Teoria dell\'attaccamento di Bowlby, Ainsworth e Main PDF

Title Teoria dell\'attaccamento di Bowlby, Ainsworth e Main
Course Neuropsichiatria Infantile
Institution Università degli Studi di Padova
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Summary

Breve, ma efficace descrizione della Teoria dell'attaccamento di Bowlby, Ainsworth e Main. ...


Description

Bowlby dopo aver letto i lavori etologici di Konrad Lorenz e Nikolaas Tinbergen, rifacendosi agli studi etologici sull’imprinting, e dagli esperimenti sui primati di Harlow, formula la teoria dell’attaccamento. Egli afferma che il legame materno non è basato in primo luogo sul soddisfacimento dei bisogni primari (fame, nutrizione) bensì su una motivazione primaria al contatto sociale; il sistema di attaccamento è un sistema motivazionale di base innata finalizzato a ricercare il contato relazionale e affettivo con la figura di riferimento, in grado di fornire sicurezza, protezione e supporto. Ciò garantisce quella che viene definita base sicura, idealmente quella base affettiva dalla quale ci si allontana per esplorare l’ambiente circostante, ma alla quale si fa ritorno. Il bambino possiede dunque un ruolo attivo nello strutturarsi della relazione attraverso comportamenti che hanno lo scopo di mantenere il contatto con la madre. Bowlby definisce inoltre i Modelli Operativi Interni (MOI): sono impalcature cognitive, rappresentazioni interne della relazione del sé con l’altro, dunque delle mappe mentali che costituiscono le modalità di rappresentazione degli eventi. I MOI si costituiscono gradualmente e grazie ad essi il bambino diviene sempre più capace di tollerare livelli di separazione progressivamente più lunghi. Mary Ainsworth ideò nei tardi anni ’60 un valido strumento di indagine, la Strange Situation, per classificare i tre pattern di base. La strange situation si concretizza in venti minuti di osservazione in cui si trovano in una stanza (organizzata con giochi che il bambino può esplorare) il bambino, la mamma e un estraneo. In quella occasione si possono osservare i diversi comportamenti e le reazioni emotive del bambino in presenza della madre, al momento della separazione da questa ed in compagnia di un estraneo. Da qui i diversi stili di attaccamento: sicuro, ansioso evitante e ansioso resistente(e in un secondo momento anche lo stile disorganizzato). SICURO: il bambino protesta al momento della separaione e mostra difficoltà a farsi consolare o distrarre dall’estraneo, piange, si dirige verso il punto di uscita del caregiver. Al momento del ricongiungimento si calma e, una volta rifornitosi di sicurezza, è pronto a continuare la sua esplorazione (dovuto ad una relazione con un cargiver sensibile ai segnali del bambino e pronto a dargli protezione quando serve). ANSIOSO EVITANTE : Il bambino non appare turbato al momento della separazione, continua a giocare al suo posto e talvolta segue con lo sguardo l’allontanamento dlla madre, al momento del ricongiungimento appare indifferente e non accoglie l’invito della madre al contatto fisico (dovuto ad una relazione con un cargiver che non risponde ai bisogni del bambino quando lui cerca protezione). ANSIOSO RESITENTE: Il bambino appare turbato e protestatario al momento della separazione, inibisce l’esplorazione e non interagisce con l’estraneo presente. Al rientro della madre fa resistenza al tentativo di conforto mostrando chiari segni di stress (dovuto ad una relazione con un cargiver che dimostra la sua disponibilità in modo alternato e che la utilizza in modo coercitivo). DISORGANIZZATO: percentuale del 5% sembra essere il pattern di attaccamento più a rischio. I comportamenti del bambino evidenziano una generale confusione ed una profonda incapacità di organizzazione della situazione a lui presentata. Al momento della separazione mostra comportamenti diversificati /rallentati, immobili, assunzione di posture anomale e uso inadeguato dei giochi presenti. La figura di attaccamento in questo caso è la stessa che gli procura sicurezza e disagio, vi è assenza di shared space (dovuto ad una relazione con un cargiver spaventato/spaventante che per il bambino rappresenta conforto ma allo stesso tempo allarme). MARY MAIN: elabora un’intervista semistrutturata chiamata “Adult Attachment Interview” (AAI) che esplora i ricordi infantili degli adulti e le relazioni che quest’ultimi hanno avuto da bambini, permettendo di portare in evidenza lo stile di attaccamento genitoriale correlabile allo stile di attaccamento del bambino. Secondo l’autrice esiste una relazione tra lo stile di attaccamento della madre e quello del bambino sostenendo una trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento. – Adulti Sicuri (“F”, free): sono soggetti che mostrano valutazioni coerenti nella narrazione delle loro esperienze, anche in presenza di un’infanzia difficile o segnata da eventi traumatici. Dimostrano di aver libero accesso ai ricordi dell’infanzia, non hanno pregiudizi e non operano una selezione

di quello che viene riferito. Presentano consapevolezza del passato e raccontano facilmente anche eventi spiacevoli. – Adulti Distanzianti (“Ds”, dismissing): sono soggetti che tendono a fornire descrizioni generalizzate dei propri genitori ma non riescono a supportare tali definizioni con ricordi specifici. Se è presente il ricordo di un’esperienza difficile, a questa è attribuito scarso o nessun peso nella vita. Hanno uno stile narrativo economico e scarno delle loro esperienze infantili e dai loro racconti è difficile individuare le emozioni sottostanti. – Adulti Preoccupati (“E”, entangled): sono soggetti ancora fermi con i ricordi alle esperienze precoci con i propri genitori che descrivono estensivamente ma con modalità incoerente e confusa. Dai loro racconti si evince un’inversione di ruolo con i propri genitori che non costituiscono pertanto una base sicura. Presentano una seria difficoltà a definire le emozioni. Esistono anche altre due possibili codifiche derivanti dall’ Adult Attachment Interview: – Adulti Irrisolti (“U”, unresolved): sono soggetti che non hanno risolto le esperienze traumatiche legate all’attaccamento, possono presentarsi coerenti nei loro racconti, ma fanno affermazioni decisamente non plausibili a proposito delle cause e delle conseguenze di eventi traumatici, quali la perdita di una figura di attaccamento. – Non classificabile (CC, cannot classify): utilizzata per descrivere i trascritti delle interviste che non soddisfano pienamente i criteri per l’inserimento in una delle tre categorie “centrali” dell’attaccamento....


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