2. Langue e parole - Funzioni di Jakobson PDF

Title 2. Langue e parole - Funzioni di Jakobson
Course Tecniche Espressive Dell'Italiano
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Nozioni introduttive

Langue e parole. Lo schema della comunicazione di Roman Jakobson

1. La nozione saussuriana1 di langue e parole LANGUE: patrimonio mnemonico virtuale (potenziale) di una lingua; è una struttura fissa: insieme di tutti i meccanismi (regole, che non dipendono dal singolo individuo) che fanno funzionare una lingua; è un fenomeno sociale: comune alla comunità dei parlanti una data lingua. Chomsky2: competence. PAROLE: attualizzazione della langue; atto concreto, individuale della comunicazione; è l’aspetto ‘creativo’, variabile del linguaggio: soggetta a oscillazioni a livello fonetico, semantico, stilistico. Chomsky: perfomance.

2. Lo schema della comunicazione di Roman Jakobson3 Nel 1958 Jakobson elabora un modello della comunicazione fondato su sei fattori e altrettante, rispettive funzioni. Perché una comunicazione avvenga, sono necessari sei fattori: il mittente, colui che invia il messaggio; il destinatario, colui che riceve; il messaggio, il ‘testo’ che viene inviato dal mittente e ricevuto dal destinatario; il contesto (o referente), ciò di cui si parla, la realtà cui il messaggio si riferisce e che deve essere nota (non 1

Ferdinand de Saussure (Ginevra 1857 – Vufflens –le-Château 1913), professore di lingue indoeuropee, sanscrito e poi linguistica all’Università di Ginevra, è il fondatore della linguistica moderna o strutturalista. I fondamenti sono contenuti nel suo Cours de linguistique générale, edito postumo a cura dei suoi allievi nel 1916. L’opera fu tradotta in italiano solo nel 1967 ed edita a cura di Tullio De Mauro presso l’editrice Laterza. 2

Noam Chomsky (Philadelphia 1928), professore al Massachusetts Institute of Technology (MIT), è uno dei più significativi studiosi di linguistica e di comunicazione del Novecento, fondatore della grammatica generativotrasformazionale. 3 Roman Jakobson (Mosca 1896 – Boston 1982), uno dei principali iniziatori della scuola russa del formalismo e dello strutturalismo. Fondamentali i suoi studi sulla comunicazione, in particolare il saggio Linguistics and Poetics (edito nel 1960) nel quale formula in modo nuovo il modello della comunicazione. Il saggio è compreso nella raccolta Saggi di linguistica generale, l’edizione italiana a cura di Luigi Heilmann, Feltrinelli, Milano 1966 e seguenti.

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necessariamente per via esperienziale) a mittente e destinatario; il codice, la lingua in cui si esprime il messaggio; il canale (o contatto), cioè il mezzo fisico (onde sonore, telefono, scrittura, stampa…) attraverso cui si trasmette il messaggio.

I 6 FATTORI INSOPPRIMIBILI DELLA COMUNICAZIONE

CONTESTO MITTENTE

MESSAGGIO

DESTINATARIO

CANALE (CONTATTO) CODICE A ciascuno di questi sei fattori corrisponde una funzione che una comunicazione può assumere a seconda che il peso, l’accento della comunicazione stessa cada su uno o sull’altro dei sei fattori.

LE 6 FUNZIONI CORRISPONDENTI CONTESTO (REFERENTE) Funz. REFERENZIALE MITTENTE Funz. EMOTIVA

MESSAGGIO Funz. POETICA

DESTINATARIO Funz. CONATIVOSUASORIA

CODICE Funz. METALINGUISTICA CANALE Funz. FÁTICA Un messaggio avrà funzione emotiva (soggettiva, espressiva) quando il peso della comunicazione cade sul mittente, è orientato sul mittente. Ex. Purtroppo oggi piove: il messaggio è incentrato sulla soggettività del locutore che esprime il proprio

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stato d’animo, il proprio giudizio, il proprio sentimento rispetto alla realtà di cui si parla; può esprimersi attraverso semplici interiezioni (Ahimè!), ma anche aggettivi e avverbi che segnalano il punto di vista soggettivo (Mario ha arredato splendidamente la sua casa; Che bel panorama!). E’ la funzione che ha al centro la prima persona, l’io, e che è in genere segnalata dal verbo alla prima persona, dall’uso di pronomi e aggettivi possessivi (mio, mia...). Ex. Tra me e il mondo c’è una sorta di coltre invisibile. Fatico a capire il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse, fatico a trovare la voglia di capire. E’ così poco interessante. Però voglio avere gente intorno. Ho il terrore dei momenti in cui la casa è vuota. Ma vorrei che parlassero fra loro e non a me. (C.S. Lewis, Diario di un dolore)

Un messaggio avrà funzione conativa o suasoria (conativo-suasoria) quando il peso della comunicazione cade sul destinatario, è orientato sul destinatario per indurlo (esortarlo) a fare o non fare, pensare o non pensare qualcosa, per convincerlo di qualcosa. Ex. Guarda che oggi piove!. Agli estremi della sua tipologia ci sono i comandi e i divieti (Vietato fumare; Studia!). E’ la funzione che ha al centro la seconda persona, il tu e che spesso si esprime nel modo imperativo del verbo (che tuttavia non è affatto necessario né esclusivo per conferire al messaggio una funzione suasoria); usa inoltre il vocativo e i pronomi di seconda persona.. Esempi di testi con funzione conativo-suasoria sono i messaggi pubblicitari, i comizi elettorali, le istruzioni, le ricette, le preghiere e le invocazioni, le leggi e le norme ecc. ecc... Ex. funzione conativa Il collegamento al computer (o terminale) deve essere effettuato tramite un cavo seriale “diritto”. Prima di effettuare qualsiasi operazione assicurarsi di avere tolto l’alimentazione a tutte le apparecchiature che compongono il sistema (da un Manuale d’uso per PC)

Ex. funzione suasoria Lasciate che vi racconti una storia (Slogan promozionale di una nuova ristampa della Storia d’Italia di Indro Montanelli)

Un messaggio avrà funzione referenziale quando il peso della comunicazione cade sul contesto o referente, è orientato sul contesto. Ex. Oggi piove: il messaggio è incentrato sull’oggettività della realtà (in questo caso meteorologica) di cui si parla; riferisce in modo neutrale sulla realtà di cui si parla. E’ la funzione dell’oggettività,

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incentrata sulla terza persona: Egli (esso, essa); il modo verbale è preferibilmente l’indicativo (il modo della realtà). Sono referenziali i testi puramente informativi, i resoconti storici, i racconti di avvenimenti, gli articoli di cronaca, le relazioni di vario genere, i verbali (di riunioni, di polizia ecc.ecc...). Ex. La crescita positiva della sede bresciana dell’Università Cattolica è testimoniata anche dai dati sulle immatricolazioni che registrano un notevole aumento. [dal discorso del Rettore all’inaugurazione dell’anno accademico nella sede di Brescia]

Le tre appena definite sono le funzioni principalmente assolte dal linguaggio: noi sostanzialmente parliamo della realtà; parliamo dei nostri pensieri, stati, reazioni di fronte alla realtà; parliamo per convincere. Un messaggio avrà funzione metalinguistica se il peso della comunicazione cade sul codice, se è orientato sul codice. Ex: Piove è un verbo impersonale. Si ha funzione metalinguistica poiché è la lingua che parla di se stessa, il messaggio riferisce intorno alla lingua, non intorno alla realtà. Testi metalinguistici sono i dizionari e le grammatiche. Ex. Tanti secoli fa il latino dell’uso innovò profondamente il lessico delle parlate germaniche che furono alla base dell’inglese antico: così, per esempio, era latina l’espressione via strata, che diede street e da discus uscì dish, piatto. [da un articolo di G. Gobber sulla rivista “Vita e pensiero”]

Un messaggio avrà funzione fàtica (dal latino for-faris, parlo, dico) se il peso della comunicazione cade sul canale, se è orientato sul canale o contatto. Ex. Pronto, pronto… E’ la funzione che assume il messaggio quando è volto a stabilire il contatto, a mantenerlo aperto, a controllarne l’efficacia, verificarne il funzionamento (ad esempio nella prova microfono: Un, due, tre, prova…); può trattarsi anche di un contatto psicologico (il saluto, il ‘caro’ delle lettere, formule che si inseriscono nel discorso quali: mi capisci? ci siamo? attenzione prego! Mi sentite? ecc.ecc.) Un messaggio avrà funzione poetica quando il peso del messaggio cade sul messaggio stesso, è orientato sul messaggio. La funzione poetica è stata così definita da Jakobson:

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PROIEZIONE

DEL PRINCIPIO

SELEZIONE

(PARADIGMATICO)

DI

EQUIVALENZA DALL’ASSE ALL’ASSE

DELLA

DELLA

COMBINAZIONE

(SINTAGMATICO)

Significa che la costruzione del messaggio avviene attraverso scelte determinate dai rapporti (ritmici, fonetici….) che intercorrono tra un sintagma e un altro presente sulla linea sintagmatica, per ottenere un testo caratterizzato da armonia, eufonia, effetti ritmici e rimici… Ex. Chi fa da sé fa per tre: non c’è alcun motivo per cui in questo proverbio il concetto di ‘molti’ è quantificato in ‘tre’ se non per il fatto che rima con il precedente ‘sé’ e assicura un ritmo all’enunciato; la funzione poetica è operante in molte frasi idiomatiche e formule fisse, in tutte le lingue: volere è potere; sano e salvo; dalle stelle alle stalle; detto fatto; far fuoco e fiamme; fast food…..; negli slogan pubblicitari: Mitsubishi mi stupisci; Altissima, Purissima, Levissima; You can Canon…. La funzione poetica è assolta al massimo grado (è dominante) dai testi poetici, ma, d’altro canto, la poesia non è riducibile alla funzione poetica in senso jakobsoniano.

2a. Compresenza e gerarchia delle funzioni: il concetto di funzione dominante In ogni messaggio tutte le funzioni sono presenti, o almeno sono sempre presenti le prime tre (emotiva, suasoria, referenziale), ma in modo gerarchico, cioè non tutte sono sullo stesso piano: una di esse è sempre dominante. Scrive Jakobson: «Difficilmente potremmo trovare messaggi verbali che assolvano soltanto una funzione. La diversità dei messaggi non si fonda sul monopolio dell’una o dell’altra funzione, ma sul diverso ordine gerarchico fra di esse. La struttura verbale di un messaggio dipende prima di tutto dalla funzione dominante». La funzione dominante determina dunque la struttura verbale di un messaggio e il più delle volte corrisponde all’intenzione pragmatica del locutore, cioè lo scopo per cui invia un messaggio, la finalità per cui dice una determinata cosa. Se dico, ad esempio: “Oh che bella giornata oggi!”, esprimo un messaggio in cui la funzione dominante è emotiva, come rivelano sia l’interiezione ‘oh!’ 4, sia il punto esclamativo finale (traduzione scritta dell’intonazione): esprimo, cioè, innanzitutto, il mio stato 4

L’interiezione è una parte invariabile del discorso (o anche parola, espressione) che esprime un moto improvviso dell’animo, di meraviglia, dolore, gioia ecc.

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d’animo positivo rispetto alla realtà di una giornata serena, di bel tempo, oppure di una giornata in cui sono successe delle cose belle. Nello stesso tempo, però, io dico (informo, riferisco) che la giornata odierna è serena, di bel tempo…, per cui il mio enunciato assolve anche una funzione referenziale; e ancora, invito il destinatario a considerare, a convenire con me della bellezza della giornata…, per cui il mio enunciato assolve anche la funzione suasoria. Quanto alla funzione poetica, essa può dirsi dominante, secondo Jakobson, solo nella poesia vera e propria. Quando essa è ‘usata’ in diverse tipologie di testi, ad esempio, come spesso accade, negli slogan pubblicitari, nei titoli (di articoli, libri, film...) volti ad attirare l’attenzione del destinatario e/o a indurlo all’acquisto o a una scelta per qualche cosa (un candidato o un partito se si tratta di slogan politici), essa non è mai dominante, ma secondaria: serve a rafforzare e a meglio conseguire la funzione suasoria, nel caso di slogan, o comunque altre funzioni. Nello slogan elettorale (riportato da Jakobson in Linguistics and Poetics) a sostegno di Dwight Eisenhower, nella campagna per le elezioni presidenziali del 1952 negli Stati Uniti, I like Ike (dove Ike era il noto soprannome con cui gli amici chiamavano Eisenhower), è evidente la presenza della funzione poetica: la scelta del noto soprannome ‘Ike’, con cui gli amici chiamavano Eisenhower fu fatta da chi creò lo slogan in ragione dell’effetto fonetico e ritmico ottenuto dall’accostamento al sintagma precedente, ‘I like’. La struttura verbale dell’enunciato è dunque poetica. Trattandosi però di uno slogan elettorale, è chiaro che l’intentio dicendi dell’enunciato è suasoria: il suo significato è: votate Dwight Eisenhower. Scrive Jakobson in proposito: « La funzione poetica secondaria di questa formula elettorale rafforza la sua espressività ed efficacia».

Vediamo altri esempi. Testo A

Chi dovesse transitare per piazza Santo Stefano scoprirebbe una nicchia di bellezza e tranquillità. Scoprirebbe la magia di alberi che fioriscono in autunno e la quiete dei giochi di luce al crepuscolo….. Piazza Santo Stefano è una preziosa “consuetudine”. La Milano che non deve cambiare. (Lettera di una lettrice al ‘Corriere della Sera’) La dominante suasoria di questo testo è suggerita dalle frasi iniziali che suonano come un invito a passare da piazza Santo Stefano e a scoprirne le

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bellezze, nonché, soprattutto, dalla frase finale: “La Milano che non deve cambiare”. Inoltre, dal tipo di testo e dalla sua destinazione (una lettera inviata a un quotidiano) appare chiaramente che l’intenzione del mittente è richiamare l’attenzione dei lettori (e dell’amministrazione cittadina) sull’esistenza di una Milano ‘ nascosta’, verde e tranquilla, e convincerli della necessità di salvaguardarla e conservarla. Ma nel testo è chiaramente presente anche la funzione secondaria emotiva, evidente nella prospettiva soggettiva della descrizione, nella scelta degli aggettivi (preziosa) e dei sostantivi ed espressioni (nicchia, magia dei giochi di luce ….); ancora, è presente nel messaggio anche la funzione referenziale, perché il testo ‘informa’ sull’esistenza, a Milano, di una piccola piazza intitolata a Santo Stefano, tranquilla, appartata e senza traffico, alberata, ecc.ecc. Testo B

Scrutinio deriva dal verbo scrutinare che deriva a sua volta dal latino scrutari che significa l’atto materiale di frugare, scrutare. E sapete da dove viene? Dal sostantivo neutro plurale scruta che vuol dire vecchi stracci. Indica dunque originariamente l’azione di frugare fra vecchi stracci. Speriamo con tutto il cuore che le nostre schede elettorali valgano qualcosa di più! (da A. GABRIELLI, Nella foresta del vocabolario. Storia di parole) La dominante del testo è metalinguistica: si tratta infatti di un messaggio incentrato sulla lingua, precisamente sull’etimologia del verbo scrutinare. Il messaggio assolve anche alla funzione secondaria emotiva, emergente in particolare nel finale (‘Speriamo con tutto il cuore che le nostra schede elettorali valgano qualcosa di più!’; dove, si noti, la presenza del punto esclamativo, che traduce nello scritto il tratto prosodico – cioè intonativo - accerta la dimensione soggettiva dell’enunciato); presenta altresì la funzione suasoria, evidente soprattutto nell’interrogativa didascalica. Il testo B permette un’ulteriore precisazione. Ogni testo, anche se ampio e articolato, ha sempre una sola funzione dominante; tuttavia singoli passaggi, o frasi, o espressioni, di cui il testo si compone, possono avere funzioni dominanti diverse. Vediamo il seguente esempio:

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25% di sconto sui voli di novembre. Ecco perché mi piace volare. Basta cliccare questo banner su www.volareweb.com Si tratta di un messaggio pubblicitario, dunque la funzione dominante è suasoria: la finalità del messaggio è indurre i potenziali viaggiatori a servirsi del sito volareweb per la prenotazione e l’acquisto dei biglietti aerei, incentivandoli attraverso un’offerta promozionale. La frase segnalata in verde è, in particolare, quella che esplicita tale funzione, contenendo l’invito a compiere il semplice gesto di cliccare… Le altre due frasi di cui il messaggio si compone hanno invece, in se stesse, una funzione dominante diversa: la prima, segnalata in rosso, è referenziale: informa sulla promozione offerta nel mese di novembre; la seconda, in blu, è emotiva: esprime un modo di sentire del locutore (il fittizio mittente del messaggio, scritto in prima persona da una sorta di testimonial, secondo un uso comune dei messaggio pubblicitari). Rimane comunque evidente che l’intero messaggio è a dominante suasoria: le prime due frasi, infatti sono funzionali al rafforzamento dell’invito finale. Si vedano anche gli esempi seguenti (titoli di articoli giornalistici) in cui il passaggio delle dominanti è segnalato dagli stessi colori:  Napolitano ospite in Bocconi: “Sono legato a questo

ateneo”. (la dominante del messaggio intero è referenziale: il giornalista informa i lettori della visita dell’ex Presidente della Repubblica all’Università Bocconi di Milano e ne riporta esattamente le parole)

 “Ci servono più poliziotti”. Ferrante striglia il Viminale. (anche in questo caso la dominante dell’intero messaggio è referenziale: si informano i lettori delle richieste avanzate dal Prefetto di Milano al Ministero degli Interni)  Liceo Parini: tornano in classe dopo 42 giorni gli studenti

sospesi. Il preside: “Ora basta polemiche, si pensi solo a studiare”. I sospesi: “Non vedevamo l’ora di tornare”. (ancora un messaggio a dominante referenziale: si informano i lettori sulla conclusione di una vicenda di cronaca cittadina riportando anche fedelmente i commenti delle parti interessate)

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 “Caro Marinetti, speravo proprio di poter essere oggi a

Milano, ma purtroppo interessi di famiglia mi costringono a rimanere qui a Ventimiglia . E’ con vivissimo rincrescimento che te lo scrivo, perché contavo di venire e salutare gli amici, te in particolar modo. Ti spedisco intanto il manoscritto con le tre pitture per la copertina.…” (da una Lettera di C. Govoni a F.T. Marinetti). Si tratta di un testo a dominante emotiva: il mittente, il poeta Corrado Govoni, comunica al destinatario, Filippo Tommaso Marinetti (il fondatore del futurismo italiano) il proprio rammarico per non essere riuscito a recarsi a Milano, come avrebbe desiderato, per salutare lui e gli altri amici. L’attacco della lettera (segnalato in colore viola, è fàtico: si tratta della consueta formula di apertura delle lettere, finalizzata ad aprire il contatto con l’interlocutore (al di là della ‘verità’ del suo contenuto, cioè che il destinatario sia veramente ‘caro’ al mittente o meno). La porzione di testo in blu, a dominante emotiva, assolve anche la funzione referenziale di informare sulla realtà: Govoni si trova a Ventimiglia e interessi di famiglia gli hanno impedito la partenza…. È da notare qui come sia l’avverbio ‘purtroppo’ a determinare la dominante emotiva dell’enunciato: il senso profondo della frase è il dispiacere dichiarato dal mittente per la mancata partenza, più e prima dell’informazione circa la mancata partenza. A dominante referenziale è invece l’ultima frase, che si limita a informare l’amico dell’avvenuta spedizione del manoscritto della raccolta di poesie. E’ chiaro infine che questo messaggio ha anche una funzione suasoria: nel momento in cui lo scrivente esprime insistentemente il proprio dispiacere per la non voluta assenza, intende suscitare nel destinatario un atteggiamento benevolo, di comprensione, giustificazione, compartecipazione…. Occorre tenere bene presente che sempre ogni messaggio è anche suasorio: ogni volta che parliamo intendiamo suscitare qualcosa nell’animo di chi ascolta; ogni volta che parliamo immettiamo qualcosa di nuovo nella psiche di colui o coloro cui ci rivolgiamo....


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