Metodologia Della Ricerca Archeologica- Angelucci PDF

Title Metodologia Della Ricerca Archeologica- Angelucci
Author Petra Aldrighetti
Course Metodologie della ricerca archeologica I
Institution Università degli Studi di Trento
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Summary

Appunti delle lezioni e integrazione con slide (che il professore non carica sulla didattica online)...


Description

Capitolo 1 del manuale → sviluppo dell’archeologia Disciplina recente solo nel 1850 → nasce la consapevolezza della: - antichità del genere umano (2.500.000 anni) - evoluzione biologica e delle culture - possibilità di raccogliere dati sul passato umano al di fuori dei testi scritti nascita dell’archeologia metà XIX sec, prima ci si poneva delle domande ma c’erano degli impedimenti:  si credeva che le info sul passato umano si trovassero nei documenti scritti, non si sapeva che si potessero trovare nel terreno [noi umani siamo una specie molto antica, risultiamo da cambiamenti sia biologici che delle nostre culture materiali] 

fino a metà 800 si pensava che, facendo un calcolo su quanto fossero vissuti i personaggi biblici l’universo sarebbe stato creato (da dio) il 23 ottobre 4004 a.c. Nel 1650 il vescovo irlandese James Ussher calcolò, in base al vecchio testamento e all’età di alcuni personaggi biblici che l’universo sarebbe stato creato il 23 ottobre 4004 a.C.

Ipotesi sulle origini dell’umanità:  alcuni autori antichi dibattono lo sviluppo umano anteriore alla scrittura (Lucrezio)  durante il rinascimento, compaiono le prime collezioni di reperti e oggetti interessanti. Wunderkammern→ collezioni di reperti e oggetti  già nel XVII secolo alcuni monumenti archeologici iniziano ad attirare l’attenzione degli studiosi

cominciano a vedersi monumenti XVIII sec→ inizio primi scavi, a Pompei iniziano gli scavi subito dopo la scoperta (1748), ma diventano sistematici solo dal 1861 (grazie a Giuseppe Fiorelli) - in USA si esplorano i mounds (tombe a tumulo), anche con tecniche sistematiche (Thomas Jefferson) in usa nel 700 si cominciano a scavare i mounds (tomba a tumulo) Fino all’800 l’archeologia era per pochi e che si occupava alle cose “belle” e chi si poteva permettere di studiare erano persone aristocratiche, che facevano di una ristretta èlite nella seconda metà del 19 sec (1850) l’archeologia comincia a diventare come quella del giorno d’oggi 3 cose principali 1. lavori che hanno a che vedere con il tempo/cronologia: stratigrafia, i vari strati che si sovrappongono hanno età diverse 2. l’antichità mana: ci si rende conto che i dati sul passato umano non si trovano solo sui libri ma anche nel terreno 3. l’evoluzione umana STRATIGRAFIA E CRONOLOGIA Stenone ha fondato i principi fondamentali della stratigrafia nel 1668/69 nel 700 Hutton inventa i principi sull’attualismo che possono essere applicati sulla stratigrafia. Lyell nel 1830 - Questi principi, uniti ai risultati delle prime scienze sperimentali, permettono agli studiosi

dell’epoca (eclettici) di rivalutare la reale importanza del fattore tempo → viene completamente rivalutato il fattore del tempo Metà del XIX sec. Scoperte fondamentali:  1846 Jacques Boucher de Perthes ritrova resti umani associati a manufatti in selce e fauna estinta – nel 1849 pubblica “Antichità celtiche e prediluviane”  1856 nella grotta Feldhofer (Düsseldorf) resti di Neanderthal – riconsiderano l’effettiva antichità dell’uomo Ci si rende conto che noi umani siamo più antichi di quanto dicono i testi sacri. le forme che esistono su questo pianeta vanno cambiando nel tempo e ci si inizia a chiedere come mai EVOLUZIONE  1809: Lamarck dice tutti gli esseri si vanno adattando all’ambiente e trasmettono caratteri alle generazioni successive Darwin, 1859 - L’origine delle specie → selezione naturale Non sono solo gli organismi a cambiare ma anche le innovazioni tecnologiche: 1. creazione dei primi schemi cronologici 2. definizione del metodo tipologico (tipologia) 3. comparsa di studi di etnografia comparata 4. ricerche sulle grandi civiltà del passato

Nel 1836 Christian Thomsen propone nella sua Guida al Museo nazionale di Copenaghen il sistema delle 3 età→ suddivisione dei tempi preistorici in tre età: 1. età della pietra 2. bronzo 3. ferro guida di thomsen diventa universale suddivisione cronologica dell’età della pietra in 2:  paleolitico: fase antica con strumenti in pietre  neolitico: fase recente con strumenti in pietra levigata  mesolitico: periodo intermedio tra paleolitico e neolitico L’età del bronzo nella fase più antica gli utensili erano in rame fasi preistoria ancora valide  1866 Thomas Westropp definisce il Mesolitico, periodo intermedio tra Paleolitico e Neolitico  1876 Franz von Pulski individua in Ungheria un periodo interposto tra Neolitico ed età del Bronzo, che denomina età del Rame.  Con queste viene fissata la scala cronologica valida ancora oggi distinzione in base ai reperti e anche in base alle società (cacciatori e raccoglitori) scavi nelle grandi civiltà (egitto, stele di rosetta, siti maya, sumeri, valle dell’indo) in italia: la preistoria era chiamata PALETNOLOGIA Col 20 sec. l’archeologia inizia a consolidarsi a cavallo tra il 19 e il 20 miglioramento grazie a tecniche di scavo e ricognizione, comparsa di sequenze cronologiche regionali, apparizione da teorie organiche sull’evoluzione delle società preistoriche TECNICHE DI SCAVO ultimi anni del XIX poche guerre quindi militari condurre scavi archeologici sistematici (grazie a Augustus Pitt-Rivers)registrando tutti i reperti e disegnando piante e sezioni graficamente

in italia, giacomo boni, “metodo negli scavi archeologici” abbozzata la tecnica si scavo ed è il primo a designare sezioni stratigrafiche le tecniche di scavo vanno a migliorare, Wheeler definisce il primo metodo di scavo sistematico con registrazione di scavo METODO DI SCAVO PER QUADRATI

La tipologia: (1903) le teorie di Darwin portano Montelius a teorizzare il metodo tipologico. i manufatti possono essere ordinati in sequenze cronologiche o di sviluppo della forma di base al principio che da forme più semplici si passa a forme più complesse. Nel novecento: grande interruzione della seconda guerra mondiale. nel secondo dopoguerra, compaiono le prime tecniche di datazione numerica dei reperti e nuovi approcci teorici che aprono il dibattito sulla natura stessa dell’archeologia e sull’interpretazione delle società del passato IL RADIOCARBONIO Willard Libby 1949, scopre la datazione con il radiocarbonio metodo che inizia ad essere applicato sistematicamente dal 50 in poi fino ad allora la determinazione delle età dei reperti e delle culture si basava su metodi di datazione relativa NUOVI APPROCCI: nuovi approcci teorici, perché prima si incentrava soprattutto sullo studio con un’ottica tipologia e crono-culturale dal 60 in poi teorie positivistiche logica scientifica, filosofia della scienza e si sostiene che si debba abbandonare STICAZZI

nascono moltissime archeologie, a volte approccio scientifico a volte approccio ideologico contestual, analytical, behavioral , approccio marxista negli anni 80 e 90 nascono altre archeologie soprattutto in inghilterra approcci post-processuali: 1. L’approccio interpretativo 2. approccio fenomenologico 3. la gender archeology, ottica femminista

REPERTI ARCHEOLOGICI

dati fondamentali→ insieme di oggetti, strutture ecc - trovati nel terrenotestimonianze archeologiche→ oggetti, tracce del sottosuolo che danno informazioni sul passato umano Le testimonianze possono essere di 4 tipi:  siti archeologici→ parte di territori, sistemi insediativi  stratificazione archeologica→ depositi archeologici stratificati  strutture archeologiche → edifici, muri  reperti archeologici→ manufatti o ecofatti MA agli archeologi interessa il contesto attorno all’oggetto in sè

RECORD ARCHEOLOGICO: tutto l’insieme di testimonianze archeologiche  varie tipologie di oggetti:  resti→ materiali e oggetti immobili non portatili  reperti → materiali e oggetti portatili

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REPERTI MOBILI manufatti: fabbricati dall’uomo con un processo tecnico ecofatti: resti organici , derivanti dall’azione di dinamiche ambientali

MANUFATTI: prodotto del lavoro umano (oggetti portatili) info che si possono ricavare da un manufatto:  origine , materia e provenienza → utilizzo delle risorse e scambi commerciali  processi tecnici di trasformazione della materia prima → tecnologia dell’epoca  utilizzo→ impiego dell’oggetto, attività  datazione→ età  caratteristiche tipologiche e stilistiche o decorative→ appartenenza, astratto,ideologia, sovrastrutture

pensiero

come vengono studiati i manufatti: scavo → → se serve restauro → → inventario → → catalogo → → pubblicazione produzione dell’oggetto: 1. raccolta della materia prima (naturale o artificiale) 2. lavorazione 3. uso 4. riparazione 5. abbandono Manufatti litici → di pietra scheggiata o levigata (2 tecniche diverse) Materiali artificiali(es, ceramica → reazione chimica 1 sola direzione, cottura = non si può più ritornare alla materia prima) = ottenuti per manipolazione e lavorazione dell’argilla e successiva cottura metalli→ bronzo, rame, vetro e lavorazione artificiale Frammenti di argilla che hanno subito combustione involontaria= CONCOTTO , si tratta di elementi strutturali (es muri in terra cruda/pavimenti/rivestimenti), oggetto di trasformazione per effetto di incendi o altri processi di combustione ECOFATTI resti derivanti dall’azione di dinamiche ambientali, oggetti prodotti dalla natura con cui l‘uomo interagisce volontariamente o involontariamente, danno informazioni sull’ambiente, sul clima, sull’alimentazione, sull’uso delle risorse naturali e sulle attività svolte nel passato. Manacorda dice che “l’ecofatto è risultato del rapporto che si instaura tra uomo e natura” es di ecofatti→ ossa, conchiglie, escrementi, carboni(legno carbonizzato) semi, pollini … [sedimenti e suoli non sono ecofatti] due classi principali di materiali:  resti vegetali→ botanica/floristica  resti faunistici→ origine animale, zoologici RESTI VEGETALI→ distinti in base alla dimensione.

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resti macrobotanici (carboni,semi frutti ecc) in parte visibili durante lo scavo resti microbotanici (pollini, fitoliti, diatomee ecc) non visibili durante lo scavo: per il loro studio si deve ricorrere a tecniche di separazione e alla osservazione al microscopio

la distinzione corrisponde circa a resti introdotti nel sito:  volontariamente da parte degli abitanti del sito ( scelta volontaria dei materiali da usare)  in modo casuale o involontario MACROBOTANICI “carboni”, fibre vegetali , frutti, semi ecc → resti di dimensioni visibili raccolti spesso durante lo scavo, per lo studio sistematico è meglio separarli mediamente setacciatura o flottazione(buttare il sedimento nell’acqua) si conservano sei sedimenti archeologici, ma anche in altri contesti i “carboni” sono tutti i pezzi di legno bruciati , non sono carboni in senso letterario

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I CARBONI: tutti i frammenti di legno combusto si conservano abba bene sono utilizzati per le datazioni provengono dal combustibile usato sui siti ma anche da oggetti caduti accidentalmente nel fuoco talvolta derivano da incendi naturali

lo studio dei carboni aiuta a ricostruire la vegetazione di un’area e di capire come i gruppi umani utilizzavano le risorse vegetali e che scelte operassero nell’impiego delle diverse essenze vegetali il legno si può conservare oltre che per combustione anche per impregnazione d’acqua, per essiccazione → oltre al legno si possono conservare fibre vegetali , semi , frutti o noccioli di frutti RESTI MICROBOTANICI: resti vegetali non visibili durante lo scavo per analizzarli si deve ricorrere a tecniche di separazione e all’osservazione al microscopio ottico o elettrico 3 categorie principali: 1. pollini 2. fitoliti 3. diatomee si accumulano in modo casuale POLLINI:  sono organi riproduttivi delle angiosperme  possiedono un rivestimento esterno molto resistente quasi indistruttibile composto da SPOROPOLLENINA  vengono prodotti in grandissima quantità  hanno dimensioni nanoscopiche ogni pianta ha una forma diversa di polline→ analizzati al microscopio ottico dopo un processo di separazione chimica per isolarli (diagrammi pollinici) → i pollini sono i migliori indicatori di vegetazione in assoluto, forniscono dati rilevanti sul clima e sull’ambiente intorno al sito dove si accumulano facilmente a causa delle dimensioni ridotte.

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FITOLITI: elementi composti da silice amorfa (Sio2) → indicatori del cibo che si utilizzava nell’alimentazione quotidiana costituiscono lo scheletro delle graminacee si conservano bene anche se combusti abbondanti e dimensioni minuscole

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studiati al microscopio ottico o elettronico determinazione non facile (lunghi meno di un millimetro)

DIATOMEE: gusci di alghe unicellulari che vivono in ambiente lacustre e costiero nelle torbiere (si misurano in micron) sono fatti di ossi di silicio neutri chimicamente  ogni tipo è adattato a delle condizioni specifiche dell’acqua RESTI FAUNISTICI: si distinguono in  macrofauna  microfauna la distinzione fa riferimento alla taglia dell’animale non alla dimensione dell’osso (archeozoologi) resti:  derivanti dall’introduzione volontaria da parte degli abitanti del sito (cavallo)  introdotti nel sito in modo casuale o involontario (topo) la macrofauna→ è un indicatore non dell’ambiente ma della dieta microfauna → animali di piccola taglia, piccoli mammiferi / micro-vertebrati, fortemente influenzati dalle condizioni climatiche e ambientali, indicatori dell’ambiente e del clima del passato, indicatori paleoambientali , sopravvivono soltanto in determinati tipi di clima. (trovati nel bolo dei rapaci, sboccano le ossa) oltre ai macroinvertebrati si rinvengono: ( studiati da specialisti al microscopio)  molluschi  insetti e acari  altri invertebrati ossa fatte di acqua, (frazione organica)collagene , (frazione inorganica) carbonato-idrossiapatite → è una apatite, minerale della classe dei fosfati denti di minerali, carbonato-idrossiapatite, il collagene è scarso . la struttura è più compatta rispetto alle ossa

RESTI NON “PORTATILI” Es. siti archeologici , monumenti, edifici strutture archeologiche, stratificazioni ecc SITO ARCHEOLOGICO definizione → ogni luogo -della superficie terrestre- dove di rinvengono tracce significative dell’attività umana del passato (indipendentemente da tutti gli altri parametri, età durata ecc) STRUTTURE ARCHEOLOGICHE: l’evidenza può essere organizzata in  strutture archeologiche (archaeological features) Flusso di costruzione delle strutture: 1. raccolta della materia prima 2. lavorazione della materia prima 3. posa in opera, costruzione 4. uso e restauro del muro poi diventa evidenza archeologica strutture negative→ implicano uno scavo che poi molti anni dopo viene riempito STRATIFICAZIONE ARCHEOLOGICA:

serie di depositi di sedimenti in strati diversi CONTESTO La maggior parte delle informazioni derivano dall’analisi dell’oggetto in base alla sua relazione con gli altri reperti o col suo intorno, un reperto da solo fornisce poche informazioni in se per se. Bisogna ricostruire le relazioni è fondamentale determinare per ogni resto:  la posizione (l’orientamento)  l’associazione con gli altri reperti  le caratteristiche del materiale in cui si trova imballato (matrice)  le caratteristiche superficiali → contesto primario vs contesto secondario l’archeologo studia una parte del contesto primario, negli anni però molti reperti sono danneggiati ↓ PROCESSI DI FORMAZIONE DEL RECORD ARCHEOLOGICO [lo studio dei processi di formazione è detto tafonomia] tutti i processi che concorrono a creare l’evidenza archeologica:  produzione dei manufatti  la loro incorporazione nel terreno  la costruzione delle strutture  rimescolamento da parte degli animali  l’alterazione chimica  l’erosione  il rimaneggiamento della stratificazione del sito in epoche diverse possiamo distinguere tra due classi di processi:  naturali - N transformation  culturali - C transformation processi che tendono a:  conservare il record, es produzione di manufatti o seppellimento del sito  distruggere il record ↓ durante l’occupazione del sito o dopo l’abbandono del sito PROCESSI CULTURALI DI FORMAZIONE(processi di formazione) distinzione tra i processi:  sindeposizionali  postdeposizionali altri processi culturali portano alla degradazione o alla distruzione del record:  l’aratura  il disboscamento  l’incendio i processi culturali riflettono comportamenti o pratiche specifiche:  seppellimento deliberato di gruppi di oggetti per deposito o accumulo le modalità di incorporazione degli oggetti nel terreno/record archeologico sono più difficili da comprendere, processi naturali principali responsabili della conservazione dei resti archeologici es. processi di alterazione, agiscono già durante l’occupazione del sito a partire dal suo abbandono definitivo svolgono un ruolo determinante PROCESSI DI NATURALI FORMAZIONE

CONSERVAZIONE dipende da tanti fattori, processi di formazione naturale postdeposizionale:  composizione e struttura oggetto  sua esposizione in superficie o seppellimento immediato  ambiente fisico-chimico  presenza di organismi  clima attuale e passato  … ciascun materiale possiede una propria resistenza all'alterazione, il parametro diverso è detto alterabilità, dipende da:  composizione chimica e mineralogica  presenza di impurità e inclusioni  struttura più o meno compatta  presenza di fratture o altre discontinuità i materiali di composizione inorganica hanno una maggiore probabilità di conservazione di quelli organici POSIZIONE  in superficie sono esposti all’erosione e agli agenti meteorologici e biologici→ probabilità di conservazione bassa  sepolti a bassa profondità sono soggetti ad azione biologica e ai processi di alterazione che avvengono nella parte superiore del suolo→ probabilità di conservazione bassa  sepolti a profondità superiori, restano isolati da questi processi→ aumento probabilità di conservazione ACIDITÀ’ (ph)  alto, basico . favorisce la conservazione delle conchiglie, ossa, carboni ma associato a condizioni ossidanti porta alla scomparsa degli elementi organici  basso (acido) scomparsa rapida di ossa, conchiglie e resti carbonatici, fosfatici e carbonizzati UMIDITÀ (eh) - se circola ossigeno o meno  suoli ossidati→ batteri aerobici, vi è rapida ossidazione di varie sostanze → in generale conservazione scarsa  suoli permanentemente ridotti(saturati d’acqua), favorevoli alla conservazione dei materiali organici ATTIVITÀ’ BIOLOGICA E MICRORGANISMI l’attività biologica può avere effetti devastanti sui materiali di origine vegetale CLIMA l’intensità dell’attività chimica è proporzionale a:  temperatura  disponibilità d’acqua ALTERABILITÀ’ DEI MATERIALI e probabilità di conservazione i materiali più frequenti in un’ipotetica collezione di reperti:  manufatti litici  materiali in argilla cotta  [vetro(ma processo si esfoliazione)]  metalli  resti carbonizzati  denti e ossa  conchiglie e esoscheletri a chimismo carbonatico

molti resti di origine organica si conservano solo in condizioni molto particolari. la conservazione di alcune classi di materiali di composizione organica è ristretta a poche situazioni peculiari soprattutto agli ambienti con condizioni estreme quali quelli:  aridi  freddi  permanentemente saturi d’acqua l’assenza di umidità (no attività batterica) rende gli ambienti aridi (microclima) favorevoli alla conservazione del record archeologico in particolare dei materiali organici. CONSERVAZIONE IN AMBIENTE FREDDO Congelamento incentiva la conservazione dei materiali soprattutto organici arrestando i processi di decomposizione (es otzi). rallentamento estremo dell’attività batterica quindi no proliferazione CONSERVAZIONE IN AMBIENTE SATURO D’ACQUA la saturazione d’acqua porta all’instaurarsi di condizioni riducenti con conseguente scomparsa dei batteri aerobici - ma a seconda del ph dell’acquaanche cadaveri nelle torbiere sono un eccellente caso di conservazione in ambiente saturo di acqua CONSERVAZIONE IN CASI PARTICOLARI catastrofi naturali es. eruzioni vulcaniche LA RICERCA SUL CAMPO  

ricognizione: studiare la distribuzione spaziale delle attività umane, le varianti delle regioni, cambiamenti demografici, relazione tra popolazioni, terre e risorse scavo

ricognizione e scavo: il lavoro di campo è la prima tappa fondamentale della rice...


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