6 Neoimpressionismo (divisionismo e puntinismo) PDF

Title 6 Neoimpressionismo (divisionismo e puntinismo)
Author gaia todini
Course Storia dell'arte contemporanea
Institution Università degli Studi della Tuscia
Pages 2
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riassunto...


Description

Neo-impressionismo: Il Neo-impressionismo è una tendenza artistica che si afferma dopo l’Impressionismo e consiste nell’ andare oltre l’Impressionismo, nel senso di dare un fondamento scientifico al processo visivo e operativo della pittura. Dieci anni dopo la nascita dell’Impressionismo, cioè 1874, ci sono alcuni artisti che riflettono sui risultati raggiunti dagli impressionisti e vogliono andare oltre, e Seurat e Signac sono uno di questi. Il termine è usato per la prima volta dal critico Fenèon sulla rivista l’Art moderne del 1886. Pittura della luce e del colore su base scientifica, si seguono le teorie di Chevreul, legge del contrasto simultaneo dei colori del 1839. Quindi tutto è studiato mentre si dipinge. Sono gli anni del Positivismo, ovvero gli anni in cui grazie alle conoscenze positiva le persone sono tranquille. In quegli anni infatti escono una serie di trattati scientifici che interessano agli artisti. Questi artisti neoimpressionisti daranno vita al movimento del Divisionismo o Puntinismo

(pointillisme), e ne fanno parte Seurat e Signac. Puntinismo, divisione dei toni nelle loro componenti, ovvero dei piccoli puntini o macchiette di colore accostate fra loro che danno vita ad un immagine Il Divisionismo è il nome che questa corrente artistica prende nel suo filone italiano. Il Puntinismo è il nome di questa corrente artistica prende in Francia. In Francia gli artisti del Puntinismo sono: Signac e Seurat. In Italia un esponente del Divisionismo è Giuseppe Pellizza da Volpedo e Gaetano Previati. Questi artisti del Divisionismo esordiscono all’ultima mostra degli Impressionisti, nel 1886. Seurat esordisce con questo quadro che ha realizzato in due anni.

Questo quadro è di Georges Seurat e si chiama “Una domenica pomeriggio alla Grande Jatte”, datato tra il 1884 e il 1886, oggi viene conservato all’interno dell’Art Institute di Chicago. La Grande Jatte era un isoletta di Parigi dove i francesi andavano a rilassarsi e l’artista ci è andato e ad deciso di creare quest’opera dando il colore a piccoli puntini per non far mischiare i colori fra loro e accentuare il più possibile la luminosità. Lo spettatore ad occhio nudo non si accorge che il colore è dato a puntini. Anche qui vengono scelti colori complementari: giallo, verde e azzurro. Il risultato è un quadro molto luminoso. I personaggi della borghesia che appaiono sulla scena sembrano dei manichini, delle pedine di una scacchiera, hanno corpi realizzati con forme geometriche, non compiono alcun movimento con il corpo e non hanno i lineamenti del volto ben definiti. Le loro ombre formano degli angoli retti sull’erba, e infondo l’intera composizione gioca su un incrocio di linee, secondo gli studi scientifici che si stavano diffondendo in quel periodo. Sono persone troppo serie per essere delle persone che si stanno rilassando una domenica pomeriggio. Anche la natura che compare nel quadro non è reale perché l’acqua del fiume Senna è immobile, le foglie degli alberi non sono mosse dal vento, e anch’essa è realizzata con l’uso di forme geometriche, tanto che i tronchi sono cilindrici e le foglie hanno forma sferica.

Questo quadro è di

Paul Signac,

e si chiama

“Ingresso del porto di Marsiglia”, datato al 1911 e oggi viene conservato nel Museo delle Belle Arti di Marsiglia. La tecnica di Signac era molto diversa da quella di Seurat, perché lui non dava il colore a puntini ma lo dava in piccoli tasselli, e alla fine la sua opera sembrava un mosaico. Signac andrà a vivere nel sud della Francia per stare ancora più in contatto con il mare che lui amava molto. Porto con giochi di colori rosa e celeste per sfondo e acqua. E infatti vedremo che realizza vari quadri con soggetto la Costa Azzurra francese.

Questo è un quadro di Giuseppe

Volpedo,

Pellizza da

si chiama “Il quarto stato”, datata al 1901 e oggi conservato all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Si trova a Milano perché nel 1920 il Comune di Milano ha raccolto i soldi dai cittadini per poterlo acquistare. Da allora è diventato un po’ il simbolo del potere dei cittadini di Milano. La lavorazione di questo quadro è stata molto lunga, l’artista ci ha messo molto infatti per completarlo. E’ un quadro grande, circa 6 m di lunghezza. Ha un significato politico perché viene realizzato nel momento in cui furono organizzate le lotte operaie precedenti alla prima guerra mondiale. Giuseppe Pellizza da Volpedo è uno degli esponenti del Divisionismo in Italia. E’ un quadro divisionista perché è stato dato il colore in piccoli puntini. Ma quello che differenzia i puntinisti francesi dai divisionisti italiani è che gli italiani non si mettono a seguire le regole scientifiche come i francesi. Agli italiani basta che il quadro sia il più luminoso possibile. Gli italiani cercano questa luminosità puntando al contrasto fra i toni caldi e i toni scuri. Pellizza da Volpedo riprende alcune tematiche del Realismo, in quanto mostra la realtà così com’è. Infatti in questo quadro lui ritrae il “quarto Stato”, ovvero la parte più povera dello Stato. Questo quadro prima di assumere questi titolo ne ha avuti altri: “ Fame”, “Il cammino dei lavoratori”, “Fiumana” (ovvero la massa di g ente in movimento). Pellizza da Volpedo realizzò anche un quadro dove come soggetto abbiamo un sole, che lui realizza con delle lunghe pennellate luminose, proprio a dimostrare che il filone italiano del Divisionismo sfruttava le tonalità di colore per creare le luminosità....


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