Divina Commedia - RIASSUNTO CANTI PARADISO PDF

Title Divina Commedia - RIASSUNTO CANTI PARADISO
Author Marika Pontonio
Course Lettere Classiche
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Summary

RIASSUNTO CANTI PARADISO...


Description

RIASSUNTO V CANTO In questo canto Dante e Virgilio giungono nel II cerchio dell’Inferno, sorvegliato da Minosse (personaggio della mitologia greca), che ha il compito di assegnare le pene ai dannati attorcigliando la coda su se stesso tante volte quanti sono i cerchi che le anime devono scendere per raggiungere il luogo eterno. In questo cerchio sono puniti i lussuriosi, coloro che in vita si fecero trasportare dalle passioni corporali, ed ora sono travolti da una bufera infernale. Dante resta colpito da alcuni dannati che si muovono in fila e chiede spiegazioni alla sua guida; quest’ultimo gli dice che quelle anime sono stati e sono tutt’ora celebri del mondo antico: infatti ci sono Cleopatra, Elena (causa della guerra di Troia), Tristano, Didone (che si uccise per amore), Achille… Inoltre il poeta è incuriosito alla vista di due anime che si muovono strettamente unite (Paolo Malatesta e Francesca da Rimini) e chiede di voler parlare con loro. Inizia così il dialogo tra Dante e Francesca (poiché Paolo non prenderà mai parte alla conversazione), che racconta l’inizio del loro amore, ispirato dalla lettura di un romanzo cortese e soprattutto dal passo riguardate il bacio tra Lancillotto e Ginevra, e parla di come siano stati scoperti e uccisi dal marito di lei e fratello di lui. Dante si rispecchia nel loro amore, poiché anche lui aveva rischiato di peccare dedicando poesie e canzoni ad una donna sposata, Beatrice; quindi commosso sviene.

RIASSUNTO VI CANTO (POLITICO) In questo canto Dante e Virgilio arrivano nel III cerchio dell’Inferno, dove sono puniti i golosi; i dannati in questo cerchio sono costretti a tenere il viso nel fango, flagellati da una pioggia incessante. Il custode di questo cerchio è Cerbero, mostro che ha le sembianze di un cane a tre teste. Qui Dante incontra Ciacco, un suo concittadino, che profetizzerà ciò che succederà nella città di Firenze. Il VI canto di ciascuna delle tre cantiche è di ambito politico; in questo caso si parla delle lotte che hanno straziato Firenze a causa della superbia, dell’avarizia e dell’invidia. Nell’ultima parte del sesto Canto dell’Inferno, Virgilio illustra a Dante il futuro delle anime dannate. Esse, dopo il Giudizio Universale, entreranno nei propri corpi e la loro sensibilità aumenterà ed avvertiranno la pena eterna con maggiore intensità, in accordo con le teorie della filosofia aristotelica.

RIASSUNTO VII CANTO All’ingresso del VII cerchio i due poeti incontrano Plauto, custode di quella zona infernale. Il mostro che ha sembianze di un lupo, inveisce contro di loro, pronunciando parole incomprensibili, ma Virgilio rassicura Dante del fatto che non potrà impedire il loro viaggio poiché è voluto da Dio, quindi rimprovera e zittisce il

demone ricordandogli la sconfitta di Lucifero da parte dell’arcangelo Michele; a questo punto Plauto cade e lascia libero il passaggio. Dante e Virgilio entrano nel cerchio, dove sono puniti gli avari e i prodighi, che spingono faticosamente enormi macigni e sono divisi in due schiere che procedono in senso opposto, quando si scontrano inveiscono tra loro e proseguono. Dante chiede a Virgilio chi siano quei dannati e in particolare se le anime che vede con la chierica siano effettivamente religiosi. Il maestro spiega che tutti loro in vita non spesero il denaro con giusta misura. Nel giorno del Giudizio gli avari risorgeranno con il pugno chiuso e i prodighi coi capelli tagliati. Virgilio conclude parlando della Fortuna; quest’ultima è stata affidata da Dio e regola i beni materiali. Dante e Virgilio riprendono il cammino e giungono all’altra ripa dove gorgoglia un ruscello, che scorre fino alla palude Stigia. Qui Dante scorge dei peccatori, immersi nell’acqua, che si percuotono e si mordono ferocemente. Virgilio spiega che si tratta degli iracondi (che tristi per la loro sorte si lamentano della loro sorte), e aggiunge che in profondità si trovano altre anime che con i loro lamenti cercano di raggiungere la superficie. I due poeti guardano i peccatori e arrivano ai piedi di una torre.

RIASSUNTO VIII CANTO Riprendendo il racconto Dante narra di aver notato una luce tra una torre e l’altra; questa proveniva da una barca guidata da Flegias, che avanza gridando parole minacciose. Mentre i poeti avanzano verso l’imbarcazione incontrano Filippo Argenti, un personaggio fiorentino e Dante gli rivolge parole di condanna. Il dannato cerca di afferrarlo ma Virgilio lo spinge via. Inoltre Dante manifesta il desiderio di vederlo azzuffarsi con i compagni di pena; poco dopo infatti vede gli altri dannati avventarsi su Filippo Argenti. Mente la barca di Flegias si allontana dagli iracondi, Dante sente un coro di voci dolorose che lo riempiono d’angoscia. Virgilio lo informa che orami sono vicini alla città infernale di Dite, popolata da demoni. Arrivati davanti alle mura della città di Dite, Dante vede migliaia di diavoli che cercano di persuaderlo e di farlo ritornare indietro, ma Virgilio lo rassicura poiché il viaggio è voluto da Dio. Così Virgilio cerca di parlare con i diavoli ma questi gli chiudono la porta in faccia, allora i due poeti aspettano l’arrivo di un angelo che li condurrà dentro la città di Dite.

RIASSUNTO IX CANTO Dante chiede alla sua guida se mai un’anima del Limbo sia mai discesa fino al basso inferno, e Virgilio risponde che, benché ciò accada raramente, è già successo a lui. Dante improvvisamente è attratto da tre Furie sulla cima di una torre: esse sono tinte di sangue e hanno per capelli dei serpenti, e sono Megera, Aletto e Tesifone.

Esse gridano e invocano la venuta di Medusa per impietrire il visitatore vivo. Allora Virgilio ordina a Dante di chiudere gli occhi e di voltarsi. Un improvviso fracasso annuncia la venuta del Messo celeste che passa lo Stige e spalanca la porta, dopo rimprovera i demoni ricordando loro che non ci si può opporre al volere divino.

RIASSUNTO X CANTO Mentre i due poeti camminano tra le mura della città di Dite e le tombe infuocate, Dante chiede se è possibile vedere coloro che vi sono sepolti (i coperchi sono tutti alzati e nessuno li guarda). Virgilio dopo aver spiegato a Dante che le tombe verranno richiuse dopo il Giudizio universale, gli dice che lì si trovano i negatori dell’immortalità dell’anima. Qui Dante incontra Farinata che intraprende un dialogo con lui, riguardante la città di Firenze; mentre conversa con Farinata, da una tomba vicina si innalza l’anima di Cavalcante de’ Cavalcanti che domanda al poeta perché suo figlio non ha intrapreso questo viaggio, ma Dante risponderà dicendo che Guido non credeva in Dio, ma mentre afferma ciò, utilizza un verbo al passato, quindi fa intendere a Cavalcanti che il figlio è morto. Allora il dannato per il dolore si precipita nel sepolcro. Farinata è rimasto immobile davanti alla scena e ripreso il discorso, gli profetizza l’esilio. Infine Dante chiede come mai i dannati, pur conoscendo il futuro, sembrano non avere notizia del presente, allora questo gli risponde dicendo che le anime vedono le cose lontane ma man mano che si avvicinano, ne smarriscono la conoscenza. Dante perciò prega Farinata di dire a Cavalcante che suo figlio è ancora vivo. Il poeta turbato dalla predizione, riprende il cammino pensieroso....


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