Violenza Sulle Donne - Riassunto integrato libro-appunti PDF

Title Violenza Sulle Donne - Riassunto integrato libro-appunti
Author Caterina De Vonderweid
Course Violenza di genere
Institution Università degli Studi di Trieste
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Riassunto integrato libro-appunti...


Description

VIOLENZA SULLE DONNE È una violazione de diritti umani Ostacola l’eguaglianza e lo sviluppo sociale È un fenomeno trasversale Le spiegazioni eccezionaliste sono le più comuni e le più facilmente accettate-> vengono però smentite dalle statistiche es: uomini violenti (alcolisti, in preda alla passione, stranieri...) donne vittime (masochiste, dipendenti..) CONFLITTO= c’è equità di potere e c’è mediazione VIOLENZA/MALTRATTAMENTO= disparità del potere, percorso di mediazione familiare potrebbe essere dannoso

 VIOLENZA DOMESTICA Insieme di comportamenti tesi a stabilire e a mantenere il controllo sul partner all’interno di una relazione di coppia. Le modalità utilizzate sono: - svalorizzazione e denigrazione - minaccia di violenza fisica o violenza fisica vera e propria - distruzione di oggetti - isolamento da parenti e amici



Ciclo della violenza Walker, anni ’70, USA

1. Costruzione di tensione il maltrattante usa tattiche di controllo, denigrazione psicologica, minacce di violenza fisica 2. Esplosione della violenza vera e propria aggressione fisica, forte shock per la donna, inizia a pensare di lasciare il partner 3. Luna di miele l’uomo chiede scusa, la elogia e promette che non lo farà più Normalmente dura poco ma può anche protrarsi per mesi Inizialmente la donna non capisce di essere vittima perché interpreta l’episodio come una perdita di controllo occasionale. Tende ad auto-colpevolizzarsi fino a quando non si rende conto di essere vittima di violenza e che ciò NON dipende da lei o dal suo comportamento.

1. 2. 3. 4. 5.

 Varie forme di violenza Fisica: uso della forza, sequestro, privazione di cibo, trascuratezza Psicologica: danneggiamento dell’identità e dell’autostima, isolamento Sessuale: atto sessuale imposto contro la volontà Economica: controllo dello stipendio, divieto di lavorare Stalking: comportamenti persecutori protratti nel tempo (frequenti post separazione) Ricerche europee 22% donne intervistate hanno subito violenza fisica e/o sessuale 43% abusi psicologici Difficoltà nel creare un profilo tipico dell’uomo violento: - per le autorità: salienti livello economico-sociale e la nazionalità - in realtà: non presenta patologie mentali o sociali  desiderio di ottenere controllo, idea della donna come essere inferiore

Perché la donna non lascia il partner? - sperano che lui possa cambiare - hanno paura (di non farcela senza di lui e di eventuali ritorsioni) - sentimenti ambivalenti determinati dal legame affettivo e dalla paura per loro e per eventuali figli Sono spesso considerate come responsabili della loro vittimizzazione  è importante considerare la complessità della relazione e i sentimenti ambivalenti nei confronti del partner Ogni donna ha una soglia di sopportazione diversa. Una donna separata ha un rischio di violenza 30 volte maggiore rispetto una donna sposata. In Italia: 2/3 dei femminicidi avvengono nei tre mesi successi la fine della relazione con un uomo violento.



Coinvolgimento dei minori – Violenza assistita INTRAFAMILIARE 1. Diretta Il bambino viene maltrattato quasi sempre dal padre La violenza alla madre quasi raddoppia il rischio di violenza sui bambini Romito: 2/3 dei mariti violenti lo sono anche nei confronti dei figli

2. Indiretta Il bambino viene coinvolto dal padre nella violenza picchiando la madre e insultandola Accade il 60% delle volte

Conseguenze: Maschio: diventare a loro volta violenti nell’età adulta come forma di autodifesa Femmina: riprodurre in età adulta situazioni di violenza subite M&F: Adultizzazione dei bambini -> i b. assumono un ruolo di genitore nei confronti della madre per la quale sentono bisogno di proteggerla Attacchi di panico Depressione e pensieri suicidi Disturbi alimentari

Madre: è focalizzata sulla sopravvivenza, sottrae energie da investire sui bisogni dei figli Separazione: Il rapporto padre-figlio viene generalmente preservato per decisione del tribunale Il bambino può diventare valvola di sfogo per il padre violento È necessario porre come priorità la protezione della madre e della relazione madre-figlio



Donna immigrata

Doppio rischio: 1. Sottostimare i problemi specifici che possono incontrare come straniere 2. Focalizzarsi troppo sulla loro condizione di immigrate Barriera linguistica: è bene rivolgersi ad un mediatore linguistico, preferibilmente donna L’operatore deve: 1. Conoscere i diritti  comunicare e far comprendere alla donna i diritti ma anche i rischi (es possibilità di perdere il permesso di soggiorno) 2. Informarsi sulle condizioni di vita 3. Se non possiede il permesso di soggiorno bisogna sapere che se la donna ha bambini piccoli ci si può basare sulla CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA e DELL’ADOLESCENZA che permette di tutelare sia il bambino che la madre La violenza deve essere: - riconosciuta: richiede un atteggiamento mentale ed emotivo aperto e senza pregiudizi - svelata: la donna potrebbe avere sensi di vergogna o essere dipendente a livello materia o psicologico dal marito - ascoltata: l’operatore deve creare un rapporto di fiducia La violenza è un fenomeno trasversale a tutti gli stati sociali/culturali/economici MA è facile che attivi dei pregiudizi culturali che possono indurlo a chiudere gli occhi di fronte a realtà difficili da affrontare.

Per uscire dal circolo di una violenza è fondamentale il CONTESTO SOCIALE più che le CARATTERISTICHE INDIVIDUALI.  Colloquio con una donna che si sospetta possa subire violenza -

Ambiente tranquillo e riservato Parlare solo con la donna, se il partner non vuole lasciarla sola chiederle un secondo appuntamento e non parlare di violenza durante questo primo colloquio Rispettare i tempi della donna Non fare domande intrusive e dirette ma lasciarle fare un racconto libero Rassicurare la donna sulla massima riservatezza MA informarla sugli obblighi di legge Porre domande dirette sulla violenza Se un servizio non rileva un caso di violenza è solo per l’incapacità degli operatori di vederla e di approcciarsi al problema.

Art 24 del Decreto Legislativo (15 giugno 2016): le donne inserite in programmi certificati dei servizi sociali possono avere 3 mesi di congedo dal lavoro



Post-separazione

La violenza post separazione è aggravata da leggi che promuovono O impongono l’affido condiviso dei figli, anche in presenza di violenza da parte del partner/ex-partner Una donna separata ha un rischio di violenza 30 volte maggiore rispetto una donna sposata. In Italia: 2/3 dei femminicidi avvengono nei tre mesi successi la fine della relazione con un uomo violento.

-

Fattori di rischio: - Avere dei figli con l’uomo (impossibile distacco totale) Comportamenti di dominazione e controllo da parte dell’uomo - Scarse possibilità economiche della donna

Mediazione: processo nel quale una terza persona imparziale (mediatore) aiuta le parti a trovare una soluzione al loro conflitto. Si applica principalmente quando nella separazione ci sono dei figli. Può essere imposta dal giudice o essere una decisione volontaria dei due partner. Non è indicata in casi di violenza domestica perché può penalizzare la donna in quando 1. Esige l’interruzione del processo -> non può essere sporta denuncia contro un partner violento 2. Si concentra più sul presente e sul futuro rispetto a quanto è avvenuto in passato 3 Rischia di colpevolizzare la donna mettendo sullo stesso piano la responsabilità dei due amanti nella crisi di coppia

L’ ONU e la CONVENZIONE DI ISTANTBUL criticano il ricorso alla mediazione pensale nei casi di violenza domestica, in quanto questa pratica permette di riunire l’ex-partner violento con la donna.

 CENTRI ANTIVIOLENZA Nati dal movimento femminista, sono luoghi di donne che accolgono donne. Offrono: -

Accoglienza telefonica -> permette di rimanere anonime Colloqui di accoglienza -> non ha un carattere terapeutico Consulenza legale e psicologica NON è prevista la mediazione familiare Sono gratuiti, l’ospitalità nella casa rifugio è a carico dei servizi sociali della zona

 ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS) Definisce la VIOLENZA come: un grave problema di sanità pubblica e uno dei principali fattori di rischio di cattiva salute e di morte prematura per donne e ragazze. 

Linee guida (servono a dare un punto di riferimento agli operatori sanitari): 1. Cure centrate sulla donna -> devono tutelare la sua dignità e garantire l’autonomia decisionale è importante non fare pressioni per farle rivelare la sua storia tutte le decisioni devono avere il consenso informato della donna

2. Approccio alle cure Gender Sensitive -> la violenza ha una natura strutturale (convenzione di Istanbul), in quanto è basata su una discriminazione di genere gli operatori devono essere consapevoli dell’impatto che il genere ha sulla vita delle donne 3. Corretta formazione sulla violenza -> necessità di una cooperazione tra diverse istituzioni per consentire una gestione a 360° del problema 4. Indicazioni relative alle conseguenze di una violenza sessuale -> offrendo contraccettivi d’emergenza e sedute di psicoterapia 5. Identificazione dei casi di violenza nei servizi sanitari -> si confrontano due tendenze: 1. Screening universale: a tutte le donne viene posta di routine una domanda sulla violenza 2. Case-finding: la domanda viene posta solo a donne che presentano dei fattori di rischio ->

limite che l’operatore indaghi solo quando la donna corrisponde allo stereotipo della vittima 6. Importanza della ricerca -> le linee guida si basano su modelli di intervento ottenuti da risultati scientifici (che sono pochi)  Ruolo chiave dei medici di medicina generale Il 40-70% delle donne vittime di omicidio sono state uccise dal partner nell’ambito di una relazione caratterizzata da abuso. In Italia ogni anno vengono uccise circa 100 donne per mano del compagno/ex compagno. È un problema sottovalutato e il personale non è in grado di riconoscere le vittime, a causa di: 1. Mancanza di formazione adeguata 2. Pregiudizi degli operatori a. la donna è responsabile della violenza subita per i suoi problemi psicologici b. la violenza domestica è un fatto privato e giustifica comportamenti molesti

È importante che l’operatore: 1. 2. 3. 4.

Faccia domande DIRETTE sulla violenza Eviti di MEDICALIZZARE la donna (=attribuire cause mediche a problemi di natura sociale o psichica) Svolgere un’attività di monitoraggio attivando uno scambio di informazione con gli altri servizi Dare alla donna informazioni e materiale sui servizi del territorio (es num telefono servizi sociali)

 CONSEGUENZE SULLA SALUTE 1. Dirette - fratture - lividi e lesioni - gravidanze indesiderate 2. Indirette - stress + disturbo da stress post traumatico - malfunzionamento del sistema immunitario - maggior rischio di disabilità e asma - maggior rischio di pressione alta, fumo, obesità IL RISCHIO DI SUICIDIO AUMENTA DI 19 VOLTE NEI MESI SUCCESSIVI AD UN’AGGRESIONE FISICA e di 26 VOLTE IN SEGUITO AD UNA VIOLENZA SESSUALE RADDOPPIA IL RISCHIO DI DEPRESSIONE E ATTACCHI DI PANICO.



A LIVELLO RIPRODUTTIVO

Le conseguenze possono avvenire a diversi livelli: a. Contraccezione e autonomie nelle scelte riproduttive l’ansia della situazione può rendere le vittime meno lineari nelle scelte contraccettive b. Interruzione volontaria di gravidanza un partner violento può manipolare/forzare la donna ad abortire o a continuare la gravidanza c. Malattie sessualmente trasmissibili minor attenzione alla propria salute a causa della depressione d. Conseguenze durante la gravidanza per la donna e per il bambino durante la gravidanza i partner non smettono di essere violenti e. Depressione post-partum Le vittime, in ambito ostetrico-ginecologico, si presentano con un carico di sofferenza che, nonostante le cure, non migliora ANZI tende a peggiorare. -> considerate difficili dagli operatori Sintomi da considerare: -

Interruzioni di gravidanza ripetute Depressione durante e post gravidanza Abuso di alcol Sensi di vergogna, colpa Comportamenti pratici dei sanitari:

-

Corsi di formazione e aggiornamento Dare importanza alla violenza PSICOLOGICA tanto quanto a quella fisica Garantire la privacy

 VIOLENZA E SALUTE MENTALE Tutte le violenze portano a un danneggiamento della capacità di autodeterminazione e identità personale. La violenza è un trauma o uno stress a carattere traumatico TUTTI i disturbi si riferiscono ai meccanismi di coping (fronteggiamento) per sopravvivere alle violenze quando non c’è via di fuga  Disturbo post traumatico da stress:

Comune a tutti coloro che sono stati soggetti a un controllo totalitario per lungo tempo Porta a impotenza e stato di allerta costante Le vittime sono continuamente immerse nello STRATEGIZING (=trovare strategie) per sopravvivere emotivamente: a. devono concentrarsi sugli aspetti positivi del loro carnefice b. devo occuparsi della relazione con l’abusante per non farlo esplodere La legge generale sulla sopravvivenza impone alle persone di adattarsi anche alle peggiori situazioni quando non si trovano via di scampo.  -

Investigare la violenza familiare e di coppia come possibile causa di sintomi fisici e psichici Effettuare un’accurata diagnosi sugli esiti patologici della violenza Inquadrare il comportamento della vittima Sostenere la donna nel distacco dal carnefice

 -

Operatori:

La refertazione psicologica

Valutazione dello stato psicologico attuale della donna Raccogliere in maniera dettagliata l’ultimo evento di violenza e i vari tipi di violenza subiti Osservazione dei minori coinvolti nella violenza (se presenti) Fornire indicazioni su comportamenti di cautela da attuare nell’immediato 

Psicoterapia

Solo alcune donne che subiscono violenza ne hanno effettivamente bisogno Dipende da: 1.Carattere individuale 2.Fattori di resilienza 3.Possibilità di percorsi di recupero Prima accoglienza  Essenziale offrire la possibilità di interagire con figure femminili e che il paziente si senta al sicuro e di avere il controllo Nelle fasi successive invece le caratteristiche del terapeuta vanno al di là del sesso (fondamentale la sensibilità e l’empatia)



Sintomatologia

1. Fisici: cefalea, dolori al torace, all’addome e agli arti 2. Psichici: paura, sentimenti di impotenza e orrore, distacco, amnesia associativa, feedback Vanno ricercate lesioni su tutta la superficie corporea, con la sola visita ginecologica non è possibile confermare o smentire il racconto della violenza sessuale perché le lesioni genitali sono per la maggior parte lievi. Dissociazione massiccia: Meccanismo di difesa con cui la persona sottoposta ad un trauma tenta di fuggire mentalmente da ciò che sta accadendo. Nel momento in cui si scontra causalmente nella vita quotidiana con qualche dettaglio simile al ricordo traumatico, viene investita dalle stesse emozioni provate durante il trauma.

 LA RISPOSTA DELLE FORZE DELL’ORDINE E DELLA GIUSTIZIA 

Primo intervento

L’intervento delle forze dell’ordine è uno dei momenti più delicati nel percorso di violenza domestica. Due tipologie, a seconda del momento in cui avviene: 1. Intervento condotto al momento dell’emergenza, attraverso numeri di emergenza 2. Intervento condotto dopo l’emergenza, quando la vittima decide di denunciare l’accaduto

È necessario: -

Sostenere moralmente la donna: ricreare la sua autostima Farle capire che non ha fatto nulla per provocare la violenza Porre domande sulla violenza e acquisire il maggior numero di informazioni Accoglierla in un luogo in cui si sente al sicuro e a suo agio Suggerire di rivolgersi a centri antiviolenza per un supporto sia psicologico che legale

-

Consigliare una visita al pronto soccorso per la storicizzazione sanitaria (utile in ambito legale) Se la vittima non ha deciso di abbandonare la casa (per paura o vergogna) suggerire un piano di sicurezza nei suoi confronti e dei figli

Spesso è difficile allontanarsi dalla persona violenta a causa dei sentimenti ambivalenti provati e per paura di: -

Ritorsioni Non essere creduta Non riuscire ad allontanarsi (soprattutto in casi di stalking)

Bisogna sempre prendere sul serio le affermazioni della donna anche se è sotto l’effetto di sostanze stupefacenti -> il loro abuso è una possibile conseguenza

Piano di sicurezza: a. Donna separata che vive sola - cambiare la serratura - assicurarsi che gli insegnanti abbiano chiaro chi è autorizzato a prelevare i bambini a scuola b. Donna che si sta preparando a lasciare - stabilire il momento più adeguato - capire se ha la possibilità di potare con sé il denaro - chiedere se vi è un posto sicuro dove andare c. Donna che vive ancora con l’attore delle violenze - capire se ha la possibilità di usare il telefono - insegnare al bambino come chiamare la polizia se lei fosse impossibilitata - stabilire un posto sicuro in caso di fuga Più il reato tocca la sfera intima, relazionale ed emotiva di una persona, più alto sarà il rischio di percorrere in un percorso giudiziario inadeguato  meno i bisogni della donna trovano attenzione, più alto sarò il rischio di traumatizzazione vicaria o secondaria per la vittima. Vittimizzazione secondaria: è causata dall’attività di disturbo realizzata dall’agente violento, dall’eccessiva durata del procedimento e dall’assenza di un’accoglienza informativa, logistica e di supporto più la presenza di stereotipi giudiziari ancora molto usati.



La denuncia

È importante non dissuadere la donna dallo sporgere denuncia. Nell’iter giudiziario la donna non è quasi mai assistita e deve confrontarsi con difficili questioni: - Difficoltà tecniche riguardo l’iter di una denuncia - Necessità di capire tempi, azioni punitive e azioni protettive nei confronti del reato subito

Vi è una grande paura di ciò che può succedere dopo la denuncia Il 60% delle volte le vittime continuano a subire minacce e intimidazioni da parte dell’accusato anche durante il processo -> Il 50% delle donne ritira la querela/denuncia o ritratta la testimonianza nel corso del procedimento



Procedure civili di protezione

Se avvengono violenze o abusi in famiglia è possibile richiedere protezione con due possibili procedure civili: 1. Davanti al Tribunale Civile Ordinario Serve a far cessare la condotta violenta pregiudizievole - può essere instaurata dalla vittima personalmente o assistita da un legale - consiste in un ricorso ai sensi dell’art 342 bis cc (ordini di protezione contro gli abusi familiari) e 736 cp (provvedimenti di adozione degli ordini di protezione contro gli abusi familiari) - la vittima deve descrivere gli episodi di violenza, allegando quanto più documentazione è possibile - viene fissata un’udienza dove vengono sentite entrambe le parti in causa dopo verrà rigettato il ricordo oppure ordinato al resistente il divieto di avvicinarsi al domicilio. In caso di urgenza il giudice può dare questi ordini ancor prima dell’udienza. La violazione del provvedimento del giudice è un reato penale. 2. Davanti al Tribunale per i Minori Serve per far allontanare il genitore dal minore - ai sensi dell’art 330 cc quando la vittima è un minore analogo ordine può essere richiesto al tribunale per minori. - l’abuso è anche la violenza assistita!

 AFFIDAMENTO DEI FIGLI La riforma introdotta con la legge 54/2006 aveva l’intento di superare il fatto che la maggioranza di affidamenti dei figli, in caso di divorzio o separazione, andasse alle madri. Si voleva rinforzare il principio di bigenitorialità: prevedendo l’affidamento condiviso dei figli come regola generale. - Perciò il figlio ha diritto ad avere rapporti con entrambi i genitori; - I servizi sociosanitari hanno il compito di valutare e mediare in situazioni di separazione conflittuale ! ATTENZIONE a non co...


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