Tesi di Laurea- Il ginocchio varo del calciatore PDF

Title Tesi di Laurea- Il ginocchio varo del calciatore
Author Giacomo Raschi
Course Metodi e tecniche delle attività motorie
Institution Università degli Studi di Perugia
Pages 43
File Size 1.1 MB
File Type PDF
Total Downloads 36
Total Views 137

Summary

La mia tesi riguarda una particolare forma di paramorfismo: il ginocchio varo. La mia ipotesi di ricerca si è concentrata sull'incidenza del ginocchio varo in un gruppo di giovani calciatori e sulla correlazione tra caratteristiche delle sedute di allenamento e comparsa del paramorfismo....


Description

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA

DIPARTIMENTO DI MEDICINA Corso di Laurea Magistrale in scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive e adattate

"Il ginocchio varo del calciatore: analisi biomeccanica e prevenzione degli squilibri muscolari".

LAUREANDO

RELATORE

Giacomo Raschi

Prof.ssa Simonetta Simonetti

Anno Accademico 2014/2015

INDICE CAPITOLO I I.1

LA POSTURA DEL CALCIATORE

Il gioco del calcio: definizione e caratteristiche ……………………… pag. 4 I.1.1

Regole ………………………………………………………. pag. 6

I.1.2

Tattica e tecnica dei fondamentali …………………………. pag. 7

I.1.3

Il calcio come attività fisica ………………………………… pag. 10

I.2 Analisi della postura nell' essere umano ……………………………… pag. 11 I.3

La postura del calciatore………………………………...……………. pag. 13

I.4

Pecularietà e caratteristiche del calciatore…………………………….. pag. 14

I.5

Infortuni e patologie del calciatore………………………………...…. pag. 18

CAPITOLO II

IL GINOCCHIO DEL CALCIATORE

II.1

Il ginocchio varo………………………………...…………………… . pag. 22

II.2

Effetti del carico esterno sul ginocchio durante l' esecuzione del gesto tecnico ………………………………...…………………………… . . pag. 26

II.3

Eziologia del ginocchio varo……………………………….. ………… pag. 27

CAPITOLO III PARTE SPERIMENTALE III.1

Ipotesi di ricerca: giocare a calcio può essere causa di ginocchio varo?..... ………………………………...………………………………..... pag. 30 2

III.2 Esame obiettivo e strumentale………………………………............... pag. 31 III.3

Protocollo ………………………………...…………………………. pag. 34

III.4 Analisi dei risultati………………………………...………………… pag. 38 III.5

Prevenzione del ginocchio varo………………………………........... pag. 40

CONCLUSIONI

CAPITOLO I 3

LA POSTURA DEL CALCIATORE I.1 IL GIOCO DEL CALCIO:DEFINIZIONI E CARATTERISTICHE

Il calcio è uno sport di squadra, praticato con un pallone sferico all'interno di un campo di gioco rettangolare con due porte da due squadre di 11 giocatori. Il gioco è regolamentato da una serie di norme codificate e il suo obiettivo è quello di segnare più punti, detti gol o reti, della squadra avversaria, facendo passare il pallone fra i pali della porta avversaria (fig. 1). È sport olimpico dalla II Olimpiade moderna e ad oggi è lo sport più popolare al mondo in termini di praticanti e spettatori.

Fig.1, da www.dreamsite.com

La competizione calcistica più importante è la Coppa del Mondo FIFA, che si disputa 4

ogni quattro anni sotto l'egida della Fédération Internationale de Football Association, il massimo organismo calcistico mondiale. Le regole ufficiali del gioco del calcio sono 17 e sono pubblicate dalla FIFA, e gestite dall'International Football Association Board (IFAB). La regola principale che caratterizza e differenzia questo sport rispetto al rugby e alla pallamano è che la palla non può essere toccata o colpita con braccia e mani; per lo più si usano i piedi ma ogni altra parte del corpo diversa da braccia o mani è ammessa. Il giocatore deputato al ruolo di portiere è l'unico che può toccare il pallone con le mani, ma solo all'interno della propria area di rigore e se non gli viene passato volontariamente coi piedi da un compagno di squadra. Le regole base sono da applicarsi a tutti i livelli del calcio, anche se sono consentite alcune modifiche a dimensioni del terreno di gioco, dimensione peso e materiale del pallone, dimensioni delle porte, durata dei periodi di gioco e numero delle sostituzioni per partite tra giocatori con meno di 16 anni, donne o portatori di handicap, a patto che vengano rispettati i principi fondamentali del gioco. 1

I.1.1 REGOLE 1

H WEIN, Il calcio a misura dei ragazzi, vol.1,edizioni mediterranee,Roma,2011, pp 23-27

5

Le odierne 17 regole riguardano: Il terreno di gioco Il pallone Il numero dei calciatori L'equipaggiamento dei calciatori L'arbitro Gli assistenti dell'arbitro La durata della gara L'inizio e la ripresa del gioco Il pallone in gioco e non in gioco La segnatura di una rete Il fuorigioco Falli e scorrettezze Calci di punizione Il calcio di rigore La rimessa dalla linea laterale Il calcio di rinvio Il calcio d'angolo In aggiunta alle 17 regole, contribuiscono a regolamentare il gioco del calcio le norme aggiuntive del regolamento e anche numerose decisioni dell'IFAB e altre direttive. Inoltre non è una regola, ma una modalità di comportamento definita fondamentale per il gioco del calcio, il fair play, per il quale la FIFA ha creato una campagna d'informazione 6

e stilato un codice di condotta.2 Una partita di calcio, che dura 90 minuti e si disputa in due tempi di 45 minuti ciascuno, si svolge sotto il controllo di un arbitro che ha tutta l'autorità necessaria per far osservare le Regole del Gioco nell'ambito della gara che è chiamato a dirigere e le cui decisioni sono inappellabili. L'arbitro è coadiuvato da due assistenti arbitrali e in alcune partite anche da un quarto ufficiale. Il terreno di gioco è delimitato con strisce bianche che sono parte integrante del terreno di gioco e contribuiscono anche alla segnatura delle due aree di rigore, del centrocampo e delle aree d'angolo. Al centro di ciascun lato minore del terreno di gioco sono situate le porte. La lunghezza del terreno di gioco deve essere tra i 100 e i 110 metri e la larghezza tra i 64 e i 75 metri. La forma del campo deve essere comunque rettangolare, con linee laterali più lunghe delle linee di porta, le dimensioni consigliate dalla FIFA sono comunque di 105 metri di lunghezza per 68 di larghezza.

I.1.2 TATTICA E TECNICA DEI FONDAMENTALI La gara inizia con il pallone posto sul punto centrale del terreno di gioco. Prima che il calcio d'inizio venga eseguito, tutti gli avversari devono trovarsi ad almeno 9,15 metri di distanza dal pallone, ovvero fuori dal cerchio di centrocampo e tutti i giocatori devono inoltre trovarsi all'interno della propria metà campo. Quando tutti i calciatori hanno preso posizione in conformità alla regola, l'arbitro emette il fischio che autorizza l'esecuzione del calcio d'inizio. Lo scopo del gioco è di far entrare il pallone nella porta avversaria, delimitata da due pali verticali congiunti nella parte superiore da una 2

S.D' Ottavio, Guida Tecnica per le scuole di calcio, Madvertising s.r , Roma,2008, pp 45-53

7

traversa.

Fondamentali tecnici Per fondamentali tecnici si intendono tutti quei gesti che un calciatore può effettuare una volta in possesso della palla (figg. 2a,b,c,d,e,f,g)

Calciare il pallone

fig 2a, da www.hellasstory.net Stoppare il pallone Guida della palla

fig 2b, da www.mistermanager.com

Dribbling 8

fig 2c, da www.bolognafc.it Effettuare un colpo di testa

fig 2d, da www.calcioblog.it Effettuare una rimessa laterale

fig.2e, da www.torresaviocalcio.com Difendere il pallone 9

fig 2f, da www.sportpower.it Palleggiare

fig 2g, da www.sportandpower.it

I.1.3 IL CALCIO COME ATTIVITA' FISICA

Il calcio comprende un’ intensa attività fisica per la salute a tutti i livelli. Un giocatore di calcio professionistico, per esempio, durante una partita di 90 minuti, a seconda della sua posizione e delle dimensioni del campo, può perdere oltre 2 litri di liquidi. Il calcio, dato anche l'alto numero di praticanti, è uno degli sport con il maggior numero di infortuni, anche se la maggior parte di loro non sono gravi. Le lesioni più comuni si verificano agli arti inferiori, in particolare alle ginocchia e caviglie per i movimenti di 10

rotazione a cui sono sottoposti. Oltre a contusioni e distorsioni, sono comuni anche lesioni meniscali, dei legamenti crociati e dei muscoli ischiocrurali della coscia. Le probabilità di infortuni aumentano quando il giocatore non ha un'adeguata preparazione fisica, in particolare in un atleta dilettante e quando la partita si gioca su un terreno irregolare.3

I.2 ANALISI DELLA POSTURA NELL' ESSERE UMANO

La postura è definita come la posizione del corpo umano nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei, ma dal punto di vista motorio, ogni essere vivente deve essere in grado di adattarsi all'ambiente in cui si trova per sopravvivere e svolgere la propria attività statica e dinamica. Tale adattamento richiede la possibilità di cogliere ciò che succede nell'ambiente stesso e, conseguentemente, di assumere le posizioni più consone alla situazione e alle proprie esigenze di comportamento. Possiamo quindi definire la postura come ciascuna delle posizioni assunte dal corpo, contraddistinta da particolari rapporti tra i diversi segmenti somatici. Il concetto di postura, quindi, non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale ma si identifica, con il concetto più generale di equilibrio, inteso come ottimizzazione del rapporto tra soggetto ed ambiente circostante, cioè quella condizione in cui il soggetto stesso assume una postura od una serie di posture ideali rispetto alla situazione ambientale, in quel determinato 3

momento

e

per

i

H.Wein, op. cit., p 56

11

programmi

motori

previsti.

Una funzione così importante non può essere affidata ad un solo organo o apparato, ma richiede un intero sistema: il Sistema-Tonico-Posturale (S.T.P.). Esso è un insieme di strutture comunicanti e di processi cui è affidato il compito di:

• lottare contro la gravità; •opporsi alle forze esterne; •permettere all' uomo di situarsi nello spazio-tempo strutturato che lo circonda; •permettere l'equilibrio nel movimento, guidarlo e rinforzarlo.

Per realizzare questo exploit neuro-fisiologico, l’organismo utilizza differenti risorse: •Gli

esterocettori,

(occhio,orecchio,naso,bocca)

si

trovano

nella

cute

e

strutture superficiali e ci informano su quanto accade nell’ambiente esterno. •I propriocettori, recettori che raccolgono gli stimoli provenienti dall’interno degli

organi e il cui compito è quello di posizionare le differenti parti del corpo in rapporto all’insieme, in una posizione prestabilita; •I centri superiori, i quali integrano i selettori di strategia e i processi cognitivi e

rielaborano i dati ricevuti dalle due fonti precedenti (esterocettori e propriocettori) (fig.3).

12

in

Fig 3, Rappresentazione schematica del Sistema Tonico-Posturale, da www.ilclubdimonteverde.it Il Sistema Tonico Posturale è quindi un sistema: •Antigravitario •Di equilibrio statico •Di equilibrio dinamico •Sensoriale •Di adattamento

I.3 LA POSTURA DEL CALCIATORE In qualunque sport se andiamo ad osservare atleti d' élite e atleti dilettanti, notiamo che ci sono delle particolarità fisiche che li accomunano. Ad oggi risulta evidente l’esistenza di uno stretto rapporto tra appropriate caratteristiche fisiche e morfologiche individuali e 13

la pratica di una determinata disciplina sportiva. La postura è di grande importanza in ambito sportivo in termini di biomeccanica, in relazione ai costi energetici e per la corretta esecuzione del gesto atletico. Lo sport più diffuso a livello nazionale, probabilmente il primo a livello mondiale, il gioco del calcio, è anche però uno di quelli che "influenza" maggiormente la postura e che di conseguenza porta ad alterazioni caratteristiche e percentuali infortunistiche elevate nei distretti corporei più sollecitati durante il gioco. Quando una postura infatti crea un fattore di danno o di rischio per sovraccarico meccanico o per ripetitività del gesto si definisce come “postura incongrua”; è questo il caso del calciatore, sia esso professionista o dilettante.

I.4 PECULARIETA' E CARATTERISTICHE DEL CALCIATORE

Non è sbagliato definire il calcio come uno sport asimmetrico in quanto pur coinvolgendo nei movimenti e nella corsa anche i distretti superiori del corpo si concentra nel gesto tecnico esclusivamente sugli arti inferiori, portieri a parte ovviamente. Proprio l'arto inferiore risulta essere la parte più soggetta a sovraccarico e riprogrammazione muscolare perché quella direttamente coinvolta nell'esecuzione specifica del gesto tecnico della disciplina ma anche nella corsa, nei repentini cambi di direzione e negli scontri di gioco. La ripetizione specifica dei medesimi gesti tecnici, specie se l'attività è stata iniziata fin da bambini, comporta l'attivazione preferenziale di determinate catene muscolari a discapito di altre con la conseguente comparsa di alterazioni posturali tipiche. Quella in assoluto più comune ai calciatori è il cosiddetto 14

ginocchio varo, ossia una distanza maggiore fra le ginocchia facilmente rilevabile in posizione eretta che nel peggiore dei casi può arrivare a formare una curvatura a convessità esterna. Diversi studi si sono soffermati sull'eziologia patologica del ginocchio varo nei calciatori trovando specifiche correlazioni, specie durante l'età della spinta puberale quando carichi impropri di allenamento risultano essere maggiormente deleteri. Entrando nello specifico della disciplina, sappiamo tutti che ogni calciatore ha un piede con cui predilige calciare la palla e di conseguenza un piede definito d’appoggio. In questa situazione, il piede d’appoggio sarà quello a sopportare il carico maggiore durante il gesto atletico, mentre il piede con cui si andrà a calciare, quello interessato al gesto atletico specifico , sarà esente dal carico ma su di esso verrà applicata una forza esplosiva ad alta velocità (fig 4,)

Fig 4, da www.gqitalia.it Il calciare è uno dei fondamentali di questo sport, non solo è uno dei gesti più frequenti, ma anche quello che lo contraddistingue. L’azione del calciare il pallone è un gesto 15

molto complesso, consiste nella flessione dell’anca e contemporanea estensione del ginocchio, caratterizzata da un’importante componente in adduzione del movimento articolare. Ne deriva che la pratica di questo sport richieda una potente attività dei muscoli adduttori, e se praticato con assiduità questi si trofizzeranno in maniera importante e risulteranno molto accorciati. Si sviluppa infatti in questo tipo di sportivi uno squilibrio muscolare a livello dell’articolazione del ginocchio, i muscoli adduttori, (lato interno del ginocchio) risulteranno molto forti e accorciati, mentre i muscoli abduttori (lato esterno), saranno relativamente deboli. Ne deriva una sollecitazione maggiore nel compartimento mediale delle ginocchia e una spinta maggiore di crescita verso l'esterno che raggiunge il suo picco durante l'età puberale con conseguente alterazione posturale e dismorfismo scheletrico evidente in età adulta. Uno studio condotto in America nel 2001 da Arazi M., Ogun T. e Memik R. conferma quanto che l' incidenza del ginocchio varo nella popolazione normale è al 2,5%, questa sale notevolmente tra i calciatori che dall' 11% registrato all'età di 8 anni raggiunge il 97% tra i diciassettenni. Dagli studi effettuati risulta inoltre che l'incremento maggiore si osserva al passaggio dagli 11 ai 12 anni, quando l'incidenza di ginocchio varo cresce in maniera rilevante, dal 50 all'88%. I risultati di questo studio indicano un significativo incremento del grado e dell'incidenza di ginocchio varo nel periodo di età compreso tra i 12 e i 15 anni, che corrisponde allo scatto di crescita che si verifica nei ragazzi durante la pubertà;4 Ulteriori indagini si sono concentrate invece sul rapporto che lega la pratica continuativa del calcio allo sviluppo della colonna vertebrale. Una ricerca condotta 4

M.Arazi, T. Ogun. e R. Memik,Normal development of the tibiofemoral angle in children, Anaheim,2001, pp 25-37

16

sempre in America, ha evidenziato come nei giocatori di calcio vi sia una costante lesione delle cartilagini di accrescimento dei corpi vertebrali che con il tempo tenderanno a crescere meno in altezza e più in larghezza rispetto al normale. Se non bastasse questo ad esemplificare il concetto si pensi alle percentuali infortunistiche dei calciatori professionisti della serie A italiana di calcio con numerosissimi esempi di contratture, distorsioni, strappi fino a rottura dei frequenti crociati o dei menischi, nella stragrande maggioranza dei casi conseguenti a sovraccarichi cronici funzionali più che a traumi diretti di gioco (fig 5).

Fig.5, Percentuale degli infortuni nelle squadre di Serie A nei primi 3 mesi di attività della stagione calcistica 2015/16, da www.serieatim.it Ugualmente frequenti, una volta terminata la carriera, saranno le artrosi precoci nelle 17

articolazioni maggiormente sollecitate durante gli anni di gioco (caviglia, ginocchio, anca). Insomma, se da un lato sarebbe sbagliato limitarsi ad elencare i rischi correlati al calcio nello sviluppo posturale del calciatore senza riconoscerne i meriti che ne hanno fatto lo sport più amato, dall'altro è indubbio porre maggiormente attenzione alle modalità d'allenamento specifiche di questa disciplina.

I.5 INFORTUNI E PATOLOGIE DEL CALCIATORE Il calcio ha in ambito sportivo un grosso impatto in termini di percentuale di infortuni. In Europa, infatti, oltre il 50% dei traumi sportivi è attribuibile a tale sport. Gli infortuni nei giocatori sono per lo più classificabili in base al ruolo, nel giocatori di movimento riguardano principalmente gli arti inferiori (coscia, il ginocchio, la caviglia, il piede) e la schiena, viceversa , per il portiere i traumi più frequenti riguardano l'arto superiore. Gli infortuni possono essere causati da traumi da gioco, per scontro fisico, o per movimenti eseguiti con eccessiva sollecitazione. Da sempre si ricerca nella preparazione atletica la risposta agli infortuni muscolari,

i preparatori fino a qualche anno fa

cercavano come risposta di incrementare la forza ed in modo particolare la forza esplosiva del calciatore. L’utilizzo di macchine da palestra ha comportato il rafforzamento di singoli gruppi muscolari senza riuscire, tuttavia, a migliorare in modo ottimale la performance dell’atleta, anzi aumentando il rischio di lesioni muscolari (fig6). I muscoli non agiscono come entità isolate nello spazio ma come “circuiti di continuità” attraverso i quali è possibile indagare su eventuali compensi e quindi agire 18

per migliorare la funzione ed il gesto tecnico.

Fig 6, da www. youcoach.it È necessario perciò rivedere il piano di allenamento programmato sul rafforzamento analitico di alcuni gruppi muscolari poiché troppo distante da una visione del corpo globale. Le catene muscolari statiche e dinamiche agiscono in sinergia per una perfetta riuscita della performance ma anche per garantire l’equilibrio psicofisico del calciatore e limitare gli aspetti traumatici e compensativi specifici di questa disciplina sportiva. La catena statica posteriore ad esempio è costituita da aponeurosi, guaine, legamenti, tendini, cioè da tutta quella struttura connettiva, che si trova nella parte posteriore del corpo e che sul piano funzionale fa parte di un’unica fascia. Si possono distinguere diverse catene muscolari che intervengono nei vari gesti tecnici. Ad esempio le catene crociate assicurano movimenti di torsione, pertanto diventano indispensabili a livello del tronco quando l’atleta calcia la palla con forza e una spalla va verso l’anca opposta5. Il calciatore utilizza costantemente le catene muscolari poiché si deve adattare, da un punto di vista dinamico, ad una situazione di gioco, che istante dopo istante cambia. La 5

E.Marchi, Difensori centrali, CalzettiMariucciEditori, 2009, Città di cas...


Similar Free PDFs