15.e Oligopolio PDF

Title 15.e Oligopolio
Author Stefano Maraia
Course istituzioni di economia e di politica agraria e forestale
Institution Università degli Studi del Sannio
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Oligopolio...


Description

Oligopolio Forma di mercato imperfetto, in cui la domanda è polverizzata (tanti compratori come nel monopolio), ma l’offerta risiede in un piccolo numero di imprese (offerenti) che hanno potere di mercato. In questa situazione l’impresa ha un comportamento che tiene conto del potere di mercato e delle reazioni delle altre imprese nell’industria in modo da trarne profitto, ciò è definito comportamento strategico. Un metodo usato per studiare tale comportamento è la teoria dei giochi, una branca della matematica che trova molte applicazioni in economia. Bisogna capire che ogni azione indipendente di un produttore, scaturisce effetti sul mercato e quindi conseguenze per gli altri produttori che risponderanno a loro volta: concetto di interdipendenza oligopolistica. La teoria dei giochi formula l’ipotesi che gli individui facciano scelte razionali con risorse limitate, tenendo conto delle azioni di ciascuno degli altri. Tale teoria si propone di analizzare le scelte che stanno di fronte a ciascun giocatore e di progettare azioni che sono atte a massimizzare l’unità e che rispondono ad ogni possibile azione dei giocatori. Alla base della teoria dei giochi vi è la strategia dominante, una strategia che garantisce al giocatore che la segue, un risultato sempre positivo. Se le aziende in un oligopolio non collaborano si annulleranno a vicenda. L’azienda A abbassa il prezzo, B l’abbasserà a sua volta più di A e così via. In un oligopolio le aziende per trarre beneficio devono collaborare. Importante: alle aziende oligopolistiche conviene cooperare, prendendo decisioni vantaggiose sul prezzo e sulla quantità da produrre, provocando così un danno combinato ad un altro (consumatori). Collusione: le aziende si mettono d’accordo sul mantenere il prezzo alto a discapito dei consumatori. Prezzi più alti della concorrenza perfetta, ma più bassi del P del monopolio. Un esempio importante nella teoria dei giochi è il dilemma del prigioniero. I prigionieri A e B sono stati imputati per lo stesso reato, con lo stesso numero di proced. e stessa condanna (1 anno). Entrambi hanno l’opzione di confessare il reato più grave.

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  

Se uno confessa e l’altro no, il confessato ottiene una remunerazione Se entrambi confessano sono condannati a 5 anni Se entrambi tacciono sono condannati a 1 anno

Entrambi migliorano la propria condizione confessando, indipendentemente da ciò che fa l’altro. Il caso in cui entrambi confessano è definito esito non cooperativo perché i giocatori non riescono ad accordarsi di cooperare e invece seguono i loro incentivi individuali. La soluzione migliore è che nessuno dei due confessi, ma questo può avvenire solo se i due potevano accordarsi di cooperare (esito cooperativo: svantaggio per il magistrato che ha eriufheiprh) pag.58

Equilibrio di Nash Consideriamo adesso 2 aziende: A e B  A possiede una strategia dominante  B non ha strategia dominante Strategia dominante: strategia valida ed efficiente che garantisce a chi la segue un risultato sempre positivo, indipendentemente dal comportamento di altri.

Per l’azienda A conviene seguire la sua strategia dominante, cioè di fare pubblicità creando uno svantaggio per l’impresa B. Per B conviene fare pubblicità perché non è la sua strategia dominante, ci porterà perdita. Per l’azienda che ha una strategia dominante, conviene seguirla, per le altre conviene imitarla per non avere una perdita. Equilibrio di Nash: è la strategia migliore date le strategie delle imprese rivali  ammette l’asimmetria dell’oligopolio. Ognuno segue una propria strategia dominante, ma per favorire un vantaggio le imprese dovrebbero accordarsi e creare uno svantaggio per il consumatore. L'oligopolio è una forma di mercato in cui l'offerta di una merce è concentrata in un numero limitato di imprese o venditori, in genere di grandi dimensioni, in grado di modificare la propria quantità di produzione (offerta) e il prezzo di vendita del proprio bene/servizio. Il termine oligopolio è composto dalle parole greche oligo ("pochi") e polio ("vendita"). Ogni impresa oligopolista soddisfa una rilevante quota della domanda di mercato del bene. La domanda della merce è, invece, frazionata tra numerosi acquirenti. 2

Teoria dei giochi È una teoria in cui ci sono i giocatori, l’obiettivo e le regole in cui ciascuno gioca secondo quella che sembra sia la strategia migliore. Mutua la possibilità di interpretare il comportamento di ogni giocatore ed esattamente come nel gioco le aziende è come se fossero giocatori e quindi seguono delle strategie, alcune di queste strategie sono date indipendentemente dalle strategie degli altri perché sono sicuramente le strategie migliori per quel giocatore-azienda (strategia dominante). La strategia dominante è la strategia che ogni giocatore-azienda persegue indipendentemente dal comportamento degli altri (il prigioniero confessa). L’oligopolio ha una caratteristica rispetto agli altri mercati che si chiama interdipendenza oligopolistica: ogni azione di ogni giocatore (pochi players) determina conseguentemente una conseguenza sull’altro. Nella teoria dei giochi che si rifà a Nash, in qualche modo è basata su un’ipotesi che due persone si trovino in 2 celle separate ed entrambe siano accusate dello stesso delitto. Come si comportano questi 2 giocatori? Il gioco è uscire di galera oppure scontare una pena. Farebbero esattamente quello che accade nelle indagini indiziarie: c’è uno scarico di responsabilità (non sono stato io, è stato l’altro), quindi se non sono stato io, io esco. La strategia dominante è quella più conveniente in cui il prigioniero confessa, perché ha la possibilità di uscire scaricando la responsabilità sull’altro. Nash dice: cosa fosse successo se i 2 prigionieri potevano comunicare? Probabilmente nessuno dei 2 avrebbe confessato perché la pena sarebbe stata più lieve, perché mantenendo il silenzio (non applicando la strategia dominante) avrebbero avuto un vantaggio, invece entrambi, poiché non possono comunicare confessano (attribuiscono all’altro la responsabilità) e siccome si aggrava la loro posizione, al posto di farsi un anno di prigione si fanno 5 anni di prigione, quindi il “pay-off” del sistema peggiore. Trasferendo questa evidenza nel campo delle strategie delle imprese, l’oligopolio dimostra che le imprese che perseguono la strategia dominante (strategia migliore per se stessi indipendentemente dal comportamento delle altre) rischiano di ritrovarsi da una condizione di vantaggio che sarebbe quella monopolistica sebbene duopolistica, con un profitto da poter dividere in maniera proporzionale alle quote di mercato, a farsi una guerra di prezzo fino ad arrivare alla stessa condizione che si avrebbe in concorrenza perfetta, quindi azzerare completamente il loro profitto. Se invece cooperassero avrebbero la possibilità di sfruttare il potere di mercato che è riconducibile ad un accordo tra aziende che possono controllare tutta l’offerta del mercato e ripartirsi gli utili di questo vantaggio (si genera profitto e lo dividono per 2) e ci sarebbe una perdita secca. 3

L’autorità antitrust (autorità per la concorrenza) impedisce che Wind si mette d’accordo con Vodafone per tenere tariffe alte, perché loro sanno di essere oligopolisti (ci sono poche compagnie che dominano il mercato) e quindi guadagnano tutti. Quindi vengono sanzionati dall’antitrust perché sono stati abilitati ad essere fornitori di servizi di telefonia mobile proprio perché era il consumatore a doverci guadagnare. Piuttosto che avere il monopolio solo Tim o Wind di una volta è diventato un oligopolio, quindi diversi players sono messi in concorrenza tra di loro e quindi l’effetto è quello di abbassare progressivamente le tariffe l’una in confronto all’altra.

Strategia dominante Una strategia dominante è una strategia con pay-off superiore rispetto alle altre strategie possibili. È la scelta strategica che consente al giocatore di ottenere il migliore risultato possibile (pay-off) a prescindere dalle scelte dell'altro giocatore. Nella teoria dei giochi la strategia dominante è sempre scelta dal giocatore razionale poiché gli consente di ottenere un'utilità superiore (pay-off) rispetto a una scelta alternativa (strategia dominata). Una strategia dominante può essere:  Strettamente dominante. Date due strategie A e B possibili, un giocatore razionale preferisce sempre la strategia A poiché gli permette di beneficiare di un'utilità UA superiore a quella di UB. La strategia A è una strategia strettamente dominante (dominanza stretta).  Debolmente dominata. Date due strategie A e B possibili, un giocatore razionale preferisce la strategia A alla strategia B soltanto in alcune circostanze. In altre circostanze il giocatore si dimostra indifferente nella scelta tra A e B. La strategia A è una strategia debolmente dominante (dominanza debole). Nella seguente matrice dei pay-off è rappresentato un gioco con due strategie dominanti. Il giocatore 1 può scegliere tra le scelte y e w. La scelta y gli consente di sperare in un payoff compreso tra 0-1 (A-B) e la scelta w gli consente di sperare in un pay-off compreso tra 1-2 (C-D). È quindi razionale per il giocatore 1 scegliere w, indipendentemente dalla scelta del giocatore 2. La scelta w è una strategia dominante per il giocatore 1. Allo stesso modo il giocatore 2 preferisce sempre la scelta z (strategia dominante) alla scelta x (strategia dominata) poiché gli consente di sperare in un payoff superiore. Dal punto di vista del giocatore 2 la scelta z gli consente di sperare in un pay-off compreso tra 2-3 (B-D), mentre la scelta x soltanto a un pay-off compreso tra 1-2 (A-C). Il gioco ha un equilibrio stabile e ottimale nella cella D.

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Razionalità perfetta Il concetto di strategia dominante è compatibile soltanto con l'adozione teorica dell'ipotesi di razionalità perfetta del giocatore. In base a questa ipotesi, il giocatore razionale è sempre in condizioni di effettuare la scelta migliore per massimizzare la propria utilità attesa. In realtà, le scelte degli operatori sono effettuate in condizioni di razionalità imperfetta. Basti pensare agli acquisti emotivi dei consumatori, alle vendite finanziarie dettate dalla paura, ecc. L'ipotesi di razionalità perfetta non sempre consente di interpretare e di spiegare un processo decisionale reale.

Le barriere di ingresso sul mercato oligopolistico È una situazione di mercato intermedia che comprende diverse situazioni di mercato, dal duopolio al polipolio. Come nel monopolio anche nell'oligopolio il mercato è protetto da barriere di entrata che impediscono l'ingresso a nuove imprese concorrenti. L'ingresso nel mercato può essere ostacolato per diversi motivi: la tendenza delle imprese a coalizzarsi in cartelli di imprese (trust) e modificare il prezzo al ribasso quando un nuovo competitor tenta di entrare nel mercato, gli elevati investimenti iniziali in capitale fisso per realizzare gli impianti produttivi (tecnologia) ad elevata capacità produttiva, le elevate economie di scala di cui godono le imprese già operanti, ecc. Queste barriere accomunano l'oligopolio sia al monopolio che alla concorrenza monopolistica.

Le decisioni di impresa e l'interazione strategica Ciò che caratterizza l'oligopolio dalle altre forme di mercato è l'interazione strategica tra le imprese (interdipendenza oligopolistica). Ogni impresa oligopolista prende le proprie decisioni tenendo conto delle decisioni delle altre imprese che compongono il mercato. Quando un'impresa oligopolistica prende una decisione, deve considerare sia la reazione della propria clientela (domanda) che la reazione delle altre imprese rivali.

La nascita dei cartelli Inoltre, le imprese tendono a far nascere dei cartelli (trust) per ostacolare l'ingresso sul mercato da parte di nuove imprese concorrenti, per ridurre i rischi d'impresa e per aumentare i profitti. Ad esempio, le imprese possono accordarsi per evitare l'eccessiva concorrenza, mantenere elevati i prezzi di vendita di una merce, ostacolare la commercializzazione di innovazioni, ecc.

Le forme di oligopolio Le imprese operanti nel mercato di oligopolio sono dette " leader" poiché sono in grado di influenzare l'equilibrio di mercato tramite le proprie decisioni individuali.  Oligopolio puro: è la forma di mercato in cui poche imprese offrono beni/servizi identici (beni omogenei). Questa forma di mercato è conosciuta anche come oligopolio indifferenziato.  Oligopolio imperfetto: è la forma di mercato in cui poche imprese offrono beni/servizi concorrenti ma non identici (beni differenziati).

L'equilibrio del mercato oligopolistico 5

L'equilibrio di oligopolio non è prevedibile in modo universale. Ogni impresa oligopolista adotta un comportamento strategico (strategia) sulla base del comportamento previsto delle altre imprese concorrenti. È possibile distinguere almeno due tipi di equilibri di oligopolio:  Equilibrio concorrenziale: nel caso dell'equilibrio concorrenziale le imprese oligopoliste tentano di prevedere il comportamento delle altre imprese concorrenti, al fine di adottare la strategia migliore per massimizzare il proprio profitto. Le imprese sono in un rapporto di concorrenza. Questo equilibrio di oligopolio è anche detto equilibrio non cooperativo.  Equilibrio cooperativo: nel caso dell'equilibrio cooperativo le imprese oligopoliste si accordano su una politica e una strategia comune per massimizzare il profitto. Ad esempio, le imprese oligopoliste si accodano sul mantenimento di un prezzo di vendita elevato, evitando di farsi concorrenza, per incrementare il profitto. Questa pratica è detta "cartello". Le imprese sono in rapporto di cooperazione. L'equilibrio cooperativo è anche detto equilibrio collusivo. Per questa ragione il mercato di oligopolio è prevalentemente studiato ricorrendo alla teoria dei giochi e all'economia industriale. L'analisi di statica comparata della microeconomia tradizionale, basata sulla razionalità e sull'informazione perfetta, non riuscirebbe a interpretare efficacemente le decisioni strategiche delle imprese. Esistono diversi modelli teorico-analitici di interpretazione del mercato di oligopolio.

Rigidità di prezzo La rigidità del prezzo di mercato è una caratteristica del mercato oligopolistico. L'interdipendenza strategica tra imprese ha un importante effetto sui prezzi di vendita. Quando un'impresa decide di modificare un prezzo, è consapevole che anche le altre potrebbero seguire la stessa strategia. Ad esempio, la decisione di ridurre il prezzo di vendita potrebbe essere imitata dalle imprese rivali, ciò ridurrebbe i ricavi economici sia dell'impresa che ha ridotto il prezzo per prima e sia di tutte le altre. La decisione di alzare un prezzo, invece, potrebbe far perdere tutta la clientela se le altre imprese rivali decidono di mantenere invariati i prezzi di vendita. In conclusione, l'impresa oligopolistica tende a mantenere costante il prezzo di vendita della merce per ridurre il rischio d'impresa. Questa tendenza è ulteriormente rafforzata dalla nascita dei cartelli (trust) in cui le imprese oligopolistiche si accordano per mantenere stabili i prezzi di vendita o la quantità di produzione della merce, ed evitare la spinta concorrenziale e le " guerre di prezzo". Il comportamento collusivo è, infatti, un atteggiamento razionale dell'impresa oligopolistica poiché gli consente di mantenere la propria quota di mercato e di ridurre i rischi e i costi di produzione. Le imprese oligopolistiche tendono, invece, ad applicare una differenziazione di prodotto per segmentare il mercato e per affermare il proprio brand nel medio-lungo periodo.

Teoria del costo pieno L'interdipendenza strategica tra le imprese oligopolistiche rende poco realistico il processo di formazione dei prezzi tramite i criteri marginalistici. Nel caso dell'oligopolio la formazione dei prezzi è spiegata in modo più realistico dalla teoria del costo pieno, in base 6

alla quale ciascuna impresa determina il proprio prezzo aggiungendo una quota di profitto (markup) al costo unitario della produzione della merce.

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