Storia delle Relazioni Internazionali - Best - Sintesi PDF

Title Storia delle Relazioni Internazionali - Best - Sintesi
Author Alessio Nasi
Course Storia delle relazioni internazionali
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Riassunti del manuale di relazioni internazionali completo....


Description

STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI XX Secolo: le grandi potenze considerabili come tali erano Francia, GB, Austria-Ungheria, Germania e Russia. La definizione di potenza era data in base al potere bellico, oltre alla quantità di popolazione, l’estensione territoriale e i prodotti industriali e finanziari. Le potenze, se consideriamo tutti questi fattori primari, non potevano considerarsi tutte alla pari: la Russia contava milioni di abitanti in più rispetto alle altre ma queste ultime possedevano una percentuale di alfabetizzazione più alta nelle zone urbane (e questo era di notevole utilità in un periodo basato su macchinari industriali complessi come l’inizio del 900). La situazione generale era la seguente: La Francia stava vivendo un periodo di calo per quanto riguardava le nascite; la Germania invece l’esatto opposto (perciò era vista con notevole invidia dai vicini occidentali); l’Austria-Ungheria aveva un problema di altra natura: l’aumento demografico stava avvenendo solamente nelle zone meno sviluppate e periferiche dell’impero; la GB (che insieme alla Francia poteva contare sugli imperi coloniali per quanto riguardava la coscrizione militare) non si concentrò sulla leva obbligatoria ma sulla costruzione di una vera e propria flotta moderna e all’avanguardia. Tuttavia, sia Francia che GB non potevano contare sui soldati provenienti dalle colonie poiché ci avrebbero impiegato troppo tempo ad istruirli e si necessitava di una mobilitazione immediata. Inoltre, il modello di conflitto fino ad allora in vigore attribuiva una vitale importanza ai primi conflitti, ecco il motivo della leva immediata. Nel frattempo tutte queste potenze (oltre la GB che lo aveva come obiettivo primario) stavano costruendo flotte militari, sia come risorsa bellica sia come dimostrazione di poter appartenere allo status di grande potenza. Tutta questa mobilitazione necessitava di un supporto industriale idoneo. Francia e GB producevano quantità giuste, malgrado Russia e Germania entro il 1914 le avessero già superate. L’Austria-Ungheria era superiore solo all’Italia. Quest’ultima dopo l’unificazione del 1861 pensava di poter ambire a questo status di grande potenza, tuttavia, le mancavano i requisiti necessari come una consona infrastruttura, sufficiente alfabetizzazione e una riserva sicura di carbone per ottenerlo e mantenerlo con tranquillità. In sostanza (per quanto riguarda truppe di terra): - Russia - Germania - Francia - GB - Austria-Ungheria - Italia mentre per flotta: - GB - Russia - Germania - Francia - Austria-Ungheria - Italia

GB, Francia e Germania spendevano una percentuale del prodotto nazionale per la difesa molto più alta della Russia, che pur essendo un colosso aveva un reddito pro-capite nettamente inferiore alle altre potenze. La Germania inoltre sostenne lo sviluppo economico russo dopo il 1905. In effetti paradossalmente, nonostante l’incessante produzione di acciaio, il sistema politico-fiscale tedesco era arrivato al limite di quanto potesse generare in termini di spese per la difesa entro il 1914. Questa ottenne il riconoscimento formale di grande potenza con l’inclusione nei ristretti giri dei rapporti diplomatici, nelle ratifiche dei trattati di pace o negli aggiustamenti territoriali. Le grandi potenze tra loro tendevano a dialogare seriamente ai congressi (molto più privati delle conferenze), e di norma si incontravano di persona solo gli ambasciatori non i ministri. Spesso però, si potevano modificare questi criteri, o per lo meno sporadicamente si poteva entrare a far parte di questi club privati delle grandi potenze pur non essendo tali per altre necessità, come ad esempio l’Italia, che all’epoca veniva considerata una grande potenza onoraria. Veniva quindi spesso invitata in questi circoli con i suoi rappresentanti per essere coinvolta in un’alleanza piuttosto che in un’altra. Allo stesso modo i rappresentanti europei verso la fine del XIX secolo presso Washington vennero promossi ad ambasciatori e ratificarono ( in particolare la GB) la Dottrina Monroe del 1823 per i contenziosi in Venezuela. Gli USA allora (1900) potevano contare su un’economia industriale clamorosa, tuttavia perfino l’Italia aveva un peso politico maggiore di questi in Europa. Nel 1896 però, la sconfitta tragica dell’Italia ad Adua ne confermò lo status di ultima tra le grandi potenze. Altro caso emblematico fu il conflitto russo-giapponese del 1904-05 che vide la vittoria giapponese grazie a svariati attacchi a sorpresa e alla superiorità dell’artiglieria sulla flotta russa. Questa vittoria aumentò si la reputazione del Giappone a livelli internazionale però scalfì solo la reputazione diplomatica e il peso della Russia come potenza di prima importanza. Nel giro di pochissimo tempo San Pietroburgo tornò ad esercitare la sua influenza come sempre. In sostanza i politici possono sforzarsi quanto vogliono nel formulare lo stato dei rapporti internazionali tra potenze politiche ma le loro opinioni (come dimostra la storia) verranno di frequente smentite rivelandosi inconcludenti o errate. Ad esempio dopo il conflitto russo-giapponese non cambiò di fatto la potenza del Giappone in termini industriali o bellici, ma la percezione che le potenze europee avevano di esso. Il concetto di potenza quindi, va incastonato in un contesto specifico e dev’essere considerato in relazione alle possibili minacce in questo. Ad esempio l’impero Austro-Ungarico dovette la sua potenza al ruolo essenziale di protezione dell’Europa. Sopravvisse alle guerre napoleoniche ed unì dinastie e popoli differenti sotto un unico impero, diventando così un collante efficace nonché essenziale al fine del mantenimento dell’integrità europea. All’arrivo del principio di autodeterminazione dei popoli ed il nazionalismo, l’integrità dell’impero Asburgico iniziò a sgretolarsi. Nel 1867 l’Ausgleich (compromesso) divise l’impero in 2: Austria e Ungheria, ognuna con Parlamento, leggi e bilancio a sé. Ciò rese complicato il coordinamento della sicurezza nazionale e, di conseguenza, di quella europea. Da non ignorare il fatto che in quel periodo l’impero Ottomano entrò in crisi terminale, l’autodeterminazione dei popoli Balcani si fece sempre più pressante e l’irrigidimento dei rapporti con il patrono Serbo avevano generato un forte disequilibrio nell’assetto europeo, con conseguenze gravissime a lungo termine.

Importante nella determinazione della potenza è anche un elemento non concreto, come l’abilità nella diplomazia. Ad esempio nel rinnovamento dell’alleanza anglo-giapponese del 1905 dopo il conflitto russo-giapponese, fu determinante l’abilità diplomatica dei Giapponesi, i quali non solo riuscirono ad evitare di essere obbligati a mandare truppe alleate della GB nel conflitto in India, ma nel 1907 si assicurarono anche l’aiuto da parte delle navi britanniche nel trasporto di truppe in Manciuria in caso di attacco Russo. Il potere non è un oggetto, è una relazione. A ha potere su B quando A costringe B a fare qualcosa che B da sola non avrebbe mai fatto. E che A imponga o convinca B a fare quello che chiede questo non importa. Altro elemento che ci fa capire che basarsi solo sulla parte materiale del potere è sviante è che determinati strumenti possono essere utili e funzionali in un contesto politico e geografico, mentre possono essere totalmente inutili in altri (esempio fu la Guerra Boera 1899-1902). Ciò che preoccupava gli uomini di stato europei era appunto come far valere la propria influenza, il proprio potere in altri contesti geo-politici. La soluzione era influenzare altri Stati in modo da fargli fare quello che si voleva, in quanto non vi era un’unica enorme monarchia che decideva tutto. La guerra in questo contesto era l’ultimo dei mezzi che gli stati usavano al fine di questa persuasione. Uno studioso definì questa dinamica “anarchia degli stati” o “società anarchica” proprio perché sia conflitto che cooperazione costituirono dinamiche costanti nei rapporti internazionali. I mezzi e le risorse sia materiali che umane che una guerra bruciava come legna in un fuoco avevano portato gli uomini di stato a preferire forme di accordo cooperative e diplomatiche per raggiungere accordi comuni a discapito dei conflitti armati o coercitivi. Questa fu una conseguenza diretta delle Guerre Napoleoniche. Fu così che dal 1815 nacque una sorta di intesa europea, un sistema di sicurezza e difesa mutuale delle grandi potenze volto all’impedire di verificarsi di un nuovo conflitto generalizzato e di altre minacce egemoniche, nacque così il Concerto Europeo. Inizialmente questo Concerto funzionò, come e perché? Esso resistette alle guerre di metà secolo e alle rivoluzioni del 48 dopo i moti carbonari. Il sistema si fondava sul principio della bilancia: questo significava che, ogni qual volta uno stato dovesse perdere l’orientamento nella bussola dei rapporti internazionali e dovesse virare verso l’egemonia, gli altri stati serrano i ranghi e si compattano per impedire di farlo diventare egemone. Secondi questa visione infatti, le due Guerre 15-45 furono due tentativi di egemonia da parte della Germania. Il sistema di Vienna però non va visto solo come un sistema di sicurezza europea di stampo nazionale ma anche cooperativo, di comune accordo, al fine di ritrovare l’equilibrio e la tutela dei diritti delle grandi potenze oltre che al contenimento delle minacce in Europa. Cooperazione a scopo di contenimento. Gli uomini di stato di allora si resero quindi conto che l’importante, per garantire i diritti del proprio stato non era l’eliminazione di un’altra potenza che aveva tentato di diventare egemone, perché obiettivi troppo ambiziosi e che potevano minare l’equilibrio o lo status quo avrebbero potuto creare situazioni negative, in quanto a loro volta avrebbero potuto essere scambiati per violazioni del diritto pubblico europeo.

La politica di Ottone di Bismarck fu l’esempio perfetto. Questa si basava su un rapido sconvolgimento dell’assetto internazionale seguito da un’immediata restaurazione della cooperazione internazionale che tutelasse la Germania appena unificata grazie alle guerre del 1866 contro l’Austria e del 1870 con la Francia. Berlino fu sede di due incontri internazionali importantissimi come il Congresso di Berlino del 1878 dove il Concerto si riunì per obbligare la Russia ad abbassare le eccessive rivendicazioni sulla Turchia. Oppure la Conferenza di Berlino del 1883-84 quando le grandi potenze europee si riunirono per chiarire le neutralità dell’Europa riguardo alla spartizione dell’Africa. La Germania rimase nel Concerto Europeo come sede di trattati e rimase sempre diplomaticamente molto presente, ecco perché lo stravolgimento del fronte interno e dei confini fu accettato. Chiaramente questi schemi valsero più per il periodo 1815-48 che per il 1871-1900 e c’è inoltre da dire che le potenze europee fino ad allora avevano molti più interessi nel mantenere i patti piuttosto che disattenderli. Dal 1870 le rivoluzioni Francese, Industriale e Scientifica avevano reso più frenetico il ritmo di vita e ne derivarono di conseguenza razionalizzazione, secolarizzazione, urbanizzazione e industrializzazione in tutta Europa. In sostanza, questa modernizzazione generale, sia materiale che intellettuale aveva sgretolato letteralmente i punti cardine dell’epoca appena conclusasi con le teorie di Freud, Einstein, Nietzsche e Darwin oltre che alle nuove tensioni politiche generatesi da questa nuova frenesia che aveva investito la vita economica, sociale e politica dell’epoca. In conclusione l’istinto e l’abitudine alla cooperazione lasciarono il posto alla paura e al bisogno dell’eccesso. Attenzione però ad utilizzare termini come Modernizzazione poiché si rischia di esagerarne l’impatto in quanto c’è da dire che nel 1900 la popolazione era ancora composta per i 2/3 da contadini. Le tecniche moderna coesistevano con quelle più vecchie che andavano scemando sempre di più. Questa modernizzazione non era omogenea, nell’Europa nord-occidentale era più intenso rispetto al meridione e all’oriente. Per molti era un forma di progresso ed emancipazione mentre per altri era una perdita graduale di tradizioni socio-culturali. “modernizzazione” è un’etichetta storica per descrivere un processo di cambiamento radicale che segna un’epoca da un’altra, non segna precisamente questo periodo storico. Il rapporto tra modernizzazione e relazioni internazionali fu assai complesso e controverso, in quanto le opinioni furono diversificate, ad esempio Ivan Bloch scrisse che per quanto riguardava le armi questa le avesse rese così letali da rendere il loro impiego inutile, mentre a cavallo dei secoli Norman Angell scrisse che la sempre maggiore integrazione tra le economie di mercato stava rendendo la guerra inutile. Nel 1898 i diplomatici si riunirono a L’Aia per discutere di un disarmo generale e promuovere l’arbitrato giudiziale europeo per le controversie internazionali. Nella seconda Conferenza de L’Aia si stilarono delle norme atte a limitare gli orrori bellici. 7 anni dopo scoppiò la guerra. In conclusione il processo di modernizzazione spiega la brutalità e i costi del conflitto ma non la causa originaria del conflitto. 1.3

Le teorie sulle cause dei conflitti mondiali sono molte: - Oscillazioni del potere internazionale - Conflitti sul piano economico, sociale ed imperialistico - Errori di calcolo, malintesi, casualità, paura oppure semplice brama di conquista la maggior parte degli storici però è d’accordo sull’analizzare le cause di un conflitto sia a breve ( decisioni immediate che fanno scoppiare un conflitto) che a lungo termine ( che rendono un conflitto probabile nel lungo periodo) Se volessimo analizzare le cause del primo conflitto mondiale potremmo affermare tranquillamente che una causa nel lungo periodo fu sicuramente la struttura di allineamenti europea allo scoppiare del conflitto nel 1914. L’idea è che delle alleanze troppo strette abbiamo compromesso il corretto funzionamento del Concerto, trasformando una crisi potenzialmente solo circoscritta all’area dei Balcani in un conflitto generale. Dal 1900 però, c’è da dire che l’Europa appariva abbastanza nettamente divisa in due coalizioni: da una parte gli imperi centrali (Germania ed Austria-Ungheria) obbligati ad intervenire in caso di difesa nella possibilità di un attacco sovietico dalla Duplice Alleanza (alla quale si unì anche l’Italia nel 1882 dando vita alla Triplice Alleanza); dall’altra parte nel 1891-94 Francia e Russia serrarono le file per limitare l’azione tedesca. Seguì l’alleanza con la GB al termine del risolversi delle controversie imperialistiche di quest’ultima, con la prima nel 1904 e con la seconda nel 1907. Tuttavia, questi patti erano abbastanza flebili in modo da permettere alle nazioni coinvolte di dare o meno l’avallo diplomatico e di conseguenza di mantenere il patto o meno. L’Italia ad esempio nel 1914 i mantenne neutrale, solo l’anno successivo decise di schierarsi e per giunta con l’Intesa (GB, FR e URSS) . Altro esempio fu proprio la Germania che nel 1912-13 durante i primi conflitti balcanici negò il suo aiuto all’Austria-Ungheria invocando cautela. Importante era quindi come questi patti finivano per mutare completamente la loro natura e il motivo per cui venivano siglati, come la Duplice Intesa fatta da Bismarck per stabilizzare l’assetto europeo e in modo da garantire sempre una notevole influenza sull’Austria-Ungheria nel conflitto contro gli Slavi del Sud. Bismarck aveva anche convinto la Russia a firmare un trattato di “Controassicurazione”nel 1887 per prevenire un’alleanza contro di essa tra le quali venne coinvolta anche l’Italia nell’82 per paura che si schierasse con la Francia. Però, il patto del 1894 tra Francia e Russia fu più che per altro per contenimento, non per aggressione. Questa garantì alla Russia maggiore libertà di movimento e intervento nei Balcani sebbene tra il 1897 al 1908 Vienna e San Pietroburgo concordarono di non doversi sfidare per il loro controllo. La svolta arrivò nel 1904-05 con l’ingresso della GB nell’Intesa, isolando sempre di più la Germania. E mano a mano che le grandi potenze ed i loro statisti iniziarono a pensare che la via violenta potesse risolvere le questioni di sicurezza internazionale, gli alleati iniziarono ad essere sempre più decisivi. Nel 1904 con l’Entente Cordiale la Francia rinunciò alle sue pretese sull’Egitto e in cambio Londra concesse al ministro degli esteri francese di allungare la loro influenza sul Marocco per ben 2 volte nel 1905 e nel 1911 e gli sforzi vani della Germania per frustrare questo legame di intesa finirono solo per renderlo più solido. Anche il declino dal 1908 dell’impero Ottomano rappresentò una causa, in quanto significò per la Russia un’occasione ghiottissima per ri-estendere la propria influenza sugli stretti commerciali del Mar Nero e dei Dardanelli. Al contrario per l’Austria-Ungheria potevano rappresentare la fine del loro impero multinazionale.

La Germania si vide costretta ad aiutare i loro praticamente unici alleati, così la cosa divenne anche questione sua. Allo stesso modo per la sicurezza nazionale francese e la riconquista dei territori dell’Alsazia-Lorena, l’unico modo era per i francesi allearsi con i Russi. La trasformazione successiva al 1905, la corsa agli armamenti, rappresentò poi una delle scintille che portò al conflitto. Con questo si intende l’inasprirsi del conflitto marittimo anglo-tedesco e la mobilitazione per la creazioni delle flotte nazionali. L’idea del ministro tedesco Tirpitz era creare una flotta di rischio che anche se dovesse perdere contro la marina inglese avrebbe inflitto abbastanza danni alla Royal Navy tali da renderla molto vulnerabili ad attacchi terzi. Così pensavano i tedeschi di siglare un patto a loro favorevole per risolvere le questioni di oltremare. Le leggi navali tedesche fino al 1900 incrementarono la produzione navale a ritmi elevatissimi. Tirpitz però non aveva considerato l’ipotesi che la GB potesse fare qualcosa per impedirne la riuscita. Nel 1905-06 la marina inglese varò la prima nave corazzata da battaglia Dreadnought e il primo incrociatore da battaglia, velocissimo per allora. Da allora iniziò una gara tra le due a chi producesse più navi, vinta nel 1909 dalla marina inglese. In sostanza la corsa agli armamenti e la cattiva opinione della Germania in Marocco scagliarono l’opinione pubblica contro i tedeschi, inducendo la GB a mandare perfino un contingente armato in Francia. Le ragioni principali più che per la natura produttiva furono per cause politiche: il collasso politico della Russia nel 1904-05 permise alla Germania di intimidire la Francia e consentì alla AustriaUngheria di stare relativamente più tranquilla per quanto riguardasse la questione dei Balcani. La ripresa russa e la conseguente rincorsa agli armamenti e alle infrastrutture minacciò notevolmente Vienna e Berlino sebbene la Russia non l’avesse fatto per intimorirle. Allora si innescò un meccanismo causa-effetto ciclico, in Germania alzarono i finanziamenti per truppe terrestri. L’Austria fece lo stesso ma dovette impiegare tutte le truppe a sud nel fronte coi Balcani, rendendosi così poco utile e molto limitata nell’aiutare i tedeschi contro la Russia. Da un punto di vista estero invece questa militarizzazione terrestre della Germania mirava a consolidarne la propria potenza in Europa, venne quindi vista come minaccia. Ci si aspettava quindi una risposta francese a breve. Oltre al prestito di 2500milioni di franchi della Francia alla Russia per una mobilitazione più rapida, la vera svolta fu il Grande Programma russo del 1913 promosso dallo Zar Nicola II, che lo vedeva come un passaggio necessario all’alba di un nuovo conflitto generalizzato. La cosa paradossale fu che per Berlino le spese di mobilitazione si fecero più sentire rispetto alla Russia che sembrava infischiarsene. Inoltre, un’altra cosa interessante fu che prima del 1910 solo la Germania aveva un piano offensivo in caso di conflitto. Il piano prevedeva di invadere la Francia passando per il Belgio neutrale. Dal 1910 anche Francia, GB e Russia iniziarono a pensare che la soluzione fosse l’attacco e non la difesa. Russia: attaccare Prussia Orientale Francia: riprendersi l’Alsazia-Lorena Austria-Ungheria: invadere la Serbia L’illusione quindi di una guerra lampo risolvibile con una mobilitazione rapida ed immediata aveva inculcato nell...


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