Nel 1794 viene pubblicato in spagnolo il libro di Smith: “ La ricchezza delle nazioni”.

Ma avrà pochi estimatori poiché gli spagnoli preferiranno i filosofi francesi, meno sensibili alle questioni economiche. Guerre napoleoniche (1803- 1815) : processo di industrializzazione di base viene bloccato. La Spagna contemporaneamente sta perdendo le sue colonie americane e l'invasione francese peggiora solo le cose. Afrancesado: partigiani spagnoli, idee illuministiche. 1840/1850- inizi rivoluzione industriale in Spagna. Contribuiscono 3 fattori:  le terre vengono rimesse a coltura. Si crea una richiesta di mezzi di trasporto e beni strumentali  intervento banchieri stranieri, in particolare francesi, che investono nella costruzione di ferrovie  arrivo capitali stranieri e nazionali in campo minerario Nel 1846 costruita prima linea ferroviaria spagnola lunga 28 km. Nel 1890 arriva ad essere lunga 10.000 km. Va oltre le reali necessità di traffico e l'attività economica non segue l'offerta di trasporto. Così le ferrovie si trasformano in un cattivo affare per gli investitori francesi. L'investimento industriale nel frattempo è scoraggiato:  capitali stranieri: a causa di esperienza negativa delle compagnie ferroviarie  capitali nazionali: a causa di ridotto numero di mercati interni e debolezza mercato finanziario locale La produzione siderurgica seppur in aumento, rimase 20 volte più ridotta rispetto a quella francese. Assenza industrie di trasformazione. Potenza delle macchine a vapore di cui disponeva la Spagna era molto ridotta rispetto a quella degli altri paesi europei. Solo industria tessile sperimentare una forte espansione, in particolare in Catalogna. Ma seppur questo settore industriale fosse vivido, la forte espansione dei solo cotonati ci fa capire che la Spagna era alla fase tessile della rivoluzione industriale, fase che Inghilterra e Francia avevano sperimentato un secolo prima. La Spagna non è riuscita a raggiungere la seconda ( siderurgica) e terza(meccanica) dell'industrializzazione. Riassumendo, la rivoluzione industriale in Spagna si accelera solo all'inizio del 900 e si protrae per un periodo molto breve. Lo sviluppo industriale tardivo fu causato anche dalla perdita di Cuba nel 1898 (con le Filippine e Puerto Rico) che provoca un ritorno di capitali in grado di alimentare una nuova rete bancaria e finanziaria e che dalla I GM produce un aumento delle esportazioni (momentaneo). La crisi del 1929 però contrasta questa crescita. Alla vigilia della Guerra Civile quindi la Spagna resta un paese essenzialmente agricolo. 1930 -occupati nel settore secondario o industriale – 20% della popolazione attiva. -occupati nel settore terziario o dei servizio – 20% della popolazione attiva. -occupati nel settore agricolo – 60% della popolazione attiva. In altri paesi europei come GB, Francia e Italia, gli occupati nel settore agricolo sono diminuiti e nel 1930 la percentuale di popolazione attiva occupata nel settore agricolo era molto più ridotta rispetto a quella della Spagna. 3.Una società frammentata e ribelle ai valori moderni: le religioni tradizionalista e anarchica contro il liberalismo Ma la modernizzazione non è stata ostacolata solo dalla questione agraria e dal fallimento industriale. Hanno avuto un ruolo decisivo anche fattori RELIGIOSI, IDEOLOGICI E SOCIALI. In realtà la Spagna ha impostato prima dell'Inghilterra una struttura parlamentare e di governo rappresentativo, ma si è persa poi strada facendo.

La società medievale spagnola appariva egualitaria rispetto ai modelli gerarchizzati degli altri stati europei. Erano molto diffusi i borghi franchi che si autogovernavano in cambio di tributi. In Spagna si diffondono relazioni sociali più aperte. I borghi castigliani praticavano una specie di protodemocrazia di notabili, sindaci, procuratorie regidores eletti dai membri di un consiglio provenienti da una comunità di elettori sconosciuti. paredanos Alfonso 9 concesse nel 1188 la prima Carta Magna iberica.  Riconosceva i diritti dell'aristocrazia laica e del popolo dei borghi  limitava i diritti del sovrano  permetteva ai borghi di unirsi con patti fraterni contro i nobili e il re Questa Carta porterà al sistema delle Cortes. I monarchi dipendevano dalle Cortes per ottenere l'alleanza del popolo nei conflitti contro l'aristocrazia. Imposero al sovrano di ammettere alcuni dei loro membri nel suo consiglio per controllare l'utilizzo del denaro pubblico. Inoltre le Cortes del 1295 e del 1317 si arrogarono la facoltà di legiferare in materia giudiziaria: nessuno poteva essere condannato a morte o privato dei beni senza un processo regolare. Le somme indebitamente recepite devono essere rimborsate dal Tesoro Reale. Nonostante ciò nei secoli successivi il potere centrale diventa più forte. La Corona rinuncia al consenso dei sudditi e comincia a cercare solo il consenso dei suoi pari. Dopo il 1520 Carlo 5 sopprime le Cortes di Castiglia. Dopo di che moltiplica i consigli speciali ( della guerra, delle finanze, di stato) costituiti da membri nominati dal governo. L'assolutismo spagnolo pretende di rimodellare la società per estirpare la borghesia e il liberismo che hanno portato alla rivolta domata con difficoltà dei Comuneros. COMUNEROS: abitanti dei comuni castigliani, che nel 1520 si sollevarono contro il nuovo sovrano Carlo 5 per protestare contro il fiscalismo regio. L'assolutismo spagnolo quindi si basa sulla potenza del cattolicesimo, quello della Controriforma. L'ideologia della chiesa della Controriforma è prima di tutto una questione che riguarda la chiesa di Roma, una potenza extraterritoriale. In Spagna si impose un monopolio ideologico cattolico nelle mani dell'Inquisizione, il cui controllo sfugge al governo di Madrid. L'Inquisizione non era particolarmente brutale o limitata intellettualmente. Lavora contro lo stato spagnolo in particolare contro le riforme e lo spirito modernizzatore. La chiesa si rifiuta di riconoscere la superiorità del potere dello Stato su potere ecclesiastico. Il collante dell'identità degli spagnoli fu un sistema di dogmi che li rendeva cattolici prima di essere sudditi del re di Spagna. E' un'identità religiosa. Tra il 1797 e il 1808 l'Inquisizione si sottomette allo Stato ma ormai il male è già radicato. Il cattolicesimo dell'ancien regime continua ad inculcare negli spagnoli la discordia. Mentre nel resto d'Europa il liberismo e le nuove ideologie danno vita a un nuovo ordine sociolpolitico,in Spagna i nuovi apporti ideologici si sovrappongono a quelli cattolici, senza soppiantarli. Il tradizionalismo cattolico spagnolo resistette fino alla Guerra Civile del 1936-1939, l'ultima delle guerre religiose europee. CARLISMO Durante i periodi di guerra aperta tra il 1833 e il 1876, il carlismo domina il territorio nel nord della Spagna. Sopravvive anche alla sconfitta militare e al suo abbandono da parte del Vaticano che non lo consider...


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