Tema sulla pena di morte PDF

Title Tema sulla pena di morte
Course Italiano anno 5
Institution Liceo (Italia)
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Tema sulla pena di morte...


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Tema sulla pena di morte Nel corso dei secoli l'uomo ha sempre utilizzato metodi diversi per punire delitti e crimini, spesso però non era in grado di giudicarli in modo corretto, in quanto non sapeva distinguere il giusto e l’ingiusto. Solo durante il periodo dell'illuminismo iniziarono a diffondersi i valori della ragione che erano stati oscurati nel passato e rimessi in luce mediante la ricerca, che aveva il compito di far chiarezza e di combattere le tenebre dell'ignoranza. Si svilupparono quindi la libertà di giudizio e un sensato spirito critico, diffusi mediante opere del sapere come l'Encyclopédie, progetto simbolo dell'Illuminismo. Uno dei testi più noti di questo periodo è senz'altro “Dei delitti e delle pene”, un breve saggio scritto dall'illuminista italiano Cesare Beccaria, nel quale espone il suo pensiero riguardo la pena di morte e getta le basi del diritto moderno. Lo scopo del trattato è quello di dimostrare l'infondatezza del sistema giuridico vigente, quali la pena di morte e la tortura, poiché egli riteneva assurdo che le leggi puniscano l'omicidio e poi ne commettano uno. Riguardo la tortura, Beccaria sostiene che ella non punisce solo chi commette l'ingiustizia, ma può colpire anche gli innocenti, quindi la descrive come una pratica totalmente inutile e scorretta. Al contrario della tortura, il filosofo riconosce la validità della pena di morte, ma esclusivamente nel caso in cui lo Stato sia debole e non riesca a controllare i criminali; perciò nell'epoca di Beccaria risultava particolarmente vana poiché lo stato era in grado di sorvegliare il malfattore. Inoltre reputa che la pena di morte sia un'usanza barbara e incivile e che non agisca come deterrente, perché secondo il suo giudizio la nostra sensibilità è più mossa da minime ma replicate impressioni che da un forte ma passeggero movimento. Nel brano scrive che “non è il terribile...i delitti”, dimostrando che la prigionia e la conseguente perdita della libertà bastano per scoraggiare il criminale dal commettere reati in quanto fa maggior effetto sull'animo umano. Al giorno d'oggi in alcuni stati, come la Cina e l'Iran, è ancora in vigore la pena capitale ed è attuata in diversi modi, ad esempio mediante l'iniezione letale e la sedia elettrica. Si tratta quindi di un dibattito ancora aperto: chi si dichiara favorevole a questa pratica sostiene che lo stato debba difendere e tutelare i cittadini, chi invece è contrario è dell'opinione che ella violi i diritti dell'uomo e che, come sosteneva Beccaria, nessun individuo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo. Io sono d'accordo con la tesi di Beccaria, perché penso che la pena di morte non sia né utile né necessaria e che si debba prevenire i danni prima di punirli. A mio parere la giustizia dovrebbe rieducare sul piano umano e sociale chi ha commesso il reato, e in questo caso la pena capitale risulta inadeguata in quanto non rende ciò possibile. Naturalmente la carcerazione dev'essere effettivamente adeguata al reato, poiché alcuni condannati conducono una vita quasi privilegiata, quindi per evitare ciò si dovrebbero controllare maggiormente le carceri e infliggere una pena coerente con il reato commesso. In conclusione sono dell'opinione che la pena inflitta ai colpevoli non debba riprodurre il male generato dal delitto stesso, e che quindi la pena di morte vada abolita, eccetto in rarissimi casi in cui essa sia inevitabile....


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