Storia domande - verifica sul fascismo con le relative risposte. PDF

Title Storia domande - verifica sul fascismo con le relative risposte.
Author Justin Cozma
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
Pages 5
File Size 373.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 33
Total Views 130

Summary

verifica sul fascismo con le relative risposte....


Description

IL FASCISMO

Zagallo Fabio – 5 AEM

IL FASCISMO 1) Con l'espressione “Vittoria Mutilata” D’Annunzio volle riassumere i principi dell'Irredentismo e del Revanscismo italiano del primo dopoguerra, inoltre questo termine fu adottato da nazionalisti ed interventisti per rivendicare i mancati territori che ritenevano spettassero all'Italia dopo la prima guerra mondiale. La vendetta di questa vittoria mutilata passò per la riconquista di Fiume, un’azione avventata e a scopo “militare” attuata dallo stesso D’Annunzio, con l’occupazione della città avvalendosi di un centinaio di ex Arditi e alcuni reparti militari. L’azione costrinse il Regno di Iugoslavia a stipulazione nel 1920 il Trattato di Rapallo con il quale essa rinunciò alla città di Fiume, la quale infine venne annessa al Regno d’Italia nel 1925 col Trattato di Roma. Dal punto di vista politico l'Impresa di Fiume diede una svolta decisiva al processo di decadimento e di crisi dello Stato liberale poiché rese pubblica e provò l’indebolimento di uno Stato oramai oberato da interessi di parte e corrotto. Gli Arditi furono le prime forze speciali dell’arma di fanteria dell’Esercito italiano, costituite durante la Grande Guerra del 19151918, alle quali venivano affidate missioni molto rischiose e di Gabriele D’Annunzio: dubbio successo. Dalla divisa degli Arditi, la camicia nera, nascerà il poeta-soldato uno dei simboli del Fascismo. 2) Nella Russia di Lenin gli eventi accaduti tra il 1917 e il 1921 ebbero ripercussioni notevoli in Italia anche a causa dei forti sconvolgimenti avuti negli anni della Prima Guerra Mondiale. Uno degli effetti più importanti è stata la crescente emancipazione delle donne che, con la necessità di sostituire gli uomini partiti per la guerra, si sono trovate ad occuparsi di faccende, interessi e lavori a loro prima negati e che le hanno aiutate a modificare le coscienze e le percezioni della società. In questo periodo anche l’analfabetismo è diminuito per la necessità dei famigliari di comunicare attraverso le lettere con i propri cari impegnati nelle trincee. Inoltre, l’esigenza di uomini da impiegare al fronte provenienti da tutta Italia permise un enorme scambio di culture, pensieri e dialetti, favorendo la nascita della lingua italiana popolare e di una coscienza di stato unito sotto gli stessi valori condivisi e dando un senso alla parola “italiano”. Questi continui trasferimenti in varie zone dell’Italia hanno aiutato a far maturare nelle persone una nuova coscienza personale e geografica facendole uscire da una condizione di limitazione all’interno della loro campagna o città, allargando i loro orizzonti. Inoltre l’invenzione del cinematografo portò il sapere della vita di guerra sotto gli occhi di tutti. Tutto ciò portò ad una consapevolezza maggiore tra la classe lavoratrice circa la loro situazione e posizione e, su esempio della Rivoluzione sovietica, a prendere coscienza e lottare per proteggere i propri diritti e a seguire l’ideale di una nuova società perfetta. 3) La classe media ebbe un ruolo fondamentale nei cambiamenti sociali emergenti all’interno della prima metà del ‘900, soprattutto con il diffondersi dell'industrializzazione e dell’istruzione. Spesso però le è mancata la consapevolezza della sua importanza e del suo preciso ruolo nella società moderna e ciò ha portato le forze conservatrici e le forze reazionarie ad usarla ed a strumentalizzarla per una politica di difesa dei privilegi sotto il pretesto della difesa della tradizione. Nella storia italiana l'esempio più clamoroso è stato quello del fascismo che

1

IL FASCISMO

Zagallo Fabio – 5 AEM

strumentalizzò la classe media portandola verso la difesa dei privilegi industriali e agrari e all'opposizione contro la classe operaia piuttosto che alla difesa dei propri diritti. 4) Le squadre d’azione furono il preludio dello squadrismo, un fenomeno politico-sociale verificatosi in Italia a partire dal 1919 caratterizzato dall’utilizzo di squadre d'azione paramilitari armate con lo scopo d’intimidire e reprimere violentemente gli avversari politici, specialmente quelli appartenenti al movimento operaio. Lo squadrismo fu in breve tempo assorbito dal fascismo che lo usò come strumento della propria affermazione. Lo squadrismo e Mussolini non ebbero sempre un rapporto sereno: quest'ultimo infatti tollerava poco gli squilibri e i disastri causati degli squadristi, che mettevano a rischio la sua autorità all'interno del fascismo e la sua strategia di trattativa con le istituzioni. Di conseguenza Mussolini decise di modificare il programma di San Sepolcro, ovvero i principi enunciati da egli stesso il 23 marzo 1919 all'atto di fondazione dei Fasci italiani di combattimento durante l'adunata di piazza San Sepolcro a Milano, portando alla regolamentazione delle squadre d’azione. 5) Don Luigi Sturzo fu un prete e politico italiano, leader del Partito popolare, che vinse le elezioni assieme al Partito Socialista nel 1919. Il suo allontanamento dalla scena politica avvenne simultaneamente alla marcia su Roma, dove Sturzo si mantenne sempre fedelmente contro il Fascismo. Contrariamente alla convinzione di Sturzo, il Partito popolare accettò di sostenere il primo governo Mussolini ottenendo due importanti ministeri: Tesoro e Lavoro e Previdenza sociale. Durante il IV Congresso del Partito Popolare del 1923, Sturzo fece prevalere la tesi dell'incompatibilità fra la concezione "popolare" dello Stato e quella totalitaria del fascismo. Nel partito si evidenziò una scissione tra la sinistra, contraria ad accordarsi con il governo, e la destra, favorevole alla collaborazione. L’indebolimento del partito popolare offrì un’opportunità al capo del Fascismo per annientare i propri oppositori all’interno dello stesso. Di conseguenza egli colse l'occasione anche per dare inizio a una dura campagna contro il "sinistro prete". Presentando Sturzo come un ostacolo alla soluzione della questione romana, Mussolini fece in modo che il prete perdesse l'appoggio delle gerarchie vaticane. Perciò il 10 luglio 1923 Sturzo fu costretto a dimettersi da segretario del partito e ad abbandonare l’Italia. 6) Una delle caratteristiche peculiari di Benito Mussolini è stato il suo “trasformismo” politico che lo ha portato ad assumere, per opportunismo e spregiudicatezza, provvedimenti che non sempre coincidevano con le sue opinioni private. Questo atteggiamento lo si può notare in vari aspetti e situazioni tra i quali: - Prima di salire al governo Mussolini manifestò un atteggiamento ferocemente anticlericale che però, di fronte all’insuccesso elettorale ottenuto nelle elezioni politiche del ’19, mutò radicalmente intuendo che per raccogliere consensi era necessario non attaccare frontalmente la religione professata dalla maggior parte della popolazione. Perciò una volta salito al governo il futuro dittatore continuò a cercare l’appoggio dei cattolici per rafforzare la sua posizione all’estero e all’interno del paese; - Divenne un membro molto attivo del Partito socialista e assunse la carica Mussolini fu il più di direttore del giornale “Avanti”, organo ufficiale del Partito, facendone incredibile e uno strumento di lotta contro la monarchia e il militarismo. Nel 1914, spregiudicato appena scoppiata la Prima guerra mondiale, prima fu neutralista, in linea trasformista della con il pacifismo socialista, ma poi divenne interventista, cosa che gli valse storia italiana 2

IL FASCISMO

Zagallo Fabio – 5 AEM

l’espulsione dal partito e che lo indusse a fondare un proprio giornale, “Il Popolo d’Italia”, a partecipare alla guerra e poi a fondare i Fasci di combattimento; - Nonostante il Partito fascista fosse pieno di sostenitori ebrei Mussolini firmò le Leggi razziali nel 1938; 7) Vittorio Emanuele III fu un re gracile nel fisico e debole nel carattere al quale viene attribuita la responsabilità nell’aver sempre assecondato il volere di Mussolini e nell’aver lasciato il Paese allo sbando dopo l’armistizio. Nel primo caso perché il 28 ottobre 1922 quando l’esercito si schierò sbarrando tutte le strade ai 30 000 fascisti nella Marcia su Roma inviò personalmente alle truppe l’ordine di ritirarsi. Il re non capì, come molti altri, la natura totalitaria del fascismo e pensò che si potesse utilizzarlo per riportare l’ordine in un Paese sconvolto dalle agitazioni sociali e perciò affidò a Benito Mussolini l’incarico di formare il nuovo esecutivo, aprendo la via alla cancellazione delle libertà costituzionali. Il sovrano accettò e controfirmò così tutte le scelte del regime e così facendo piegò l’Italia al volere di Mussolini e non intervenne per fermarne lo slittamento progressivo verso la dittatura, nemmeno durante la crisi provocata nel 1924 dal delitto Matteotti, che per qualche mese indebolì seriamente Mussolini. Nel secondo caso perché dopo l'armistizio di Cassibile, concesso il 3 settembre 1943 dall'Italia alle forze Alleate, il re ed il governo non furono in grado di difendere Roma, abbondarono l’esercito e l’apparato statale allo sbando, senza direttive chiare, e fuggirono prima a Pescara e poi a Brindisi per non cadere nelle grinfie del Terzo Reich. Va riconosciuto però che proprio la presenza del re, e quella della Chiesa, impedirono a Mussolini di realizzare quel “totalitarismo perfetto” che caratterizzò il regime di Stalin e poi quello di Hitler. 8) Il 19 novembre del 1922 la Camera votò con larga maggioranza la fiducia al Governo Mussolini con quest’ultimo nominato presidente del Consiglio da parte del re Vittorio Emanuele III. A fine novembre, anche il Senato accordò la fiducia al Governo Mussolini, che non ancora soddisfatto, il 24 novembre chiese ed ottenne dal Parlamento i pieni poteri per un anno. I suoi primi decreti legge vennero accolti come un ringraziamento da quanti lo avevano sostenuto nella sua scalata al potere, industriali e ricchi possidenti terrieri, e cominciarono a trasformare lo Stato parlamentare in Stato autoritario. Tra i principali provvedimenti presi dal governo Mussolini nel biennio 1922-24 ritroviamo: - La festività del 1° Maggio venne abolita e al suo posto venne inventato il Natale di Roma, che cadeva il 21 aprile; - L’istituzione di un esecutivo che divenne successivamente organo costituzionale con lo scopo di studiare le modifiche da apportare allo Statuto Albertino: il Gran Consiglio del Fascismo; - Il 14 gennaio 1923 venne costituita la Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale un corpo paramilitare che svolgeva compiti di polizia territoriale, era stipendiata dallo Stato ed era alle dirette dipendenze di Mussolini; - La riduzione del numero dei ministeri al fine di liberarsi di numerosi funzionari fedeli allo Stato democratico; - La fondazione della Ceka, una banda di assassini che aspirava a diventare una polizia politica segreta; - Mussolini inizio a farsi chiamare duce (dal latino dux ovvero capo);

3

IL FASCISMO

Zagallo Fabio – 5 AEM

- Il provvedimento più significativo fu la riforma della legge elettorale, che entrò in vigore il 18 luglio 1923 e denominata Legge Acerbo dal nome del redattore del testo, per assicurare la maggioranza assoluta al Partito Nazionale Fascista. La proposta di Acerbo mirava a cambiare il sistema proporzionale, in vigore da 4 anni, integrandolo con un premio di maggioranza, che sarebbe scattato in favore del partito più votato che avesse anche superato il quorum del 25%, aggiudicandosi in tal modo i 2/3 dei seggi. La commissione approvò il disegno di legge nel suo impianto originale, ma in aula le opposizioni tentano di modificarlo, sostenendo l’emendamento presentato da Bonomi, che proponeva di alzare il quorum per lo scatto del premio di maggioranza dal 25% al 33% dei voti espressi. Sfortunatamente il tentativo fallì, anche per la rigida posizione assunta dal governo, che riuscì a prevalere. Perciò il 21 luglio il ddl Acerbo venne approvato con 223 sì e 123 no. 9) Il discorso tenuto da Benito Mussolini alla Camera il 3 gennaio del 1925 è ritenuto dagli storici l'atto costitutivo del fascismo come regime autoritario e dunque l’inizio del periodo di dittatura nel nostro Paese. In questo discorso Mussolini si assunse "la responsabilità politica, morale e storica" di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi e specificamente del delitto di Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista unitario che, con un infuocato discorso in Parlamento, chiese l’annullamento delle votazioni del 1924. Inoltre durante il discorso vennero affrontate altre questioni tra le quali l’articolo 47 dello Statuto Albertino, la "Čeka" fascista, l’occupazione di Corfù, la reintroduzione della pena di morte e la secessione dell'Aventino : un atto di protesta attuato dai deputati dell'opposizione democratica contro il governo fascista in seguito alla scomparsa di Matteotti. 10) I Patti Lateranensi sono degli accordi stipulati l’11 febbraio 1929 tra lo Stato italiano, sotto la dittatura di Mussolini, e la Chiesa cattolica, con a capo Papa Pio XI, grazie ai quali si concluse la questione romana iniziata nel 1871. Essi comprendevano 3 parti: 1) Il Trattato nel quale venne concordato che il Cattolicesimo sarebbe stata l’unica religione di Stato. Inoltre venne prevista la costituzione dello Stato del Vaticano come Stato indipendente e sovrano e la restituzione del potere temporale al Papa. 2) La Convenzione finanziaria nella quale l’Italia si impegnò a versare alla Santa Sede un risarcimento di 750 milioni di lire e titoli di Stato consolidati al 5% al portatore per un valore nominale di un miliardo di lire. 3) Il Concordato che stabiliva i rapporti tra la Chiesa cattolica e il Regno d’Italia istituendo la religione cattolica come insegnamento nelle scuole, concedendo numerosi vantaggi alla Chiesa e attribuendo al matrimonio celebrato con rito cattolico anche valore civile. Questi Patti ebbero un duplice vantaggio: da un lato servirono a Mussolini per ottenere il consenso delle forze cattoliche e dall’altro consentirono alla Chiesa di rinsaldare la sua influenza nella società civile. 11) La politica economica del fascismo si suddivide in due fasi principali: la fase liberale, dal 1922 al 1925, con Alberto De Stefani come ministro delle finanze e la fase autarchica, dal 1925 al 1939, con Giuseppe Volpi come tale. 4

IL FASCISMO

Zagallo Fabio – 5 AEM

De Stefani cercò di favorire la privatizzazione dei beni, in modo tale da favorire una ripresa dell’industria Volpi fece invece intervenire lo Stato nelle faccende economiche, promuovendo due programmi: la battaglia del grano e Quota 90. Questa fase viene chiamata autarchica perché il ministro cercò di sfruttare le risorse proprie dello Stato per tentare di renderlo autosufficiente ed economicamente indipendente dai Paesi esteri. Nel 1925 i dazi sull’importazione dei cereali aumentarono e dunque la battaglia del grano mirò a raggiungere l’autosufficienza nella produzione del grano aumentando la superficie destinata alla coltivazione destinando maggiore terreno al grano. Purtroppo gli effetti di questa politica furono disastrosi in quanto, per poterla attuare, furono sacrificati terreni dedicati a colture specializzate. La Quota 90 fu un programma di rivalutazione della lira con l’obiettivo di portare il cambio lirasterlina a 90 lire per una sterlina. L’obiettivo venne raggiunto grazie all’innalzamento dei prezzi interni per adeguarli ai prezzi esteri, alla riduzione dei costi di produzione e all’aumento delle tasse e dei costi per i servizi. Mussolini fu molto fiero di questo risultato perché diede un’immagine positiva dell’Italia come di un paese economicamente stabile, ma lo svantaggio fu l’abbassamento del livello medio di vita. 12) Il regime fascista viene definito totalitario perché è nato dall’idea di impadronirsi del potere e, di conseguenza, di ledere l’esercizio della democrazia da parte dei cittadini e i loro diritti. Diversamente però dagli regimi totalitari (Germania e Russia) non riuscì mai ad imporre un controllo totale e assoluto sulle masse e sulla società poiché il suo potere fu fortemente limitato dal re e dalla Chiesa e pertanto viene chiamato “imperfetto”. Il re perché era il capo dell'esercito italiano, il quale gli aveva giurato fedeltà, e la Chiesa perché aveva molta influenza nel Paese vista la vicinanza geografica col Vaticano e la forte presenza di cattolici nel Paese. In ogni caso il fascismo si è dimostrato più debole degli altri regimi anche perché, contrariamente rispetto agli altri regimi che hanno sempre cercato di subordinare lo Stato al partito, al centro del regime c'era lo Stato. 13) Lo Stato etico è una forma istituzionale, teorizzata dai filosofi Hobbes ed Hegel, in cui l'istituzione statale è il fine ultimo al quale i singoli individui devono tendere le proprie azioni in modo tale da realizzazione il bene universale. Secondo Hobbes non esiste ragione per cui un uomo, anche se più saggio, debba supporre di comandare, e un altro debba inevitabilmente obbedire, poiché questa presunzione di superiorità e disparità consentirebbe agli uomini di costruirsi rapporti di gerarchia sociale ingiusta e impari. Inoltre, Hobbes inaugura il metodo contrattualista secondo il quale gli uomini dovranno sacrificare una parte della loro liberà per poter rispettare le regole stabilite e stilate nero su bianco su un contratto sottoscritto, e Il Leviatano rappresenta la forza gigantesca faranno riferimento ad un’unica grande istituzione (il di tutti coloro che hanno sottoscritto il Leviatano) in modo tale da raggiungere un bene comune. contratto e che formano lo Stato Hegel invece contrappone il singolo che sceglie una vita etica ad una famiglia etica. La situazione di contrasto tra singolo e famiglia è riproposta nello Stato etico che può chiedere al singolo la rinuncia anche della vita familiare, ad avere una propria vita privata, se non la rinuncia della vita stessa. Oggigiorno lo Stato etico è considerato l'emblema della "società chiusa", in contrapposizione allo Stato di diritto, che è proprio della "società aperta". 5...


Similar Free PDFs