Tipologie degli edifici e caratteri distributivi PDF

Title Tipologie degli edifici e caratteri distributivi
Author susanna pandolfi
Course Progettazione dell'architettura
Institution Politecnico di Milano
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Summary

Susanna Pandolfi Caratteri distributivi e tipologia degli edifici Prof. Luigi Mario Lorenzo Spinelli Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle costruzioni A. 2018 - 2019 Indice 4. Tipo edilizio e forma urbana Palazzo Farnese a Roma Casa del Fascio di Como Il club Op...


Description

Susanna Pandolfi

Caratteri distributivi e ! tipologia degli edifici ! Prof. Luigi Mario Lorenzo Spinelli

Politecnico di Milano - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle costruzioni A.A. 2018 - 2019

Indice 4.

Tipo edilizio e forma urbana ! Palazzo Farnese a Roma Casa del Fascio di Como Il club Operaio La Palazzina Romana Morfologia urbana

11. La trasformazione dell’isolato urbano da Hausmann a Le Corbusier ! La Parigi di Haussmann 1853-1882! L’idea della garden city londinese 1905-1925! I piani di ampliamento di Amsterdam 1913-1934 La nuova Francoforte di Ernst May 1925-1930 L’isolato verticale di Le Corbusier

17. La casa al mare e la casa in montagna: tipo e invenzione ! Approccio tipologico Approccio culturale Approccio compositivo Approccio paesaggistico Approccio individuale

22. La Ferrara di Biagio Rossetti: “La prima città moderna 19 europea” ! 25. Tipo e linguaggio: architettura milanese del XX secolo ! La città che si rinnova Rapporto con la strada urbana Architetti razionalisti Dopoguerra e ricostruzione Edifici in altezza! Frammenti di città

33. Lo studio dei fenomeni urbani in Italia ! Saverio Muratori Gianfranco caniggia Carlo Aymonino Aldo Rossi

39. La ricerca e la partecipazione nel progetto ! La ricerca nel progetto: Vanna Venturi House! La partecipazione nel progetto: Giancarlo De Carlo e il Villaggio Matteotti a Terni

44. La sezione come generatrice del progetto ! Laboratorio del Salk Institute for Biological Studies, Louis Kahn, 1959-1965! Casa de Música, Porto, Rem Koolhaas, 1999-2005

48. La distribuzione orizzontale tra architettura e città ! Robin Hood Gardens a Londra, Alison + Peter Smithson, 1966-72 Upper lawn pavillon fonthill

54. Struttura e involucro: l’immagine architettonica ! Casa d’abitazione dell’ISM a Barcellona, Josè Antonio Coderch, 1952-55

58. Il rapporto con il contesto ! Florey Building al Queen’s College, Oxford James Stirling, 1966-71! Hexenhausa Bad Karlshafen, Alison + Peter Smithson, 1984-2000

63. Idea e metafora nel progetto di architettura ! Progetto per il Danteum, Roma,! Pietro Lingeri, Giuseppe Terragni, 1938-40! Nuova scuola moderna di architettura, Gio Ponti, 1954 Bagsvaerd Church, Copenhagen, Jørn Utzon, 1973-76 Stretto House, Dallas (Texas), Steven Holl, 1989-91 Jewish Museum, Berlino, Daniel Libeskind, 1989-99

19/09/18

TIPI EDILIZI E FORMA URBANA ! PALAZZO FARNESE, ROMA - 1514-1589 Attuale ambasciata di Francia, la costruzione è stata cominciata da papa Alessandro Farnese ed è stata caratterizzata da ampliamenti e numerose interruzioni dei lavori. Dopo la morte del progettista, i lavori vengono ripresi da Michelangelo Buonarroti che da alla facciata quegli elementi caratterizzanti che la mostrano come il palazzo importante che è nei confronti della città. Per la sua forma rigidamente geometrica (rapporto 1 a 3 tra altezza e larghezza), venne chiamato il “dado”, e fu inserito nella quadrilogia di palazzi importanti della città capitolina. La piazza innanzi all’edificio fu arredata con vasche molto grandi, ed era pensata per dare importanza alla facciata celebrando il palazzo e la sua famiglia. Il vestibolo d’ingresso è accompagnato su ogni lato da 6 colonne di granito rosso che lo dividono in tre navate coperte da una volta centrare a botte che conduce al cortile attorno al quale si organizzano gli ambienti. Sulla sinistra, una volta entrati, si trova uno scalone d’onore, che al suo primo pianerottolo trovava una tappa intermedia per arricchire il percorso, un cortile a cielo aperto nel quale furono poi collocati dei sarcofagi. Procedendo lungo lo scalone si giunge al salone di rappresentanza per le grandi occasioni, la galleria Farnese, decorata con affreschi dalla famiglia Carracci con temi mitologici (metamorfosi di Ovidio). Al piano superiore, attorno al cortile si trova un loggiato chiuso su una parte (quella opposta alla scala). Nel 1589, Alessandro Farnese II, fa chiudere la parte posteriore del palazzo disegnando la facciata sul retro con l’idea di collegare palazzo Farnese alla Farnesina, ossia villa Chigi, con un ponte che attraversava il Tevere. I resti di tale intenzione rimangono in un braccio sporgente oltre il perimetro del palazzo che attraversa via Giulia.

CASA DEL FASCIO, COMO - 1932-1936 Progettato da Giuseppe Terragni, personaggio innovativo in ambito architettonico, provocatorio e polemico. L’incarico di questo edificio gli arriva dal fratello Attilio, all’epoca podestà di Como. Il cantiere creò diversi 4  di 68

problemi, dai fondi al carattere dell’architetto, che vuole spingere le abilità tecniche allora non così sviluppate oltre il limite. Esso risulta dirompente in quanto dichiaratamente moderna all’interno di un contesto urbano nettamente differente. Terragni voleva ottenere profili il più sottile possibile per non appesantire l’edificio e giungere ad un’immagine il più perfetto possibile. Dopo la caduta del regime, fu chiamata «Casa del Popolo», poi «Palazzo Terragni», oggi è la caserma della guardia di finanza. Terragni spinge al limite la tecnologia per adattarsi al valore di Mussolini, il quale voleva che le case del fascio fossero trasparenti, affinché il popolo potesse guardarci dentro in ogni istante. Il rapporto tra la facciata è di 1:2, e il disegno dei quattro lati, pur usando sempre gli stessi elementi, è ogni volta differente. La piazza antistante doveva prevedere un ammassamento possibile di 100.000 persone, pensando al potere del regime, e l’edificio, seppur lineare, ha una volumetria concorrenziale con quella del duomo di Como; il suo cortile interno è in diretta relazione con la piazza, quasi essa fosse un suo ampliamento. Le stanze al piano terra, attorno al cortile, erano dedicate alle varie associazioni. Per passare dalla piazza al cortile, si ha un serramento di 18 porte apribili contemporaneamente per mettere in relazione diretta il dentro e il fuori. Si entrava cosi in una sorta di vestibolo col soffitto più basso e rivestito di cristallo nero riflettente che crea un senso di oppressione per poi aprirsi nuovamente al bianco luminoso dell’interno. Sulla destra si apre una scala con gradini inseriti a mensola nel muro e uno sbalzo di due metri (innovazione tecnica) con un parapetto in vetro curvato e le pareti caratterizzate dal vetrocemento, materiale usato per le costruzioni che dava un effetto non di trasparenza ma di luminosità. La sala del direttorio, dove si svolgevano le riunioni, era anch’essa “aperta” al pubblico con vetrate trasparenti, era il salone rappresentativo, decorato sul fondo com un bassorilievo astratto con l’immagine di Mussolini. Tutto l’edificio era caratterizzato da decorazioni in stile astratto. Il cortile interno era a tutta altezza, seppur chiuso in cima con un soffitto in vetrocemento, e attorno ad esso si sviluppavano ai vai piani ballatoi lungo cui si distribuiscono gli uffici. Lo spazio è concepito quindi come luogo assembleare dove tutti lavorano per un unico scopo. Nei primi schizzi di Terragni, tuttavia, non manca la relazione con ciò che sta intorno. Infatti in un disegno si nota sullo sfondo la montagna effettivamente presente alle spalle dell’edificio, quindi un riferimento visivo. Inizialmente era presente una torre, trasformata poi nella parte piena della facciata principale dell’edificio.

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Questi edifici, quindi, pur appartenendo a epoche storiche differenti, hanno numerosi aspetti caratterizzanti in comune, essi sono: • Vicende costruttive - palazzi che per la loro importanza e la loro storia sono passati sotto diversi vicissitudini • Facciata come immagine urbana che si relaziona alla città • Volume puro e proporzioni dimensionali • Ruolo della piazza come spazio antistante dal quale guardare la facciata • Dispositivo dell’ingresso • Ruolo e importanza della scala • Luogo di rappresentanza che parla attraverso decorazioni e processi artistici • Organizzazione attorno a una corte centrale • Relazioni esterne col contesto retrostante Ciò quindi definisce un tipo edilizio, ossia un’organizzazione classificatoria in cui vengono messi insieme diversi elementi per caratteristiche comuni. Nasce da esigenze di classificazione ordine del sapere. Esso può assumere quattro significati: 1.

Teorizzazione del termine

“La parola «tipo» non presenta tanto l’immagine di una cosa da copiarsi o da imitarsi perfettamente, quanto l’idea di un elemento che deve egli stesso servire di regola al modello ...! Il modello ... è un oggetto che si deve ripeter tal qual è; il tipo è, per lo contrario, un oggetto secondo il quale ognuno può concepire delle opere che non si rassomiglieranno punto tra loro.! Tutto è preciso e dato nel modello, tutto è più o meno vago nel tipo”. -Quatremère de Quincy

Il tipo non si può spezzare in sottotipi, è una costante. Il modello invece è l’applicazione pratica del tipo destinata alla produzione di oggetti in serie. Il tipo è quello del palazzo con cortile quadrato e ingresso carico di significato, il modello invece è palazzo Farnese o la casa del fascio. 2.

Termine sottinteso in altre definizioni (mai citato ma usato)

Sono sinonimi della parola tipo che ne contengono implicitamente il significato. Vengono usati da Vitruvio, il quale, nel momento in cui raccoglie i vari templi classificandoli (modelli), costituisce un tipo edilizio senza volerlo, da Leon Battista Alberti, che, spiegando le costruzioni, da delle classificazioni di forme e risultati diverse degli elementi architettonici, e poi ancora da altri teorici e trattatisti quali il Filarete, Francesco di Giorgio Martini, l’abate Laugier e Eugène-Emmanuel Violletle-Duc. 3.

Descrizione illustrata nei trattati di architettura

Confrontando piante simili tra loro, si mostra come anche se l’organizzazione è diversa, gli elementi caratteristici, quindi belli che definiscono il tipo, siano sempre gli stessi, e danno luogo a soluzioni che di fatto sono simili. I trattatisti quindi non scrivono, ma definiscono il tipo edilizio tramite illustrazioni. Durand usa il termine genere e non tipo, ma riflette sull’utilità di tale concetto, sia per uno storico dell’architettura che per un progettista. Nelle sue tavole gli edifici vengono organizzati per la 6  di 68

copertura, per l’utilizzo di uno stesso modulo in pianta e in alzato. Lui dice che c’è una tipologia analitica, quella consacrata di cui si occupa lo storico dell’arte studiandola e analizzandone lo sviluppo, e poi una generativa, usata dall’architetto che riconosce elementi comuni che lo posso aiutare nel progetto. 4.

Evidenza fornita dalle opere di architettura É quella data dall’esperienza e dall’uso. L’uomo utilizza l’esperienza della risoluzione di problemi analoghi, la codificazione di nozioni acquisite nel tempo.! Ogni gruppo coerente di opere di architettura, i templi greci, le cattedrali gotiche, le ville palladiane, i passage ottocenteschi, le case d’artista, sono manifestazioni tangibili della nozione di tipo. Il tipo edilizio può essere condizionato dal luogo o dai materiali a disposizione, si sedimenta a seguito di modelli che lo hanno confermato, diventando quindi il risultato di una catena di eventi.

IL CLUB OPERAIO ! Club Rusakov, 1927-1929! • Gallerie che possono diventare un unica sala oppure rimanere divise con pannelli mobili • Disposizione su una strada importante perché si possano ammirare i volumi delle gallerie da fuori • Teatro e vita sociale si legano in maniera molto forte Club Kaučuk, 1927-1929! • Forma geometrica • Elemento staccato con le biglietterie • Sistema di copertura complesso per far entrare la luce al centro del teatro • Il palcoscenico, alzandosi o abbassandosi, cambiava la capienza del teatro, comprimendo o dilatando lo spazio Club Svoboda, 1927-1929 poi Gor’kij! • Elemento cilindrico con un porticato sotto - ispirato ad un vagone con l’acqua che esce • Parete a ghigliottina che poteva dividere grande sala in due • Grandi scalinate esterne • Immagine forte nella città • Ricorso alla meccanica per la flessibilità 7  di 68

Club Frunze, 1927! • Sale a quote diverse che confluisco verso una unica centrale • Volume fortemente aggettante sulla città concepito quasi come un pannello pubblicitario • I pavimenti potevano essere alzati e si trovavano delle vasche che se riempite potevano diventare piscine Club Burevesnik, 1929-1930! • Immagine volumetrica affidata alla torre • Divisione in piccoli uffici con pareti mobili • Doppio fondo della sala centrale peer trasformarla in piscina

LA PALAZZINA ROMANA: “Palazzina”: termine in uso dal Rinascimento come vezzeggiativo, padiglioni all’interno dei parchi, riparo durante le feste e le partite di caccia. Nel 1909 l’architetto Sanjust stabilisce un piano regolatore, e nel 1920 la zona a “villini” si trasforma nel termine “palazzine”, edifici che devono rispettare determinati vincoli normativi:! - fronte di 25 metri! - altezza di 17 metri (5 piani)! - piano terreno o rialzato + 3 piani + attico! - soluzione architettonica di tutti i prospetti Si tratta quindi di un tipo edilizio nato a tavolino per consentire un maggiore sfruttamento delle aree, aumento della volumetria nascosto dietro le norme, che da transitorie diventeranno poi definitive. Non si ha quindi il lento consolidamento di un tipo nato per risolvere esigenze funzionali e pratiche, ma una creazione improvvisa ex novo che influenzerà notevolmente la forma del tessuto urbano. ! Palazzina Furmanik, 1935-42!

L’idea era quella di fare due palazzine simmetriche, disassate per accompagnare la curva del Tevere. Le due palazzine dovevano sottolinea questa percorrenza del Lungo Tevere, con un prospetto con una forte orizzontalità caratterizzato da pieni e vuoti dei balconi. La facciata era inoltre trasformabile con schermi griglie mobili. Palazzina per la cooperativa Astrea, 1947-50! L’organismo è dettato dall’esposizione, protezione e apertura in direzioni diverse a seconda della vista, della funzione della stanza, e dell’idea di intimità rispetto alla strada o alle viste degli altri appartamenti. Il basamento stacca il volume dal suolo.

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Palazzina Girasole, 1947 -50 Relazione con l’intorno, di tipo organico, sviluppo del fronte oltre la dimensione del corpo di fabbrica. Si chiama girasole perché le stanze si aprono per cercare più luce e più aria.

MORFOLOGIA URBANA: La città si può leggere guardandone la forma, data o dalla ripetizione di tipi edilizi, oppure da ciò che vi era prima, la cui forma è seguita dai nuovi isolati (Piazza Navona a Roma che origina da un circo romano, la piazza di Lucca, il cui perimetro segue quello di un antico anfiteatro…). In alcuni casi è la ripetizione del tipo edilizio a dettare la forma urbana, come nella palazzina romana, altre volte, invece, come nel piano di Cerdà per Barcellona, l’impianto urbanistico va a definire un nuovo tipo edilizio che sorge nei lotti designati, dove le variazioni possono essere nella peculiarità del. Lotto d’angolo, che pero mantiene sempre le stesse caratteristiche di base. La morfologia urbana: • Analizza la storia della forma della città ! Cioè confronta continuamente nella storia l’idea di città e la città realizzata, analizza il grado di persistenza della città preesistente rispetto alla sua formazione. • Studia i modi e gli elementi della forma! Analizza un determinato periodo storico e la variazione dei suoi elementi, i modi e gli strumenti con i quali si è realizzata la città. • Individua le leggi di formazione e di aggregazione! Nello specifico quelle dei tipi urbani fondamentali, la loro struttura figurale, la loro organizzazione dello spazio.

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26/09/18

5 MODELLI DI ORGANIZZAZIONE DELLA CITTà: che lavorano sulla forma dell’isolato

La trasformazione dell’isolato urbano da Hausmann a Le Corbusier! LA PARIGI DI HAUSMANN, 1853-82 Intervento che si sovrappone a una struttura urbana consolidata di una città storica. Napoleone III incarica direttamente Eugène Hausmann, commissario prefettizio, di rendere la capitale di un potenziale grande impero più rappresentativa del potere e dell’ordine: Gli venne data massima autonomia di intervenire dal punto di vista edilizio (e di conseguenza sociale e amministrativo). L’intervento consiste in assi viari tracciati per incontrarsi creando una rete che non sempre salda i suoi segmenti, ma che si innesta sulla precedenza rendendola più funzionante e coerente; in altri punti, invece, modifica i collegamenti di alcuni spazi già esistenti (ex. Piazza della Bastiglia). I grandi lavori sono sostanzialmente tre: - Arco est-ovest che collega le due rotonde nuove - Altro arco est-ovest che parte dal ponte di Place de la Concorde e diventa il Boulevard di Saint Germain - Bisettrice nord-sud che collega i due poli del sistema verticale Vengono poi sistemati parchi, la Place de la Madeleine, il teatro dell’opera e altri posti La città era igienicamente non adeguata e con una struttura edilizia vecchia e da ammodernare; essa andava modernizzata e attrezzata con servizi della città borghese (macelli, stazioni, ospedali…). Ciò comporterà lo sventramento di grandi isolati e demolizioni ingenti con tagli che non si fermano davanti a ciò che incontrano. Il pretesto delle città igienica si manifesta nella forma del Boulevard, un tipo edilizio urbanistico, un viale alberato con una sezione molto ampia che può contenere nel sottosuolo i servizi (fognature, condutture elettriche…), è sempre definito da edifici importanti e con un certo decoro sui due lati. Sotto questa maschera si cela un affare capitalista che si basa sui palazzi nuovi con una tipologia piuttosto standard. Un basamento, un’attività commerciale con un mezzanino, un piano nobile e gli altri alloggi borghesi sopra. La stratificazione sociale diventa verticale, salendo i piani si scende di livello. Dopo tale operazione, si avranno il 40% di residenti in meno nel centro, perché la parte della società che non sia borghese venga costretta a trasferirsi nelle periferie. I nuovi interventi tagliano i grandi isolati quadrangolari e ne creano altri ridotti con geometrie complicate triangolari. La vita della città si riversa completamente all’interno delle strade. I nuovi isolati creando due facce diverse, una verso l’esterno, che uniforma la cortina edilizia, e uno verso l’interno, dove si crea un cortile comune a diversi lotti di varie proprietà. Profonda trasformazione, prima non ha forma, casuale. Napoleone III incarica Hussman per intervenire sulla città, non solo sulla morfologia e sulle strutture (urbanistica), ma anche su livello sociale e politico, totale libertà. 10  di 68

3 gradi interventi di collegamento, due tratti orizzontali e uno verticale. il tipo edilizio Boulevard: asse di connessione attrezzato sottostante (fognature, servizi) con grandi viali con lateralmente alberature. Nello stile del Boulevard nelle abitazioni ce una stratificazione sociale, più il piano è basso più classe sociale è alta. L’alta borghesia sta sulla strada, mano a mano che si sale la classe sociale diminuisce. Dall’esterno si può vedere come nell’alta borghesia ci sono dei grandi balconi con grandi finestrate, mentre in alto è più spoglio, oltre al fatto che più si va in alto più le stanze sono piccole (si può vedere dalla sezione verticale dell’edificio). Da isolati quadrangolari a isolati triangolari. I nuovi edifici in stile Boulevard dovranno innestarsi e collegarsi con i vecchi edifici e dovranno essere progettati e disegnati in modo tale da creare gli edifici triangolari Tra gli edifici è presente un cortile interno, le facciate esterne ed interne sono molto differenti è la strada che comanda la geometria, gli edifici si formano morfologicamente seguendo le strade, creando così isolati triangolari. I lotti sono tutti uno diverso dall’altro a causa della forma triangolare dell’isolato, sulla punta sarà presente un lotto con solo un edificio, mentre sul cateto sarà presente un lotto più grande con edifici più grandi e suddivisi. Il cortile interno comune è suddiviso da muretti arredati da elementi urbani come delle fontane per suddividere in cortili privati più piccoli. ...


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