Riassunto Psicologia di comunità. Metodologia, ricerca e intervento (Vol. 2) PDF

Title Riassunto Psicologia di comunità. Metodologia, ricerca e intervento (Vol. 2)
Course Psicologia di comunità
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PSICOLOGIA DI COMUNITÁ VOLUME II CAPITOLO 1: PROGETTAZIONE E VALUTAZIONE Progettazione e valutazione sono due aspetti interconnessi che condividono approcci teorici e aspetti metodologici. L’approccio partecipativo è quello più coerente con la psicologia di comunità in quanto propone l’attivazione processi collaborativi con gli stakeholder e i membri della comunità per la co-costruzione del senso e del valore di un progetto di intervento. Progetto inteso come una serie di attività finalizzate al raggiungimento di determinati obiettivi in determinati limiti temporali con l’utilizzo di risorse umane, strumentali e finanziare definite. Ogni progetto dovrebbe basarsi su: • una rete di stakeholder che includa i beneficiari dell’intervento, ovvero gli individui a cui, direttamente o no, è indirizzato il progetto e da cui dovrebbero trarne beneficio • una strategia di coordinamento e gestione organizzativa e finanziaria • un sistema di monitoraggio e valutazione • un’adeguata analisi dei costi e dei benefici Il lavoro per progetti nel campo del sociale assume significato di costruzione di un nuovo servizio o di un intervento volto a indurre cambiamenti nei comportamenti delle persone o nei contesti di appartenenza (in Italia legge 328/00). Progettazione in abito sociale La progettazione è un connubio tra immaginazione di una realtà futura e tecnica, cioè strategie, azioni e tappe per la sua realizzazione. I soggetti che si occupano di progettazione sociale come gli enti pubblici, no profit o privati, possono partecipare alle attività di co-progettazione secondo una logica partenariale e di rete. Uno dei limiti del lavoro per progetti e bandi è la burocratizzazione con le sue conseguenze: • scarso coinvolgimento delle comunità locali à riduzione della capacità di individuare e rispondere a bisogni locali • standardizzazione à produzione di progetti sovrapposti per temi e territori • agenzie esterne à non vengono valorizzate le competenze a disposizione delle organizzazioni del territorio Approcci della progettazione La progettazione è un’opportunità per mettere in atto cambiamenti sul piano personale e comunitario. In ambito sociale, ci sono diverse esigenze che spingono gli attori ad avviare processi di progettazione: • bisogno di innovare e sperimentare pratiche e interventi che possano fornire risposte più efficaci • necessità di evitare la frammentazione degli interventi e la dispersione di risorse • desiderio di sviluppare strategie di rete con altre organizzazioni intorno a obiettivi comuni Due macro-approcci: 1. Approccio sinottico-relazionale Causalità di tipo lineare tra problematiche sociali e cambiamento. È denominata anche della “razionalità assoluta” perché prevede che il progettista delinei la migliore strategia in grado di risolvere in modo ottimale i problemi attraverso regole e programmi standard validi in assoluto. La centratura sul prodotto da realizzare esclude in larga parte gli attori locali e i destinatari dalla creazione del progetto, generando una separazione tra chi pensa e chi agisce nel contesto. I contesti sociali sono sistemi dinamici e complessi formati da una pluralità di attori, per questo il cambiamento non è riconducibile a una linearità causa-effetto come quella proposta da questo modello. 1

Specialmente in contesti fluidi e informali, un linguaggio e strumenti eccessivamente strutturati e metodi strutturati, possono portare a diffuse frustrazioni. Al contrario, questo approccio è funzionale in contesti in cui gli interlocutori sono abituati a procedure chiare e codificate (risulta comunque meno adatto a produrre cambiamenti personali e sociali). In quest’ottica, è utile parlare dell’approccio problem solving o a razionalità limitata che propone una scomposizione dei problemi in sotto-problemi da risolvere singolarmente tramite principi di razionalità non assoluti ma contestuali à utile perché aiuta a formulare progetti flessibili, ma rischia di perdere il senso globale del progetto. 2. approccio concertativo-dialogico Cerca di integrare e gestire l’universo dinamico e caotico degli ambienti sociali e dei protagonisti. Si muove nel campo dell’epistemologia costruttivista (la realtà di ognuno è definita in base all’esperienza personale con cui rappresentiamo e spieghiamo il mondo), per questo abbandona l’oggettività sociale, sia rispetto ai problemi, sia rispetto alla definizione di contesto. Questo approccio presta molta attenzione al processo di attivazione delle persone e al rafforzamento delle interazioni e delle relazioni tra queste e ha come finalità la costruzione di occasioni di miglioramento delle condizioni di vita delle persone, focalizzandosi sull’empowerment e la responsabilizzazione. Entrambi gli approcci, pur facendo riferimento a paradigmi epistemologici e logiche differenti, non si riscontrano mai allo stato puro nella realtà, sono piuttosto estremi di un continuum lungo il quale si collocano la maggior parte dei progetti. Tappe della progettazione in ambito sociale La Commissione Europea ha adottato il Project Cycle Management, o linee guida sulla gestione del ciclo di progetto, per promuovere una progettazione chiara, articolata e flessibile dei progetti finanziati. Ci sono sei fasi, la cui sequenza non è rigida e predefinita, ma è più una guida orientativa basata su una logica circolare e ricorsiva (es. un progetto può nascere dalla valutazione di uno precedente o dalla richiesta di un committente). 1. Programmazione Fase preliminare. Si riferisce al contesto delle politiche programmatorie a livello sovranazionale, nazionale e locale che indica i macro-obiettivi e le priorità a cui i progetti dovrebbero contribuire a rispondere. 2. Identificazione Riguarda l’insieme delle operazioni da cui nasce l’idea progettuale, la quale viene declinata in obiettivi di intervento. La prima operazione si riferisce all’analisi del contesto in cui il progetto si inserisce, compresa la rete di stakeholder, la definizione del fenomeno di interesse, dei vincoli e delle opportunità e dei destinatari. Una volta che il problema è formulato va declinato in obiettivi generali e specifici: • l’obiettivo generale descrive lo scopo ultimo del progetto, il suo orientamento (anche valoriale) e la portata delle sue attività; • gli obiettivi specifici sono propositi di cambiamento tangibili in riferimento al problema individuato per i beneficiari del progetto. Secondo l’acronimo SMART dovrebbero essere specifici, perseguibili, raggiungibili e verificabili concretamente in un tempo definito. Possono focalizzarsi non solo sul cambiamento individuale, ma anche sulle reti sociali prossimali (micro-sistema), sui contesti sociali organizzati e fisici (meso-sistema), sulle relazioni tra essi (eso-sistema) o sugli aspetti culturali o politici legati al problema (macro-sistema). Le relazioni tra obiettivi specifici (spesso molteplici e organizzati gerarchicamente) possono essere rappresentate con strumenti come il quadro logico (logical framework approach), utilizzato sia in fase di progettazione che di valutazione, che consente di analizzare in modo sintetico e sistematico la catena di senso delle componenti del progetto.

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Componenti del quadro logico: 1. logica dell’intervento: comprende l’articolazione degli obiettivi, dei risultati in termini di servizi e prodotti tangibili del progetto e le attività necessarie a ottenere tali prodotti 2. ipotesi/precondizioni: condizioni necessarie perché si possano raggiungere i risultati e gli obiettivi attesi 3. indicatori: es. numero di partecipanti 4. fonti di verifica: utili alla verifica della corretta implementazione delle attività di progetto e al raggiungimento dei risultati e degli obiettivi del progetto stesso. Il quadro logico è una semplificazione di come il progetto si propone di raggiungere gli obiettivi e ha una certa rigidità; per questo è utile parlare della Teoria del Cambiamento: processo di co-costruzione attraverso il quale i membri dell’organizzazione e gli stakeholder articolano gli obiettivi del loro progetto, identificando le condizioni necessarie per raggiungerli e rappresentano il modello causale sotteso à maggiore complessità e interazione reciproca tra le componenti del progetto e gli elementi del contesto. 3. Formulazione Si riferisce alla pianificazione operativa del progetto e definisce attività specifiche, tempi e risorse. Prevede una scansione temporale delle attività e comporta l’utilizzo di risorse umane e strumentali e strutturali con i relativi costi indicati nel budget. 4-5-6. Finanziamento, realizzazione e valutazione • Finanziamento: modalità in cui il progetto viene sottoposto a una valutazione dall’ente finanziatore • Realizzazione delle attività del progetto • Valutazione: riflessione sui processi innescati dal progetto e sui risultati aggiunti descritti nel report che viene condiviso con finanziatori e stakeholder Valutazione in ambito sociale Secondo Bezzi, con valutazione si intende “l’insieme delle attività collegate utili per esprimere un giudizio per un fine pubblico, giudizio argomentato tramite processi di ricerca”. La valutazione può indicare gli aspetti di forza e i limiti di un progetto, suggerendo possibili aree di miglioramento. Ciò che distingue la valutazione dalla ricerca sociale in generale è la presenza del mandato valutativo, cioè la richiesta da parte del committente. La valutazione ha potenzialmente la capacità di generare apprendimenti sociali e personali a partire dalla valorizzazione dell’agire e orientare l’azione futura. Approcci alla valutazione Due approcci che, come quelli della progettazione, si trovano spesso integrati a seconda delle specifiche situazioni e degli obiettivi valutativi. 1. Approccio razionalista Considera i progetti come indipendenti dalle persone che osservano e dal contesto specifico. Matrice positivista, ricerca dell’oggettività, previsione e pianificazione a priori. Compito del valutatore: applicare strumenti in grado misurare i risultati, intesi come esiti tangibili delle azioni programmate all’inizio della progettazione e di definire eventuali scarti con gli obiettivi prefissati. à efficacia ed efficienza rilevate indipendentemente dai soggetti. 2. Approccio costruttivista Considera il contesto sociale, le rappresentazioni dei diversi attori e i processi di co-costruzione della realtà come presupposti fondamentali per l’analisi dei risultati di un intervento. Compito del valutatore: comprendere gli eventi ed esprimere un giudizio di valore su cosa può essere considerato un successo, valorizzando gli aspetti inattesi, emergenti e generativi. 3

La valutazione mirerà a esplorare e approfondire i significati e le rappresentazioni dei diversi protagonisti degli interventi, orientandosi verso tecniche qualitative (es. World Café). Approccio coerente con l’empowerment evalutation che coinvolge attivamente gli stakeholder nel processo valutativo, per fornire loro gli strumenti e la conoscenza necessari a valutare e monitorare il proprio operato in ottica migliorativa à valutazione come strumento per sviluppare empowerment, rafforzare le competenze, il potere e l’autodeterminazione. Chi utilizza questo approccio dovrà essere flessibile nella creazione e nell’impiego dei dispositivi di rilevazione, adattandosi al ritmo delle situazioni, pur osservando un impianto metodologico coerente. Tappe della valutazione Tre tappe distinte in una fase precedente al progetto (ex-ante), nel corso del suo svolgimento (in itinere) e alla sua conclusione (ex-post).

1. Valutazione ex-ante Precede l’implementazione del progetto e si propone di formulare un giudizio sulla qualità delle prime fasi della progettazione stessa. Risponde a domande sulla pertinenza dell’analisi dei bisogni e la congruenza tra questi, gli obiettivi formulati e le attività proposte per raggiungerli. Vengono valutati: • elementi legati all’estensione e qualità della rete di stakeholder • le risorse organizzative, umane e finanziarie a disposizione • fattibilità e sostenibilità delle attività proposte e in quale misura consentono di raggiungere gli obiettivi. 2. Valutazione in itinere Obiettivo di analizzare lo svolgimento del progetto, la qualità delle attività implementate e la loro coerenza con gli obiettivi. Viene distinta in monitoraggio e valutazione di processo • Monitoraggio: raccolta di informazioni sulle attività di progetto per determinare quanto queste siano conformi a quanto programmato, il grado di raggiungimento della popolazione target e l’adeguatezza delle risorse umane, strumentali, finanziarie. • Valutazione di processo: analizza i processi, gli elementi interni ed esterni al progetto che contribuiscono o impediscono il raggiungimento degli obiettivi. La valutazione in itinere consente di esprimere un giudizio sull’andamento del progetto, identificando punti di forza e di debolezza offrendo indicazioni correttive prima che il progetto sia terminato. 4

3. Valutazione ex-post Esamina l’efficacia del progetto alla sua conclusione, cioè il grado con cui il progetto è stato capace di determinare i cambiamenti attesi. Secondo Leone e Prezza la valutazione di efficacia diventa particolarmente importante qualora il progetto utilizzi una metodologia innovativa o applicata in un contesto nuovo, oppure quando la rilevanza e i costi sono elevati. Strumenti di progettazione e valutazione partecipata Metodi partecipativi impiegabili per la loro flessibilità e capacità di stimolare la riflessione dei diversi attori coinvolti, sia come strumenti di co-progettazione che di co-valutazione. Community visioning Insieme di strumenti utili per elaborare e definire strategie di intervento per accrescere la motivazione, consapevolezza e ingaggio di diversi attori coinvolti. Il processo è articolato in tre differenti fasi: 1. Assess: carattere propedeutico; mira a chiarire al meglio il problema di partenza, stimare i tempi ed esplicitare le ragioni che sono alla base di un approccio partecipativo e cooperativo. 2. Vision: carattere elaborativo; gioco di immaginazione collettiva “viaggio nel tempo” à i partecipanti si immaginano nel futuro (tre, cinque o dieci anni) e in sottogruppi confrontano le rappresentazioni reciproche, poi condividono il prodotto (video ecc.) in plenaria e fanno la discussione. 3. Road map: essenziale per accompagnare il gruppo nella definizione di obiettivi ecc. può essere supportata da una traccia per guidare il pensiero collettivo in un percorso di prefigurazione connettendo dimensione temporale e dimensione progettuale Metodo LEGO serious play Si basa sull’utilizzo di mattoncini lego per offrire alle persone la possibilità di confrontarsi, comunicare e progettare in maniera collaborativa, valorizzando le competenze di gruppi e singoli. Fasi: 1. Skill training: stimolare le abilità manuali 2. Modelli individuali: realizzati da ciascun partecipante (ovviamente con i Lego) al fine di rappresentare contenuti importanti rispetto al tema 3. Modello condiviso o scenario: nel primo caso il gruppo farà un modello unico; nel secondo il gruppo aggrega i diversi modelli per assonanza di significati World Café (Isaac e Brown) Sollecita gli interlocutori nel processo di attribuzione di valore a processi, prodotti e risultati, promuovendo l’interpretazione collettiva degli stessi. Come funziona: ci sono diversi tavoli in una stanza, le persone si siedono a questi tavoli e parlano tra di loro per circa 20 minuti, poi cambiano tavolo. Questo processo si chiama impollinazione incrociata. Una persona volontaria per tavolo rimane seduto a fare l’ospite di casa garantendo la connessione intorno al tema. Questa cosa genera una vision di comunità intorno al tema di interesse. (forse scrivono o ci sono scritte cose sulle tovaglie non mi è chiaro). Conclusione Progettazione e valutazione sociale condividono approcci, metodi e strumenti e per questo sono intrinsecamente legate nel lavoro di comunità.

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CAPITOLO 3: CONVIVENZA MULTICULTURALE Gli attuali spostamenti degli individui costituiscono, per velocità e dimensioni, un evento senza precedenti. La globalizzazione e il massiccio afflusso di migranti hanno portato a nuove forme di incontro e reso possibili nuovi modelli di compresenza tra diversi gruppi etnici. Caratteristiche e sfide delle società multiculturali La convivenza multiculturale pone molteplici sfide, sia per colore che migrano sia per coloro che accolgono. Due concetti • Società multietnica: concetto descrittivo che indica una realtà di fatto, in cui all’interno dello stesso territorio coesistono gruppi etnici diversi • Società multiculturale: concetto normativo che definisce una realtà sociale che si intende realizzare Quattro modelli principali di interazione socio-culturale che la società ospitante può adottare e che mettono in luce le differenza di prospettiva tra maggioranze e minoranze 1. Modello multiculturalista Secondo questo modello la valorizzazione delle diversità implica sia riconoscere pari dignità alle espressioni culturali dei vari gruppi che convivono all’interno del medesimo contesto sociale, sia riconoscere il diritto degli individui di formarsi secondo una cultura che sentono come propri. Nella forma più radicale, difende in modo estremo le peculiarità cultuali portando a strategie di separazione che non consentono fusione tra culture diverse. 2. Modello assimilativo Rimuove la diversità e relegando le differenze alla vita privata. Integrazione come processo che dipende esclusivamente dalla volontà di adeguarsi alla cultura ospitante. 3. Modello di fusione (melting-pot) Gruppi etnico-culturali diversi si fondono tra loro in una società dove le differenze si integrano in un contesto omogeneo. Delega la responsabilità alle singole comunità di gestire una convivenza pacifica e un’omologazione etnoculturale. Probabile isolamento e segregazione di alcuni gruppi. 4. Modello funzionalista Punta a limitare il processo integrativo al solo piano economico e disincentiva l’insediamento permanente dei migranti, senza tener in considerazione i valori e le abitudini culturalmente apprese migranti sono integrati all’interno del mercato del lavoro, ma non nella cultura del paese ospitante. Le relazioni interculturali tra processi e cambiamenti Processi di acculturazione e adattamento La coesistenza di persone con diverso beckground culturale implica una continua ricostruzione di confini e identità individuali e di gruppo. Acculturazione: insieme di cambiamenti che si realizzano in un individuo quando, entrando in contatto con un’altra cultura, è influenzato sia dalla cultura esterna sia dai cambiamenti della cultura a cui appartiene. È un processo connotato da: • contatto tra membri di culture diverse • influenza reciproca tra gruppi • presenza di cambiamenti di ordine fisico, politico, economico, sociale, culturale e psicologico (di carattere affettivo, comportamentale e cognitivo). Berry: acculturazione come processo che si articola in due dimensioni indipendenti • Mantenimento della propria cultura di origine • Adozione di elementi dalla cultura della comunità di accoglienza 6

La combinazione tra le due dimensioni porta a quattro tipi di strategie di acculturazione • Integrazione: valore elevato al mantenimento della propria cultura e alle relazioni con la comunità ospitante • Assimilazione: maggiore importanza ai rapporti con la comunità ospitante a discapito del mantenimento della propria cultura • Separazione: valorizzazione della propria cultura escludendo il contatto con le altre • Marginalizzazione: disinteresse sia a mantenere la propria cultura che ad adottare quella ospitante Ci sono modelli successivi a quello di Berry che includono anche gli individui del paese ospitante e definiscono le relazioni in termini di consensualità, problematicità e conflittualità derivati falla coincidenza o non coincidenza tra le prospettive dei due gruppi. Ecological Acculturation Framework (EAF) di Birman e Bray L’attengiamento di acculturazione dipende da più fattori come gli orientamenti dei gruppi coinvolti nel contatto. Pone l’accento su: • necessità di tenere conto degli elementi contestuali e delle caratteristiche dei gruppi • non può essere considerato solo il rapporto tra due culture • non sempre l’integrazione è la strada migliore Modello di acculturazione basato sulla concordanza di Piontkowski Migranti e nativi non sono ugualmente liberi di scegliere la stra...


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