12 bias di conferma le correlazioni illusiorie PDF

Title 12 bias di conferma le correlazioni illusiorie
Author Giulio Giordani
Course Cognizione sociale
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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BIAS DI CONFERMA – Le correlazioni illusorie Si è osservato che il positive testing può portare a confirmation bias quando è sull’ipotesi focale e pure sbilanciato, oppure quando è sull’ipotesi focale, non è sbilanciato, ma c’è un’interazione tra gli interlocutori (l’intervista non si sente libero di rispondere “NO”). Un ulteriore bias che interviene quando si processano le informazioni sugli altri è quello in merito alle correlazioni illusorie. La correlazione illusoria (già incontrata nelle teorie implicite di personalità in cui si sostiene l’esistenza di alcuni cluster di personalità, in cui diversi tratti si attivano insieme nel definire una personalità – es. una persona introversa avrà allora anche poca autostima) è illudersi che esista un’associazione inesistente tra due eventi o tratti, o, al contrario, non notare un’associazione esistente. Le correlazioni illusorie sono generalmente indotte da due meccanismi:  MECCANISMO MOTIVAZIONALE  si sostiene che le correlazioni illusorie siano indotte dalle aspettative. La presenza di una teoria implicita sull’associazione tra due eventi porta a percepire illusoriamente covariazioni tra gli stessi. I primi meccanismi motivazionali che inducono le correlazioni illusorie sono stati studiati partendo dagli studi dei test proiettivi in ambito clinico. Le persone vogliono confermare la propria ipotesi, si hanno quindi delle aspettative che portano a leggere le informazioni che provengono dal mondo empirico in linea con queste; per cui se si pensa, per esempio, che X sia paranoico e questo disegna un corpo umano con gli occhi grandi, si va a creare una correlazione illusoria tra il dettaglio del disegno e la caratteristica psicopatologica ipotizzata  MECCANISMO COGNITIVO  si sostiene che le correlazioni illusorie sono indotte da focalizzazione, sottolineando che l’essere umano non prende in considerazione tutte le informazioni. La focalizzazione può riguardare:  la codifica delle informazioni: si presta attenzione solo ad alcune informazioni; il giudizio finale viene formulato solo sulla base dei casi presi in considerazione  le strategie di valutazione: vengono prese in considerazione tutte le informazioni ma ad alcuni dati viene assegnato un “peso” maggiore, ad altri un “peso” minore o nullo Un ESEMPIO concreto è il seguente: si consideri la seguente affermazione “le persone del segno del leone (C1) sono passionali (C2)”.

La frase formulata in questo modo porta gli individui a focalizzarsi sulla cella A che è quella di presenza e presenza (C1+ e C2+), stabilendo tra queste due caratteristiche una correlazione illusoria. In questo modo non si sta verificando se “essere del segno del leone” è una condizione necessaria e sufficiente: controllo di sufficienza (C1+ e C2-): “tutte le persone del segno del leone sono passionali?” controllo di necessità (C1- e C2+): “ci sono persone di altri segni che sono passionali?” Si osserva una forte tendenza a notare le presenze piuttosto che le assenze.

Hamilton e Gifford (1976) hanno osservato questo approccio in ambito sociale in cui i due meccanismi (motivazionale e cognitivo) agiscono insieme nell’individuo. La loro ipotesi è che l’osservatore è più attento a eventi distintivi, per cui maggior attenzione porta a una maggiore codifica. Hamilton aggiunge che ciò che è raro è particolarmente saliente e anche ciò che è negativo è particolarmente saliente; di conseguenza gli eventi distintivi che co-occorrono hanno maggiori probabilità di essere associati. I due autori vanno ad indagare cosa accade quando si presentano dei comportamenti negativi messi in atto da un membro della minoranza (ciò che è raro). Quando si chiede di stimare la probabilità che un membro della minoranza metta in atto un comportamento negativo, si trova una sovrastima di questa probabilità (fenomeno di correlazione illusoria). Questo accade perché si pone maggior attenzione alla cella presenza (minoranza) e presenza (comportamento negativo), rispetto alle altre celle (minoranza – comportamento positivo, maggioranza – comportamento negativo, maggioranza – comportamento positivo). La teoria cognitiva mette in luce che l’individuo va a focalizzarsi sulla cella presenza – presenza, ma – considerando il contesto sociale – a questo si aggiunge che si pone ancora maggior attenzione su questa cella in quanto contiene al suo interno due tratti altamente distintivi: minoranza e comportamento negativo....


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