0 - riassunto inferno divina commedia PDF

Title 0 - riassunto inferno divina commedia
Course Lettere, arti e archeologia
Institution Università degli Studi di Ferrara
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riassunto inferno divina commedia...


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L’INFERNO La composizione In assenza di dati certi, ipotesi più convincente sul periodo della composizione dell'inferno colloca la stesura tra il 1306 1309, quando Dante e già colpito dalla condanna all'esilio e ha abbandonato l'intervento attivo nella vita politica. Il Boccaccio nel suo trattatelo su Dante sostiene che il poeta ha scritto i primi sette canti dell'inferno quando non era ancora stato cacciato da Firenze; solo nel 1306 avrebbe rinvenuto e spedito questi canti a Dante in esilio, ed egli allora, dopo avrebbe rimesso mano nuovamente all'inferno. Ma questa pausa di ben sette anni a qualcuno non pare giustificabile, visto che c'è continuità prevaricante e non compaiono differenze sostanziali nella impostazione, nell'esecuzione e nella lingua. Da scartare l'ipotesi di quanti vogliono posticipare la data di inizio dall'inferno al 1313, anno della morte dell'imperatore Arrigo VII e del definitivo tramonto di Dante nella speranza di poter tornare a Firenze di partecipare ancora alla politica della città. Poiché il poeta muore nel 1321, è impensabile che un’opera così imponente per proporzioni e impegno possa essere stata elaborata in soli otto anni. Dante ha lavorato l’Inferno a partire il 1304. Questo fatto determina una marcata toscanità della prima cantica, una particolare attenzione per la vita di quella regione, per i suoi personaggi, la sua storia interna, i conflitti e le tensioni e, in ultimo, per quella lingua, presenti modo molto più massiccio rispetto alle altre cantiche. Poiché riferimenti storici cui si facendo nella cantica non risalgono oltre 1309, si può desumere che la stesura deve considerarsi conclusa intorno a questa data. La struttura La cosmologia dantesca è basata sulla concezione geocentrica dell'astronomo Tolomeo, secondo cui la terra e al centro di tutto l'universo ed è suddiviso in due emisferi; sono l'emisfero nord abitato dall'uomo, perché quello australe è interamente ricoperto dalle acque. L’ Inferno viene concepito da Dante come una gigantesca voragine, di forma conica, che si apre nell’emisfero boreale sotto Gerusalemme e giunge fino al centro della terra. Quando in cielo Lucifero si ribellò l'autorità divina, Dio lo punì con i suoi seguaci precipitandoli sulla terra che si ritirò dando origine al baratro infernale e, nel emisfero australe, alla montagna del Purgatorio, sulla cui sommità si trova il paradiso terrestre. La rovinosa caduta di Lucifero si arresto al centro della terra, dunque nel punto più lontano da Dio. L'inferno è diviso in nove cerchi concentrici, digradanti fino al lago ghiacciato di Cocito, dove conficcato Lucifero. Il baratro infernale è preceduto da un ampio vestibolo, l’antinferno, dove sono puniti gli angeli che rimase neutrale. Con essi, gli uomini ignavi che, per il rifiuto di schierarsi durante la vita per il vino per il male, sono adesso rifiutati dall'inferno stesso. Varcato l'Acheronte si entra nel limbo, dove si trovano le anime di bambini morti senza ricevere il battesimo, ma seguirono le buone inclinazioni della natura umana: privi di tormenti fisici, e si sono tormentati in eterno dal desiderio di Dio. Dante segue l’Etica Nicomachea di Aristotele, il De officiis di Cicerone, il pensiero teologico di San Tommaso. Le colpe sono classificate secondo le due malvagie tendenze con: incontinenza e la malizia, quest'ultima, a sua volta, distinta in violenza e fraudolenza. Incontinenti sono puniti nei primi cinque cerchi infernali. Mentre il settimo e riservate violenti, suddivisi in tre gironi. Ma la fraudolenza è il più grave di vizi, perché è commessa dall'uomo col supporto della ragione. L'ottavo cerchio ospita i fraudolenti in chi non si fida, ed è ulteriormente diviso in

10 volte, le Malebolge: dieci fosse concentriche scavate nella roccia, collegate da ponticelli in pietra. I traditori sono invece confinati nel cerchio più basso, il nonno: una ghiacciaia alimentata dalle acque del fiume Cocito ora è gelato dal vento delle sei ali di Lucifero, dove sono imprigionati i traditori dei congiunti, della patria, degli ospiti e dei benefattori. Bruto, Cassio e Giuda sono brutalmente maciullati dalle tre bocche di Lucifero per l'eternità. Per stabilire la pena dei dannati Dante si rifà al criterio della punizione del contrappasso: I peccatori sono puniti con una pena che, per analogia o per opposizione, si ricollega alla colpa commessa. Il tempo del viaggio nell’oltretomba Il pellegrinaggio di Dante nell'oltretomba inizia la notte del 7 aprile, giovedì della settimana Santa, nell'anno giubilare 1300, e termina il sabato Santo. Indicazioni cronologiche che deduciamo dalla commedia non sono però tali da dissipare inequivocabilmente ogni dubbio; per questo sono state avanzate altre ipotesi sulla data del pellegrinaggio dantesco. In base ai riferimenti astronomici contenuti nella commedia, il viaggio di Dante collocato tra il 25 31 marzo 1301, quando il sole si trovava nella costellazione dell'ariete; in base riferimenti storici interni alla commedia si è proposto invece il 1300. La questione comunque ancora oggetto di studio di discussione Temi e argomenti Il peccato. La Commedia di Dante è un'opera esemplare per la sua unità. I temi sono ricorrenti nelle tre cantiche esiste una fitta rete di rimandi mai casuale. Non interno è simbolo dello con cui Dio regge l'universo, e si contrappone al disordine morale. Ogni cantico costituisce una tappa del viaggio dantesco verso la liberazione dei vincoli del male; L’Inferno è il momento iniziale di questo Itinerarium mentis in Deum e il tema centrale è l'attraversamento doloroso del peccato. La conoscenza diretta del peccato è preliminare per liberarsi dal suo fascino sottile dalla sua seduzione, perciò Dante, deve seguire il cammino che Virgilio gli ripropone, il viaggio appunto nel regno della cecità morale. Obiettivo fondamentale della prima cantica è la rappresentazione del male delle sue nefaste conseguenze precristiani, per la collettività e per la stessa chiesa. Per svelare la natura del peccato il poeta ricorre spesso a simboli e immagini ricorrenti: quali sono le insistenze sulla totale mancanza della luce, sulla nudità delle anime prive di ogni residuo di dignità, sulla presenza di fantasiosi carnefici demoniaci. Nell'inferno dante preferisce alle teorizzazioni astratte, più numerose nelle altre cantiche, le dimostrazioni concrete. I peccatori sono eloquenti incarnazioni scelte con accuratezza nel passato, ma soprattutto nel presente. L’uomo protagonista. L'inferno diventa un affresco del mondo e dell'umanità, con una prevalenza di tonalità buie e a volte apocalittiche: sulla terra gli uomini sono spesso prigionieri del peccato e dell'odio, ma il pessimismo dantesco è sempre sorretto dalla certezza che il male sarà sconfitto. La politica. Un altro tema centrale nell'inferno è quello politico. Le cause che minacciano l'umanità sono di ordine morale, ma anche di ordine politico. Nell'inferno Dante si rifà alle convinzioni espresse nel De Monarchia e nel libro IV del Convivio: ribadisce che ruolo determinante dell'impero universale per garantire la giustizia pace, importanza di Roma. L'avidità sta mandando in rovina la società; essa si annida nel cuore di ognuno, per sete di potere, per usurpare i compiti e gli uffici dell'impero, assecondati da una politica imperiale che non si interessa dell'Italia e di Roma. Da questa latitanza nascono le fazioni che stanno degli dilaniano le città e i comuni italiani.

Virgilio. Virgilio, il poeta latino che le “donne benedette”, hanno voluto accanto a Dante durante questa grande prova, appare nel primo canto nel momento dello sconforto e dello scoraggiamento, e lo accompagnerà nella discesa all'inferno e nella salita al monte del Purgatorio. Virgilio è lo strumento della provvidenza, ma, nello stesso tempo, è il modello ideale di poeta, l'esempio supremo della poesia epica del “bello stilo”. La scelta di Virgilio come guida e da riferire anche alla grande fama del poeta nel medioevo, come profeta della venuta di Cristo: nella quarta egloga del Bucoliche di Virgilio preconizza l'avvento di nuove età del loro, e in questa profezia ii contemporanei di Dante leggevano l'allegoria della nascita di Cristo. La figura del poeta latino si arricchisce di una valenza simbolica determinante per l'assunto di vista scarico della commedia. Egli alla funzione propedeutica di preparare l'avvento il trionfo di Beatrice, simbolo della verità rivelata che la ragione umana ricerca, ma che è raggiungibile solo con il dono divino della Fede. Virgilio confesserà più volte la propria colpa di non aver riconosciuto i limiti della ragione umana, che per sempre nel limbo, privo della visione beatifica di Dio. La scrittura Nell'Inferno è evidente la consapevolezza della necessità di un forte impegno linguistico per descrivere le realtà escatologiche. Dante conferisce autorità politica a termini e di espressioni che in seguito verranno rintracciati nel limbo della impoteticità, coniando con totale disinvoltura neologismi che andranno poi di arricchire il nostro patrimonio linguistico lessicale. Alla complessità strutturale della commedia corrisponde una tessitura linguistica variegata, che il critico Gianfranco Contini ha definito “plurilinguismo”, dove non si allude solo a latino e volgare, ma alla poligottia degli stili di generi letterari. Dante si serve di linguaggio molto diversificati e il risultato è una continua oscillazione tra il comico e il tragico. La prima cantica si caratterizza comunque rispetto alle altre per un forte colorito realistico, e soprattutto in alcuni blocchi di canti di episodi lo stile si riforma verso il basso, si fa accentuatamente comico. Lessico dell'inferno non è eccezionale ampiezza di toni e guarda diverse tradizioni. Gli scoppi di violenza verbale coesistono con soluzioni liriche e pacate, come nei celebri canti di Francesca o di Ulisse, e con esiti di forte drammaticità, come indicato di Pier della Vigna o del conte Ugolino. Analogo è il discorso per le rime: ritroviamo rime “aspre e chiocce”, della tradizione comico-realistica, che hanno l'arduo compito di recuperare l'asprezza del contenuto, per rendere in modo visibile la degradazione morale del peccato e l'abbattimento della dignità del peccatore. Attraversare l'Inferno significa anche inoltrarsi in un tessuto linguistico vario e complesso, discendere negli abissi del realismo fino al grottesco e al triviale, per poi risalire e recuperare anche la dignità e il percorso linguistico. Tale discesa è una delle più ardue scommesse sfide che l'arte di Dante abbia saputo fare e vincere.

La struttura dell’Inferno dantesco

DANTE ALIGHIERI, LA DIVINA COMMEDIA CANTO 1

- Giovedì santo 7 Aprile 1300; - Selva oscura; - Dante, Virgilio e le tre fiere: la lupa, la lonza e il leone. SOMMARIO

- Giunto a metà della sua vita Dante, si trova smarrito nella selva del peccato; - 3 fiere gli ostacolano la sua ascesa al colle dilettoso, e sono: • una Lonza, allegoria della sensualità; • una Lupa, allegoria della cupidigia; • un Leone, allegoria della superbia. - Non gli resta che tornare indietro; - Compare però Virgilio, allegoria della ragione umana; - Dante mostra tutta la sua riconoscenza e gli chiede aiuto per superare la lupa; - Il poeta dovrà attraversare i 3 regni dell’oltretomba per raggiungere la Grazia; - Virgilio si offre così come guida, ma sarà Beatrice a condurlo alla contemplazione delle beatitudini del paradiso. TRAMA E STRUTTURA

- Questo canto è l’introduzione generale del poema e pone le basi di tutto il viaggio: • la concreta situazione narrativa che giustifica e avvia il pellegrinaggio nell’oltretomba; • il significato morale di tutta l’opera; • l’annuncio delle 3 parti di cui l’opera è costituita; - Il significato allegorico che caratterizza tutta l’opera; - Gli episodi che fanno da presupposto a tutta la trama, e rimandano a precisi significati simbolici: la selva: il peccato; il colle con il sole alle spalle: strada che porta alla salvezza in Cristo; le 3 Fiere: sono i vizi che impediscono il procedere di Dante verso le virtù; Virgilio: simboleggia la filosofia umana che sola può condurre l’anima alla salvezza; viaggio dell’oltretomba: viaggio dell’uomo nella propria conoscenza morale per apprendere il bene e il male. Costante strutturali: • incontro e riconoscimento con le anime dei defunti; • spiegazioni dottrinarie; • profezie. Dante ha scelto Virgilio come sua guida poiché nel Medioevo aveva una grande importanza; Virgilio espone la profezia di Veltro, annunciando la venuta di una personalità che scaccerà il male dal mondo; Le similitudini e metafore sono strumenti espressivi assai frequenti nell’opera.

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CANTO 2

- Venerdì santo 8 Aprile 1300; - Diserta spiaggia; - Dante, Virgilio, Vergine Maria e Santa Lucia. SOMMARIO

- Dante decide di affrontare il viaggio negli inferi, invocando l’aiuto delle Muse a soccorso della memoria;

- Il poeta vate mostra diverse incertezze sul viaggio che sta per affrontare poiché solo altissime personalità lo poterono affrontare;

- Virgilio gli rivela che si trovava nel Limbo quando Beatrice gli ha chiesto di aiutare Dante;

- Virgilio spiega che anche Santa Lucia e la Maria voleva la sua salvezza; - Virgilio allora sprona Dante ad abbandonare ogni timore davanti alla rivelazione celeste. Allora il poeta vate si riconforta e riprende il viaggio addentrandosi nella selva. TRAMA E STRUTTURA

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Il secondo canto spiega il significato personale e sacro del viaggio di Dante; Per esprimere i sui dubbi, Dante cita i personaggi di Enea e San Paolo; A Salvarlo sono intervenute le 3 Vergini, simbolo della sacralità del destino di Dante; Le 3 donne hanno un chiaro valore simbolico: • Santa Maria: rappresenta la Grazia preveniente; • Lucia: rappresenta la Grazia illuminante; • Beatrice: rappresenta la Grazia operante; Beatrice è molto preoccupata per Dante; Dal punto di vista stilnovistico, il dialogo tra Dante e Beatrice, propone espressioni e sentimenti che appartengono alla sensibilità stilnovistica; Nel colloquio Virgilio chiede a Beatrice se non ha paura di scendere nell’Inferno e la donna risponde che si deve temere solo ciò che può far male ed uno spirito che ha ricevuto la beatitudine eterna non può temere nulla dai luoghi dannati; Il canto di apre con l’immagine lirica del mondo addormentato nel riposo notturno, in procinto ad affrontare i grandi pericoli del viaggio tra le anime dannate; Nei versi 7-9 ritroviamo l’invocazione alle Muse.

CANTO 3

- Venerdì santo 8 Aprile 1300; - Antinferno, una buia campagna, qui scorre l’Acheronte, fiume stagnante e privo di vita, che le anime si accingono ad attraversare

- Dante, Virgilio,

. Caronte

PECCATORI E PENA E CONTRAPPASSO

- Ignavi. Vissero senza infamia e senza lode, insensibili a ogni forma di interesse politico o religioso;

- Umiliati nella loro nudità, sono tormentati da mosconi e vespe, e il loro sangue è succhiato da orridi vermi ai loro piedi. Per contrappasso, loro che in vita non ebbero mai un’idea sono ora costretti ad inseguire un’insegna senza significato. SOMMARIO

- Dante e Virgilio sono giunti davanti alla porta dell’Inferno; - Virgilio invita Dante ad armarsi di coraggio; - Il poeta ode un forte tumulto fatto di lamenti e chiede a Virgilio chi mai possa essere quella gente;

- Virgilio spiega che si tratta degli ignavi che sono stati cacciati dal Paradiso e non sono stati accettati dall’Inferno;

- Dante scorge un’altra massa di gente, in attesa di essere traghettati sull’Acheronte e giungere nel luogo dove dovranno scontare in eterno la loro pena;

- Giunge Caronte che annuncia l’immediata partenza per l’Inferno e appena vede Dante gli urla di allontanarsi, ma Virgilio placa la sua vita;

- Mentre la barca parte, sulla riva si ammassa una nuova schiera di dannati; - Un forte terremoto, seguito da un accecante fulmine, riempì di spavento Dante, che svenne. TRAMA E STRUTTURA

- Il canto si apre con la trascrizione diretta delle parole incise sulla porta dell’Inferno; - L’iscrizione e la sua collocazione ad incipit segnano uno stacco netto con l’atmosfera lirica del canto precedente;

- Sono presenti forti suggestioni drammatiche; - A dominare la scena è il nocchiere infernale, che svolge una funzione determinante, quella di avvilire al loro eterno destino di pena;

- Il contrappasso diventa una regola strutturale dei regni oltremondani. CONTENUTI E FORME

- La descrizione del luogo e dei dannati rispecchia il giudizio morale di Dante; - Caronte è la prima figura mitologica incontrata da Dante, e giustifica l’iniziale rifiuto di -

prenderlo sulla sua barca per il fatto che è ancora vivo e Dante sarà destinato in un altro luogo e su un più facile vascello: il Purgatorio; “Vuolsi così colà dove si puote/ ciò che si vuole”. Questa formula è usata da Virgilio che sintetizza la sacralità del viaggio di Dante voluto da Dio.

CANTO 4

- Venerdì santo 8 Aprile 1300; - Limbo. Il primo cerchio è suddiviso in due zone: nella prima regna l’oscurità e d’odono

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soltanto i sospiri dolorosi delle anime; nella seconda s’apre uno spazio illuminato da un fuoco, e al centro , difeso da sette cerchi di mura e da un fiumicello, si erge un castello, nel cui interno si aggirano gli spiriti magni; Dante, Virgilio, Omero, Orazio, Ovidio e Lucano.

PECCATORI E PENA E CONTRAPPASSO

- Anime giuste non battezzate. Sono coloro che, pur senza peccato, non hanno ricevuto o non hanno conosciuto la fede cristiana;

- Sono gli unici dannati a subire una pena solamente spirituale: per contrappasso, loro che non hanno conosciuto cristo, ora desiderato contemplare Dio ma non ci riescono. SOMMARIO

- Virgilio giuda Dante nella discesa al Limbo; - Dante prova un grande dolore e sconcerto e chiede a Virgilio se mai qualcuno ne sia riuscito ad uscirne;

- Virgilio, gli ricorda la discesa di cristo e la liberazione dei patriarchi e degli ebrei; - Mentre attraversano il Limbo incontrano gli spiriti dei 4 poeti: Omero, Orazio, Ovidio e Lucano;

- I quattro poeti si recano nel castello degli spiriti magni, coloro che s dedicarono con -

passione e orgoglio alle grandi cause; Oltre alle 7 mura, si distende un verde prato sul quale si muovono le anime dei sommi personaggi del passato; Dante e Virgilio escono dal castello e riprendono il loro cammino.

IL LUOGO DELL’AZIONE

- Il luogo concentra su di sé i motivi più significativi del canto: • unicità della condizione dei dannati, che scontano la pena spirituale della privazione • • • •

di Dio, in assenza di punizioni corporali; sede eterna dell’anima di Virgilio; il castello degli spiriti sommi; l’incontro con i sommi poeti dell’antichità; la questione teologica della salvezza e del battesimo, e la discesa di Cristo nel Limbo.

VIRGILIO E IL LIMBO

- Qui ritroviamo la celebrazione del poeta Virgilio. L’INCONTRO CON ALTRI POETI

- La solenne comparsa degli altri poeti dell’antichità è implicita definizione delle gerarchie artistiche e culturali di rifermento. QUESTIONE TEOLOGICA: IL BATTESIMO

- Dante si domanda il perché della dannazione di anime innocenti. Si porterà questo dubbio sono in Paradiso, dove sarà dichiarato e discusso nel cielo della giustizia privata.

CANTO 5

- Venerdì santo 8 Aprile 1300; - Cerchio II: i lussuriosi. Una landa priva di luce, buttata da tremende raffiche di vento; - Dante, Virgilio, Francesca da Rimini e Paolo Malatesta; PECCATORI E PENA E CONTRAPPASSO

- Lussuriosi. Sono peccatori che hanno ricercato le soddisfazioni dei sensi contro ogni -

regola, abbandonandosi smodatamente alle passioni, tanto da sottomettere la ragione al talento; Li colpisce un vento furioso che non si acquieta, non conosce sosta e li sospinge trascinandoli rovinosamente per tutto il girone. Per contrappasso queste anime che in vita si sono lasciate trasportare dalla tempesta delle passioni, ora subi...


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