Tratta degli esseri umani tesina PDF

Title Tratta degli esseri umani tesina
Author Nida Rehman
Course Sociologia e Criminologia
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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26/03/2019

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LA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI UNA SCHIVITÙ MODERNA

REHMAN NIDA | SOCIOLOGIA E CRIMINOLOGIA | N’ MATRICOLA 3165429

INTRODUZIONE La tratta di esseri umani è definita come "il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'accoglienza e l'ospitalità di persone, dietro minaccia di ricorso o ricorso alla forza o ad altre forme di costrizione, o tramite rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di una posizione di vulnerabilità, o dietro pagamento o riscossione di somme di denaro o di altri vantaggi per ottenere il consenso di una persona esercitando su di essa la propria autorità, a scopo di sfruttamento. Lo sfruttamento include, senza pretesa di esaustività, lo sfruttamento della prostituzione di terzi e altre forme di sfruttamento sessuale, i lavori o servizi forzati, la schiavitù o pratiche simili alla schiavitù, la servitù o l'espianto di organi. Il consenso di una vittima della tratta di persone allo sfruttamento è irrilevante nei casi in cui qualsivoglia dei mezzi usati di cui sopra è stato utilizzato" ii. La tratta di persone avviene senza il consenso degli individui oggetto della stessa ed è finalizzata non al trasporto in un altro Stato, ma bensì al loro sfruttamento. In Italia la tratta di persone è un delitto contro la personalità individuale punito ai sensi dell'articolo 601 del codice penale.

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LA MOBILITÀ DEL MALE STORIA Nel mondo ci sono 40,3 milioni di persone vittime di “ schiavitù moderna“. E solo negli ultimi 5 anni 89 milioni di esseri umani hanno subito esperienze di schiavismo, per periodi variabili da pochi giorni fino all’intero quinquennio. A dirlo sono l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e la Walk Free Foundation, che includono in questo mondo di diritti violati e soprusi i matrimoni forzati e il lavoro forzato.iii Parlando di schiavitù possiamo di che una sua qualsiasi forma può essere fatta risalire a una forma primitiva di società. Dove i popoli sottoponevano a schiavitù gli sconfitti di guerra e li sottoponevano a lavori nei campi o servizi domestici o a qualche lavoro a sfruttamento economico. Ciò possiamo vedere per prima con l’Impero Romano. Durante le varie epoche ci sono le varie forme di schiavitù sia essa con il colonialismo americano o delle indie orientali. Sebbene già nel diritto romano esistessero delle modalità di affrancamento dalla schiavitù, e per quanto il cristianesimo abbia rappresentato una tappa fondamentale per tale movimento di liberazione, l'idea della libertà intesa come diritto naturale venne affermata solo nel XVIII secolo grazie ai contributi teorici di John Locke, Wesley e Jean-Jacques Voltaireiv.

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Qualche innovazione avvenne con l’Illuminismo, ma vediamo forme di liberazione dalla schiavitù nel Novecento, anno dell’abolizione della tratta degli esseri umani ovvero della schiavitù moderna. Nel 1948 in seguito alla Dichiarazione universale dei diritti umani, la schiavitù così come la tratta di esseri umani, furono banditi in tutto il mondo. L'idea di un definitivo affrancamento da qualsiasi forma di schiavitù, tuttavia, abbisogna ancora di molti sforzi prima di essere raggiunta. Il medesimo documento afferma: «nessuno può essere sottoposto in stato di schiavitù o servitù; il commercio di schiavi deve essere proibito in tutte le sue manifestazioni» v.

LE VARIE FORME DI TRATTA Il traffico di esseri umani (human trafficking) si distingue dal favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (migrants smuggling), mirante a ottenere un beneficio dal trasporto e ingresso illegale di una persona in un altro Stato, mentre la tratta di esseri umani ricorre a metodi coercitivi o ingannevoli e mantiene le vittime in una condizione di schiavitù. In secondo luogo, la tratta di esseri umani non è legata solo al loro sfruttamento sessuale, ma comprende sfruttamento del lavoro, vessazioni domestiche, ricatti e violenze di ogni sorta. Essa coinvolge diverse figure, aventi un diverso grado di responsabilità: - il trafficante - lo sfruttatore

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- la vittima

Ma non sempre è agevole distinguere il livello di responsabilità di ciascuna delle tre figure. Infatti, un individuo può, a sua insaputa, diventare trafficante (quando, per es., aiuta un connazionale in un paese straniero a trovare persone disponibili a migrare per rispondere all'offerta di un lavoro); una vittima può diventare a sua volta trafficante o sfruttatore, e gli sfruttatori possono esserlo inconsapevolmente (come, per es., nel caso dei clienti di prostitute che senza saperlo si imbattono in una vittima di tratta). La tratta di esseri umani provoca un danno, oltre che alla persona coinvolta, anche a tutta la comunità di appartenenza. È un fenomeno legato alle migrazioni: dietro ogni progetto migratorio vi sono aspettative e speranze individuali e collettive (della famiglia, della sua comunità ecc.). La tratta di esseri umani non è legata solo al loro sfruttamento sessuale, ma comprende sfruttamento del lavoro, vessazioni domestiche, ricatti e violenze di ogni sorta. Ciò precisato, resta vero che in Italia la riduzione in schiavitù a fini di sfruttamento della prostituzione costituisce l'espressione statisticamente più massiccia della tratta. La tratta di esseri umani a scopo di traffico di organi per trapianti illegali è una forma particolare di person trafficking che rientra nella più ampia casistica della tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento e/o alla riduzione in schiavitù o in servitù.

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LA MIGRAZIONE E LA TRATTA DI ESSERI UMANI: UN LEGAME INESTRICABILE Nel 2015 FRONTEX, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, ha registrato oltre 1,8 milioni di ingressi illegali, associati a circa un milione di persone – più di 4,5 volte il numero totale di arrivi nel 2014, secondo quanto affermato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). Troppo spesso in tempi di crisi emergono speculatori senza scrupoli che cercano di approfittare della miseria e della vulnerabilità di altri. I trafficanti di esseri umani sfruttano persone che sono alla disperata ricerca di sicurezza e di opportunità, soggiogandole con minacce e menzogne. Le donne e i bambini sono particolarmente esposti a rischi di coercizione, dovendo acconsentire alle richieste di chi promette loro un passaggio sicuro verso una vita migliore. Per molti, i termini “traffico di clandestini” e “tratta di esseri umani” sono diventati semplicemente intercambiabili, risultando in una visione indifferenziata dei due fenomeni. Eppure, si tratta di due reati distinti. Il traffico di clandestini comporta sempre l’attraversamento di una frontiera internazionale e il pagamento volontario, almeno in linea di principio, di un trafficante per entrare in un altro Stato. Europol stima che oltre il novanta per cento dei più di un milione di migranti entrati irregolarmente in Europa lo scorso anno si è avvalso dell’aiuto di oltre 40.000 persone operanti nell’ambito di reti più o meno criminali. Fornendo prestazioni che vanno PAGINA 6

dalla falsificazione di documenti alla corruzione di pubblici ufficiali, le reti criminali coinvolte nel traffico di migranti hanno avuto nel 2015 un giro d’affari stimato da Europol fra i 3 e i 6 miliardi di euro. La tratta di esseri umani è pertanto chiaramente una palese violazione dei diritti dell’uomo e della dignità umana. Contrariamente al traffico di esseri umani, la tratta può anche avvenire entro i confini nazionali. vi

LE DONNE SONO LE PRIME VITTIME

20/02/2017 – VoxEurop

“Lo sfruttamento sessuale è il destino più comune che attende le donne coinvolte nel traffico di esseri umani nei Paesi dell'Ue. E la diversità di leggi e trattamenti non aiuta a combattere questa piaga.” vii

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Lo sfruttamento sessuale sarebbe alla base del 67 per cento dei casi, ciò va aggiunto che la maggior parte delle vittime identificate e i presunti trafficanti di esseri umani dell'Ue sarebbero cittadini dell'Unione. I Paesi più colpiti dal traffico di esseri umani nell'Ue sarebbero la Romania, la Bulgaria, i Paesi Bassi, l'Ungheria e la Polonia. Secondo un rapporto commissionato dal Parlamento europeo, la maggioranza delle prostitute in Europa sono immigrate e una su sette è vittima della tratta, in base alle stime più prudenziali, percentuali fra il 60 per cento e il 90 per cento. "Gli studi confermano una relazione diretta fra la liberalizzazione del mercato della prostituzione e un incremento del traffico di esseri umani dedicato allo sfruttamento sessuale, e questa liberalizzazione non facilita l'applicazione della legge nella lotta al fenomeno. Gli Stati membri applicano alla prostituzione regimi differenti, classificabili in base all'approccio abolizionista o regolazionista. Il problema dello sfruttamento sessuale e della prostituzione è affrontato secondo ottiche molto diverse nell'Ue, passando dall'approccio regolatore praticato dalla Germania e dai Paesi Bassi, che secondo lo studio "aumenta il flusso della tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale", per arrivare all'approccio abolizionista, come nel caso della Svezia, l'unico Paese che, penalizzando i clienti delle prostitute, "sembra aver ridotto in maniera efficace la domanda e aver trovato un deterrente per i trafficanti" di esseri umani.viii

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CRIMINALISTICA Al 2003, secondo l'ONU solo il numero dei bambini trafficati ogni anno nel mondo si aggirerebbe intorno ad 1,2 milioni di individui; i dati Unicef denunciano che un milione di bambini entrano nel giro della prostituzione ogni anno; oltre l'80 per cento della tratta di esseri umani provenienti dall'Albania consiste in ragazze minorenni; circa 200 000 bambini vengono trafficati ogni anno nell'Africa Occidentale e centrale; circa un terzo della tratta globale di donne e bambini avviene all'interno dell'Asia sud orientale. La tratta non è solo un lucro redditizio per molti soggetti senza scrupoli, ma è identificato come l'attività criminale più ricercata del mondo, seconda al commercio e spaccio di droga. Si stima che nel 2004, il totale di introiti derivanti dalla tratta di esseri umani ammontava tra un minimo di cinque ed un massimo di nove miliardi di dollari con punte di 31.6 miliardi raggiunte nel 2005.ix Nel 2008 le Nazioni Unite hanno registrato approssimativamente 2,5 milioni di persone provenienti da 127 diversi paesi che sono state coinvolte nella tratta.

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LOTTA ALLA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI

Prevenzione, perseguimento penale, protezione e partenariati: questa la strategia adottata dall’OSCE per contrastare la tratta di esseri umani partendo da un approccio incentrato sui diritti umani e sulle vittime. (OSCE)x

La tratta di esseri umani interessa di fatto tutti gli Stati dell’OSCE, sia come Paesi di origine sia come Paesi di destinazione. Tale moderna forma di schiavitù è un affronto alla dignità umana e spesso ricorre al terrorismo psicologico e alla violenza fisica. La problematica della tratta attiene alla sfera dei diritti umani e dello stato di diritto, dell’applicazione della legge e del contrasto al crimine, della disuguaglianza e della discriminazione, della corruzione, del disagio economico e della migrazione.

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In quanto tale, la tratta di esseri umani interessa praticamente tutti gli Stati partecipanti dell’OSCE in quanto Paesi d’origine, di transito o di destinazione. Tale forma di schiavitù moderna è un affronto alla dignità umana e spesso ricorre al terrorismo psicologico e alla violenza fisica. L’OSCE affronta molte delle tematiche attinenti la tratta di esseri umani: diritti umani e stato di diritto; corruzione e contrasto al crimine; discriminazione e disuguaglianze; politiche economiche, occupazionali e migratorie.

Nel 2003, l’Organizzazione ha istituito l’Ufficio del Rappresentante speciale e Coordinatore per la lotta alla tratta di esseri umani per assistere gli Stati partecipanti a elaborare ed attuare efficaci politiche antitratta. L’Ufficio del Rappresentante speciale promuove la tutela delle vittime attraverso un approccio imperniato sulla loro protezione e sui diritti umani. Il Piano di azione dell’OSCE per la lotta alla tratta di esseri umani fissa un quadro di riferimento a sostegno delle attività antitratta degli Stati partecipanti. Tale piano contiene raccomandazioni fondamentali, le cosiddette “3 P”, per le iniziative a livello nazionale: ▪

prevenzione, compresa la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e l’analisi delle radici profonde del fenomeno;



perseguimento penale, con indagini e cooperazione con le forze dell’ordine internazionali; e



protezione dei diritti delle vittime, compreso il diritto all’assistenza e al risarcimento.

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Nel 2013, l’OSCE ha aggiunto una quarta “P” – un capitolo sui partenariati – rimarcando la necessità di accrescere la cooperazione con le organizzazioni internazionali ed altri partner, anche nell’ambito dell’applicazione della legge, con i Meccanismi nazionali di riferimento (NRM) e con l’azione congiunta tra istituzioni pubbliche e settore privato. Alcune operazioni sul terreno dell’OSCE concorrono a rafforzare le capacità delle autorità nazionali e locali, così pure come delle organizzazioni della società civile, di prevenzione e di lotta alla tratta di esseri umani, di perseguimento penale e di assistenza alle vittime. Esse organizzano seminari e corsi di formazione, anche per le forze di polizia, le guardie di frontiera, i giudici, i pubblici ministeri, gli avvocati, gli assistenti sociali, i leader religiosi, i mezzi d’informazione; sondaggi e studi; e campagne d’informazione per l’opinione pubblica. xi Il fenomeno così complesso non può che trovare una soluzione concertata e condivisa ad ogni livello, al fine di favorire il contatto tra la vittima e tutti quei soggetti deputati all’assistenza; il Dipartimento per i Diritti e per le pari opportunità ha previsto un numero Verde antitratta. Si tratta di uno snodo importante della rete cittadina di protezione sociale alle vittime di sfruttamento. Per i compiti che assolve, infatti, il Numero verde entra in contatto con diversi attori sociali: in primo luogo con le persone che richiedono aiuto e intendono uscire dai circuiti di sfruttamento, in secondo luogo con gli operatori dei servizi sociali, con i rappresentanti delle Forze dell’ordine, con i gruppi di clienti che richiedono informazioni su varie tematiche (sovente in nome della persona trafficata) e con i cittadini che

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vivono nelle aree di insistenza della prostituzione.

Il Servizio NUMERO VERDE 800 290 290 avviato alla fine del luglio 2000 si compone di una postazione centrale (con personale attivo giorno e notte) e di 14 postazioni locali dislocate in diverse macro-aree a carattere regionale, ed interregionale, dove sono attivi contestualmente i progetti di protezione sociale.

PROSPETTIVE ALLA LOTTA CONTRO LA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI «malgrado la crescente attenzione per il flagello della tratta di esseri umani, ogni anno milioni di persone in tutto il mondo continuano ad essere rese vittime dalla tratta per sfruttamento economico o sessuale e per altre forme di schiavitù o assimilabili ad essa, in violazione dei loro diritti umani fondamentali»xii

Sia il dibattito sulla tratta che sui trafficanti hanno subito diverse critiche dagli accademici e dai giornalisti su almeno tre temi: metodologia, terminologia e politiche da adottare. Problemi metodologici Nonostante la notevole quantità di provvedimenti legislativi, resta comunque sconfortante l'inadeguatezza delle organizzazioni internazionali a delineare almeno per grandi numeri le proporzioni - certo ingentissime del fenomeno. Ad oggi non si dispone di dati precisi ed univoci sul mercato nero degli esseri umani destinati allo sfruttamento sessuale e non, poiché le stime eseguite dalle Organizzazioni non governative e dalle Nazioni

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Unite non offrono valori concordanti. Molti attribuiscono la causa del problema all'impossibilità di riprodurre statistiche significative. Problemi terminologici

Secondo alcuni accademici, il concetto di tratta di esseri umani è oscuro e fuorviante. In particolare, è stato detto che mentre la tratta di esseri umani è vista come un crimine monolitico, in realtà può trattarsi di un atto di immigrazione clandestina che coinvolge diverse condotte talvolta illegali talvolta legali. Laura Agustin afferma che non tutto ciò che può sembrare coercitivo è considerato tale dal migrante: «Gli aspiranti viaggiatori sono adescati dagli intermediari che vendono informazioni, servizi e documenti. Quando i viaggiatori non possono permettersi di comprare questi biglietti a titolo definitivo, contraggono un debito»xiii

Altri affermano che mentre tali debiti possono indurre in condizioni estreme, solitamente intervengono su base volontaria. I critici dell'attuale approccio alla tratta dicono che molta della violenza e dello sfruttamento subiti dai migranti illegali derivano proprio dal fatto che la loro immigrazione e il loro lavoro sono illegali e non primariamente da presunte malvagie reti di trafficanti. Altri credono che tutto il discorso sulla tratta può essere dannoso agli interessi dei migranti in quanto nega loro capacità d'azione e depoliticizza il dibattito sull'immigrazione. Problemi etici La tratta non è adeguatamente combattuta a causa degli enormi interessi economici coinvolti che non tengono in considerazione la dignità e l'integrità della persona.

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BIBLIO BIBLIOGR GR GRAFIA AFIA i

Dal disegno di Piobicchi sulla Tratta degli esseri umani.

ii

Definizione data dall’art. 3 del” Protocollo delle Nazioni Unite contro la tratta

delle persone” del dicembre 2000, aggiuntivo alla “Convenzione delle Nazioni Unite della Criminalità Organizzata Transnazionale” (2000). iii

Dall’articolo di Francesco Floris 8 febbraio 2018.

iv

Da Wikipedia: “Tratta degli esseri umani”.

v

Da Wikipedia: “Tratta degli esseri umani”.

vi

Dall’articolo di Madina Jarbussynova che è Rappresentante speciale e

Coordinatore per la lotta alla tratta di esseri umani. vii

Dall’articolo di Sergio Cebriàn per VoxEurop del 20 febbraio del 2017.

viii

Dall’articolo di Sergio Cebriàn per VoxEurop del 20 febbraio del 2017.

ix

Da Wikipedia: “Tratta degli esseri umani”.

x

https://www.osce.org/it/Combating-human-trafficking

xi

https://www.osce.org/it/Combating-human-trafficking

xii

(Risoluzione dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE adottata a Parigi il 10

luglio 2001) xiii

Affermazione data da Laura Agustin

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