26 La figura di Coubertin e la sua definizione di olimpismo PDF

Title 26 La figura di Coubertin e la sua definizione di olimpismo
Author Valerio Maio
Course Sociologia generale
Institution Università Telematica Pegaso
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Summary

IN TALE LEZIONE SI ANALIZZA IL FENOMENO DELLE ORIGINI DEL FENOMENO OLIMPICO IN COMPARAZIONE CON GLI ANTICHI. IN NOME DEL CIO SI ANALIZZA L'AVVENTURA OLIMPICA INSISTENDO SULLA STORIA, LA CONTINUITA' E LA CELEBRITA' DEL MITO....


Description

La figura di Coubertin e la sua definizione di olimpismo Il ripristino dei giochi olimpici Tra il 1892 e il 1894 Coubertin annuncia il rinnovamento dei giochi olimpici. Pierre de Coubertin fu il primo ad avvertire con consapevolezza il ruolo delle attività sportive nella società di massa. La gara olimpica diventava competizione tra nazioni in perfetta sintonia con la tendenza delle società a nazionalizzarsi. Alla base dell’idea olimpica di Coubertin si individuava un intento politico e un nesso profondo tra politica e sport. Niente come lo sport avrebbe potuto garantire un ordinato sviluppo di società sempre più competitive e soggette ad acuti conflitti sociali. Sport e democrazia liberale apparivano ai suoi occhi un connubio ideale contro l'oppressione e il disordine sociale. Dunque, le Olimpiadi vanno riprese perché lo sport è uno strumento essenziale della vita moderna. Importante è lo spirito, la filosofia generale, non la piatta e sterile riproduzione di rituali e modelli dell'antica Olimpiade. Nel 1894, per pubblicizzare il proprio progetto, organizza un importante congresso mondiale dell’educazione fisica, nel corso del quale si prende la decisione formale di organizzare la prima Olimpiade dell’era moderna ad Atene nel 1896 e di rinnovare la manifestazione in città ogni volta diverse, ogni 4 anni. Al Congresso di Parigi si decide di costituire il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) con la funzione di propagandare l’idea olimpica nelle varie nazioni di appartenenza e di organizzare la partecipazione del proprio paese ai successivi Giochi. Molto importante è la fase che precede lo svolgimento della prima Olimpiade dell’era moderna tenutasi ad Atene nel 1896. Ma al momento tutto va male perché la Francia non gradisce questa idea di rinnovamento dei giochi olimpici, la ignora e non la comprende. La Germania riserva lo stesso atteggiamento. Gli Stati Uniti sono soprattutto preoccupati per la piccola battaglia che impegna i club universitari e la Federazione di atletica. In Inghilterra hanno compreso l’idea di de Coubertin, ma ritengono che il progetto non possa essere realizzato. Dopo il successo iniziale dei Giochi di Atene del 1896, il movimento olimpico attraversò una fase di declino. Proprio in vista dei giochi del 1900 di Parigi che vennero celebrati in concomitanza con l’esposizione universale. I giochi vennero ricordati come mal organizzati, al contrario dell’expo che riscosse molto successo. La situazione cambiò in positivo, grazie ai Giochi di Londra, che registrano un’inversione di tendenza e appaiono come un momento di svolta e di rilancio per l’azione coubertiniana. I successivi Giochi, quelli di Stoccolma del 1912, sono da considerare come la vittoria della tenacia del barone e il momento in cui prendono lo slancio per affermarsi come le più importanti manifestazioni sportive internazionali.

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Legame tra giochi antichi e moderni Coubertin, consapevole del ruolo dei giochi antichi in quanto tributo agli dei, nel definire l’Olimpismo non può non richiamare l’antichità. L’attività fisica nell’antica Grecia serviva, per preparare gli uomini alla guerra, ma aveva anche un carattere sacrale, dovuto al fatto che le competizioni si svolgevano in santuari. Coubertin, evidenzia le caratteristiche dei giochi olimpici: • Olimpia era un sito permanente: Non era una città e neanche un villaggio, ma un santuario che si trasformava ogni quattro anni in un gigantesco campeggio. • Erano riservate agli uomini liberi: le donne, gli schiavi e chi aveva commesso reati non potevano partecipare • Erano violenti: alcune competizioni potevano raggiungere una violenza inaudita, fino alla morte dell’avversario. • Tregua tra i partecipanti alle cerimonie: la tregua sacra, che consisteva in una deposizione delle armi per un tempo definito. La grande aspirazione di Coubertin è riunire sotto la stessa bandiera gli atleti di tutti i paesi di ogni razza e religione. Le Olimpiadi rompono i confini nazionali, danno la possibilità alle squadre di tutti i paesi e di tutte le discipline di incontrarsi in modo pacifico sui campi di gioco nel medesimo luogo e contemporaneamente. Oltre al carattere internazionale, bisogna considerare il connubio tra sport e democrazia, che appariva come connubio ideale per Coubertin, contro l’oppressione e il disordine sociale. Quindi l’estensione dei giochi oltre le frontiere, avrebbe assicurato un legame tra le diverse classi sociali, senza distinzione di razza. Coubertin inoltre, lega il concetto di internazionalismo a quello di pacifismo, in quanto l’internazionalismo è nato proprio dall’esigenza di pace e fraternità che avrebbe dovuto unire i popoli. Il fine di Coubertin, è la pace sociale, per la quale lo sport poteva essere un ottimo mezzo. Coubertin evidenzia la caratteristica che unisce l’olimpismo antico e il neo-olimpismo è lo spirito religioso. Esso si riassume nel passaggio della staffetta olimpica da un continente all’altro. La fiaccola olimpica viene istituita dagli organizzatori delle Olimpiadi di Berlino del 1936, un’usanza che esisteva già negli antichi greci, ma che aveva lo scopo puramente locale e non aveva alcuna connotazione sportiva ma religiosa. Lo sport per Coubertin promuove la crescita interiore, ha come obiettivo il raggiungimento l’equilibrio psicofisico. Coubertin stabilisce una differenza fondamentale tra lo sport antico e quello moderno, anzi afferma che quest’ultimo ha qualcosa in più e qualcosa in meno rispetto a quello antico. In più ha in molti casi “strumenti perfezionati”, ovvero le tecniche in sport quali il nuoto, la lotta, il ciclismo, ecc. Lo sport e l’olimpismo rappresentano il valore supremo, il consenso sacro per eccellenza, la comunione magica di tutti i paesi in una trascendenza spirituale: l’Idée olympique che, in nome dello sport puro, permette di promuovere l’uomo in generale. La filosofia dell’olimpismo Nel discorso pronunciato al ricevimento tenuto dal governo britannico in onore degli ospiti dei Giochi Olimpici del 1908, Coubertin confermava i progressi compiuti dal Comitato olimpico Internazionale che egli rappresentava. Due commenti in questo discorso, risultano estremamente importanti; nel primo Coubertin parla della mancanza di fair play che minaccia l’idea olimpica. Il secondo, ancora più importante, attribuito a Coubertin: “l’importante non è vincere, ma partecipare” 77

Il successo delle Olimpiadi moderne viene spesso racchiuso in tali parole che Coubertin riprende, ma ampliandone il senso e riprendendo il discorso vi ha aggiunto: “L’importante nella vita non è la vittoria, ma lottare; la cosa essenziale non è conquistare, ma combattere bene”, ciò corrisponde al suo ideale educativo, ne fa la base del riconoscimento di una performance senza ricompensa. L’atleta che gareggia, non deve vincere a tutti i costi senza la considerazione delle regole, perché in tal senso avrebbe eluso la competizione; quindi l’agonista che prende parte alla gara, dovrà cercare di affermarsi attraverso la propria performance. L’olimpismo per Coubertin nasce da una doppia pratica, ovvero quello dello sforzo e dell’euritmia, il gusto dell’eccesso e il gusto dell’armonia ovvero della misura combinata. Con il termine euritmia Coubertin indica, tutto ciò che è bello ed equilibrato in assoluto, per cui lo sport diventa un fatto estetico. Sootolineando il rapporto tra sport e culto estetico, Coubertin si propone di emancipare lo sport dalla sua fisicità, e di avvicinarlo all’interesse del mondo delle arti e delle lettere. Quindi viene ricreato il legame che esisteva in antichità tra arte, letteratura e sport. La sua idea di Olimpismo si è evoluta nel tempo, egli infatti evita la concezione mens sana in corpore sano, per prediligere la concezione di mens fervida in corpore lacertoso, ovvero preferisce una mente ardente in un corpo ben allenato, in modo da incoraggia le ambizioni dei giovani. Rispetto al concetto precedente di equilibrio si fa avanti il concetto di eccesso, quindi una vitalità della mente rispetto a quella dei muscoli, o comunque un completamento tra le due cose. L’olimpismo è un filone dell'educazione fisica diverso, almeno in parte, dallo sport. Esso assume i tratti dell'attività fisica praticata in Inghilterra tra gli anni Quaranta e Settanta dell'Ottocento e affonda le sue radici in alcuni concetti chiave del vittorianesimo: l'idea di virilità, il darwinismo sociale, il fair play, il self-goverrnement, la cura del corpo, la competizione spinta all'estremo. De Coubertin vi aggiunge altri connotati: il cosmopolitismo, la democrazia, il pacifismo, il riferimento formale ai Giochi olimpici antichi, il culto dell'onore e del disinteresse, la modernità, l'euritmia. Lo sport, invece, segue un'altra strada, è legato più ad espressioni quale il loisir, le scommesse, oltreché la pratica fisica. Lo sport non è uno strumento per raggiungere altri obiettivi, è un fine in sé, mentre l'olimpismo è un mezzo per ottenere determinati risultati soprattutto di natura pedagogico-sociale ed in ultima istanza etici. Solo nel 1990 il CIO articolerà per la prima volta nella Carta Olimpica una definizione ufficiale: “L’olimpismo è una filosofia di vita, esaltante e combinante in un insieme equilibrato le qualità del corpo, della volontà e della mente. Legando lo sport alla cultura e all’educazione, l’Olimpismo si vede creatore di uno stile di vita fondata sulla gioia dello sforzo, il valore educativo di buon esempio e il rispetto dei principi etici fondamentali universali”. Coubertin tende a definire l’olimpismo non come un’ideologia astratta, ma afferma che è contraddistinto da vari simboli: la fiaccola, i 5 anelli, il cerimoniale olimpico ecc. ovvero un vero e proprio protocollo olimpico che si ripete ogni 4 anni, le cui fasi vengono regolarmente pronunciate all’inizio e alla fine dei giochi. Quindi come sottolinea Coubertin, ha fornito al CIO una linea di condotta permanente; ovvero favorire la partecipazione più estesa possibile ai giochi olimpici. Il motto che riassume la filosofia delle olimpiadi è “Citius, Altius, Fortius”, che unito ai 5 cerchi olimpici può essere letto come “ovunque lo sport trionfa”. I giochi olimpici rappresentano la festa quadriennale ed internazionale della gioventù oppure, la festa della primavera umana. La prima guerra mondiale evidenzia la sconfitta delle illusioni del barone francese sull’olimpismo. Infatti i giochi olimpici del 1916 non furono celebrati, per via del conflitto e ripresero nel 1920 ad Anversa.

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