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Title tesina comunicazione del cibo
Course Scienza Gastronomiche
Institution Università degli Studi di Parma
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1 MANGIARE, BERE, UOMO, DONNA -Studentessa: Sofia Galeotti

-Matricola: 305382

-Docente: Prof.ssa Sara Casoli -Corso: Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche Appello del 19/06/2020 del corso di Comunicazione del Cibo

2 INDICE

- DEFINIZIONE E SPIEGAZIONE DELLE DIFFERENTI FASI DELLA RICERCA

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Mangiare, Bere, Uomo, Donna: una breve trama del film preso come oggetto di studio

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Il cibo e il cinema : • Analisi cinematografica del film preso come oggetto; • Come questo (il food) viene rappresentato ed esposto nei film; quali sono le principali caratteristiche e simbologie del cibo affrontate nei film (semiotica e significati).

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Convivialità, Commensalità, Mensa e Banchetto; analisi discorsiva intorno a questi argomenti e nello specifico alla funzione della famiglia all’interno degli stessi.

- CONCLUSIONI

DEFINIZIONE E SPIEGAZIONE DELLE DIFFERENTI FASI DELLA RICERCA

3 « Noi non ci invitiamo l'un l'altro per mangiare e bere semplicemente, ma per mangiare e bere insieme » (Plutarco, Dispute Conviviali, II, 10)1 Partendo da questo, cosa si intende dunque far sovvenire alla mente di un qualunque lettore? “L’uomo è un animale sociale”2! Ovvero, l’uomo necessita, più o meno sempre, di una possiamo definirla compagnia, poiché “I gesti fatti insieme ad altri tendono a uscire dalla dimensione semplicemente funzionale per assumere un valore comunicativo, la vocazione conviviale degli uomini si traduce immediatamente nell’attribuzione di un senso ai gesti che si fanno mangiando”3. L’idea di cibo, che ne deriva, si collega quindi spesso e volentieri alla parola “Convivialità”. Per mezzo di questa trattazione si provvederà pertanto ad analizzare l’insieme comunicativo affidato al termine “cibo” e, tramite varie interpretazioni, a come esso, nei vari contesti, si “mimetizzi” perfettamente, così da risultare adeguato in termini di fisicità e semiotica4. Andremo quindi a ricercare come la semiotica del cibo si fa viva e fortemente caratterizzante all’interno dei post-moderni “foodie movies”; di come all’interno degli stessi, vengano rappresentate le scene di preparazione culinaria, e come queste siano valorizzate. Passando poi a quello che si ritrova essere il tema principale di questo articolo, ovvero il filo conduttore che attraversa per intero il film preso in esame: la Famiglia, la Convivialità e, che legate inevitabilmente a loro si ritrovano avere temi come, l’identità, la cultura e le tradizioni (opposte questi alla modernità e al loro inevitabile sfumare).

1 . Mangiare, Bere, Uomo, Donna (飲食男女 Yǐn shí nán nǚ)

1 Tratto da M.Montanari, Il Cibo come Cultura, p.129 2 Aristotele (IV secolo A.C.) nella sua “Politica” 3 M.Montanari, Il Cibo come Cultura, p.129 4 disciplina che studia i segni e la loro significazione (ogni relazione che lega qualcosa di materialmente presente a qualcosa di assente)

4 Mangiare, Bere, Uomo, Donna, un film degli anni ’905, è il terzo foodie film prodotto dall’oggi famoso regista statunitense Ang Lee6. Si parla qui di una famiglia , una semplice famiglia cinese, in cui nucleo familiare è composto da padre e tre figlie , rispettivamente: l’anziano maestro chef Chu, vedovo, la figlia di mezzo, Jia-Chien, dirigente di una ditta aerea, la figlia maggiore, Jia-Jen, professoressa di chimica e fortemente legata al cristianesimo e la figlia più giovane, JiaNing, commessa in un moderno fast food. Il lungometraggio è pertanto incentrato sul rapporto padre-figlie, divenuto assai complicato e quasi inesistente dopo la prematura scomparsa della madre. Dovuto a ciò, il discorso cibo all’interno di questa unità familiare diviene così cruciale e, unico elemento il grado di tenere uniti i vari personaggi, rappresentato nel modo più esponenziale attraverso la settimanale cena domenicale preparata, esclusivamente, dal padre. L'intera vicenda gira attorno alla filosofia morale Confuciana7, legata in senso stretto a quella che è la famiglia cinese: al cui centro del suo insegnamento è l'importanza della virtù - "umanità, benevolenza"- , la quale rende ogni uomo “superiore”, deve avere come base la famiglia, nello specifico il rapporto padre-figli e moglie-marito.8 Proprio dovuta a questa filosofia è dunque incentrata la fitta trama del film: le figlie, intente a rispettare la casa, la famiglia, hanno il dovere di stare accanto al padre, anche se questo dopo la morte della consorte si chiuse in se stesso, perdendo il gusto, in senso lato del sapore fisico, ma anche il gusto per la vita stessa – affermato ciò dalla frase della figlia di mezzo al minuto 44:00 circa : “non puoi immaginare quanto era bello, affettuoso e divertente mio padre a quell’epoca” - . Il concetto di cura parentale quindi assume una connotazione aulica, rendendo difficile alle figlie abbandonare il “nido” familiare, sistemarsi e quindi creare una propria stabilità individuale. 5 (1994) interpretato da Sihung Lung, Yu-wen Wang, Chien-lien Wu e Kuei-mei Yang 6 Terzo film dopo: Pushing Hands (Tui shou) (1992)e Il banchetto di nozze (Hsi yen) (1993); tutti film a sfondo enogastronomico e legati ad un forte legame familiare, classificati dallo stesso regista attraverso la dicitura "Father Knows Best trilogy".

7 "Confucio disse: "Colui che ama i suoi genitori non osa odiare gli altri, colui che venera i suoi genitori non osa mancare di rispetto verso gli altri. Quando l'amore e la venerazione sono attuati fino in fondo nel servire i genitori, allora si darà virtù ed educazione al popolo e si darà un modello per il mondo. Questa è la pietà filiale del Figlio del Cielo [il sovrano]"". Confucio, Opere, 1989 8 http://www.treccani.it/enciclopedia/confucio-e-il-confucianesimo_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/

5 Uno dei rapporti d’amore (espresso nel solo modo che Chu conosce: la cucina) più sincero che il protagonista non cela è quello con Shan-Shan, figlia di sei anni, di quella che si scoprirà essere la sua giovane compagna. Rapporto questo che porterà l’anziano Chef a cucinare ogni giorno piatti prelibati per la sua figlioletta, e in seguito anche per i suoi compagni di classe (è o no anche questa una forma di convivialità e condivisione?), sostituendoli a quelli preparati dalla madre (non essendo essa predisposta a grandi doti culinarie). Durante il proseguire della vicenda, tra intrecci e colpi di scena, una ad una le figlie del Maestro Chu lasciano la dimora paterna (tutte tranne la figlia di mezzo, Jia-Chien, l’unica che se ne sarebbe voluta andare -a causa del suo carattere troppo similare a quello del padre (egli non le permise di intraprendere la carriera da “Chef”, o meglio dire “Cuoca”, perché “NON E’ COSA DA DONNE”) e, indi per cui, predisposto a scontri tra i due – risulta invece essere colei che rimase al fianco del padre, fino a che lui non decise di trasferirsi da quella che alla fine si scoprì essere la di lui compagna da tempo a insaputa di tutti, spettatori compresi. La pellicola si conclude vedendo Jia-Chien nella casa paterna, ormai vuota e ricolma di scatoloni ( preparati per il suo imminente trasferimento ad Amsterdam come amministratrice della filiale olandese della compagnia aerea per cui da tempo lavorava), intenta essa a cucinare, nel mondo inaccessibile del padre (la cucina), la cena domenicale, a cui questa volta il padre vigeva da Ospite. La pellicola si conclude quindi con un padre, e una figlia, seduti alla medesima mensa, intenti a condividere il medesimo pasto e ripensando involontariamente alla madre (per la prima volta menzionata) durante la fine del pasto, ovvero sorseggiando la “Zuppa allo zenzero”: Chu commenta infatti “ Hai esagerato con lo zenzero!” e la figlia ribatte “No, non è vero non ho esagerato, è come al solito, come quando ce la faceva la mamma. Sei tu che sei timido con lo zenzero”9. In questo momento il protagonista è arrivato alla percezione completa di sé, della vita, è maturato, ha ricominciato ad apprezzare le cose, le persone (riscoprendo soprattutto il

9 Minutaggio 1:55:40

6 rapporto con la figlia di lui prediletta), ha ricominciato ad esistere, a vivere e così, di conseguenza, a sentire, a gustare, fisicamente e spiritualmente.

IL CIBO E IL CINEMA Analisi cinematografica del film Eat, Drink, Man, Woman

7 L’intera pellicola viene rappresentato attraverso una visione OGGETTIVA delle cose, degli avvenimenti10; in questo particolare caso ci si aspetta infatti, che la figura osservatrice e onnisciente (lo spettatore) si impersonifichi inverosimilmente nel personaggio della scomparsa moglie di Chu e madre delle tre adorate sue figlie.

Il film si apre con un Campo Lunghissimo11 della moderna e trafficata Taipei, per passare poi alla grandiosa sequenza12 iniziale (che potremmo definire passata alla storia) della durata di quatto minuti, in cui si osserva l’esperto Chef Chu alla presa con le svariate preparazioni dei (la tradizione cinese ne impone 19, per le grandi occasioni) piatti in previsione della serale cena della domenica con le figlie. La sequenza racchiude in se le varie scene, le varie inquadrature quindi, della precisa e minuziosa lavorazione delle materie prime; ovvero: la ripresa delle mani esperte del cuoco attraverso l’utilizzo di un’inquadratura definita in cinematografia come “del particolare”13. Possiamo trovare questo tipo di ripresa nella chiusura dei ravioli di pesce, oppure durante il minuzioso taglio dei peperoncini, del ravanello bianco, durante il taglio, l’impanatura e la frittura tipica cinese delle orate, o delle rane (riprese addirittura vive e libere di vagare sul banco di lavoro).. Alternate a queste, si osservano inquadrature in Mezzo Primo Piano (dalle spalle alla fronte)14, ad esempio le possiamo ritrovare nella scena di preparazione dell’Anatra laccata, quando il protagonista viene ripreso in piedi, con l’anatra vicino al viso e intento nel gonfiarla e

10 L'inquadratura Oggettiva (in inglese Nobody's shot): lo spettatore vede attraverso un'immaginaria quarta parete e la macchina da presa si identifica con lo sguardo di un ipotetico osservatore esterno. E' un punto di vista impersonale, che cerca di mantenere uno sguardo oggettivo e distaccato sulla scena, per far sì che lo spettatore abbia l'impressione di assistere a una storia reale e dimentichi la presenza della macchina da presa. In questo caso lo spettatore gioca il ruolo del testimone, in quanto si appropria di uno sguardo neutro, che non appartiene a nessuno. 11 Campo lunghissimo (abbr. in: CLL) La figura umana è lontanissima ed è immersa nel paesaggio circostante, non ha alcun rilievo nell'insieme dell'inquadratura. Lo spazio è dominante. 12 Una sequenza è formata da una o più scene; una scena è formata da una o più inquadrature; l’inquadratura è quella parte di video che va da uno stacco all’altro oltre che sostanzialmente quella ripresa che va a creare una scena quando queste fanno parte dello stesso ambiente e hanno la stessa unità d’azione 13 Inquadratura di una parte del corpo (mani, braccia, piedi) che focalizza l'attenzione solo su un aspetto del personaggio, su uno specifico gesto o su un oggetto e viene definita Particolare (incentrata sull’uomo) o del Dettaglio (se incentrata solamente su oggetti). 14 È un PIANO (quella porzione di ripresa che riguarda prettamente la figura umana e non l’ambiente) che permette di far vedere parte dell'ambiente. Vi è un certo equilibrio tra ambiente e figura umana.

8 Queste inquadrature15 tutte ambientate nella cucina variegata ed altamente attrezzata del maestro, la quale viene ripresa con l’utilizzo di un Grandangolo16 , vengono poi interrotte dal passaggio dalla cucina del cuoco al suo giardino, ripreso qui in figura intera17 per effettuare la scelta della gallina giusta dalla sua aia, per la preparazione della zuppa,; qui abbiamo un “cambio di scena” ovvero, una diversa collocazione ambientale. Ci ritroviamo allora ad avere tre tipi diversi di scena: la prima con evidenziazione di particolari, alternati a mezzi primi piani; la seconda scena invece colloca il personaggio in un ambiente differente dal primo (ovvero il portico esterno accanto la cucina), rappresentandolo con un inquadratura a figura intera e successivamente in piano americano18, il tutto per rientrare nella terza scena, girata sempre nella cucina, ed essere ripreso anche qui prima in particolare, poi in piano americano, e di nuovo in particolare, durante la preparazione dei tipici ravioli cinesi al vapore. Dal Minuto 13:15 si assiste alla prima cena della famiglia. La scena si apre con l’utilizzo della regola dei 180° o della suddivisione in terzi19 : questa regola permette allo spettatore di orientarsi, e non fare confusione sul posizionamento dei soggetti. Questa regola di fatti si ritroverà durante tutte le scene di rappresentazione della tavola, dei pasti e quindi durante le conversazioni e i dibattiti dei personaggi, rendendoli così più chiari allo spettatore oltre che parte attiva della vita dello stesso. Si utilizza qui il “sistema a triangolo” , il quale, rispettando la regola dei terzi, indica le possibili posizioni della macchina da presa sul lato della linea scelta, in

15 Le inquadrature raccontano diverse situazioni che accadono nello stesso tempo e nello stesso spazio. Non vi è cambio di ambiente e sono unite fra loro da quello che viene definito “raccordo” 16Il Grandangolo è un obbiettivo con lunghezza focale inferiore ai 35mm, che permette di effettuare inquadrature con un ampio angolo di campo: è l'ideale per le riprese in interni dove è necessario vedere personaggio e soffitto insieme o in luoghi con poco spazio, ma anche per i paesaggi o per le architetture esterne. Il grandangolo consente un maggior respiro alle inquadrature, facendo sembrare più grandi gli ambienti chiusi, più maestosi i paesaggi e più ariose le riprese di interni, facendo immedesimare pienamente lo spettatore nella scena. 17Equivalente cinematografico dell’uomo vitruviano, di Da Vinci, in cui la scena è ripresa rispetto alla stessa altezza del personaggio ripreso, e tutto è a sua misura, mostra quindi la semplice realtà, o almeno quello che il regista vuole mostrarci di quell’attore. 18In cui L'inquadratura è dalle ginocchia o dalla vita in su sino alla testa. In genere viene lasciata un po' d'aria sopra il personaggio. Il volto non è più il protagonista, ma viene sostituito dal corpo. Il soggetto principale è inquadrato in PA e l'ambiente circostante svolge un ruolo determinante. Rispetto ai campi stretti, l'inquadratura si allarga e contiene più movimento. 19 In cui la macchina da presa è posizionata frontalmente alla grande tavola rotonda della famiglia; verrà quindi definita una linea d’azione basata sulla linea visiva dello sguardo dei personaggi; una volta deciso questo, viene poi descritta un’area di 180° all’interno della quale si muoverà la macchina da presa ( per questo motivo vengono prese solo inquadrature dal lato dell’asse immaginario).

9 cui tutte le possibili inquadrature di un soggetto possano essere effettuate da tre punti all’interno dell’area di 180°20.

Come il food viene rappresentato ed esposto all’interno dei film "I always wanted to make a film about food, that make the audience saliva just keep drooling out"21 dice il regista tiwanese Ang Lee in un intervista intorno al suo film Eat, Drink, Man, Woman, continuando “ molti film parlano di sesso, quella casuale reazione istintiva, ma non abbastanza film parlano di cibo. Il cibo è sesso (!), uno utile al sostentamento della vita, l’altro necessario per perpetuarla.”22 E continua: “ in order to get the audience salive going for the food that's showing on the movie you have to show the making of that food, the process it's really stimulated for the taste, both physical and imaginary” proseguendo poi “In un film, non si può annusare o assaggiare il cibo. Tutto quello che puoi fare è vederlo. Quindi, quello si vede diventa cruciale. Stai usando il cibo per sedurre i sensi.” Frequenti sono quindi i richiami al sesso, alla carnalità – uno tra tutti è la scena in cui una delle figlie ha un rapporto sessuale con l’amante, cui si sovrappone quella in cui il padre soffia con forza nel becco dell’anatra spennata che tiene appesa per le zampe per inserirvi il ripieno23- . Il titolo del film è in realtà un antico detto cinese, che molto efficacemente riassume i quattro elementi vitali e fondamentali di ogni persona. Yin e yang24. Sesso e cibo. 20Effettuando quindi : 1. Inquadratura sulla linea visiva, dove entrambi i soggetti sono ripresi insieme; 2. Inquadratura in primo piano del personaggio intento a parlare, con la macchina da presa a destra o sinistra rispetto a quella centrale che riprende l’insieme; 3. Inquadratura di quinta (maestro Chu, minuto 13:15), ovvero la macchina da presa laterale viene posta alle spalle di un personaggio, mostrando si esso solo la parte posteriore di questo e di conseguenza la parte frontale dei personaggi a lui vicini. ) 21 Ang Lee interviews, edited in 2016 by Karla Rae Fuller 22 Traduzione mia 23 https://www.tiguido.net/index.php/tiguido-al-cinema/di-film-in-film/28-mangiare-bere-uomo-donna , Di Silvia Lucidi 24 Filosofia antica, trovare nel cibo l’equilibrio di energia, sapore e natura (Jia-Chien, minuaggio 43:20)

10 Il regista ammise inoltre che filmare il cibo non è stata un'impresa facile: “sono stati necessari 5 chef di fama mondiale per la preparazione e la creazione delle scene intorno al cibo”. Molti accorgimenti presi da Ang Lee furono quindi di assicurare che il cibo presentato sulla tavola, della cena domenicale soprattutto, risultasse sempre fumante e come appena fatto anche se la preparazione dello stesso avrebbe richiesto anche più di 45 minuti di lavoro: “Ci vollero 8 giorni di riprese per riuscire a rappresentare e montare soltanto i primi quattro minuti di apertura del film.”25 Va quindi detto che in questo ambito la vocazione sensoriale del cinema si compie perfettamente nel “cibo audiovisivo” come “cibo sinestetico”26: non solo per gli occhi ma anche per l’odorato e il giusto, sensi essenziali tanto nella relazione con il cibo quanto in quella amorosa e parentale.

Convivialità, Commensalità, Mensa e Banchetto Il cibo, se da una parte (e prima di ogni altra cosa) è essenzialmente nutrimento, sostentamento, bisogno, dall’altra parte è fondamentalmente cultura, [..] e pensiero.27 25 Traduzione mia da Ang Lee interviews by Karla Rae Fuller 26Gastronomia Mediale. Riti e retoriche, di Fausto Colombo Adriano D’Aloia 27 E. Di Renzo, Strategie del cibo: simboli saper pratiche, Bulzoni, Roma, 2005

11 Come già anticipato all’inizio di questa trattazione, l’alimentazione assume oggi, a differenza di tempi più remoti, una significanza assai più trasversale; ovvero esso è arrivato a transitare e a sedimentarsi all’interno di differenti e molteplici studi, quello di cui ci interessa maggiormente parlare però qui è la Convivialità. Il termine deriva dal un latinismo sintetizzabile nella parola “cum-vivere” ovvero convivio, che letteralmente sta ad intendere “vivere insieme” ed è conseguentemente legato al mangiare insieme. Questo concetto va quindi ad intrecciarsi strettamente con il termine “commensalità” stante per: colui che siede con altre persone attorno ad una medesima “mensa”. In questa accezione la “tavola” diviene luogo simbolico per eccellenza attorno alla quale […] genitori e figli, si incontrano quotidianamente per creare uno scambio relazionale, culturale”28 e generazionale. Il nostro caso di studio, nello specifico, prende come esempio la Cina, e conseguentemente a questa, la Convivialità cinese stessa. Possiamo dunque affermare intorno a questo concetto, che la mensa cinese presenta regole ferree e astratte, se viste da un punto di vista occidentale come lo è il nostro. In Oriente la tavola, la famiglia, sono estremamente rispettate e da questo ne deriva che la concezione di Famiglia e Convivialità, vengono vissute assai diversamente. La cultura cinese infatti, ruota attorno a un ideale di Collettività29, e vita vissuta insieme, in cooperazione, assai differente con quella opposta cultura, la nostra occidentale, la quale si rifà invece ad uno stile di vita individualista, anche e sop...


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