Doppiaggese- verso la costruzione di un metodo PDF

Title Doppiaggese- verso la costruzione di un metodo
Author Alessia Parmiggiani
Course Lingua inglese i
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

Tratto dal libro della professoressa ed è una selezione di capitoli e paragrafi...


Description

Doppiaggese: verso la costruzione di un metodo Introduzione metodologica Nella trasposizione di un testo da un sistema linguistico in un altro, l'influenza della lingua fonte può produrre transfer negativo (quando si hanno deviazioni dalle pratiche codificate del sistema di arrivo) o positivo (quando aumenta la frequenza dell'uso gli elementi già esistenti nella lingua ricevente). Il lessico è l'area maggiormente studiata in termini di fenomeni di contatto perché nei livelli più strutturati (come la fonologia, morfologia e la sintassi) l’influsso straniero è difficilmente rintracciabile. Lo studio cerca di individuare penetrando più a fondo nella lingua italiana se è rinvenibile un influenza dell'inglese giunta attraverso l'adattamento di prodotti audiovisivi. Sono stati analizzati anche: il calco del significante o strutturale → che può essere perfetto (es. “fuorilegge” da outlaw) o imperfetto (es. grattacielo per skyscraper); il calco del significato o calco semantico. il LIP (lessico di frequenza dell'italiano parlato) → strumento per definire se una determinata espressione o un certo elemento fosse in uso nella lingua spontanea già nei primi anni ‘90.

Capitolo 1 L’interferenza attraverso l’audiovisivo e il “doppiaggese” La traduzione o trasposizione di un testo da un sistema linguo-culturale a un altro rappresenta un canale privilegiato per le interferenze. Il risultato è una terza lingua, una varietà ibrida interferita, il cosiddetto “traduttese”. Nel momento in cui il testo di partenza si trasforma in testo di arrivo senza attraversare una fase intermedia, cioè senza essere trasformato in materia mentale, poi riconvertito e ri-verbalizzato, si crea un prodotto di scarto in cui si percepiscono le tracce del traduttese. Le interferenze che giungono nella nostra lingua attraverso il doppiaggio e si diffondono poi ai parlanti sono riconducibili a vari fattori (come le esigenze di sync - le condizioni lavorative difficili, che impongono fretta nella consegna - errore di traduzione/adattamento). Le tracce lasciate nella lingua di arrivo abbondano di prestiti e calchi giunti, anche, attraverso il doppiaggio cine-televisivo dall'inglese, quali “esatto”, “ok”, “è un problema tuo” o “non c'è problema”. L’ italiano, oggi, risulta fortemente interferito, a causa dei mass media e della televisione: lo spettatore è esposto in maniera massiccia e passiva a questa varietà linguistica. Solitamente i traduttori eseguono un adattamento eccessivamente ricalcato sul modello originale e, dunque, i fenomeni di contaminazione permangono e si è creata una serie di abitudini, di routines traduttive che vanno ad alimentare il cosiddetto doppiaggese. Esso è una lingua artefatta, di plastica con un registro uniforme e autoistituzionalizzate, perché non fa riferimento alla norma della lingua fonte né a quella della ricevente, ma una terza norma. Anche se gli adattatori si definiscono attenti a non produrre doppiaggese sul piano lessicale, non sembrano interessati invece a livello sintattico e discorsivo. Essi non riescono a riformulare la battuta in italiano, dimenticando come era stata scritta in inglese. Infatti, esempi di interferenze dall'inglese sono i rinvenuti non solo nei prodotti adattati, ma anche in quelli italiani, non essendoci un testo di partenza a influenzarne la resa.

Doppiaggismi Numerosi anglo-americanismi si infiltrano nel lessico e nella fraseologia quotidiana come “okay”, “now” o i calchi come “non c'è problema” da no problem, “il fatto è che” da the matter is, “assolutamente” per si/senz'altro e numerosissime espressioni idiomatiche come “ti sei bevuto il cervello” per indicare che sei impazzito.

I casi nel dettaglio TRANSFER NEGATIVI Assolutamente per absolutely: in inglese è usato con valore affermativo, in italiano, invece, “assolutamente” non ha senso compiuto se usato da solo e costituisce una frase a-grammaticale,

quindi non standard. In una classifica pubblicata nel 2003 tale avverbio è risultato come la seconda delle 10 espressioni più disprezzate e da avviare allo smaltimento. Il problema: sembra ormai essere il termine preferito rispetto a “che cosa c'è che non va”: il costrutto inglese, infatti, è preferito da tutte le fasce di età e sembra così diffuso che molti non riconoscono più la provenienza. Aggettivo possessivo ridondante: le traduzioni che tendono a ricalcare fedelmente il modello di partenza riportano nel modello di arrivo delle brutture stilistiche, come ripetizioni dei pronomi tu e tuo. Questa ripetizione è presente nei testi pubblicitari per sottolineare la personalizzazione del messaggio, orientandolo sul cliente. In italiano, l'aggettivo va omesso se il termine di riferimento appare ovvio (es. non permetterò a queste persone di rovinarci la nostra vita). Aggettivo qualificativo pre-nominale: in italiano l'aggettivo qualificativo segue in genere il sostantivo a cui si riferisce; può, tuttavia, precedere il nome se la sua funzione è descrittiva, quindi il suo significato è in genere figurato. Non tutti gli aggettivi possono essere preposti al sostantivo cui si riferiscono. Siccome l’italiano ammette quasi entrambi gli ordini non si ottengono enunciati a-grammaticali, ma sequenze anomali dal punto di vista semantico (es. una fantastica e molto costosa lingerie). Pronome personale soggetto ridondante: nel doppiaggio capita spesso di trovare battute con pronome personale ridondante come quando la commessa per sbaglio l'ha chiamato signor Foster, io non avevo realizzato. Parlando di (Speaking of) al posto del più italiano A proposito di. Realizzare (calco semantico) per to release: il termine significa . Come afferma Migliorini il termine non ha più solo il significato di effettuare, ma anche quello inglese “rendersi conto di”. Fare la differenza (calco di To make the difference) per Essere importante o Cambiare le cose: nei dizionari italiani è presente soltanto “non fare differenza” col significato di “è lo stesso”. Per tua informazione (calco strutturale di For your information): costrutto assente nei dizionari italiani, ma rinvenuto nel linguaggio televisivo (adattato o meno) in quanto più fedele al sincrono della battuta originale. Il suo equivalente in italiano potrebbe essere “Sappi che”, “Devi sapere che” o “Guarda che” (molto colloquiale). Qual è il tuo nome (calco di What's your name) per Come ti chiami: lo stesso vale per la risposta Il mio nome è al posto di Mi chiamo o Sono (es. il mio nome è Oliver Queen). Eccitante (calco semantico di Exciting) per divertente, stupendo: in italiano l'aggettivo ha una connotazione molto diversa rispetto all’inglese; infatti, indica qualcosa che eccita, che produce eccitazione. In alcuni dizionari ci si riferisce ad una sostanza che stimola il sistema nervoso o a qualcosa che stimola sessualmente. TRANSFER POSITIVI Avverbi di modo/qualificativo più aggettivo: esistono alcuni avverbi in -mente che preposti a un qualificativo aggiungono un intensificazione simile a quella del superlativo: meravigliosamente + aggettivo = una donna meravigliosamente bella con valore di superlativo; tremendamente + aggettivo = la situazione sta diventando tremendamente preoccupante attribuendo un valore superlativo all'aggettivo o all’avverbio che segue. Gli avverbi appena elencati erano già presenti nel vocabolario italiano, anche se sembra averne aumentato l'occorrenza dopo la cosiddetta “anglomania”. Significare (da to mean) per Essere importante: il suo è attestato già nel 1922, quindi potrebbe trattarsi non di un calco semantico, ma di un accresciuto utilizzo del verbo in questione, senza dubbio più adatto per questioni di sincronismo. Sicuro (da Sure) per certo: è presente in alcuni dizionari come avverbio di uso comune per fare un'affermazione o una negazione, in altri utilizzato in espressioni esclamative.

Il punto (in espressioni quali: è proprio questo il punto, non è questo il punto, il punto è un altro): in alcuni dizionari è presente “fare il punto”, “il punto è che” e in frasi esclamative. CASI DUBBI Ringraziare per da to Thank for invece che ringraziare di alcuni dizionari in alcuni dizionari compare solo ringraziare di in altri compaiono tutte e due le preposizioni, ammettendo entrambe le reggenze. Oh, mio Dio vs o Oh, Dio mio: l'ordine aggettivo + sostantivo è meno familiare alla lingua italiana, però entrambi i costrutti possono essere ricollegati a una preghiera o a un esclamazione, senza particolare sfumature stilistiche. Nel sondaggio effettuato nel 2010 la maggioranza degli intervistati riconosceva in “Oh mio dio” il costrutto italiano e preferiva usarlo nel linguaggio quotidiano rispetto all'inverso. Dacci un taglio (calco di Cut it out) per Piantala/Finiscila: in alcuni dizionari assume il significato di “smettila” in altri, invece, è utilizzato per “porre fine a un discorso, un comportamento”. Questo ci fa pensare a un caso di calco apparente, cioè una coincidenza lessicale tra le due lingue. Stare + gerundio/infinito: detti ausiliari di tempo o aspettuali, verbi come “stare”, “cominciare” “prendere” indicano, in unione con un infinito o un gerundio, un particolare aspetto dell'azione. In italiano questo costrutto indicava la duratività di uno stato (sto aspettando, sto scrivendo); poi nei secoli ha acquisito il senso della duratività di un processo trasformativo (sta accadendo, sto andando). In inglese, invece, questa costruzione, oltre al significato progressivo, ha un valore abituale e di futuro. La selezione di una forma piuttosto che di un'altra non risponde a criteri definiti a priori né si tratta di scelte dettate da motivi di sinc, quanto piuttosto di una decisione del tutto casuale e inconsapevole. In conclusione la costruzione stare + gerundio ricorre più frequente nella soap italiana che in quella adottata dall'inglese per motivi che si possono soltanto ipotizzare.

Riflessioni conclusive I casi illustrati sono esempi di transfer positivo, ovvero casi in cui i fenomeni sono comunque già utilizzati nella lingua di arrivo e l'interferenza ne aumenta il numero di occorrenze. Numerosi sono, anche, i transfer negativi, le deviazioni dalla norma della lingua ricevente, che rappresentano i casi più preoccupanti per l'integrità di un sistema linguistico. Dalle analisi risulta come il parlato comune presenti anglicismi e altri tipi di neoformazioni. Tuttavia, non bisogna né fare processi né condanne in quanto “la lingua che non cambia assomiglia un cimitero” Beccaria....


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