Storia E Critica DEL Cinema professore Alberto Scandola pdf parte 4 PDF

Title Storia E Critica DEL Cinema professore Alberto Scandola pdf parte 4
Course Storia e critica del cinema
Institution Università degli Studi di Verona
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Appunti lezioni di Storia e critica del cinema, prof. Alberto Scandola, anno 2020-2021...


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Neorealismo rosa In alcune occasioni l’integrazione della star con l’eredità del neorealismo poteva portare a risultati diversi e ad una resistenza della star. Un esempio di ciò è la figura di Sophia Loren in “La donna del fiume” (1955), di Mario soldati, un film contemporaneo alla ricerca del nuovo linguaggio da parte di Rossellini. In queste pellicole il neorealismo si tinge di rosa e le dinamiche di coppia vengono raccontate superficialmente. Il film è ambientato in una fabbrica di anguille e l’attore maschile era solo un uomo che faceva il barista in un auto grill ed era stato scoperto casualmente. Nel neorealismo rosa viene a mancare la legge dell’amalgama, perché non c’è relazione tra la bellissima star protagonista e le attrici comuni e non professioniste che la affiancano. La lezione del neorealismo sembra non aver avuto alcun’influenza su questo genere, dove invece della fame e della povertà il problema più importante è quello sentimentale. La figura della protagonista viene sfruttata al massimo, inquadrando le sue gambe e tagliando la restante figura, per dare piacere agli spettatori maschili. ANNI ‘60 Verso la fine degli anni ‘50 l’Italia viene rivoluzionata dal boom economico che le permette di divenire un paese industrializzato. In questo modo inizia una vera e propria corsa al benessere e una industria basata sui beni di consumo veicolati dalla trasmissione del Carosello, che l’italiano medio insegue per raggiungere un’omologazione della società che fa dimenticare i valori fondanti della nascente repubblica italiana. Negli anni ’50 il cinema italiano aveva ricevuto una grande infiltrazione di Denaro, grazie a Cinecittà e all’investimento economico portato dai capitali hollywoodiani, portando grandi star maschili e femminili e i paparazzi.

COMMEDIA ALL’ITALIANA Vizi, mali e nevrosi dell’Italia del boom Gli anni ’60 furono quindi il periodo del genere che permise di intercettare le inquietudini, frustrazioni, sogni inquietudini del nostro paese, la Commedia all‘italiana. Ironia e dramma “La commedia all’italiana è questo: trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici, degli argomenti che sono invece drammatici. È questo ce distingue la commedia all’italiana da tutte le altre commedie” (Mario Monicelli) La Commedia all’italiana si differenzia dalla Commedia italiana per una caratteristica in particolare che rende unico questo genere trasversale che si esaurì a metà anni ’70, ossia il fatto di riuscire a raccontare con vena comica ed ironica argomenti tragici e momenti del passato recente del paese. Le origini: il Neorealismo Rosa Negli anni ’50 il Neorealismo Rosa soppianta a tradizione drammatica del Neorealismo. In Italia, l’onda di impegno sociale e politico del neorealismo si ristagna dentro i codici della storia romantica e del film sentimentale, provocando un indebolimento di forza tragica che il film possedeva. Le storie di questo nuovo genere sono racconti romantici che hanno come protagoniste donne maggiorate come Sophia Loren. Amori, sorrisi, speranze Ma il paese è oppresso da un’autocensura tipica della guerra fredda. 1955-1958 Tv VS Cinema La RAI istruisce e distrae, ma con autocensura: cinegiornali e varietà. Il cinema osa, rischia, cattura il presente. Il pubblico italiano vuole ridere: l’unico modo per commentare il presente ed evidenziare i mali del nostro tempo è la satira. Alla fifine degli anni ’50 inizia a diffondersi la televisione e, in questo contesto, la Rai si offre come canale educatore del popolo.

Satira o consolazione? Secondo Calvino no. Il racconto dei vizi dell’italiano medio rischia di fungere da consolazione più che da fustigazione: “Tanto più la caricatura dei nostri comportamenti vuole essere più si rivela compiaciuta e indulgente”. La Commedia all’italiana si occupa di mostrare i vizi dell’uomo medio del tempo. Alla fine degli anni ’70 ci fu, in una trasmissione Rai, un dibattito acceso tra Monicelli e Nanni Moretti, in cui il secondo attaccò il primo perché secondo Moretti la Commedia all’italiana non ha avuto la funzione educativa che avrebbe potuto avere. Rapporto con il presente Nella Commedia italiana, intrecci ed eventi non sono soggetti originali, in quanto non vengono più presi da libri o da drammi, ma piuttosto traggono spunto da eventi di cronica di quegli anni che vengono raccontati in maniera comica. È quindi visibile un modo attraverso cui il cinema di quest’epoca cerchi di riscrivere la storia presente. • I soliti ignoti (banda di via Osoppo): il film racconta di una banda di ladri del milanese realmente esistita. • Tutti a casa (Disastro ferroviario di Balvano): il film si basa sugli avvenimenti dell’8 settembre e in generale la storia della resistenza è un tema di molto interesse nella commedia all’italiana. Ad un certo punto della pellicola però la vena comica si interrompe per far riferimento ad un disastro ferroviario realmente accaduto, ossia delle esalazioni tossiche che minacciano di far morire molti passanti di un treno. • Il vedovo (delitto Fenaroli) • La vita agra (Tragedia mineraria di Ribolla) • Divorzio all’italiana (delitti d’onore) • Vogliamo i colonnelli (golpe generale Borghese) 2 topoi 1. Maschera (disagio dell’identità): tutti fingono, si spacciano per qualcun altro. È un “cinema senza uniforme” (De Gaetano) Comune a tutti gli antieroi di questa tipologia di commedia è la necessità di indossare una maschera.

Il benessere generalizzato invita tutti i cittadini a dimenticare i valori della società contadina e li spinge all’omologazione. Tutti desiderano quello che gli altri hanno e il desiderio personale cessa di esistere, in modo che tutti si spaccino per qualcun’altro. 2. Sconfitta: no happy end: conflitto individuo – società: l’anti-eroe non riesce ad inserirsi e si configura come perdente. La Commedia all’italiana racconta gli eventi tragici in maniera comica e quindi il finale non può essere mai totalmente consolatorio. Gli interpreti più importanti di questo cinema sono Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Alberto Gassman.

➢ Maschera-alienazione-sconfitta: “UNA VITA DIFFICILE” (1961) La pellicola racconta di 15 anni della storia italiana, dal 1940 fino al 1965, avvalendosi di una forte sceneggiatura e dell’arte drammatica di Alberto Sordi. Il protagonista della storia è un partigiano che durante la resistenza si innamora di una giovane di Como, che lo aiuta e lo difende da un soldato tedesco. La coppia si trasferisce a Roma, dove lui scrive per un giornale comunista. Egli è un acerrimo sostenitore della giustizia, ma la corsa al benessere affievolisce il suo impegno, poiché mentre gli amici si arricchiscono, la moglie non lo sostiene e gli chiede di cedere a compromessi. Il protagonista si rifiuta perché vuole continuare a scrivere la verità, ma viene infine licenziato dal suo giornale e, dopo aver partecipato all’attentato a Togliatti, viene arrestato. Alla fine delle vicissitudini decide di cedere, si vende ad un editore per arricchirsi e in occasione del funerale della suocera, che avrebbe sempre voluto un marito benestante per la figlia, torna dalla moglie che lo aveva lasciato. Durante il funerale mostra apertamente e con vanto la macchina lussuosa e tutti i presenti si voltano sedotti dalle innovazioni tecnologiche.

Il meccanismo comico: suspense e sorpresa a. Suspense: Superiorità spettatore > personaggio. Lo spettatore sa che il fascismo è caduto, sa che il paese è stato liberato. b. Sorpresa: lo spettatore ha le stesse informazioni del personaggio.

➢ Suspense: “IL FEDERALE” (1961) Il film si colloca alla fine dell’invasione nazista e all’arrivo degli americani come vincitori. L’anti-eroe protagonista è un uomo che vuole raggiungere ed ottenere la divisa da federale e perciò deve condurre un prigioniero intellettuale a Roma. Durante il viaggio accadono gli avvenimenti dell’8 settembre e il protagonista, al suo arrivo a Roma, trova una città non più in mano ai fascisti ma piena di americani. Da parte del regista vi è l’utilizzo dei meccanismi narrativi del film bellico, si prendono vecchi codici e li si svuota del loro significato: il gesto del soldato americano lascia intendere che stia estraendo una pistola, ma in verità egli sta solo prendendo una macchina fotografica. ➢ Sorpresa: “UNA VITA DIFFICILE” (1961) Lo spettatore possiede la stessa quantità di informazioni dei personaggi e non maggiori. Lo spezzone si colloca in un momento di svolta della vita del protagonista: egli si trova a Roma e, avendo scoperto degli intrighi pericolosi che riguardano uomini potenti della capitale, è deciso a denunciarli. La risata nasce dalla sorpresa di un evento inatteso, sia dallo spettatore che dal personaggio: nella prima sequenza l’uomo è sicuro di sé, ma dopo lo stacco lo si vede giudicato colpevole. L’uomo che cade nella sua vulnerabilità è una caratteristica e tema che accomuna praticamente tutti i personaggi della Commedia all’italiana. ➢ Antifrasi: “LA GRANDE GUERRA” (1959) Questo fu tra i primi film a demistificare la figura dell’italiano virile, valoroso ed eroico. I due uomini protagonisti peccano di coraggio e cercano in tutti i modi di non finire al fronte. Dopo che è accaduto l’inevitabile, cercano di sfuggire alle leggi e alla disciplina militare.

I vizi dell’italiano degli anni ’60 denunciati nella pellicola sono in primis la furbizia e il tentativo di non rispettare i codici di comportamento dettati dai superiori. É possibile notare le differenze tra il modo di vivere dei nuovi arricchiti di questo decennio e gli uomini poveri mandati al fronte a combattere. La storia di ieri: una storia tabù nella programmazione scolastica  Prima guerra mondiale (La grande guerra)  Ascesa fascismo (La marcia su Roma)  8 settembre (Tutti a casa)  Liberazione (Il federale) Questi film erano considerati dei tabù perché il fascismo aveva cercato di innalzare la figura prototipo dell’italiano virile ed eroico, mentre queste pellicole lo demistificavano.

➢ “LA GRANDE GUERRA” (1959): paura e morte I due protagonisti cercano in tuti i modi di ottenere dei congedi per stare distanti dai pericoli del campo di battaglia. Nella scena mostrata essi si dirigono dal comandante e anche davanti a lui entrambi mostrano appieno la loro codardia nel scappare di fronte al pericolo. Vi furono molte polemiche e critiche a causa della visione diffamante dell’italiano, perché mostrare quelli che avrebbero dovuto essere dei valorosi soldati come dei codardi non era tollerabile. L’Italia di oggi Individualismo, tempo libero, alienazione dei beni di consumo Grazie al benessere nasce l’industria del tempo libero.  La nuova 500: “È LA VETTURA PER ME” (1957) La pubblicità del Carosello viene trasmessa in un periodo in cui nasce la moda del turismo balneare. La presentazione della nuova vettura dalle linee aggraziate e delicate viene affidata ad una modella, un volto femminile aggraziata dai guanti e dal vestito che funge da correlativo umano dell’oggetto/bene di consumo da acquistare. La macchina viene descritta dal punto di vista tecnico, ma anche mostrata

inserita in un ambiente naturale, pulito ed incontaminato che sembra suggerire la sua eco compatibilità. La pubblicità è inoltre preziosa per la rappresentazione dell’Italia dell’epoca che viene data. Le professioni maschili citate e tipiche della borghesia erano il medico o il piazzista, mentre la moglie ha il compito di portare i figli a scuola, dando una rappresentazione maschilista di una società patriarcale.

➢ I MOSTRI (1963) L’educazione sentimentale É un film ad episodi di pochi minuti ciascuno. Nel primo episodio vengono mostrati alcuni spezzoni di vita di un impiegato che si occupa della cattiva educazione del figlio. Il maschilismo della società è evidente dal fatto che la figura femminile venga rappresentata come una semplice modella, un personaggio inconsistente il cui ruolo è rilegato ad una singola battuta pubblicitaria che suggerisce al marito un nuovo prodotto acquistato. ➢ IL SORPASSO (1962) Il film tratta di una sorta di road-movie (genere che prese piede a fine anni ’50 ad Hollywood in particolare) in cui due amici partono insieme il giorno di ferragosto. Gassman interpreta un seduttore sfacciato, mentre il suo amico è un ragazzo timido, diligente e studioso. Seduti sulla macchina sportiva, i due uomini discutono su questioni che riguardano il presente e parlano anche del cinema e di un cineasta in particolare, ossia Michelangelo Antonioni, un punto di riferimento per il cinema autoriale. Come parola chiave del cinema di quest’ultimo si usa il termine alienazione. CINEMA D’AUTORE Cinema italiano anni ‘60 No Nouvelle Vague: - perché non c’è nessun papà da contestare, nessuna tradizione di qualità da distruggere; - perché non c’è una riscrittura del canone; - perché c’era già stata.

Non c’è una Nouvelle Vague perché c’era già stata: il Neorealismo è stata la prima Nouvelle Vague della storia. Avviene il processo inverso: dal cinema popolare al cinema di qualità inquadrato in un processo industriale. In Italia i vari autori fanno percorso autonomo ed è possibile cogliere solo tre filoni principali: 1. Generi (horror/western/storico/giallo – Bava, Leone, Vancini, Damiani, Petri) 2. Neo-neorealismo (Ferreri, Pasolini, Olmi, Taviani) + Antonioni e Fellini 3. Stile Nouvelle Vague e Free cinema (Bertolucci, Bellocchio) stile più ribelle e giovanile. Gli unici equivalenti della Nouvelle Vague, intesa come svolta e rinnovamento teorico, sono: Fellini, Antonioni, Pasolini. Sono gli unici veramente moderni, portano avanti una rivoluzione del linguaggio cinematografico: • personaggi che hanno perso il contatto con l’ambiente ed errano nello spazio sena una meta; • riflessione metalinguistica + piacere per il realismo. Archetipo del film d’autore - Drammatico - Stile che mette in primo piano la soggettività del regista - Ambientazione alto-borghese - Sguardo morale sul mondo contemporaneo - Bianco e nero - Censurato Cinema anti-televisivo, per un pubblico di fascia alta e colto. Un cinema che riempie il vuoto lasciato dal melodramma e si oppone alla commedia.

MICHELANGELO ANTONIONI (1912-2007) Le caratteristiche di tutti i suoi film sono: • La destrutturazione: il paesaggio come caos. Si ha una destrutturazione del racconto, del paesaggio e anche dell’ambiente, il quale viene filmato come caos che il personaggio non governa e non legge. • Perdita del centro. Antonioni continua a raccontare storie di personaggi che subiscono gli eventi della vita, che li sovrastano senza che riescano a governarli. Lo spettatore segue le vicende di individui fragili, deboli, che non hanno nulla della forza dell’eroe classico. Essi sono vittime del loro male di vivere e delle loro nevrosi. Anche la cinepresa contempla il vuoto che si allarga all’interno dell’inquadratura. • Uscita del soggetto da se stesso. Si individua il tema dell’alienazione, ossia l’individuo esce da se stesso e diviene un omologato della società dei consumi • Abbandono delle certezze nel rapporto Io-Mondo. Quello di Antonioni è un cinema pessimista e della crisi che non offre molte speranze di un futuro migliore dal punto di vista psicologico. Temi - Alienazione nella società borghese post-boom - Sesso come ricerca di una comunicazione dopo l’eclissi dei Sentimenti, come strumento che sostituisce la parola. Monica vitti è, per il regista, l’attrice per eccellenza che compare difatti nel suo ciclo di opere principali formato da “Avventura, Notte, Eclisse, Deserto rosso” (1960-1964). - Chi guarda? Che cosa guardiamo? - Donna come cartina tornasole della crisi, sensibile ma incapace di verbalizzarla. Al contrario di quanto accadeva nella commedia all’italiana, in questo caso si ha una grande attenzione per i personaggi femminili.

Forme - Sintassi paratattica, orizzontale: i fatti scorrono senza apparente connessione. In questo cinema non vi sono punte drammatiche e la narrazione procede lentamente, facendo gravare sullo spettatore lo scorrere del Tempo. - Corpi e spazi: gli spazi del cinema classico diventano luoghi, ovvero ambienti privi di senso narrativo, autonomi rispetto allo sviluppo del racconto. - Le faglie aperte non sono grandi ed evidenti come quelle delle avanguardie o di Godard. Antonioni comincia una sequenza in modo classico, poi la altera e ci ritorna.

➢ “L’AVVENTURA” (1960) Nonostante la trama invitasse ad un film di genere, la pellicola non ha niente di avventuroso. Il film ha per protagonista due amiche della Roma borghese e racconta di una gita fuori città che fanno con un gruppo di amici. Già dalla sequenza iniziale è possibile notare come vi siano pochi dialoghi, i quali non hanno contenuto. Le uniche parti di interesse vengono celate agli occhi dello spettatore e i tempi della narrazione sono molto lunghi e dilatati. Il cinema di Antonioni è fatto più di vuoti che di pieni ed è ricco di momenti di pausa. Esso racconta il tempo vuoto che scorre e mostra l’attesa della donna attraverso inquadrature estetizzanti, senza un preciso senso nello sviluppo della narrazione. Il regista usa spesso la sovra-inquadratura, ossia chiude il personaggio dentro le strutture d’ambiente che evocano, dal punto di vista simbolico, l’oppressione di cui soffrono. I volti dei personaggi mostrano tutta la loro sofferenza ed incomunicabilità. La sequenza della “scomparsa” di Anna avrebbe potuto trasformare il clima del film in qualcosa di avventuroso e ricco di suspense ma, invece, esso creò malessere negli spettatori, i quali durante il festival di Cannes fischiarono perfino al film.

Durante la gita Anna ha una discussione con il fidanzato e un ultimo sussulto di crisi, dopo il quale scompare. A poco tempo dall’inizio del film, il personaggio protagonista lascia lo schermo, i suoi amici la cercano per poco ma vengono poi distratti da altri pensieri di tipo sentimentale. Si filmano principalmente corpi che guardano, che pensano e che cercano di esprimere il loro male interiore, ma lo fanno tramite frasi fatte e faticano ad instaurare un rapporto con l’ambiente circostante. Uno studioso ha visto l’elemento dell’isola come una sorta di epoca selvaggia che l’italiano omologato avrebbe perduto, non essendo più in grado di capire il luogo da cui proviene. La modalità in cui Antonioni configura il corpo dell’attore nello spazio è molto particolare: l’attore offre l’elemento meno espressivo, ossia la nuca e le spalle. La focalizzazione è molto importante perché il personaggio spesso guarda qualcosa fuoricampo, che non viene mostrato: tra vedente ed oggetto dello sguardo vi è specularità, manca il raccordo con l’oggetti osservato. Antonioni nega quindi il punto di vista d’osservazione del personaggio che è debole. Per quanto riguarda il corpo femminile, la diva ha un corpo informe, omologato e che si confonde con l’ambiente illeggibile. Nella sequenza “spalle” si vede l’attenzione di Antonioni per il corpo visto da dietro, mostrando l’illeggibilità dell’attore.

 ECLISSE (1962) Il film inizia mostrando dei personaggi che stanno male e che non sanno come uscire dal momento di empasse. Le inquadrature trasformano la vittima in una sorta di modella della nevrosi, di cui vengono inquadrate le mani e le parti del corpo. Il tema del corpo che si aliena nell’oggetto è visibile nel riflesso sul pavimento, dove le gambe della donna sembrano non avere più vita di quelle del tavolo. L’autore sottolinea la distanza emotiva tra i due amanti mostrando la prima inquadratura mobile, con un movimento di macchina tramite cui si passa ad un apparente campo vuoto, dove il braccio umano sembra un oggetto. I libri e i quadri mostrati sono gli oggetti simbolici dei borghesi intellettuali. Il maschio non ha un sorriso beffardo ma sembra piuttosto spento, morto,

afasico ed imprigionato nelle strutture d’ambiente che rimandano ad una gabbia. Sulla destra si vede un ventilatore, il quale si muove rapidamente e permette il raccordo con l’inquadratura successiva, mostrando che anche la donna appartiene allo stesso ambiente dell’uomo perché il vento muove i capelli di lei. Uomo e donna sono due creature separate, alienate, lontane. Il raccordo contrappone il paesaggio maschile di stile barocco, un mondo confuso, con quello femminile che presenta un tessuto liscio ed opaco come i suoi capelli. Le mani bianche di porcellana sembra...


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