82286 tesina l uomo tra culto della bellezza e ricerca del piacere PDF

Title 82286 tesina l uomo tra culto della bellezza e ricerca del piacere
Author Sofia Pettorossi
Course Metodologia Delle Scienze Umane
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Lo scopo che mi sono prefissata con lo sviluppo di questa traccia è quello di mettere in evidenza un particolare modo di fare arte e di concepire l’esistenza , che si diffuse all’interno del Decadentismo Europeo. In particolare, ho voluto approfondire il rapporto tra il culto del bello, della raffinatezza e la ricerca del piacere con il senso di decadenza e di morte che è sempre presente nell’animo dell’esteta. TRA DECADENTISMO ED ESTETISMO Il decadentismo è un movimento che si è affermato nel periodo compreso tra la fine dell'Ottocento. Si diffondeve il sentimento di essere entrati in una fase di decadenza, la concezione materialistica delle cose non appagava più, si perse la fiducia nella ragione giudicata come uno strumento inadeguato per capire la realtà. In questa fase decadente fuoriesce la poetica dell'estetismo, nato dall'esigenza di sfuggire a quell'appiattimento provocato dai nuovi valori della società borghese, cioè la società di massa che uniformava i comportamenti e favoriva il dilagare del cattivo gusto. La figura dell’esteta L'esteta è un individuo superiore, dalla squisita sensibilità, che rifiuta inorridito la mediocrità borghese, rifugiandosi in un mondo di pura arte, e che disprezza la morale corrente, accettando come regola di vita solo il bello. Non si accontenta facilmente della gioia che ha raggiunto ma è sempre alla ricerca continua di nuove sensazioni e nuove esperienze. Egli, infatti, non disdegna l’uso di stupefacenti: l’alcool e l’oppio sono certamente dei vizi ripugnanti ma permettono di sognare e immaginare una vita ideale, al di là di qualsiasi realtà mediocre e banale che ci circonda. Amare la vita significa anche esasperarla, assecondando perversioni immorali; tutto dunque è lecito per l’esteta che ha sempre bisogno di provare emozioni di qualsiasi genere. Il dramma dell’esteta sta nell’invecchiare, nel perdere il prestigio e nel presagire la propria solitudine.

Gabriele D‘ Annunzio La poetica di D'Annunzio è l'espressione più appariscente dell’ Estetismo italiano. Il culto di tutto ciò che è bello è una caratteristica che segna la vita di D’ Annunzio, che collezionò amanti e debiti, spendendo cifre altissime per “tutte quelle cose belle e inutili che amo profondamente e rovinosamente” come disse egli stesso. La celebrazione della natura nelle sue laudi diventa rito attraverso

la parola. Per capire cosa egli intenda per poesia, è utile prendere in esame il terzo libro delle laudi , “Alcyone” , pubblicato nel 1903. Una delle poesie più emblematiche è “La pioggia nel pineto”. La poesia inizia con un punto fermo dopo l’imperativo Taci (v.1), che indica un momento di preparazione e di attesa: il poeta non ode più parole umane, sente la vitalità della natura e si annulla dalla volgarità della vita. Egli ascolta parole nuove pronunciate dal rumore della pioggia che ,cadendo sulle numerose piante, è artefice di quella sinfonia allietante. Il poeta e la sua compagna entrano in empatia con la natura e arrivano a condividerne la sua anima segreta: D’Annunzio contempla la metamorfosi della sua compagna che si trasforma in fiore, pianta, frutto, mentre la pioggia cade. Successivamente la donna è paragonata agli elementi della natura: il suo volto è come una foglia (v. 56-58) e i suoi capelli emanano lo stesso profumo delle ginestre (v. 59- 61: le chiome come le ginestre). Gradualmente, arrivano entrambi a fondersi con la natura e a sentirsi parte di essa, tanto è che il poeta, attraverso l’uso delle similitudini, mostra come la donna sembri aver assunto l’aspetto di una pianta verdeggiante .D’Annunzio descrive minuziosamente il temporale estivo e lo rende estremamente musicale. La Pioggia nel pineto colpisce per il suo tema panico- metaforico. Il termine panismo deriva dal greco pan ( dio greco della natura, metà uomo e metà caprone) e si riferisce all’identificazione dell’uomo con la natura, con la vita vegetale, fino a sentire in bocca il sapore del mondo, come egli dice. Il poeta racconta

in versi come avviene la fusione dell’uomo con la natura oltrepassando la limitata dimensione umana. La poesia provoca piacere, e ha la capacità di estraniare l’uomo dalla realtà, chiudendolo nella protezione di un’illusione piacevole, ma falsa : D’Annunzio parla di “ una favola bella che ieri m’illuse e oggi m’illude”. Egli, attraverso un temperamento sensuale, ha una percezione egoistica, orgogliosa e arrogante della solitudine, derivata dalla consapevolezza dell’ eccezionalità della propria persona: coglie, come fondamento ideologico, alcuni concetti del “superuomo” della filosofia di Nietzsche ,estrapolati in maniera inappropriata : egli manifesta rifiuto del conformismo borghese e dei principi che schiacciano la personalità.

L’ impresa eroica di D’Annunzio a Fiume

Concepita alla stregua di un'opera d'arte, la vita non obbediva più ad una legge morale, ma unicamente alla ricerca del bello. Persino l'impegno politico fini per rispondere ad una funzione estetica, le scelte politiche di D'Annunzio infatti sono guidate dalla spettacolarità. L'arte non aveva altro compito se non quello di

Proprio seguendo questi principi, l'avventurosa occupazione di Fiume non sarebbe avvenuta senza l’ intervento eroico di D'Annunzio. Il poeta pescarese, allo scoppio

generare bellezza, al di fuori di ogni finalità pratica.

della Grande Guerra aveva già dato il meglio di sé come, scrittore e drammaturgo. Il suo nome era famoso anche fuori Italia, non solo come letterato, ma anche come produttore instancabile di debiti. Nel conflitto tra interventisti e neutralisti, D'Annunzio si schiera senza esitazioni coi primi e dopo la Grande Guerra , diventa protagonista di un’ impresa clamorosa: l occupazione della città di Fiume il 12 Settembre del 1919. A capo di 2500 uomini , il poeta-soldato intendeva avviare una sorta di colpo di Stato contro il governo liberale. I militari che avrebbero dovuto fermarlo disertarono e si unirono alla sua banda. D’Annunzio e i suoi “legionari”, come aveva battezzato la sua variegata banda di avventurieri, occuparono la città senza grossi incidenti. Per timore di causare un incidente diplomatico, i soldati del corpo di spedizione alleato furono lasciati in caserma e, pochi giorni dopo, furono evacuati. Il primo gesto di D’Annunzio fu occupare il municipio e tenere un magniloquente discorso dal balcone – durante il quale proclamò il 12 settembre “giorno della Santa Entrata”. Per il resto fu chiaro che né D’Annunzio né i suoi principali ufficiali avevano le idee chiare su cosa fare. A causa delle incertezze di Nitti, nel 1920 , tornò al governo Giolitti che s ‘ impegnò da subito per risolvere la crisi iugoslava. Il 12 Novembre 1920 firmò il Trattato di Rapallo : la Iugoslavia ottenne la Dalmazia , eccetto la città di Zara; all‘ Italia fu assegnata l ‘ Istria. Fiume divenne uno stato libero e indipendente, tutelato dalla Società delle Nazioni.

La figura del Superuomo di Nietzsche (Tra i filosofi che hanno riflettuto sull'arte e sul suo significato per l'uomo, un posto di primaria importanza è occupato da Kierkegaard e Nietzsche, i quali si sono soffermati sulla dimensione estetica dell'esistenza umana: il primo come una delle alternative di vita possibili; il secondo come valorizzazione delle forze vitali dell'individuo.)

In ambito filosofico il massimo esponente della cultura esteta è sicuramente Friedrich Nietzsche. Il superuomo di Nietzsche non corrisponde alla tipologia di uomo teorizzato da D’Annunzio : [inserisco differenze con d’annunzio ] Questo personaggio è presentato da Nietzsche nel suo scritto più

importante “Così Parlò Zarathustra” in cui è narrata l’auspicata trasformazione dell’uomo in Superuomo. Nietzsche pone in discussione non una morale, ma la legittimità stessa della morale in quanto tale. La fine di ogni fondamento morale è espresso da Nietzsche con l’immagine della morte di Dio: La morte di Dio equivale alla fine di tutti i valori esistenti e la morte di tutte le certezze di carattere metafisico, da cui deriva il senso di vertigine. Questo evento al tempo stesso esalta la responsabilità umana, sono gli uomini stessi a dover diventare la sorgente di tutti i valori (devono diventare dei dei). La morte di Dio implica la nascita dell’oltreuomo (Ubermensch). L’oltre uomo viene presentato da Nietzsche come un’evoluzione biologica proiettata nel futuro e quindi nel presente può essere solo annunciata. E’ l’uomo che si è liberato da ogni condizionamento morale ed è egli stesso creatore di valori, non più trascendenti e ultramondani, ma legati alla terra e agli istinti vitali. L’oltreuomo propone una visione ciclica del tempo, definita come l’eterno ritorno dell’uguale, tutto torna e si ripresenta. L’eterno ritorno è un richiamo alla responsabilità (che è il peso più grande) enorme che ognuno deve affrontare in ogni momento della propria vita. L’oltreuomo dice sì alla vita e ne fa suo ogni aspetto accettandolo in maniera propositiva, non fatalistica (differente dalla visione ciclica dello stoicismo dove il tempo scaturiva da un ordine razionale, dal logos). L’oltreuomo pone ogni evento determinato dalle proprie scelte. Tra l’oltreuomo e l’eterno ritorno il rapporto è molto stretto: sentire ogni nostra azione come eterna e quindi vivere dando a ogni istante il nostro significato, è una condizione per la nascita dell’oltreuomo, per il superamento dell’uomo, perché l’uomo della morale non potrebbe sostenere il peso della responsabilità di dare significato continuamente alla propria vita. La morale è quindi il significato eterno, il fine da raggiungere, è ciò che da significato ai diversi momenti dell’esistenza in funzione di altro. Il nichilismo attivo, che è la consapevolezza che l’uomo deve farsi carico della responsabilità della trasvalutazione dei valori, è la premessa della volontà di potenza, espressione dell’oltreuomo. ). La volontà di potenza sostituisce completamente la morale, che è soltanto un inganno, costruzione storica. Nietzsche nega che la coscienza sia più importante della corporeità e sostiene anzi che la coscienza è nata perché l’uomo non ha potuto sfogare verso l’esterno la propria aggressività e l’ha rivolta verso se, occorre quindi invertire il rapporto tra corpo e coscienza e dare maggiore importanza al primo. Questo non consiste in un regresso verso la condizione animale, ma in un progresso verso il superuomo. Il superuomo sceglie consapevolmente di seguire la propria istintualità e assume come criterio e come mezzo per la propria felicità l’aumento della potenza vitale.

Oscar Wilde: The picture of Dorian Gray

Beauty is a form of genius − is

higher, indeed, than genius, as it needs no explanation. In Inghilterra, attraverso l’ulteriore propaggine dell’Estetismo, Oscar Wilde cominciò a far parlare di sè pubblicando “The picture of Dorian Gray”, che divenne una sorta di manifesto della raffinatezza. Oscar Wilde was a dramatic leader in promoting the movement near the end of the nineteenth century: the pursuit of pleasure, sensation and beauty and the research for artistic emotion were the true purpose. Wilde declared in one of his famous conversations that his life should be "like a work of art", in fact he adopted the aesthetic ideal. He lived a double role: he was both a rebel and a dandy. His literary talent was seen in the short stories like the novel "The picture of Dorian Gray”. Dorian is a very handsome young man. He is unaware of his beauty until he sees a portrait of himself. He sees how good looking he is and realizes when he gets old, he will be ugly and the painting will mock him, so he makes a kind of pact with the devil: he expresses the wish never to lose his beauty. The wish becomes true and he remains a very handsome man. As time passes, the amount of positive and negative experiences mark the portrait: as Dorian becomes a murderer and a liar, the picture gets uglier. Later on, he meets a man who shows him the importance of his beauty; in fact he becomes the favourite in the saloons of the time, thanks to his splendour. Dorian isn’t able to feel true feelings, but he is only aware of the charm of his beauty. When Dorian looks at the picture, it is so ugly: he wants to get himself rid from the painting, witness to his spiritual corruption, he stabs it but he mysteriously kills himself. When the police finds Dorian, he is old and wrinkled like the painting and the portrait has returned to normal. Narrative technique. This story is told by an unobtrusive thirdperson narrator; the prospective adopted is internal, and this allows a process of identification between the reader and the character. The typical dandy. Dorian is the protagonist, the typical dandy who thinks

man should live life in full, realizing his wishes and his dreams. If one checks one’s impulses, life is marred. Dorian believes youth is synonymous with beauty and happiness.

Freud

L'indagine psicoanalitica di Freud ha posto l’evoluzione della civiltà sotto una nuova luce: la storia dell'uomo come sua repressione. Gli istinti naturali dell'uomo mirerebbero ad un piacere immediato e totale. L'uomo animale ha dovuto inibire in parte la sua natura per sopravvivere, rinunciando al “principio del piacere” e sostituendolo con il “principio della realtà”, che indirizza l'energia delle pulsioni sessuali sul lavoro, offrendo sicurezze, ma soddisfazioni differite. Freud si rifà a tre istanze fondamentali : Io Es e Super Io. L’Es viene delineato come serbatoio delle pulsioni o libido ed è l’essenza che ci caratterizza : essa non è la razionalità ma la sessualità. L’uomo non può soddisfare tutti i desideri che gli vengono suggeriti dalla libido in quanto deve tener conto delle forze frenanti che provengono dal Super Io. L’io è la parte conscia di noi che deve equilibrare pulsioni dell’inconscio e le norme del Super Io. La libido non può essere soddisfatta e ciò determina frustrazione in tutti gli uomini. Lo scopo della psicanalisi è quello di far riaffiorare i traumi (ricordi rimossi) dell’inconscio e consentire al paziente di liberare il serbatoio di pulsioni che procurano angoscia. Per il celebre intellettuale padre

della psicanalisi Eros è la linfa vitale del progresso, ciò che lo alimenta, lo nutre, ne consente l’esistenza stessa e Thanatos è l’opposto, la distruzione.

Jean Piaget

Da quando in pedagogia si è affermato il puerocentrismo, è stato importante il contributo delle scuole di psicologia. Fondamentale è stato l’apporto di Piaget che ha iniziato a studiare i processi cognitivi. L‘ambiente piacevole ha un ruolo fondamentale nel favorire lo sviluppo delle potenzialità e dell’identità dei bambini ed è elemento determinante per il progetto pedagogico del servizio: i colori, gli spazi, gli oggetti sono interlocutori importanti che orientano i loro comportamenti, la qualità delle esperienze personali, motorie e relazionali. Favorire opportunità di esplorazione, stimolare la curiosità, l’autonomia, lo sviluppo motorio e percettivo, l’accoglienza, devono essere spazi a misura di bambino, identificabili anche attraverso i materiali contenuti, caratterizzati e legati al tipo di esperienza proposta. Il gioco riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo: esso, infatti, stimola la memoria, l'attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto, relazioni ecc. Una carenza di attività ludica denuncia, nel bambino, gravi carenze a livello cognitivo. J. Piaget mette in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che il gioco è lo strumento primario per lo

studio del processo cognitivo del bambino. Piaget, infatti, parte dalla convinzione che il gioco sia la "più spontanea abitudine del pensiero infantile".

La Scuola di Francoforte: il tempo libero Secondo la teoria della Scuola di Francoforte il divertimento non è più il luogo della ricreazione, della libertà, della genialità, della gioia vera: è’ l'industria culturale che fissa il divertimento e i suoi orari. L'individuo subisce ancora. Come subisce le regole del "tempo libero", che è tempo programmato dall'industria culturale. L'industria culturale ha perfidamente realizzato l'uomo come essere generico. Nella definizione di tempo libero si evidenziano le caratteristiche di autodeterminazione, libertà ed edonismo che fanno delle società moderne, un tempo socialmente costruito e un insieme di attività che si contrappongono al tempo lavorativo, finalizzato esclusivamente al piacere e a se stessi.

D’Annunzio La poetica di D'Annunzio è l'espressione più appariscente dell’ Estetismo italiano. Il culto di tutto ciò che è bello è una caratteristica che segna la vita di D’ Annunzio, che collezionò amanti e debiti, spendendo cifre altissime per “tutte quelle cose belle e inutili che amo profondamente e rovinosamente” come disse egli stesso. Opera emblematica non solo per la produzione romanzesca di D’Annunzio ma anche per tutto il Decadentismo italiano, Il Piacere viene pubblicato a Milano nel 1889. Al centro delle vicende de Il Piacere c’è l’arter-ego dell’autore, incarnato nella figura di Andrea Sperelli: esteta raffinato e coltissimo, discendente d’una famiglia nobile, estraneo alla barbarie dei tempi moderni e tutto dedito (come l’autore per tutta la sua esistenza) “a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte”. ANDREA SPERELLI tanto era cresciuta in lui questa forse sensitiva, tanto era debole in lui il vigore morale. Anche in questa vita dedita alla ricerca del piacere, bisogna avere il dominio delle proprie passioni, non esserne posseduto, ma in realtà il protagonista non riusciva a controllarle. "Avrebbe potuto trovare qualcosa che l'avesse veramente soddisfatto?" Tanto era guidato dalla ricerca del piacere, tanto doveva riconoscere che nell'esperienza lui non rintracciava qualcosa all'altezza di quello che lui desiderava. Tanto cercava di allontanare da se il dolore, tanto era vulnerabile da esso. Andrea Sperelli aveva perso la volontà, questa aveva ceduto lo spettro agli istinti. Infatti tutti i personaggi dannunziani tendono ad un perfezionamente scetico delle loro facoltà, per raggiungere il traguardo di "un'ideal forma di esistenza", ma allo stesso tempo sono coscienti della loro inadeguatezza rispetto allo scopo perché tanto è forte l'impeto tanto è fragile la volontà. Tra le cause del fallimento ha parte decisiva la loro natura edonistica, l'istintiva inclinazione a spremere da ogni occasione della vita tutto il piacere possibile.

Maia, primo libro delle Laudi, pubblicato nel 1903, consiste in un lungo poema intitolato Laus vitae, distinto in ventuno parti. Qui troviamo la celebrazione del superuomo in cui il poeta si riconosce. [inserisco il testo di “ la mia anima visse come diecimila” ]

Il superuomo è colui che fa un'esperienza umana straordinaria, è colui che vive tutto ciò che gli è possibile. Se la scelta comporta una selezione, d'Annunzio ha cercato di prendere tutto dalla vita perchè scegliendo si sarebbe precluso qualcosa. Di tutta questa moltiplictà della realtà D'Annunzio non vuole farsi sfuggire nulla. La sua anima visse come diecimila tanto che la Moira, cioè la dea che tesse il filo della vita dell'uomo e ad un certo punto lo taglia, per lui tesse un filo più pesante rispetto a quello degli altri, paragonabile solo a quello di Ulisse. La divina diversità (i tanti diversi aspetti di cui la realtà è fatta, l'assortimento ricco che il mondo offre, le varie sfaccettature della vita), l'illusione di poter essere sempre nuovo, di rinascere ogni

mattina in una veste nuova, ma in lui ritorna sempre la stessa domanda : "ma perchè non è infinito come il desiderio, il potere umano?" "Per quanto l'uomo possa vivere intensamente, perchè l'uomo non può tutto quello che desidera?"D'Annunzio conclude dicendo che quello che non è riuscito a fare l'ha sognato e l'ha sognato con una tale intensità, con un tale ardore che è come se lo avesse vissuto.

In D'Annunzio l'esigenza di mettersi in contatto con qualcosa di più grande di se, di infinito, si manifesta con l'immersione panica, è la tensione verso il divino attraverso un rapporto viscerale con la natura. Il panismo è l'esperienza per cui i...


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