2. Miceti Lievitiformi PDF

Title 2. Miceti Lievitiformi
Author Maura Milone
Course Microbiologia
Institution Università degli Studi di Messina
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2. Miceti Lievitiformi...


Description

MICETI LIEVITIFORMI  Rientrano in questo gruppo i miceti patogeni con tallo blastocellulare. L’identificazione colturale dei lieviti si basa sulla determinazione dei caratteri biochimici con l’integrazione di quello morfologici.  A questo gruppo appartengono: - agenti causali di lesioni superficiali: • Malassezia furfur • Trichosporum beigeii - agenti causali di lesioni cutanee e/ mucose: • Candida • Geotrichum candidum - agenti causali di lesioni viscerali: • Cryptococcus neoformans MALASSEZIA FURFUR  E’ l’agente eziologico della “pitiriasi versicolor”, micosi lieve e comune dello strato corneo dell’epidermide di importanza esclusivamente estetica.  Nelle squame ottenute x grattamento il reperto del micete sottoforma di blastocellule rotondeggianti a gemmazione unipolare di 3-7 μm di diametro, e di corte ife settate, è tipico ed ha valore diagnostico.  Il micete è strettamente liofilo. Il suo isolamento è difficile e esige l’aggiunta di acidi grassi (olio di oliva) al terreno di coltura. TRICHOSPORON BEIGELII  T. beigelii (T. cutaneum) è stato considerato l’agente eziologico della “piedra bianca”, micosi endemica del Sud America, caratterizzata dalla formazione di granuli biancastri e soffici lungo il fusto dei peli (barba, ascelle). Il lievito è isolato con relativa freq anche da svariati materiali organici (escreato, urina).  Il genere Tricosporon ha incluso altre specie, quali agenti causali di tricosporonosi, differenziata a seconda del sito di infezione: - infezioni profonde -> causate da T. asahii e T. mucoides - infezioni cutanee -> T. beigelii e T. asteroides - piedra blanca -> T inkin e T. ovoides DIAGNOSI DI LABORATORIO



T. beigelii cresce facilmente sul terreno di Sabouraud; è sensibile alla cicloeximide. Le colonie variano dal crema al bianco. L’aspetto microscopico può essere vario, la fase iniziale prevede la presenza di blastocellule sferiche. Lo sviluppo di ife vere è costante e precoce, è contemporanea la presenza di blastoconidi e artroconidi.

CANDIDA ALBICANS e CANDIDA spp  Alcune specie di Candida e Candida albicans sono abituali commensali della cute e delle mucose delle cavità naturali dell’uomo. In quanto patogeni opportunisti i lieviti endogeni possono esplicare la loro virulenza provocando affezioni morbose, purchè coesistano condizioni predisponenti.  Nella > parte dei casi le lesioni interessano le mucose (mughetto, vulvovaginiti); qualche volta la localizzazione avviene in organi profondi con quadri clinici gravissimi (pneumopatie, pielonefriti).  La candidosi esofagea dopo la pneumocitosi, costituisce la + freq malattia da infezione opportunistica in corso di AIDS.  Forme viscerali e sistemiche sono freq in pazienti con prolungata neutropenia conseguente a trattamenti chemioterapici x neoplasie ematologiche.  Oltra a Candida albicans, sono significativamente patogene: C. tropicalis, C. krusei, C. kefyr, C. glabrata (agente eziologico di infezioni delle mucose e viscerali nell’ospite immunocompromesso).

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DIAGNOSI DI LABORATORIO

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Le specie del genere Candida, formano colonie cremose di colore bianco e nella pratica clinica di laboratorio, l’identificazione si basa sull’esito di prove biochimiche. Una capacità esclusiva del genere Candida è quello di formare abbondante pseudomicelio. Il suo sviluppo stimolato dalla povertà del terreno e dall’incubazione a 25°C si svela macroscopicamente con la comparsa, di un alone opaco e sfrangiato, formato dalle pseudoife , attorno alle colonie in fase di avanzato sviluppo. In particolare x quanto riguarda C. albicans -> c’è lo sviluppo abbondante di voluminosi clamidoconidi apicali sferici, isolati o a grappoli. C. albicans è in grado di produrre ife vere anche in vitro, purchè la temperatura di incubazione sia di 37°C e il pH del terreno di coltura sia neutro. Anche la produzione di tubuli germinativi è una caratteristica esclusiva di C. albicans usata in laboratorio x l’identificazione rapida di questa specie. I lieviti del genere Candida e C.albicans, mantengono la capacità di produrre strutture pluricellulari filamentose anche in fase parassitaria. Nelle sezioni istologiche di tessuti infetti è costante l’associazione di blastocellule e forme filamentose, costituite da pseudoife e da ife vere.

CRYPTOCOCCUS NEOFORMANS  Tra le specie appartenenti al genere, Cryptococcus neoformans è la + conosciuta in quanto l’unica potenziale patogena x l’uomo e x molte specie animali.  Il lievito è agente eziologico della criptococcosi, è un saprofita fra i + diffusi in Natura, ha una predilezione x gli habitat di uccelli, piccioni, le cui feci sembrano favorirne lo sviluppo (presenza di molecole come la creatinina).  L’infezione viene contratta x via aerogena, e la localizzazione primaria è polmonare. Nell’uomo la complicanza + frequente della disseminazione ematica dell’infezione è a livello del sistema nervoso centrale, il micete ha uno spiccato tropismo (meningoencefaliti subacute o croniche). DIAGNOSI DI LABORATORIO

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I lieviti del genere Cryptococcus formano colonie a contorno netto, lucide, biancastre o pigmentate, in tonalità quali il giallo, arancione, rosso. In C. neoformans il colore iniziale delle colonie è bianco, tende ad assumere poi tonalità giallo cuoio. Le colonie sono costituite da blastocellule gemmanti sferiche, non vi è produzione di pseudomicelio o micelio. Inizialmente sono cremose, poi possono assumere un aspetto vischioso o mucoide e gelatinoso legato alla comparsa di una capsula mucopolisaccaridica attorno alle blastocellule. All’osservazione microscopica di preparati a fresco, la capsula si rende visibile solo dopo colorazione di contrasto con inchiostro di China. Dal punto di vista biochimico: tutte le specie sono accumunate dalla capacità di utilizzare l’inositolo come sorgente di carbonio e dalla totale assenza di potere fermentativo degli zuccheri. C. neoformans viene distinto in 4 sierotipi (A,B,C,D) sulla base della diversa lunghezza della catena di xiloso (componente essenziale del > antigene capsulare glucuro-xilo-mannano). I sierotipi A e D sono una varietà ubiquitaria e con habitat aviario, soprattutto nelle deiezioni di piccioni.

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