Verga, Pellini PDF

Title Verga, Pellini
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Siena
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Sintesi libro Pierluigi Pellini Verga...


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Verga CAPITOLO 1 Ispirato da amore di patria e gusto per la narrativa -> Amore e Patria -> ambientato ai tempi della rivoluzione americana -> frutto di ispirazione libresca -> giudizio negativo -> mette da parte le ambizione letterarie -> inizia giurisprudenza. Carbonari della montagna -> ambientato nel meridione d’Italia (Calabria) -> primi 10 anni dell’800 -> insurrezioni contro il regno napoleonico di Murat. Il protagonista Corrado ha sentimenti antifascisti ispirati alle recentissime ambiguità di napoleone III e della delusione di Villafranca più che dai tradimenti di Napoleone I -> anacronismo. Per verga l’impegno risorgimentale non è topos letterario semplice ma convinzione sincera -> si arruola, milita nel partito governativo favorevole alla cacciata dei Borbone e all’unificazione italiana, si oppone a ogni rivoluzione sul piano sociale/istituzionale. Non va tralasciata l’esperienza giornalistica di verga: il suo 3 romanzo sulle lagune esce in appendice su un giornale filo-garibaldino ed è attivo sulla scena politica catanese. L’attività di narratore è coerente con quella del giornalista politico, le passioni amorose dei suoi personaggio sono inscindibili da quelle politiche. La sua formazione è in ritardo di una generazione: mentre Baudelaire e Flaubert segnano una scolta post-romantica e moderna, Verga scrive amore e patria e avrà consapevolezza di tale svolta solo negli anni 70. 2 e 3 romanzo —> presenta aspetti diacritici, scambi epistolari -> limitano la presenza del narratore esterno lasciando presagire le preoccupazioni del Verga maggiore. Prima della grande narrativa realista Verga lavora con materia di riporto CAPITOLO 2 Nella vita di Verga le svolte più importanti sono legate al viaggio -> la distanza gli consente u no sguardo critico disincantato sulla formazione intellettuale e sulla terra d’origine. Dopo la morte del padre dente sempre con maggior impellenza il bisogno di staccare dall’ambiente catanese per cercare fortuna nei centri intellettuali d’Italia. Il primo viaggio risulta a Firenze, capitale della recente Italia -> soggiorno breve, ha accentuato il desiderio di tornarci per più tempo. Una peccatrice -> primo romanzo mondano pubblicato a Torino a spese dell’autore -> narrazione sopra le righe con suggestioni autobiografiche. Frine -> nasce dopo una peccatrice come suo seguito -> stessi ambienti mondani, analoghe ambientazioni erotiche e artistiche ma stesura tormentata -> il libro esce poi in una versione molto lontana -> Eva. Quando ottiene un finanziamento della madre per andare in Toscana conosce Capuana -> ruolo importante per la sua formazione e per l’elaborazione della poetica verista , gli consiglia letture come Madame Bovary. Storia di una capinera -> sistemanti ritorno ad un forma epistolare -> duplice lettura: politico sociale : denuncia dell’archetipo manzoniano (monacazione forzata) senza approfondimento spirituale; Psicologico-intimista della intenzioni dell’autore. L’adozione sistematica di una forma monologante epistolare contente per la prima volta una certa distanza fra autore e personaggio lasciando una spazio preponderante alle fantasticheria della ragazza. Il tratto profondamente radicato nell’immaginario verghiamo è quello accordato alla purezza del sentimento della donna. CAPITOLO 3 I primo riconoscimenti non appagano la sua inquietudine esistenziale e intellettuale. Milano -> menta di un nuovo e più lungo viario di formazione; viene introdotto nei salotti più influenti entrando in contatto con la sensibilità scapigliata che sembra aprirsi un modello espressivo capace di dare forma letteraria alle sue ansie impazienti e alle sue frustrazioni -> in questo contesto Eva -> racconta il fallimento di una formazione artistica e

sperimentale. Se la febbre dei piaceri romantica travolge ogni valore, il compito dei una letteratura di denuncia sarà quello di essere vera mettendo le classi privilegiate a conoscenza dei dolori sconosciuti di chi perde. Atteggiamento ambiguo verso i lussi delle classi superiori -> li condanna veemenza tanto maggiore quanto più ha desiderato di essere accolto in sento al bel mondo. La fredda analisi psicologia di Eros potrebbe sembrare un passo indietro rispetto alla centralità della brama di piaceri e denaro in Eva. L’enfatica rappresentazione di una femme fatale capricciosa e felina in Tigre reale sembra un regresso a un romanticismo scadente. Eros -> importante per la veste linguistica mentre dal punto di vista tematico si presenta come stanca riproposizione di consueti dilemmi sentimentali -> più che libro della passione Eros è anatomia di un’incapacità di amare. Per la prima volta nella serie mondana il narratore non è direttamente coinvolto nella vicenda -> mesi che coincidono con la ricerca di una narrazione impersonale. Eros -> romanzo dell’esaurimento di un tema e di una poetica; le idee estetiche di verga sono rivelate anche dalla lettera a Capuana dove scrive di Madame Bovary dicendo che il romanzo è bello per la gente del mestiere, ostico per il lettore comune. Verga dà per consumata la frattura fra lettore colto e pubblico del romanzo d’appendice. Sembra consapevole della distinzione mondana tra letteratura alta e letteratura di consumo che si instaura intorno al 1848. La sua posizione personale è ambigua, ha costruito il suo successo di romanzieri mondano sui gusti del pubblico borghese soprattutto femminile ma non ha mai rinunciato ad un’ambizione letteraria alta -> ancora restio a rinunciare al mito romanzo di una grande letteratura che si formerebbe popolare -> ispirata dal popolo e scritta per il popolo. A dispetto delle apparenze le passioni descritte in Madame Bovary non sono romantiche -> bensì legate alla contingenza intermittente delle sensazioni non all’immutabile profondità del sentimento. Verga quando contrappone un realismo positivo o uno negativo dei senso è in accordo con le moderate posizioni dell’ambiente fiorentino che risentiva dell’influenza di de Sanctis -> rappresentazione della realtà che deve essere mediata da una prospettiva superiore; è necessario contemperare le sfere di influenza della fisiologia e della psicologia dei sensi e dei sentimenti, del mondo materiale e spirituale negando ogni identificazione tra i due poli, assunto di base del naturalismo. Madame Bovary -> giudizio positivo: resa dei particolari descrittivi (dettagli) e stile; obiettivo polemico: architettura complessiva della narrazione direttamente legata al contenuto ideologico debitore del pensiero Francesco scettico. Il romanzo impersonale corre il rischio di immoralità, perché rifiuta di gerarchizzare personaggi, passioni e comportamenti. La stroncatura verghiana comprende lucidamente che le vere ragioni del rifiuto sono da ricercare nei problemi narratici della (in)coerenza del personaggio e dell’impossibile identificazione. La sua reazione a Madame Bovary mostra che Verga non vuole rinunciare né a blandire il pubblico borghese né a far pesare nei testi l’ideologia dell’autore, né alimentare le mitologie romantiche della coerenza di personaggi capaci di suscitare l’identificazione simpatetica del lettore. Nedda -> genere: da psicologico a rusticale; tema: da salotti del continente a campagne siciliane -> mutamento ->. Non è messa in discussione la preminenza di un narratore superiore, giudicante che accentua la distanza nei confronti dell’universo narrato. Lingua più aderente al parlato ma anche in alcuni punti stilizzata e tradizionale. Modello -> Manzoni -> toscanismo in bocca a Nedda più allusione alla notte di Renzo sull’Adda. Fin dall’incipit -> soggettività del narratore borghese. Nedda -> centralità del narratore non circoscritta all’incipit dal punto di vista borghese presente anche nel corpo del racconto mentre l’adesione non mediata al pensiero dei personaggi popolari è confinata nei dialoghi e nelle occorrenze ancora sporadiche del discorso indiretto libero.l dal mutamento tematico non è legittimo dedurre alcuna trasformazione di poetica o ideologia, da subito il popolo di verga è lontano, immune da buoni sentimenti e ha coscienza di una marginalità economico- sociale vissuta come ingiustizia / condanna senza appello. La decisiva svolta poetica tra il 77 e il 78 si concretizza in un’appassionata sperimentazione -> materia prevalente popolare siciliana; la tecnica narrativa: impersonalità elaborata da Flaubert e dai naturalisti francesi. L’impersonalità può essere definita come abolizione (eclissi) del narratore onnisciente con delega del racconto in focalizzazione interna ad un punto di vista ricompreso nel mondo rappresentato -> ipotesi priva di oggettiva consistenza -> c’è sempre un autore che ordina la materia del racconto in modi e misure diverse -> resta “signore della trama” inoltre esclusi dell’autore e romanzo che si fa da se sono abbastanza vaghe da poter essere interpretate in modi differenti dando luogo a esiti disparati. Si

potrebbe parlare di effetto di impersonalità -> illusione prodotta da tecniche testuali come il ricorso al dialogo e al discorso indiretto libero -> abolizione di giudizi ideologici espliciti -> presenza di un personaggio focalizzatore in grado di filtrare info, descrizioni e commenti. Esaurimento della vena mondana -> svolta -> interesse per il popolo siciliano dovuto anche alla risultante delle ricerche sociologiche sul campo che si diffondono negli anni della destra storica e l’avvento al potere della sinistra: arretratezza economica delle regioni del sud Inumane condizioni del lavoro minorile Svolta verghiana più formale che tematica -> l’impulso decisivo dell’Assommoir di Zola -> modello di un racconto impersonale fondato sulla delega della narrazione all’indiretto libero dei personaggi e avallo autorevole alla scelta di rappresentare la realtà sociale più dismessa senza filtro di quella retorica paternalista mutuata dai generi codificati ancora evidente in Nedda. Poco tempo intercorre tra Nedda e Rosso mal peplo - il confronto tra le due novelle -> mutamento radicale nelle tecniche di rappresentazione. Sin dall’incipit in Rosso mal pelo la prospettiva del narratore borghese è eclissata -> voce interna all’universo rappresentato; in Nedda si presentano ancora i “perché” esplicativi e giudicanti in Rosso mal pelo -> pseudo casualità popolaresca. CAPITOLO 4 Jeli il pastore -> mette in scena un universo campestre con tonalità descrittiva idillica in buona parte che occulta l’egoismo trionfante e lo sfruttamento economico. Tecnica narrativa che alterna sprazzi di impersonalità a commenti di un narratore esterno e onnisciente. Jeli e Rosso appaiono come il primo e l’ultimo uomo del mondo; Jeli -> da natura a storia; Rosso da storia a mito -> da Jeli a rosso -> progressivo abbandono ti temi e stilemi romantico - rusticali a rappresentazione più verista e impersonale. Jeli -> testo pubblicato in vita dei Campi -> sembra allontanarsi dal verismo per tornare al vagheggiamento romanzi di una primigenia società organica. Gli interventi di verga sui suoi scartafacci seguono direzioni divergenti -> sono dettati caso per caso da esigenze di gusto e sperimentazione stilistica, comunque è confermata la natura sperimentale e magmatica dell’esperienza verghiana. Jeli e rosso sono gli sfruttati -> vittime di rapporti di forza feroci ma anche orfani -> il senza famiglia è colui che per eccellenza è indifeso, destinato a soccombere -> tradizione letteraria già consolidata per Nedda e Rosso .> insormontabile handicap sociale. La religione della famiglia teorizzata e centrale nei Malavoglia nasce in verga logicamente, e non cronologicamente, dopo il fallimento di ogni ideale romantico e idillico, quando irrompono la storia e le leggi economiche -> rendono impossibile ogni felicità naturale di Jeli adolescente. La famiglia per Verga è: disperato rifugio Difesa contro la violenza della storia Condanna all’immobilità Coazione a ripetere L’immobilità non è sempre positiva -> per Rosso corrisponde al destino di dannazione da cui non potrà sottrarsi -> eredita il mestiere del padre. Rosso ha una lucida consapevolezza che gli impedisce di ribellarsi a leggi che sa immodificabili (darwinismo sociale). Rosso personaggio ambigui incarna la falsa alternativa che rappresenterà l’unica implicita morale, non può esserci salvezza in un’aperta ribellione né nella rassegnata ripetizione del destino famigliare. Voce malevola dei compaesani -> topos naturalista -> la vita è incoerente , non c’è ragione per cui la psiche dei personaggi letterari debba presentare un’inverosimile linearità -> 2 conseguenze: Dal punto di vista tecnico-> apri-strada alla destrutturalizzazione del personaggio

Dal punto di vista tematico -> frammentazione della psiche che si imporrà nelle teorie psicanalitiche -> uomo come campo d’azione forte in violento conflitto. La psicologia degli umili è estroflessa -> pensiero -> parola -> sentimento -> azione; per verga il pensiero deve essere esternato. Jeli e Pentolaccia -> identità di passione e gesto ma un colpo di scena implica una certa dose di suspense. Interesse narrativo -> caratterizzazione del personaggio provvisto di un’aura umilmente eroica. Amante di gramigna -> testo che segna la sua massima adesione ai principi naturalisti; celebre formulazione verghiana del concetto di impersonalità (Flaubert e Zola) -> eclissi dell’autore -> opera che sembrerà essersi fatta da sé. In vita dei campi l’impersonalità non implica necessariamente una rinuncia alle tinte forti della passione e del delitto. L’intreccio viene semplificato non abolito. Cavalleria rusticana -> sfida, duello sanguinoso che non manca né di pathos ne di suspense; Zola: 3 precetti del testo naturalista abolizione del romanzesco Morte dell’eroe Impersonalità Secondo questi precetti cavalleria rusticana non può essere considerata a pieno verista. Molte novelle di vita dei campi presentano soluzione formali d’avanguardia combinate con la ripresa di canovacci non inediti, esplosioni passionali e conclusioni tragiche. Universo degli umili -> primitivismo delle passioni di gusto esotico e romanticheggiante ma soprattuto -> via ogni idealismo romanticheggiante per la materialità delle passioni fisiche. Capitolo 5. 1. I PRIMI ABBOZZI: Origini remote e quasi inconsapevoli= promette a Treves, nel periodo appena successivo alla pubblicazione di Nedda di scrivere una novella di ambientazione siciliana x ragioni squisitamente economiche= doveva soddisfare un pubblico imbevuto di esotismo rusticane o piscatorio. Intanto però stesura di Eros, quindi novella trascurata= lettera a Traves il 18 dicembre 1874 dicendo che è quasi finita ma poi il 21 dicembre dell’anno successivo è tutta da rifare ed è solo un bozzetto marinaresco chiamato “Padron Ntoni”. Perché lavoro così lento? Problema di espressione= ricerca di una sobrietà stilistica lontana dai moduli campagnoli di Nedda. Fasi alterne composizione dell’opera testimoniate dalla corrispondenza con Treves= 18 febbraio del 76 lavoro sembra a buon punto, ma settembre stesso anno tutto da rifare= 80 carte studiate da Ferruccio Cecco. 1877 Scarsa produttività, legge l’Assomoir = inizia a sviluppare nuovi strumenti stilistici, nel frattempo inizia a lavorare a Fantasticheria( pubbl. su rivista il 24 agosto del 77). Nel 78 lettere a Capuana= il testo verrà riscritto e alcuni episodi della novella verranno riciclati nella Cavalleria Rusticana, inoltre chiede consigli x il nome del romanzo e per linguaggio= proverbi con valore semiologico, piuttosto che coerente punto di vista del mondo, restituiscono sulla pagina la materiale concretezza di una pratica linguistica conosciuta condivisa. 2. IL PROGETTO DEI VINTI: “SERIE, NON CICLO”:

Prima ancora di pubblicare Rosso Malpelo decide di trasformare Padron Ntoni in romanzo => lettera a Salvatore Verdura dell’aprile del 1878 in cui espone il progetto di una serie di cinque episodi = immagine complessiva della società italiana attraverso l’ottica del darwinismo sociale, il cosiddetto “struggle for life” = una lotta per la vita che coinvolge tutti e si presta ad una rappresentazione complessiva del gran grottesco umano. Impresa di questi 5 episodi ispirata ovviamente ai Rougon-Macquart di Zola. Titolo provvisorio “La marea” poi trasformato ne “I vinti” al momento della. Pubblicazione dei Malavoglia (a questa altezza ancora chiamati Padron Ntoni) , titolo del secondo racconto “Mastro Don Gesualdo”, del terzo: da La Duchessa delle Gargantas” a “La Duchessa di Leyra”, quarto e quinto con un titolo ma mai messi in cantiere “ L’Onorevole Scipioni ” e “ L’uomo di lusso ”. Verga parla di RACCONTO e non di romanzo e di SERIE e non di ciclo= scelta non casuale. Nel primo caso in realtà c’è un’alternanza tra l’utilizzo dei due termini = incertezza a causa del discredito attribuito al genere romanzesco presso gli autori realisti sin da Balzac= era un termine che indicava un genere minore, quindi verga preferisce utilizzare un termine più neutro come quello di racconto= SCELTA CHE HA UN PRECISO SIGNIFICATO perché in Italia la novel inglese (equivalente del romanzo) non era conosciuta quindi una tradizione del romanzo moderno poteva nascere solo nel momento della sua separazione istituzionale dal romanzesco. Per quanto riguarda la questione di serie/ ciclo= anche Zola utilizza il termine serie e così Verga rimane coerente a questo termine che torna in una serie di lettere (a Roux, Treves, Torraca, Martini) e nei manoscritti. Ancora più significativo il fatto che l’editore Roux , per questioni commerciali, preferisca chiamarlo “ciclo” associandolo ai “cicli romantici” in voga ma che comunque Verga mantenga sempre il termine SERIE. Ma non è un problema solo di nomi= significato specifico che gli attribuisce il metalinguaggio ottocentesco. Termine “cycle” introdotto da Fauriel per definire i cicli romanzeschi medievali, le composizioni moderne di autori romantici e i romanzi rocamboleschi= in generale CICLO per indicare SEGUITO DI EPISODI con PRODAFGONISTA IDENTICO e AMBIENTE SIMILE, oltre che UNIFORMITÁ DI GENERE e di AMBIENTAZIONE STORICA. Invece nella serie zoliana per l’appunto i romanzi erano ideati come autonomi, quindi discontinuità= così è anche in Verga= strategia della variazione che sale e scende a più riprese la scala sociale= comunque legami familiari ma evita la continuità. 3. DIVISIONE DEGLI STILI? Molte similitudini tra Zola e Verga ma anche differenze= per esempio figura dell’artista in Zola relegato in un ceto a parte con prostitute, criminali e vagabondi invece in Verga “uomo di lusso” in cime alla piramide sociale e ancora fortemente romantico. Altra divergenza è che in Zola sorta di continuità dall’ereditarietà dello squilibrio nervoso invece nei Vinti manca questa unità, importanza data alla marea del progresso a cui almeno in astrazione vista come positiva, lotta provvidenziale che guida l’umanità attraverso gli appetiti per raggiungere la verità. Altra differenza= idea classicistica= linguaggio basso per il popolo, invece Verga vorrebbe utilizzare una serietà tragica anche per gli emarginati, gli esclusi= per creare quel GROTTESCO di cui parla Hugo data dalla compresenza e dall’opposizione dei diversi stili. Gouncourt nella critica invece relega all’opposto il popolo ad una dimensione tragica= comunque in tutti questi modi implicita distanza del narratore che giudica quello diacci sta parlando Soluzione migliore rispettata in maniera assolutamente coerente da Verga è quella di Zola= impersonalità del discorso indiretto libero = espunzione totale del narratore borghese.

4. L’INFLUSSO DECISIVO DI EDMOND DE GONCOURT: La teoria della “forma inerente al soggetto” presente nella Prefazione ai Malavoglia RIPRENDE la Prefazione ai Fratelli Zemganno di Gocourt= qui l’autore con chiaro tono antizoliano lancia la sfida di un romanzo realista dell’eleganza= il romanzo realistico dunque non esclude lo stile elevato. In queste parole Verga trova un supporto alla sua visione della priorità del dato formale e alla necessità di una classicistica adequatio tra progressione sociale dei temi tratta ma mentre in Goncourt l’intento è quello banale di affermare la sua superiorità estetica su quella di Zola, in Verga tutte queste cose sono dette con ambiguità. Infatti rimane il dubbio che le “mezze tinte” del ceto borghese non siano altro che una maschera all’effettiva uniformità che accomunerebbe le classi elevate all’universo degli umili consentendo un’applicazione delle tecniche e dello stile elevato anche per il popol...


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