Verso UN\' Architettura PDF

Title Verso UN\' Architettura
Course Progettazione dell'architettura
Institution Politecnico di Milano
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Sintesi del libro:"verso un'architettura" di Le Corbusier...


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Titolo: Verso un’architettura Autore: Le Corbusier Le riflessioni già raccolte nella rivista l’”Esprit Nouveau” e sviluppate in oltre quarant’anni di ricerca sui compiti dell’architettura moderna e sull’arte come emozione che nasce da regole e rapporti matematici sottesi alle forme, trovano un ordine nel libro “Vers une Architecture”. In quest’opera manifesto, Le Corbusier analizza la questione della necessaria rivoluzione dell’architettura, ormai “in penoso regresso”. Denuncia l’eccessivo accademismo della figura dell’architetto a lui contemporaneo che, irretito dai miseri indottrinamenti delle scuole, non riesce a rapportarsi alla realtà circostante, mentre il suo mestiere dovrebbe essere “l’applicazione delle conoscenze alla realizzazione di una concezione”, dovrebbe commuovere, dovrebbe suscitare emozione. Si interroga su come possa essere raggiunta la felicità dell’uomo che abita la città e giunge alla conclusione che “l’architettura è l’attività che produce popoli felici”; il cittadino è felice nell’ammirare la bellezza dei luoghi che lo circondano, primo fra tutti la propria casa, “uno dei più urgenti bisogni dell’uomo, primo strumento che egli si è forgiato”. Per fare buona architettura, bisogna fare buoni architetti! Prima lezione: la triade lecorbusiana. “L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei VOLUMI nella luce”, e la luce rivela le forme primitive, le più belle, quelle che hanno costruito le architetture dei tempi più antichi, quelle che i nostri occhi riconoscono e misurano: la sfera, il cubo, la piramide, il cilindro, il prisma, il cono; che assemblati fra loro generano quelli che Le Corbusier chiama “oggetti a reazione poetica”. Gli architetti a lui contemporanei invece non hanno appreso il concetto dei volumi essenziali, ma si dilettano nell’applicazione delle frivole arti decorative; mentre gli ingegneri, con i loro calcoli, ”appagano gli occhi con la geometria”. Al concetto di volume si associa quello di SUPERFICIE, che l’avvolge e modifica; e infine, la PIANTA, sintesi di tutto, elemento generatore, senza cui ci sarebbe arbitrio e disordine. Dicevamo all’inizio che l’architettura deve riscoprire la semplicità originaria e l’armonia delle forme ma non ci si accorge che questa armonia è davanti agli occhi dell’uomo, “occhi che non vedono”, nelle grandi opere di ingegneria, che escono dal laboratorio o dalla fabbrica: le automobili, gli aeroplani, i piroscafi. Infatti l’industria, a partire dagli anni Venti, subisce una crescita esponenziale, è in un periodo di grandi cambiamenti, sviluppo commerciale e fervore nelle attività umane. “Possediamo un’ottica nuova e una nuova vita sociale, ma non vi abbiamo adattato la casa”. Per rispondere a questo problema, Le Corbusier mette a confronto passato e presente e si chiede: “Che cosa hanno in comune il Partenone ed una automobile?”. Entrambi sono un prodotto di selezione applicato ad uno standard, esprimono lo spirito dell’epoca in cui sono nati. Ma negli anni Venti, quello stile, proprio dell’automobile (icona della rivoluzione industriale in corso), non viene riconosciuto come tale, su cui fondare nuovi principi estetici; non viene riconosciuto come modello da emulare per la formulazione dell’architettura moderna, perché l’uomo, sentitosi minacciato dal progresso, non riesce ad adattarsi al cambiamento. Preferisce invece tornare al passato, al Partenone, studiare con venerazione le opere dell’antichità e fondarvi una nuova architettura, che diventerebbe però anacronistica rispetto ai tempi in cui vive. Le Corbusier, paladino de l’Esprit Nouveau della “grande epoque qui vient de commencer”, ritiene invece che esista un’armonia che accomuna la pietra scolpita (il Partenone) e il congegno meccanico (l’automobile); “si tratta, in campi differenti, di due prodotto di selezione, l’uno realizzato compiutamente, l’altro in una prospettiva di progresso. Questo nobilita l’automobile. Allora! Allora restano da confrontare le nostre case e i nostri palazzi con le automobili.” “L’automobile è un oggetto dalla funzione semplice che ha imposto alla grande industria la necessità della standardizzazione. Le automobili hanno tutte gli stessi dispositivi essenziali.” Facciamo le case come automobili, nelle quali venga ricercata euritmia! Facciamo macchine per abitare, a misura d’uomo e secondo i suoi bisogni essenziali! Pensa Le Corbusier; tutte con gli

stessi “dispositivi essenziali”. Occorre costruire case in serie, case-strumento, sfruttando le moderne tecniche progettuali e costruttive già usate dal Razionalismo e dalla Bauhaus, che permettano all’operaio di vivere in un’abitazione confortevole tanto quanto quella del vicino ricco. Fondiamo, su questa concezione, quello che i posteri erediteranno come il nuovo modello di classicismo! Per Le Corbusier non c’è distinzione tra urbanistica e architettura, e nella sua opera egli studia un sistema di relazioni che, partendo dalla singola unità abitativa, si estende all’edificio, al quartiere, fino all’ambiente che lo circonda, e quindi alla città. Concludendo possiamo dire che impegnarsi nel rinnovamento dell’architettura contribuirà a sostituire la rivoluzione politica e a realizzare la giustizia sociale. Per giungere a questo obiettivo “c’è bisogno di uomini freddi, intelligenti e calmi.”

ANALISI NEL CONTESTO DEL MOVIMENTO MODERNO In Verso un architettura si propone di superare il contrasto tra Progresso tecnico Involuzione artistica. Le Corbusier si rende conto che i tempi cambiano, con la Rivoluzione industriale servono nuovi edifici per lavorare, nuove fabbriche, ma al contempo la rivoluzione industriale stesa offre la possibilità di realizzare i nuovi materiali per avere tutto ciò di cui ha bisogno questo nuovo secolo. La figura dell’ingegnere si separa da quella dell’architetto che in questo periodo viene chiamato in modo dispregiativo “accademico”, mentre l’ingegnere fiorisce nella ricerca e nelle possibilità dei nuovi materiali e delle nuove tecnologie. Le corbusier scrive a proposito: “l’ingegnere ci mette d’accordo le leggi dell’universo, l’architetto realizza un Ordine che è Pura Creazione del suo Spirito” esprimendo l’inscindibile rapporto che invece deve esistere tra i due e, tra teoria e pratica. Le Corbusier non era l’unico che la pensava così, infatti negli stessi anni era nata una “fabbrica che produceva cultura“, la Bahaus di Grophius, che epr la prima volta univa teoria e pratica, adottando un nuovo insegnamento attraverso laboratori didattici che univano entrambe le esperienze. In questo modo non si produceva quella figura professionale di “Architetto Accademico” arretrato e isolato dal mondo che Le Corbusier criticava, ma nasceva un professionista in grado di lavorare per le industrie e al passo con i tempi. Sia Le Corbusier che il Bauhaus segnarono le esperienze più importanti che portarono al Movimento Moderno. Il primo in modo individuale da architetto, i secondi in modo collettivo. I capitoli del libro sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.

Prefazione Estetica dell’ingegnere e architettura Tre avvertenze agli architetti: volumi, pianta e superficie I tracciati regolatori Occhi che non vedono: i piroscafi, gli aeroplani, le automobili Architettura: la lezione di Roma, l’illusione delle piante, pura creazione dello spirito Case in serie Architettura o rivoluzione

PREFAZIONE  Le Guerre hanno richiesto bisogno: costruire macchine. Porsi un problema e risolverlo. I tempi sono cambiati e si devono risolvere dei bisogni nuovi. E’ tempo di ricercare la scala umana, di produrre case a misura d’uomo, case moderne. La casa-strumento, la macchina da abitare, considerata l’espressione più rivoluzionaria di tutto il movimento moderno.

Secondo L.C l’architettura deve saper produrre emozioni. Per lui “l’emozione.. non è data dalla tradizione ma .. è data dal gioco sapiente rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”. ESTETICA DELL’INGEGNERE E ARCHITETTURA  L’ingegnere, ispirato dalla legge dell’Economia e guidato dal calcolo, ci mette in comunicazione con le leggi dell’universo. Raggiunge l’armonia. L’architetto, organizzando le forme, realizza un ordine che è pura creazione della sua mente, attraverso le forme colpisce con intensità i sensi e, provocando emozioni plastiche attraverso i rapporti che egli crea, risveglia in noi risonanze profonde, ci da la misura di un ordine partecipe dell’ordinamento universale, determina movimenti diversi del nostro spirito e del nostro cuore; è qui che avvertiamo la bellezza. L’architettura è uno dei più urgenti bisogni dell’uomo, poiché la casa è sempre stata l’indispensabile, è il primo strumento che egli si è forgiato. Scandisce le tappe della civiltà. L’uomo dovrebbe crearsi case su misura. 3 TRE AVVERTENZE AGLI ARCHITETTI 1. IL VOLUME  gli occhi sono fatti per vedere le forme nella luce. Le forme primarie sono le forme belle perché si leggono chiaramente: sfera, cubo, cilindro però purtroppo gli architetto non le usano più. Operando col calcolo gli ingegneri usano forme geometriche, soddisfacendo gli occhi con la geometria e lo spirito con la matematica, le loro opere sono sul cammino della grande arte. Piramidi, Colosseo, Pantheon, Torre di Pisa queste sono Architetture. 2. LA SUPERFICIE  che avvolge il volume e che può distruggere la sensazione o amplificarla. 3. LA PIANTA  è la generatrice. La vita moderna chiede, attende un piano nuovo per la casa o la città. L’architetto deve progettare anche le città con griglie matematiche ed il Piano, elemento generatore. Senza Piano c’è miseria e disordine. Spesso gran parte della miseria è dovuta alla committenza, al cliente che paga, occhi che non vedono: “ognuno vede ciò che sa” I TRACCIATI REGOLATORI  il tracciato regolatore è una garanzia contro l’arbitrio. E’ la gioia dello spirito. La scelta e le modalità d’espressione del tracciato sono parte integrante della creazione architettonica. (terragni: casa del fascio, como) OCCHI CHE NON VEDONO  I piroscafi: “Se dimentichiamo per un instante che un piroscafo è un mezzo di trasporto e lo guardiamo con occhi nuovi, troveremmo in un piroscafo la liberazione da maledette servitù secolari.” Elementi trasferibili nelle abitazioni dai piroscafi: una parete tutta finestre, una sala in piena luce. (Sullivan: auditorium di chicago) Gli aeroplani: l’aeroplano è un prodotto di alta selezione. Logica che ha presieduto all’enunciato del problema e alla sua soluzione. Cosi anche la casa, essendo una macchina da abitare, deve rispettare determinate norme. La casa deve essere piena di luce, togliere le cose inutili. Le automobili: Bisogna puntare alla standardizzazione. Il Partenone è un prodotto di selezione applicato a uno standard di un secolo ormai. Bisognerebbe far scattare il concetto di concorrenza come nelle automobili, di cercar di far il meglio rispetto agli altri su un modello già impostato. (confronto tra padiglione di Mies e L’eretteo). LA LEZIONE DI ROMA  i buoni esempi di roma antica: VOLUMI PURI come cilindri, piramidi, sfere, parallelopipedi etc.. -

Le piramidi di cestio Il colosseo L’arco di costantino

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Il pantheon

Cattivi esempi: -

San pietro: Michelangelo aveva affrontato il problema nel modo corretto, seguendo gli esempi precedenti delle forme pure, poi però la vanitosa committenza (papa) ha rovinato il lavoro facendo fare al Bernini un porticato che nascondeva il volume puro della cupola.

ILLUSIONE DELLE PIANTE  la pianta procede dal dentro al fuori. Fare una pianta significa fissare delle idee. “l’asse è ciò che mette ordine nell’architettura, è una linea che conduce verso una fine. L’architetto assegna degli scopi agli assi: muro, spazio, luce.” PURA CREAZIONE DELLO SPIRITO  la modanatura del Partenone è la pietra di paragone dell’architetto. Differenza dal semplice ingegnere. E’ libera da ogni costrizione. E’ una pura creazione dello spirito, richiama l’arte plastica....


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