Dispensa di Televisione PDF

Title Dispensa di Televisione
Author Letizia Gaviraghi
Course Linguaggi di cinema e TV
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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Summary

Le tre età della televisione Scarsità, disponibilità, abbondanza Dinamiche culturali e sociali, tecnologiche, economiche, politiche e giuridiche hanno generato fisionomie molto differenti d’istituzioni televisive. La prima età della tv: la scarsità (scarsità delle frequenze disponibili) Scarsità è l...


Description

Le tre età della televisione Scarsità, disponibilità, abbondanza Dinamiche culturali e sociali, tecnologiche, economiche, politiche e giuridiche hanno generato fisionomie molto differenti d’istituzioni televisive. La prima età della tv: la scarsità (scarsità delle frequenze disponibili) Scarsità è la parola chiave per comprendere gli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale, e soprattutto in quelli immediatamente successivi al conflitto. E’ una tv caratterizzata da un’offerta limitata che comprende pochi canali nazionali. Quest’età corrisponde all’introduzione della televisione nei contesti domestici e al suo “decollo” come principale e più popolare mezzo di intrattenimento e di informazione. In questo periodo la casa diventa il principale mercato per il consumo. In questa fase la televisione è uno straordinario strumento di modernizzazione delle società e delle culture. Sia negli Stati Uniti che nei paesi dell’Europa Occidentale, viene riconosciuta la necessità dell’intervento dello Stato nella regolamentazione del settore e nell’assegnazione delle frequenze considerato un “bene pubblico”. La televisione nell’età della scarsità si va modellando secondo due modelli: quello commerciale e di mercato regolato negli Stati Uniti e quello di servizio pubblico in Europa. Nel modello europeo di servizio pubblico, lo stato è molto più coinvolto, perché gestisce direttamente l’istituzione televisiva (come la Rai) o perché pur affidandola a organismi indipendenti ne regola comunque il finanziamento. Il servizio pubblico televisivo Il concetto di servizio pubblico si fonda sull’idea che la produzione e la diffusione di programmi radiofonici e televisivi costituiscano un “bene pubblico’’. In radicale opposizione al modello televisivo degli Stati Uniti , dove il broadcasting si è sviluppato in un contesto di competizione regolata fra alcune compagnie private Possiamo riassumere in quattro punti principali le funzioni attribuite in Europa ai servizi pubblici: 1) servizio universale disponibile a tutti; 2) servizio impegnato a garantire un’offerta e una programmazione equilibrata fra vari generi di programmi; 3) servizio impegnato a garantire un’ informazione politica imparziale; 4) un certo grado di indipendenza sia dalle pressioni commerciali sia dall’ influenza governativa.

Per riassumere possiamo dire che la televisione nell’età della scarsità: - È una tv con un’offerta limitata: numero ristretto di canali nazionali. - È una TV parzialmente regolata negli USA e fortemente regolata in Europa. - È soggetta a una regolamentazione che dipende in parte dalla scarsità delle frequenze e in parte dalla convinzione che il medium eserciti un grande potere sulla società e sulla cultura. - Contempla due grandi modelli, quello commerciale americano e quello di servizio pubblico europeo. Le conseguenze più clamorose dell’ingresso della TV in questa sua prima età sono soprattutto la modernizzazione e la progressiva introduzione delle societa nelle culture dei consumi . La seconda età della TV : la disponibilità (’70 – ’80).Passaggio da una “società dei consumi” a una “società consumistica”. Le società occidentali abbandonano progressivamente il modelli della produzione standardizzata e massificata. Con la nuova eta della disponibilità tutti i prodotti di consumo iniziano a differenziarsi . Nuove tecnologie permettono modelli di finanziamento diversi (l’abbonamento e il pagamento diretto da parte del consumatore). Diffusione di canali di distribuzione nuovi (come il cavo o il satellite). Per descrivere con una sola parola il fenomeno in corso fra la seconda meta degli anni Settanta e gli anni Novanta utilizzeremmo probabilmente il termine deregulation, ovvero il fenomeno secondo cui un settore economico reso “libero”, ovvero secondo cui viene liberato dalla regolamentazione statale. Dunque la televisione nell’eta della disponibilità vede emergere due tendenze di fondo: da una parte allargamento dell’offerta televisiva, dall’altra una crisi dei servizi pubblici che devono ridefinire il proprio ruolo in un contesto generale del tutto mutato . Gli effetti della nuova situazione istituzionale di deregulation nell’età della disponibilità sono ben riassunti in nove punti: 1.

Sulla programmazione e sui suoi costi. Si è generato un aumento della competizione unito a un aumento della domanda di televisione (e, quindi, dei costi).

Sull’importazione e il commercio dei programmi. Il bisogno di contenuti per un ambiente sempre più multi-canale favorisce un mercato internazionale di programmi e soprattutto l’importazione di programmi di intrattenimento dal paese leader nell’esportazione, gli Stati Uniti (esempio: Who wants to be a millionaire?)

Sulla qualità e la varietà dell’offerta (aumentano). Sulla qualità dell’informazione. Sul servizio pubblico . (perdita di terreno sia nell’area degli ascolti sia in quella delle quote di mercato e dei ricavi). Effetti sulla proprietà dei media . Effetti sulla geografia televisiva (si espande a livello internazionale o, addirittura, globale). Effetti sulle politiche di regolamentazione. Effetti sul consumo di televisione (aumenta significativamente). La terza età della tv: l’abbondanza Entrando nel nuovo millennio, la televisione offre un curioso spettacolo di evoluzione diseguale. La televisione è piena di nuove tecnologie, nuove sfide: si ha un allontanamento dai modelli di produzione standardizzata e un ampliamento della specializzazione, della segmentazione, della personalizzazione dei consumi. Ciò che senza dubbio caratterizza l’età dell’ abbondanza è l’idea della radicale personalizzazione del consumo. Vi l’avvento del digitale e digitale è sinonimo di abbondanza. L’altra peculiarità del linguaggio digitale è la facilita con cui possono essere modificati e manipolati i dati rendendo possibile una comunicazione bidirezionale. La cifra della televisione digitale è quindi la flessibilità degli orari e la progressiva personalizzazione dell’utilizzo del mezzo televisivo. Il vide on demand è il risultato di un lungo processo di trasformazione della televisione in un medium interattivo (consente al telespettatore di potere scegliere ciò che gli interessa vedere). Con il video on demand il telespettatore diventa un prosumer. Modelli televisivi Il modello televisivo americano Il sistema televisivo americano è senza dubbio il più sviluppato tra quelli esistenti. In America, infatti, la TV non è solo entertainment ma anche e soprattutto business. Ciò implica che il

criterio fondamentale per scegliere quali programmi produrre e mandare in onda sia esclusivamente legato all’andamento degli ascolti . Negli USA si afferma un modello televisivo esclusivamente commerciale . Il modello televisivo britannico Assieme agli Stati Uniti, la Gran Bretagna è il paese in cui più si concentrano gli studi e gli esperimenti che portarono alla creazione della televisione . I caratteri distintivi della tv britannica delle origini si riassumono nel suo nomignolo “auntie” (“zietta”), che rimanda all’atteggiamento puritano tipico della sua programmazione. I fini che l’emittente si prefigge sono tre: educare informare e divertire. L’unica forma di sostentamento il canone . La TV pubblica cerca di unire qualità e spettacolo. Una caratteristica del sistema televisivo inglese è il forte controllo esercitato da organi parlamentari su canali pubblici, commerciali, via cavo e via satellite. La grammatica delle immagini La sola percezione della realtà televisiva che ha lo spettatore e ciò che guarda sullo schermo e ascolta dagli altoparlanti del televisore. Le immagini hanno una loro grammatica. Gli elementi più importanti dell’immagine sono tre: la composizione, l’inquadratura, l’angolazione . La composizione dell’immagine televisiva deve tenere conto dei due principali handicap che ha per cercare di nasconderli. L’immagine non deve essere statica, ma richiede qualche movimento dell’occhio perché lo schermo è piccolo e la risoluzione bassa. L’inquadratura è lo spazio visivo ripreso dall’obiettivo della telecamera.L’angolazione della camera è un fattore importante. Generalmente la camera è collocata in piano, cioè all’altezza degli occhi del soggetto principale. La sintassi delle immagini Le immagini televisive sono 25 al secondo e ci sono regole anche per come mettere insieme le immagini fra di loro. Se la telecamera è fissa, le immagini cambiano solo con i movimenti dei soggetti inquadrati. Le

telecamere da studio sono montate su un pesante supporto della testa snodata che permette spostamenti (panoramiche). Sulla telecamera è montato poi uno special obiettivo, lo zoom che permette di inquadrare una scena in campo lungo e poi zoommare restringendo rapidamente la visual o viceversa. Costruire le sequenze Un’insieme di immagini dotate di senso compiuto si chiama sequenza. La forma della narrazione composta da una sola inquadratura (senza stacchi o cesure) è chiamata piano sequenza. Quando si rappresenta un’azione generalmente il cambio di camera avviene durante l’azione. Il montaggio è una fase molto creativa, ma anche piena di responsabilità, perché può contenere una forte carica di manipolazione . Il ritmo del montaggio è fondamentale perché stabilisce la cadenza con cui si cambia l’inquadratura e di conseguenza il ritmo del programma. Unire le immagini fra loro Il ritmo è legato anche ai diversi modi di unire le immagini fra loro. Oggi prevale il semplice stacco e sono usati meno effetti come la dissolvenza (dissolve), lo sfumo (fade), la tendina (swipe), l’intarsio (key). Linguaggi , generi e formati . Gli anni Cinquanta sono quelli in cui si sviluppa anche in Italia una moderna “cultura del consumo”. 1954: la televisione diventa disponibile potenzialmente a tutti. Il quiz diventerà presto una delle costanti del palinsesto della giovane televisione italiana. Il 1957, tuttavia, va ricordato per due programmi che diventeranno veri e propri fenomeni sociali: il Musichiere e il Carosello, una striscia quotidiana in cui veniva racchiusa la pubblicità. Il Carosello quasi celava la pubblicità che pure era molla logica della sua testualità: era una striscia giornaliera di dieci minuti formata da quattro o cinque spiarietti solitamente comici. Raccontava mini-storie organizzate strutturalmente sulla ripetizione generale dei personaggi e delle situazioni tipo. La Rai inizia cosi a sperimentare nuovi linguaggi , nuovi formati televisivi , persino nuovi generi: mantenendo ferma la rotta, però, sull’obiettivo di fornire strumenti culturali agli italiani . La tradizione dello sceneggiato televisivo si rinverdisce nel 1964 , vero anno di svolta della produzione Rai: Mastro don Gesualdo, La cittadella, I miserabili. Tutti mostrano i segni dell’innovazione della narratività televisiva. Dal Mastro don Gesualdo e dai Miserabili in poi la tv

apre due diversi percorsi di fiction: da una parte il teleromanzo, ispirato ai classici della letteratura, dall’altra lo sceneggiato, che lentamente assume caratteristiche cinematografiche pur mantenendo una sua originalità televisiva. I primi anni della Rai di Bernabei: da una parte ampio spazio alla sperimentazione di linguaggi e stili nonché alla pluralità dei contenuti, dall’altra parte un rigido controllo politico sull’informazione e sulla presunta moralità della programmazione. Il reality prima del reality Dal 1964 la televisione italiana sperimenta una nuova forma di linguaggio televisivo: Specchio segreto, una macchina da presa nascosta dietro uno specchio riprende le gag involontarie che vedono protagonisti ignari passanti furbescamente provocati dai membri delle troupe. Specchio segreto fu una nuova modalità di rappresentare la commedia all’italiana . L’informazione Al Telegiornale si affiancarono i primi News magazines informativi realizzati dalle redazioni giornalistiche della Rai. Nel 1962, va in onda Rt – Rotocalco televisivo: è la prima rubrica di informazione in senso moderno della televisione italiana. L’informazione diventa narrazione di storie: una narrazione accurata , precisa , documentata . Fra il 1961 e il 1962 arriva alla Rai l’ampex: produttrice di impianti professionali di videoregistrazione per le stazione televisive. L’arrivo dell’ampex alla Rai contribuì in maniera determinante ai processi di velocizzazione dell’informazione. Educare divertendo, divertire educando: fra telequiz e varietà Uno dei generi di maggior successo della paleo-televisione è sicuramente il telequiz. Il quiz fu percepito come un vero e proprio strumento di acculturazione di massa: lo si guardava per apprendere o per saggiare le proprie conoscenze; capace anche di far divertire. Sull’altro versante del modello educativo di televisione si situano i programmi più propriamente culturali, quelli cioè che si sviluppano intorno a contenuti esplicitamente indirizzati all’incremento delle conoscenze degli spettatori . Il quiz e i programmi culturali rappresentano le due facce dello stesso progetto culturale di tipo pedagogico – educativo che animava la televisione italiana del tempo di Bernabei. Anche la varietà svolgeva una precisa funzione educativa a due livelli: il primo relativo al soddisfacimento

dei bisogni di intrattenimento e depotenziava quei contenuti che potevano rischiare di essere troppo trasgressivi o moralmente inaccettabili. La centralità del palinsesto Il primo gennaio 1967 fu varato Prossimamente, un programma settimanale di dieci minuti, in cui venivano presentati i titoli e i contenuti della settimana a venire: è il primo esempio di auto promozione della televisione italiana. Fra il 1963 e il 1964 , Bernabei aveva costituito un Comitato per la programmazione che aveva lo scopo precipuo di preparare i palinsesti delle due reti . La conseguenza dell’esistenza del Comitato fu la decisione di Bernabei di istituire quattro sezioni nella direzione centrale dei programmi: 1.

Spettacolo leggero

Programmi Culturali Direzione Tecnica Sezione amministrativa . Il palinsesto della televisione degli anni Sessanta si poneva come un vero e proprio filtro comunicativo fra la tv e il suo pubblico. Nuovi generi per un nuovo pubblico L’altra domenica rappresenta il primo esempio nella televisione italiana di interazione diretta col pubblico: era possibile , infatti , telefonare e rispondere a un indovinello accettando di giocare col conduttore . Sono molte le innovazione di formato e genere nella televisione di questo periodo: l’affermazione del contenitore (Domenica inn), i nuovi linguaggi della musica, la comicità surreale (L’altra domenica) e naturalmente l’informazione (i nuovi TG). Il talk show La caratteristica peculiare del talk show, ad ogni modo, rimane il suo carattere ibrido: la sovrapposizione di organizzazione e confezionamento dei programmi della neo-televisione. I pubblici della Rai e delle altre Il vero protagonista è il pubblico. Da una parte infatti, si sperimentano le prime forme di

partecipazione, dall’altra parte l’ascolto si disloca anche su fase orarie diverse da quelle tradizionali. Il fondamento della cosiddetta neo-televisione Gli anni Ottanta costituiscono uno dei periodi di più intenso rinnovamento dei linguaggi della tv. I motivi sono molteplici: - Giungono a maturazione forme televisive che negli anni Settanta avevano contraddistinto l’esperienza televisiva. - Le nuove tecnologie consentono soluzioni più articolate. - Si sviluppa la concorrenza. - Si realizzano palinsesti sempre più mirati ai gusti del pubblico (proprio per la concorrenza) e sempre meno attenti alla dimensione pedagogica . - Le nuove competenze testuali del pubblico determinano una domanda più diversificata e originale. - L’irruzione della pubblicità definisce un nuovo modello organizzativo del sistema e rende disponibile maggiori quantità di denaro. - I generi tendono a ibridarsi e sovrapporsi....


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