Televisione - riassunto dispensa tv PDF

Title Televisione - riassunto dispensa tv
Course Linguaggi di cinema e TV
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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Summary

L’evoluzione dei linguaggi televisiviSi può articolare la storia dell’istituzione televisiva in tre età, attraverso la periodizzazione di Jhon Ellis: l’età della scarsità, l’età della disponibilità e l’età dell’abbondanza. 1 - scarsità è la parola chiave per comprendere l’introduzione della televisi...


Description

L’evoluzione dei linguaggi televisivi! Si può articolare la storia dell’istituzione televisiva in tre età, attraverso la periodizzazione di Jhon Ellis: l’età della scarsità, l’età della disponibilità e l’età dell’abbondanza.! 1 - scarsità è la parola chiave per comprendere l’introduzione della televisione negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale e quelli successivi al conflitto. È la scarsità delle frequenze disponibili per l’emittenza radiofonica che aveva spinto gli stati a intervenire nella regolamentazione e nell’assegnazione di una risorsa ritenuta limitata ed esauribile.! La prima età affonda le radici nel recente passato della radio, inizia con l’inaugurazione di trasmissioni regolari e con la diffusione popolare del medium fra gli anni 40 e la seconda metà degli anni 50 e si conclude con la deregolamentazione tra gli anni 60 e 80.! In questo periodo la tv è caratterizzata da un’offerta limitata, pochi canali nazionali definiti da una programmazione discreta e non di flusso, il palinsesto comprendeva pause di non-trasmissione.! Quest’età corrisponde all’introduzione della televisione nei contesti domestici e al suo decollo come principale e più popolare mezzo di intrattenimento e informazione.! L’età della scarsità coincide con, e contribuisce a promuovere lo sviluppo del consumo da una prima fase di fornitura universale ad una seconda di crescita della scelta del consumatore. Le case vengono rifornite di apparecchi tecnologici, il possesso o la mancanza d’essi diventa un indicatore cruciale dello status sociale e della classe. La fornitura d’elettricità è un punto di svolta.! In questa fase la televisione è uno strumento di modernizzazione della società e delle culture. La tv svolgerà un ruolo importante nel processo di unificazione linguistica e culturale d’Italia.! Con i suoi ritmi e riti la televisione era in gradi di sincronizzare un’intera comunità nazionale. Ellis afferma che la televisione definisce e standardizza i modelli della vita quotidiana.! Il modello istituzionale assunto dopo laguerra della televisione segue quello già stabilito per la radio. La televisione in questa fase assume un duplice modello: commerciale e di mercato regolato negli USA, e quello di servizio pubblico in Europa.! - nel modello commerciale americano un numero limitato di network nazionali competono per la raccolta pubblicitaria generata dal sistema delle imprese. La fruizione di televisione è gratuita perché la fonte di finanziamento è indiretta. Lo stato impone il divieto di posizioni monopolistiche.! - Nel modello europeo di servizio pubblico lo stato è più coinvolto, gestisce direttamente come sua proprietà nazionalizzata l’istituzione televisiva (RAI) e pur affidandola ad organismi indipendenti (BBC), ne regola il finanziamento; che avviene in maniera indiretta attraverso una tassa sul possesso degli apparecchi detto canone. Questo modello prevede la gestione in regime di monopolio per tutta la durata dell’età della scarsità, la sua fine segna anche quella di questa fase.! In opposizione al modello televisivo degli USA, il modello europeo ha previsto forme di controllo diretto dello stato sulla radiotelevisione. Sono 4 le funzioni attribuite in Europa ai servizi pubblici:! 1. Servizio universale disponibile a tutti! 2. Servizio impegnato a garantire un’offerta e una programmazione equilibrata fra vari generi ! 3. Servizio impegnato a garantire un’informazione politica imparziale! 4. Un certo grado di indipendenza sia dalle pressioni commerciali sia dall’influenza governativa! Il concetto di servizio pubblico non è unitario ma è un’idea guida che ha subito numerose modifiche nel corso dei decenni. La formulazione dell’idea di servizio pubblico si deve a Jhon Reith, direttore della BBC. Alla base del concetto vi erano ideali democratici: il Broadcasting rende possibile una diffusione ampia dell’informazione e delle opzioni politiche, contribuendo alla formazione di un’opinione pubblica consapevole.! In un contesto diverso nasce i servizio radiofonico italiano: in continuità con la prima legge del 1910 il governo Mussolini riserva allo stato l’impianto e l’esercizio di radiocomunicazione e stabilisce la facoltà di accordare il servizio in concessione. Quest’ultima venne stipulata nel 1924 tra il ministero delle comunicazione e la URI, nasce in questo modo il sistema monopolistico. Le caratteristiche del Broadcasting italiano: ! - esclusività del servizio demandato alla concessionaria sull’intera nazione! - Subordinazione dell’autorità politica! - Finanziamento del tutto originale, un sistema misto, canone e pubblicità.! Dall’URI nascerà l’EIAR e poi la RAI. Con la nascita della Repubblica il concetto di servizio pubblico viene allora a giustificarsi sulla base dei principi della nuova costituzione repubblicana,

vengono ribaditi il monopolio, che dal 1954 riguarda anche la tv, e un sistema di finanziamento misto e la dipendenza diretta dagli organi dello stato. Anche in Italia il concetto di servizio pubblico è inspirato da ideali democratici.! IN SINTESI:! a. Tv con offerta limitata, il segnale televisivo irradiato circolarmente via etere comprende un numero ristretto di canali nazionali! b. Tv parzialmente regolata in USA (licenze) e regolata in EU (stati forniscono il servizio pubblico)! c. Soggetta a una regolamentazione che dipende dalla scarsità delle frequenze e convinzione che eserciti grande potere! d. Comprende due modelli: commerciale (USA = pubblicità) e servizio pubblico europeo (canone BBC e misto RAI)! Le conseguenze dell’ingresso della tv in questa fase sono: modernizzazione e progressiva introduzione delle società nelle culture dei consumi, generazione e rafforzare dei ritmi, riti e miti condivisi.! A partire dagli anni 70 e poi 80, l’età della scarsità si conclude.! 2 - Si avvia una seconda età, quella della disponibilità e dipende da doversi fattori: avviene una trasformazione sociale e culturale, il passaggio da una società di consumi a consumistica, nuova ondata di innovazioni e nuove politiche per far fronte ai problemi.! In quest’era emerge una scelta di servizi televisivi disponibili a ogni ora, quindi lo spettatore acquista la libertà di crearsi un palinsesti personale. ! In questi anni le società occidentali abbandonano il modello della produzione standardizzata e massificata. In Europa la tv si indirizzava a un pubblico poco differenziato, radunato attorno al focolare domestico, il piccolo schermo. Con la nuova età i prodotti di consumo si differenziano e muta il significato del consumo che diventa rappresentativo della soggettività di massa. La trasformazione investe i consumi culturali e la televisione stessa. La tecnologia sembra rendere disponibili nuove opportunità e permettono nuovi modelli di finanziamento diversi come l’abbonamento e il pagamento diretto da parte del consumatore. La diffusione di canali di distribuzione nuovi, come il cavo o il satellite avviene in tempi diversi.! Fra la seconda metà degli anni 70 e 90 si parla di deregulation; con questo fenomeno un settore economico dopo l’altro viene reso libero, viene contestato l’interesse pubblico e le funzioni pubbliche sono alleggerite o eliminate.! Dunque la televisione nell’età della disponibilità vede emergere due tendenze: il progressivo allargamento dell’offerta televisiva, in termini di canali trasmessi e di tempi di trasmissione (tv di flusso), in termini di possibilità di consumo (pay-tv…) mentre il servizio pubblico deve ridefinire il proprio ruolo in un contesto generale del tutto mutato.! La GB è un’eccezione perché aveva introdotto un servizio televisivo su base commerciale e regionale già nel 1954, in concorrenza con la BBC mentre tutti i paesi europei approdano a forme di deregolamentazione e di rottura dei monopoli pubblici tra il 1976 e il 1999.! La crisi dei servizi pubblici ha le sue radici sia nella già citata necessità di ridefinire un proprio compito, in una situazione diversa da quella della scarsità. Il servizio pubblico ha dovuto competere sul piano degli ascolti e della raccolta pubblicitaria e ha dovuto far fronte a crescenti costi di produzione pur non potendo contare su altrettanti crescenti introiti da canone.! La deregulation ha determinato una vertiginosa crescita dei canali disponibili: la tv è diventata multicanale. Il sistema precedentemente chiuso e controllato dallo stato è diventato così un esteso ambiente competitivo e questo ha avuto un effetto sulla natura del servizio pubblico.! Il panorama degli operatori televisivi comprendeva tradizionali servizi pubblici nazionali, network commerciali, operatori codificati (che prevedono un abbonamento) via satellite o cavo.! Gli effetti della nuova situazione istituzionale di deregulation dell’età della disponibilità sono riassumibili in 9 punti:! 1. Effetti sulla programmazione e sui suoi costi. Con l’avvento della disponibilità si è generato un aumento della competizione unito a un aumento della domanda di televisione.! 2. Effetti sull’importanza e il commercio dei programmi, vengono esportati programmi del paese leader nell’esportazione ovvero gli USA, so commercializzano format e si diffondono case di produzione europee attiva a livello internazionale.!

3. Effetti sulla qualità e la varietà dell’offerta. La televisione in quest’era impone ai mercati una competizione sulla base dei costi dei programmi e sugli obiettivi d’ascolto raggiunti.! 4. Effetti sulla qualità dell’informazione, i notiziari hanno visto crescere la necessità di spettacolarizzare la propria offerta, a questo proposito si è parlato di tabloidizzazione dei telegiornali e della nascita dell’infotainment.! 5. Effetti sul servizio pubblico. La crisi dei servizi pubblici si misura anche sulla loro progressiva perdita di terreno sia nell’area degli ascolti sia in quella delle quote di mercato e dei ricavi.! 6. Effetti sulla proprietà dei media, l’età della disponibilità porta ad un all’allargamento dell’offerta televisiva, essa non conduce di conseguenza a una moltiplicazione e a una pluralizzazione della proprietà delle istituzioni televisive e mediali al contrario sono nati grande conglomerati multimediali! 7. Effetti sulla geografia televisiva, in quest’area una forte duplice spinta si genera da un lato verso il livello sovranazionale, internazionale o globale e dall’altro verso il livello regionale. Accanto alla diffusione dei canali, emerge una nuova attenzione per il locale, so affermano nuovi circuiti, con la nascita di canali regionali legati ai servizi pubblici e emittenti di comunità.! 8. Effetti sulle politiche di regolamentazione, a partire dagli anni 90 ci si è posti il problema di regolare la sempre più marcata convergenza mediale! 9. Effetti sul consumo di televisione. Con l’avvento della tv della disponibilità e con la crescita dell’offerta, aumenta il consumo di televisione e anche la sua qualità. La fruizione diventa più individuale e meno fedele, ciò si lega al discorso sulla personalizzazione del consumo.! Format: schema originale e compiuto di un programma comprendente elementi sia contenutistici sia strutturali. Il format si distingue dal paper-format, che ha le medesime caratteristiche ma è ancora nella fase di progetto scritto e non ancora messo in onda. È diventato uno dei principali oggetti di negoziazione e compravendita nel mercato televisivo. Il genere dei giochi a premi è stato il primo, a partire dagli anni 90 è stato dominato dai reality show. Il format viene commercializzato in una forma standard, videocassetta con il programma in onda nel paese d’origine e una bibbia che contiene la descrizione, una volta acquistato la casa di produzione ha un margine di adattamento.! Entrando nel nuovo millennio la televisione offre uno spettacolo di evoluzione diseguale. La televisione è piena di nuove tecnologie. Si allontana il Broadcasting terrestre inteso come gratuito per lo spettatore. Il Broadcasting terrestre in molti paesi continua a caratterizzare la cultura televisiva della maggioranza dei fruitori ma all’interno dell’istituzione vi sono alcuni che predicano già la fine.! Avviene un allenamento dai modelli di perdizione standardizzata, un ampliamento della specializzazione, della segmentazione, della personalizzazione dei consumi. A partire dagli anni 90 si sottolineano i progressi della convergenza e l’avvicinamento di informatica, telecomunicazione e mass media. Si evidenziano le opportunità di forme sempre più marcate d’interattività.! Periodo caratterizzato da determinino tecnologico si pensa sia la tecnologia il grande agente del mutamento. Ciò che caratterizza quest’era è l’idea della radicale personalizzazione del consumo. La sua immagina è la progressiva sostituzione del palinsesto col video on demand e l’allargamento dell’interattività. Questi due aspetti si legano al fenomeno della digitalizzazione del broadcasting.! Il termine digitale significa qualcosa che prevede l’uso di segnali discreti per rappresentare dati sotto forma di numeri. Nell’ambio tecnologico digitale è utilizzato per definire il linguaggio digitale, ossia un codice per elaborare le informazioni; si tratta di un codice binario. L’infirmazuine digitale è discontinua sin quanto è il risultato dell’articolazione di un linguaggio, mentre quella analogica è continua è il rapporto di misurabilità e proporzione tra il segnale di trasmissione e quello di origine. La caratteristica dell’informazione digitale è che è omogenea, manipolabile e discontinua. La facilità con cui un dato digitale può essere modificato rende possibile una comunicazione bidirezionale. L’utente può avere un ruolo attivo, sorgono le prime interazioni fra l’uomo e lo strumento di comunicazione. L’informazione digitale è anche sintetica, ciò rende i dati più densi e trasportabili. L’eliminazione delle ridondanze è ottenuta attraverso tecniche di compressione. L’idea della televisione digitale nasce nella seconda metà degli anni 60, alcuni scienziato giapponesi ed europei concentrano i loro studi sulla possibilità di migliorare la qualità dell’immagine televisiva attraverso la sua traduzione nel linguaggio digitale: vengono così poste le basi per il futuro sviluppo della HDTV. Inizialmente l’attenzione è posta sulla qualità dell’immagine

e non sulla velocità di compressione. Negli anni 80/90 l’attenzione si concerta sui metodi per comprimere il segnale e sui protocolli standard per la sua trasmissione e ricezione. In EU questo standard si chiama DVB, esso è un insieme di regole che riguardano l’intero sistema televisivo ed è suddiviso in vari settori.! La televisione digitale è caratterizzata dalla flessibilizzazione degli orari e la progressiva personalizzazione del suo utilizzo. Il video on demand trasforma il medium della tv in uno interattivo, esso scardina l’idea di palinsesto. Il telespettatore della tv diventa un prosumer in quanto decide quello che vuole vedere, diviene produttore di ciò che consuma, può modificarlo a suo piacimento. La ricerca di personalizzazione, di infinite scelte disponibili, si lega ad un mutamento dell’economia e della società tardomoderna che pone l’enfasi sull’estensione del tempo libero e sulla desincronizzazione delle attività.! Il sistema televisivo americano è il più sviluppato, è il principale esportare di programmi e format per gli altri paesi. In America la tv entertainment e business, ciò implica che il criterio fondamentale per scegliere i programmi è legato all’andamento degli ascolti. La nascita della tv è frutto di un progetto collettivo che aveva preso avvio in concomitanza alle ricerche sulla comunicazione a distanza. Nel 1929 viene dato il nullaosta alle prime 18 stazioni televisive americane: si inizia a parlare di visual broadcast.! A occuparsi di questa attività sono le stesse compagnie impegnate in campo radiofonico: la NBC prova a trasmettere le immagini del famoso gatto Felix.! Nonostante le conseguenze della Grande Depressione, nel 1939 la RCA presenta il proprio apparecchio televisivo all’Esposizione Universale a NY dedicata a Il mondo di domani, nello stesso anno cominciano le trasmissioni tv.! La Federal Communications Commission FCC decide di incentivare la diffusione degli apparecchi migliorando la qualità tecnologica degli standard tecnici da rispettare per poter ottenere la licenza a tramettere. Al 1941 risalgono le prime licenze per tv commerciali a tempo pieno e i primi spot. A differenza dell’EU, negli USA si afferma un modello televisivo commerciale, per ragioni economiche si può spiegare il fenomeno dei network, sistemi di reti a catena che prende piede già nel 1936, resta ancora oggi un elemento distintivo.! Se la II guerra mondiale blocca la diffusione del nuovo mezzi, allo stesso tempo vengono fatti numerosi esperimenti nel campo dell’elettronica, i risultati sono applicati alla tv, infatti la FCC nel 1945 assegnò lo spettro delle frequenze prima alla televisione poi alla radio e concede di aumentare il numero delle stazioni.! In realtà la tv vera negli USA comincia nel 1946 e trasmette quasi esclusivamente sport: la radio resta ancora più varia. Nel 1948 i network cominciano a trasferire alla tv il sistema di programmazione della radio. Nel 1952 si propone la questione del colore, ma ci vorrà una decina d’anni perché la tv a colori si affermi, a causa dei costi molto alti.! Al 1956 risale il primo apparecchio della società Ampex in grado di videoregistrare programmi su supporto magnetico, da questo momento si può ripercorrere la storia della tv conservata in archivio. Del 1962 è il primo satellite per la comunicazione che segna la nascita che segna la nascita del mondovisione e insieme da il via a una serie di esperimenti che portano alla creazione del sistema DBS. Negli anni 80 si comincia a sperimentare anche l’I-TV ovvero la tv interattiva. In risposta alla legge emana dalla FCC nel 92 che riconoscere il dirigo di trasmettere loro rispetto ai suoni e immagini, si apre la fase della convergenza che permette di finire più servizi tramite un solo supporti dotato di set top box o decoder.! L’idea è quella di interagire tv e interne ciò ha dato origine a siti online delle diverse emittenti dei singoli programmi ma anche ad alleanze tra reti e tv, così da poter lanciare a costi più bassi nuovi prodotti e anche fornire informazioni aggiornate 24/24. Il panorama del sistema televisivo attuale vede in forte competizione 5 emittenti nazionali che si dividono circa il 60% degli ascolti: NBC, CBS e ABC, sono le tre storiche a cui si è affiancata la WBT e la Fox Broadcasting. il restante 40% dell’audience si divide tra le numerose stazioni indipendenti spesso coordinati in syndication, vale a dire circuiti che trasmettono prodotti di seconda mano ma dignitosi, le reti via cavo nate alla fine degli anni 40. Oltre il 60% delle famiglie è abbonato ai bouquet che raccolgono tra i 20 e 60 canali, alcuni trasmettono programmi tradizionali , altri sono monotematici e a pagamento; la diffusione del sistema pay per View risponde ancora meglio alla dimanda del pubblico di avere qualcosa in più.! Per quanto riguarda i contenuto e l’organizzazione dei palinsesti, le reti generaliste hanno tutti palinsesti simili, con programmi di 30/60 minuti, allo scoccare dell’ora i programmi cominciano contemporaneamente su tutte le reti. Il prime time è occupato da fiction. Ai tv movies di 90 minuti

è dedicato il sabato sera, la seconda serata è dedicata ai magazine d’informazione, mentre la fascia chiamata late night è occupata dai talk show dominati da conduttori istrionici.! La GB è il paese in cui più si concentrano gli studi e gli esperimenti che portano alla creazione della televisione. Si ricorda lo scontro tra due modelli di tv, quello elettronico americano e quello meccanico britannico. La BBC è la prima rete televisiva a trasmettere in modo ufficiale e continuativo dal 1936 adotterà quello americano. Ma nascita della BBC viene preceduta nel 1926 dal Royal Charter, insieme di diritti e doveri, obbiettivi e possibili fonti di sostentamento. Si tratta di una Corporation controllata da un consorzio di costruttori di apparecchi radiofonici, finanziata tramite canone. I caratteri distintivi della tv britannica delle origini sono riassunti nel suo nomignolo Auntie, che rimanda all’atteggiamento puritano. Abbondano sermoni, parate ed eventi pubblici. John Reith.! I fini che l’emittente si prefigge sono 3: educare, informare e divertire. La realtà televisiva in GB vede la convivenza di 6 canali. La BBC si divide in BBC1 e BBC2 nel 1964; il secondo canale pubbl...


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