Storia DELL\'ARTE Longobarda- Carolingia E Ottoniana PDF

Title Storia DELL\'ARTE Longobarda- Carolingia E Ottoniana
Course Storia Dell'arte Medievale 1
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Riassunto completo manuale sull'arte LONGOBARDA-CAROLINGIA E OTTONIANA...


Description

ARTE LONGOBARDA (VII-VIII secolo) I Longobardi, popolazione di origine germanica, fecero il loro ingresso in Italia nel 568, guidati da Alboino, e stabilirono la loro capitale a Pavia. Fu anzitutto un’arte decorativa, che utilizzò forme semplificate e stilizzate, spesso derivate dalla natura, come intrecci e racemi(grappoli) vegetali, o dall’oreficeria: i manufatti in metallo nobile come fibbie, crocette, fermagli, collane e armi sono tempestati di perle e pietre preziose, ornati di smalti colorati, ne sono una testimonianza le s pille dorate, dette fibule a forma di aquila stilizzata dalle ali spiegate e dal becco adunco. Alcuni capitelli della Chiesa di Sant’Eusebio a Pavia mostrano chiaramente un’ispirazione alla tecnica cloisonné(è una tecnica di decorazione artistica a smalto), con spessi bordi di contorno e incavature, probabilmente originariamente riempite di paste vitree o vetri dai colori brillanti. Questa tecnica venne utilizzata in oreficeria e in ambito architettonico, trasfigurando la forma classica del capitello di derivazione greco-romana e fondando una nuova tradizione scultoreo-architettonica. CROCETTA DEL DUCA GISULFO crocetta sbalzata in lamina d'oro, risalente al VII SECOLO, 611 CIRCA, si trova A CIVIDALE NEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DEL FRIULI. 11x11 CM Nelle necropoli longobarde in Italia sono state trovate una grande quantità di crocette sbalzate in lamina d’oro. I fori di cucitura praticati nei bracci fanno pensare che si tratti di accessori del vestiario e non necessariamente funerario. Nel caso di questa crocetta, il motivo del volto si ripete per otto volte alternato ad altrettante pietre rare e preziose. Si è perciò davanti alla rappresentazione non di un volto di Cristo come potrebbe sembrare, ma alla combinazione del tema barbarico delle teste decapitate mostrate come macabri trofei dei nemici, con quello del crocifisso come nuovo simbolo di vittoria, prosperità e forza. FRONTALE D'ELMO DI AGILULFO o LAMINA DI RE AGILULFO è una lamina in bronzo dorato, risalente al VII SECOLO, 600 CIRCA, si trova A FIRENZE NEL MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO. Agilulfo, re longobardo dal 591 al 616 Questo manufatto riflette bene le ambizioni di Agilulfo. Si tratta verosimilmente di una guarnizione di un elmo, realizzata in bronzo dorato e lavorata a sbalzo( Lo scopo è quello di da ottenere un disegno in rilievo), forse in occasione dell'elezione del re longobardo, avvenuta nel 591, quindi una scena di trionfo. La scena rappresentata si ispira ai rilievi della scultura tardo-imperiale in cui Agilulfo, scortato da due soldati, è seduto, in perfetta frontalità, su un trono verso il quale si stanno dirigendo due gruppi di offerenti introdotti da altrettante vittorie alate . La mano destra del re è sollevata in un gesto di benedizione, mentre la sinistra stringe il fodero di una spada. Si nota una certa goffaggine, non solo nei movimenti e nelle forme, infatti i personaggi sono quasi fluttuanti a mezz'aria ma anche dall’iscrizione redatta in un latino approssimativo. DONI DI AGILULFO E TEODOLINDA è il tesoro del Duomo di Monza, si trovano nel museo annesso al Duomo VI-VII Sono doni fatti al re Agilulfo e alla regina Teodolinda da parte di papa Gregorio Magno, e sono 1 l'evangeliario di Teodolinda: donato nel 603 come ringraziamento per l'avvenuta conversione della popolazione lombarda dall'arianesimo al cristianesimo. Fa parte dell'oreficeria lombarda, la coperta è composta da un supporto ligneo ricoperto da

lamine d’oro con cornice ad alveoli smaltati e con gemme e perle. Ognuna delle due facce è divisa in 4 settori da una croce gemmata realizzata con tecnica cloisonnè(tecnica orafa di incastonatura. Sul metallo vengono realizzati degli alveoli in cui sono inserite pietre semipreziose o paste vitree), con smeraldi e zaffiri, simbolo della gloria del Cristo. Nei 4 settori trovano posto dei cammei romani antichi (gioiello realizzato attraverso l'incisione di una pietra stratificata tipicamente l'onice). 2 una croce di Agilulfo: ha la forma di croce latina, con i bracci leggermente svasati alle estremità. È decorata da pietre preziose e raffigurazioni del Cristo, di arcangeli e di apostoli. Sei pendenti a goccia, realizzati con altrettante perle, sono appesi a catenelle, sempre in oro: quattro appese ai bracci laterali e due all'estremità del braccio inferiore. L'incastonatura delle pietre, eseguita a freddo, segue uno schema rigidamente simmetrico ed alterna pietre bianche e verdi, rotonde e rettangolari, secondo uno schema ordinato che ricorda la distribuzione spaziale di gusto tardo-antico. I bordi della croce e dei castoni presentano motivi a rilievo (piccole sfere o altro). 3 una croce di Adaloaldo o di Teodolinda: donata dal papa nel 603 per il battesimo del figlio Adaloaldo. E' una croce pettorale da appendere con una catena al collo, in oro e cristallo di rocca e sopra vi è incisa una piccola crocifissione in stile bizantino. Il Cristo è frontale e rivestito del colobio (tunica). 4 na chioccia con i sette pulcini: L'opera è in argento dorato impreziosito da rubini (negli occhi della chioccia) e smeraldi (negli occhi dei pulcini). La chioccia, quasi sicuramente più antica del resto delle composizione, fu lavorata a sbalzo, mentre i pulcini furono ottenuti per fusione. Sotto, un basamento circolare di rame sostituisce l'originale in argento. Secondo la tradizione questo lavoro di oreficeria fu ritrovato nella sepoltura della regina, ed era ritenuto il simbolo del rinascere della vita. 5 una corona di Teodolinda: è una corona votiva, si tratta di un diadema in oro, gemme e madreperla, di gusto bizantineggiante. Le gemme che la rivestono, di forma circolare o quadrata, sono racchiuse da sottili lamine d'oro e sono disposte in cinque ordini paralleli. Si notano anche dei piccoli fori lungo i bordi perlinati superiore ed inferiore, evidentemente usati per esporre la corona ed agganciarvi decorazioni pendenti. CHIESA DI SANTA MARIA FORIS PORTAS si trova in Lombardia, a Castelseprio, risalente al VI-VII (che letteralmente significa fuori delle porte) è una piccola chiesa che in origine sorgeva fuori dalle mura dell'antico borgo fortificato di Castelseprio, forse come luogo di sosta per i pellegrini. La costruzione ha un'unica aula a pianta rettangolare, preceduta da un piccolo atrio nella cui facciata orientale fu aperto un arco d'accesso e un abside quasi chiuso con delle finestre. Esternamente è realizzata con pietre e ciottoli di fiume. La copertura a spioventi è più bassa rispetto a quella sorretta da capriate della navata. Al suo interno sono stati ritrovati una serie di affreschi, ormai rovinati. Il ciclo pittorico occupa l'intera superfice dell'abside centrale affronta il tema dell'infanzia di Cristo, tratta dai vangeli apocrifi: sulla parte superiore da sinistra verso destra si trovano l'annunciazione, la visitazione, la prova delle acque, il sogno di Giuseppe, l'andata a Betlemme, mentre nella parte sottostante, sempre da sinistra verso destra si hanno la presentazione al tempio, la natività, l'annuncio di pastori e l'adorazione dei magi. – Sopra la finestra centrale della parete absidale si colloca il medaglione con Cristo Pantocratore(onnipotente, chiamato così dai cristiani d'oriente), ritratto frontalmente

a mezzo busto, con la mano destra benedicente e la sinistra in atto di reggere il rotolo delle scritture. – Nella prova delle acque amare troviamo Maria che per provare l'innocenza del suo concepimento è sottoposta da Zaccaria alla prova della cosiddette acque amare.La vergine si protende con deferenza verso l'ampolla del sacerdote che, con una solenne barba bianca, é abbigliato con una preziosa veste da cerimonia. – -Nell'andata a Betlemme troviamo Giuseppe, in piedi, e Maria, seduta di traverso in groppa a un asino. Molto importante in quest'opera è l'intensità degli sguardi tra Maria e Giuseppe. – Nell'adorazione dei magi ci sono Maria e il bambino che sono collocati in alto su uno sperone roccioso e di dimensione inferiori rispetto ai magi che invece occupano lo spazio in basso a sinistra. - Nella scena della natività vediamo l'affaccendarsi di donne in primo piano intente a lavare il piccolo Gesu. A lato la figura di Giuseppe pensieroso che si regge la testa con una mano. Maria invece è semidistesa, con le ginocchia alzate nell'atteggiamento di reggersi con i gomiti. TEGURIUM DI CALLISTO si trova nel museo cristiano di Cividale nel Friuli e risale al periodo della cosiddetta Rinascenza della Liutprandea nel 730-740 nel VIII. Presenta una forma ottagonale (l'otto era considerato numero legato alla resurrezione essendo ottenuto dalla somma del sette, che significava l'eternità, e dell'uno, che rappresentava Dio) ed è sormontato da un tegurio, composto da ampi archi a tutto sesto, sostenuto da colonne corinzie. La sua altezza e di 354 cm ed é realizzato in calcare bianco. Gli archi sono adornati da iscrizioni e da motivi vegetali, animali e geometrici, mentre nella parte bassa è decorato da due lastre scolpite molto simili all'altare del duca Ratchis (forse addirittura dello stesso autore) e le figure simboliche rappresentate sono legate al sacramento del battesimo (pavoni e grifoni alla fonte, leoni ed agnelli, simboli cristologici e degli Evangelisti, ecc.). In origine era dotato di un tetto. ALTARE DI RATCHIS si trova nel museo cristiano di Cividale nel Friuli e risale al periodo della cosiddetta Rinascenza della Liutprandea nel 734 e il 744 nel VIII è il monumento che ci dà più informazioni sui metodi di rappresentazione dell'arte longobarda. -L'altare è costituito da un unico blocco a forma di parallelepipedo e realizzata in pietra d'Istria, un particolare tipo di calcare, di colore bianco latteo. -È composto da quattro lastre con diversi soggetti religiosi: Il paliotto anteriore mostra la maestà del signore, sul fianco destro l'adorazione dei magi, in quello sinistro la visita di Maria vergine alla cugina Elisabetta(la visitazione) e nel fronte posteriore due croci con un’epigrafe in lingua latina. -Tutte e quattro le facce sono scolpite a bassorilievo e in origine anche policromate. - Le sagome sono piatte con le mani e i visi sproporzionati, con gli occhi grandi e fissi nei vuoto. -Tutte le parti delle lastre lasciate libere dalle figure sono state riempite da stelle, fiori e piccole croci disposti a caso. -Nella parte frontale troviamo centralmente la figura del Cristo affiancata da due angeli. Essa é inserita in una mandorla, che sta a simboleggiare la maestà e la gloria divina. -La mandorla è formata da quattro rami di palma, è portata in cielo da altrettanti angeli. In questa figura non c'è nulla di naturalistico.

ALTARE DI MAGISTER URSUS si trova a Ferentillo, in Umbria nell'abbazia di San Pietro in Valle risale al VIII Le due lastre dell'altare principale sono scolpite a bassorilievo, su quella che è fronte dell'altare presenta una scritta in lingua latina: (Ilderico duca di Spoleto, in onore a san Pietro e per amore di san Leone e san Gregorio, per la salvezza dell'anima). La lastra è inoltre adornata con due bizzarre figure, con le braccia piegate a 90° e levate verso l'alto, con il petto nudo e indosso un gonnellino corto. Le figure sono circondate da fusti vegetali stilizzati, che culminano in dischi con delle croci inscritte. Una delle due figure brandisce uno sorta di stiletto, da alcuni ritenuto uno scalpello. Ciò suggerirebbe che la figura rappresenti Orso, lo scultore indicato come autore dell'incisione dalla scritta Ursus magester fecit ("Il maestro Orso l'ha fatto"). ORATORIO DI SANTA MARIA IN VALLE si trova a Cividale del Friuli in provincia di Udine Il tempietto di santa Maria in Valle, che risale al VIII secolo, fu edificato tra il 744 e il 756. È composto da un'aula a base quadrata con una spaziosa volta a crociera, che si chiude con un presbiterio, più basso, diviso da coppie di colonne in un loggiato a tre campate con volte a botte parallele. - Il lato ovest era l'antica parete d'ingresso e su questo lato restano cospicui resti di una straordinaria decorazione a stucchi e ad affresco. - L'abside era anticamente decorata a mosaico, ma oggi non ne resta traccia. -La lunetta della porta è incorniciata tra intrecci di vitigni con grappoli. - Al centro è raffigurato Cristo tra gli Arcangeli Michele e Gabriele, mentre nello stesso registro si trova una fascia affrescata con Martiri. -La parte più interessante è comunque il Fregio al livello superiore, liberamente sovrapposto agli elementi architettonici dell'edificio come le finestre. - Qui si trovano sei figure a rilievo di Sante, in stucco, eccezionalmente ben conservate: le loro monumentali figure sono da collegare ai modelli classici, riletti secondo la cultura longobarda. I panneggi delle vesti riccamente decorate hanno un andamento accentuatamente rettilineo che ricorda i modelli bizantini, dai quali però le Sante si distaccano per il maggior senso del volume e per il verticalismo, ulteriormente marcato dalla lunghezza delle pieghe delle tuniche. -Esistono anche degli affreschi con Cristo e gli arcangeli. CHIESA DI SAN SALVATORE si trova a Bresia, in Lombardia, all'interno del complesso monastico di San Salvatore- Santa Giulia Il monastero e la sua chiesa furono fondati nel 753 dal duca di Brescia Desiderio, futuro re dei Longobardi, e da sua moglie Ansa, che misero a guida del complesso la figlia Anselperga come prima badessa; la cripta fu realizzata nel 759-760. Già nel secolo successivo e poi ancora in quelli seguenti fu ampiamente rimaneggiato e arricchito, tanto che al caratteristico stile longobardo si sono aggiunte numerose altre tipologie architettoniche nella Seconda fase (attuale chiesa) 753-810: stucchi e sculture in marmo. CHIESA DI SANTA SOFIA si trova a Benevento in Campania nel VIII La chiesa fu fondata dal duca longobardo Arechi Il intorno al 760, come comprovano i numerosi placiti firmati dallo stesso principe. L'esagono interno è poi circondato da un anello decagonale con otto pilastri di pietra calcarea bianca e due colonne ai fianchi dell'entrata, ognuno dei quali disposto

parallelamente alla corrispondente parete. La disposizione delle colonne e dei pilastri crea insoliti giochi prospettici, inoltre la nella porzione centrale ed anteriore le mura disegnano parte di una stella, interrotta dal portone, con quattro nicchie ricavate negli spigoli. I rimandi artistici sono molteplici: da un lato, il corpo centrale slanciato richiama la tradizione propria dei Longobardi. La facciata presenta, dal restauro settecentesco, degli spioventi ricurvi. Molto bello il portale romanico, nella cui lunetta si trova un bassorilievo del XIII secolo combinazione del decagono esterno con l'esagono interno dà luogo ad irregolari coperture a volta. Non meno originale è la forma delle pareti. La zona delle tre absidi è circolare, ma originariamente posizionato sul protiro andato distrutto, che rappresenta Cristo in trono tra la Vergine. Il portale e incluso in una cavità più grande che ricorda anch'essa un portale, fiancheggiata da due colonne che reggono un altro arco Degli affreschi originari, dai colori vivaci, che una volta ricoprivano tutto l'interno della chiesa, sono rimasti alcuni frammenti nelle due absidi laterali: l'Annuncio a Zaccaria, Zaccaria muto, l'Annunciazione e la Visitazione alla Vergine.

ARTE CAROLINGIA E OTTONIANA (IX-X secolo) Carolingi L'arte carolingia comprende il periodo dall'VIII al IX secolo, quando si affermò la dinastia dei Pipinidi, chiamata poi carolingia in onore di Carlo Magno, sovrano dei Franchi che fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, da Papa Leone IlI, nella basilica di San Pietro, nella notte di Natale dell'anno 800. Carlo Magno fu senza alcun dubbio il sovrano che segnò maggiormente l'epoca carolingia, per la longevità del suo regno, ma anche per il suo carisma, per le sue riforme nel campo dell'educazione, dell'economia e della restaurazione dello Stato, e per le sue conquiste militari, che gli consentirono di unificare quasi tutto quello che restava del mondo civilizzato accanto ai grandi imperi arabo e bizantino ed ai possedimenti della Chiesa, con l'esclusione delle isole britanniche, dell'Italia meridionale e di pochi altri territori. Carlo restò affascinato dal prolungato soggiorno in Italia del 786-787, dando dunque iniziò nel 789 alla costruzione della propria residenza di Aquisgrana, dotata di un aula regia per le udienze, una cappella poligonale, bagni termali e stalle: in questo complesso si insediò nel 794. I contemporanei chiamarono il palazzo "Laterano", denotando l'affinità con il palazzo papale. I rapporti con l'antichità romana rendevano evidente il desiderio di rinnovamento di Carlo. Ottomani I turchi Ottomani sono dei guerrieri musulmani che si trovano già dal 300 nell'Asia minore. Nel XIV si espandono sia verso est, che verso occidente, sino alla penisola balcanica, e nel 1354 conquistano Gallipoli, in Grecia. Con la battaglia di Nicopoli assistiamo alla più grande sconfitta delle armate cristiane, in cui viene fatto prigioniero il duca di Borgogna. Nel 1453 la capitale dell'impero, BISANZIO viene presa dagli ottomani, e così finisce l'impero bizantino, Costantinopoli prenderà il nome di Istanbul, che diventerà quindi città ottomana e capitale dei turchi, solo dopo anni inizieranno a tornare i commercianti occidentali, come i veneziani. CAPPELLA PALATINA di Aquisgrana oggi (Aachen) venne edificata tra la fine dell'VIII e inizio del IX secolo, dal 786 all’804 Concepita da Carlo Magno come cappella privata all’interno del suo Palazzo residenziale, è oggi parte integrante della Cattedrale. La sua realizzazione si deve a Oddone da Metz, architetto di corte, Ci vollero poco meno di vent’anni per terminarla, e venne consacrata l’anno successivo da Papa Leone III. ARCHITET= L'ingresso era anticamente preceduto da un quadriportico sul lato minore si trova un Westwerk(costruzione architettonica, costruita a ridosso delle grandi chiese dell sacro Rom) serrato fra due torri scalari (torri contenenti le scale per i piani superiori). In questo ingresso monumentale era presente un nicchione verso l'esterno con una tribuna al di sopra del portale: qui l'imperatore si mostrava al popolo incorniciato dalla maestosa architettura per riceverne l'acclamazione. La Cappella Palatina è di pianta ottagonale e all’interno la struttura si sviluppa in verticale(creano un ritmo ascensionale che è coronato dalla cupola centrale, poggiante su un tamburo ottagonale finestrato) ed è suddivisa in quattro piani: -Il pian terreno presenta un deambulatorio anulare(corridoio posto intorno al coro e all'abside) che gira tutt’attorno al corpo centrale, scandito da archi a tutto sesto e da basse volte a crociera, decorato con diversi marmi policromi, il vano cupolato è sorretto da pilastri a forma di croce, al centro pende l'enorme lampadario in forma di Gerusalemme Celeste;

-Subito sopra si trova il matroneo, ovvero il piano riservato alle donne, con logge e trifore, dove, in corrispondenza del loggione esterno, è posto il trono di pietra dell’Imperatore Carlo Magno, cosicché potesse assistere alle funzioni religiose da una posizione privilegiata, il matroneo aperto sul vano centrale da archi a tutto sesto, articolati da due ordini di colonne con capitelli corinzi. Esse nel registro inferiore sono corredate anche da pulvino; -Salendo ancora un piano si trova un secondo d eambulatorio più basso, scandito dal ritmo delle trifore e con volte decorate a mosaico; -L’ultimo piano è quello su cui poggia la grande cupola riccamente decorata con un prezioso mosaico, un tempo raffigurante “Cristo in trono attorniato dagli angeli dell’Apocalisse“, oggi, purtroppo perduto. PITTURA=L'iconografia del catino absidale è suddivisa in due parti. -Nella parte superiore, è collocato al centro, tra nuvole stilizzate, il Cristo in piedi con aureola dorata, in cui campeggia una croce azzurra; egli ha la mano destra alzata per mostrare i segni dei chiodi e la mano sinistra racchiusa attorno ad un rotolo. -Sopra il Cristo è la mano di Dio Padre, che, emergendo tra le nuvole, impone al figlio la corona della gloria. -Ai lati di Gesù si trovano: alla sua sinistra le figure di san Pietro, santa Pudenziana e un diacono; alla sua destra le figure di san Paolo, santa Prassede e di papa Pasquale I. Questi sette personaggi sono racchiusi in uno spazio delimitato da due palme, che richiamano il paradi...


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