Psicologia - riassunto l\'arte di insegnare PDF

Title Psicologia - riassunto l\'arte di insegnare
Author Giulia Faraoni
Course Psicologia generale
Institution Università di Pisa
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L'ARTE DI INSEGNARE INTRODUZIONE Insegnare = catturare l'attenzione degli alunni, cercando di colpire la loro fantasia e suscitare interesse, stupendoli coinvolgendoli e affascinandoli. Questo si può fare imparando ad usare la voce in modo espressivo, ad esempio, aggiornandoci sui giochi, sui gusti e sul loro linguaggio. Dobbiamo anche rinnovare e aggiornare la nostra biblioteca, studiando. Per insegnare bene dobbiamo trovare il modo do essere autorevoli, credibili e preparati.

ESSERE INSEGNANTI Si insegna per dare agli alunni quegli strumenti utili per accingersi a fare un lungo e pericoloso viaggio, facendo in modo che abbiano preso tutto per affrontarlo nel migliore dei modi, mettendo quindi nella loro valigia tutto quello che è possibile mettere. Per riempire la valigia talvolta è necessario litigare con loro perchè sono ragazzi e non si rendono conto di quanto sia importante avere tutto quello che a loro serve o perchè protestano perchè non hanno voglia di fare la valigia. INSEGNARE --> far imparare qualcosa a qualcuno EDUCARE --> guidare nella crescita intellettuale e morale (tirare fuori dal bambino/ragazzo ciò che ha di positivo e guidarlo verso la cultura --> compito dei genitori ma non solo). Per avere alunni motivati è necessario insegnare loro che studiare serve. Per essere bravi insegnanti è necessario studiare per essere sempre al passo con i tempi e per avere le idee chiare su cosa insegnare; inoltre per riuscire davvero ad insegnare è necessario interessare gli alunni e mantenere la disciplina in aula. Per ottenere disciplina e interesse dobbiamo conquistarci la stima degli alunni ed è possibile farlo solo evitando certi comportamenti, quali: 1- un insegnante deve essere giusto (no ingiustizie) 2- un insegnante deve essere adulto 3- deve essere onesto (se vi scoprono falso non vi crederanno più) 4- deve essere coerente 5- deve essere serio, misurato 6- deve essere un insegnante, evitando atteggiamenti troppo lontani dal vostro ruolo di educatori. Oltre ad essere gli insegnanti devono anche apparire forti, preparati, sicuri di se, equilibrati, giusti, comprensivi, ecc...Questo perchè gli alunni vedono l'insegnante come l'insegnante vede se stesso, quindi se l'insegnate non ha le idee chiare allora gli alunni lo vedono confuso, o se non riesce a interessarli allora gli alunni lo percepiranno come noioso, o se vedono l'insegnante come timoroso di essere preso in giro allora lo prenderanno in giro o se lo vedono poco autoritario gli alunni si permetteranno di non mantenere la disciplina. Nel rapporto alunno insegnante un elemento importante è il RISPETTO = atteggiamento di stima verso una persona che è ritenuta superiore o particolarmente degna, ed è anche un atteggiamento di riguardo e di attenzione che ci trattiene dall'offenderla.

Tale atteggiamento di rispetto è necessario che sia reciproco e continuativo all'interno del rapporto alunno insegnante. L'insegnante però si deve ricordare di non essere amico dell'alunno, ma deve essere la guida, l'allenatore e deve meritare fiducia e stima. Il rapporto alunno-insegnate è asimmetrico: il ragazzo sta più giù perchè sta imparando, non perchè è meno importante. SUGGERIMENTI PER DIVENTARE UNA VERA GUIDA:            

mettere in discussione la propria didattica se antiquata considerare il mondo esterno nella propria didattica ai fini di un inserimento nel mondo lavorativo. insegnare ai ragazzi a ragionare con la propria testa senza imporgli le nostre idee. aggiornare continuamente la nostra cultura. conoscere i bambini, ragazzini o ragazzi in generale (i loro problemi,interessi e attitudini) conoscere benissimo la materia che insegniamo, studiando anche il mondo lavorativo in cui verrà utilizzata quella materia. prevedere i problemi che possono sorgere e studiare le strategie più adatte conoscere le strategie per una comunicazione efficacie, saper quindi catturare la loro attenzione, mantenendo alto l'interesse mettere in discussione quello che abbiamo fatto chiedendoci se è ancora attuale bisogna insegnare proprio per insegnare e non perchè c'è il voto, quindi studiare per vivere e non per prepararsi all'esame. bisogna imparare ad emozionare e coinvolgere perchè altrimenti non c'è apprendimento bisogna interessarsi degli alunni e della loro vita oltre che della loro pagella.

NOI E GLI ALUNNI Prima di conquistare i singoli alunni è necessari conquistare la classe perchè il lavoro dell'insegnante è insegnare a tutti gli alunni e a tutte le classi. Importante è il primo approccio con la classe, dobbiamo quindi fin da subito affascinarla e soprattutto guadagnarvi la sua fiducia e il suo rispetto. Ogni classe è diversa da un'altra ed è necessario capire com'è. In classe gli alunni interagiscono creando delle dinamiche che non ci sono quando il ragazzo è preso singolarmente --> la classe è il gruppo in cui si creano dinamiche che dipendono dall'incontro di quelle specifiche personalità. In ogni ordine di scuola si può coinvolgere e interessare gli alunni in modi diversi:  con i bambini si può ricorrere al gioco, alle attività pratiche, a lezioni più teatrali con gli adolescenti bisogna stupirli, farli riflettere con noi e coinvolgerli in alcune attività con i ragazzi delle superiori bisogna essere interessanti, seguire la strada del ragionamento e permettere loro di sentirsi utili. Ma tutti gli alunni sono diversi quindi è difficile parlare alla classe nel suo insieme e contemporaneamente per i singoli alunni. Le classi quindi devono essere formate seguendo il criterio di equità e eterogeneità perchè in queste classi tutti imparano a collaborare -> le classi dovrebbero essere al loro interno il più possibile differenziate e omogenee, nel senso che tutte devono includere studenti di diverso livello  

(sia dal punto di vista dell'apprendimento che da quello socioculturale) , così da simulare una vera società. Discorso a parte va fatto per gli alunni svantaggiati. Handicap = condizione sfavorevole, svantaggio (qualsiasi tipo di svantaggio, come essere straniero, non essere seguito a casa, ecc..) Tali bambini svantaggiati sono un numero superiore rispetto a quelli che non lo sono. Per i bambini il cui svantaggio non è riconosciuto da alcuna certificazione non hanno alcun sostegno e quindi talvolta capita che vengano messi in un'unica classe più bambini disabili con patologie o problemi diversi e un unico insegnante; ciò porta l'insegnante a trascurare gli alunni disabili perchè è impossibile fare lezione contemporaneamente a bambini disabili e normodotati. Risulta importante comunque per tutti gli alunni che l'insegnante prima di entrare in classe si documenti su ciò che pensano questi ragazzi e su ciò che si aspettano dall'insegnante così da capirli e quindi aiutarli. Sebbene ogni alunno sia diverso dall'altro ci sono comunque degli alunni-tipo:  alunno prevenuto: è uno dei più difficili, è quello che se anche non vi ha mai visto vi guarda con disprezzo, ostenta disinteresse e fastidio. Con lui bisogna evitare lo scontro e continuare ad aiutarlo senza badare al suo atteggiamento, cominciando a conquistare la sua fiducia.  alunno timido: tenta di passare inosservato perchè è impaurito dalla possibilità che lo interpelliate. Deve capire che se parla non succede niente e è necessario farlo con i fatti cercando di fargli svolgere delle semplici e brevi attività che lo aiutino a prendere fiducia. l'alunno demotivato: non sta attendo e giocherella, difficile da coinvolgere. l'alunno simpaticone: vivacizza la classe e è necessario riuscire a tenerlo a bada. l'alunno che non ha alcuna autostima: crede di non valere nulla, per lui bisogna trovare delle attività che lo facciano sentire vincente.  l'alunno tranquillo che tira a campare: alunno che fa quello che può senza preoccuparsi più di tanto; lavorare sull'entusiasmo e sull'ambizione  alunno straniero: a volte sono molto motivati e vogliono emergere, altre volte sono poco integrati; con loro bisogna conoscere i sistemi educativi dei genitori.  alunni con disabilità e quelli con i disturbi specifici dell'apprendimento: bisogna conoscerli. Un buon insegnante deve si essere preparato ma deve essere in grado di gestire la classe e suscitare la voglia di studiare agli alunni. Inoltre deve conoscere e aggiornare continuamente lo studio delle caratteristiche della fascia di età alla quale ci rivolgiamo, perchè oggi i ragazzi cambiano molto velocemente. Per questa ragione sarebbe opportuno che gli insegnanti in ingresso fossero inizialmente affiancati da personale specializzato e poi in uscita , prima dell'inserimento in un altro ordine di scuola. Ritiene anche i test in valsi non tenendo conto ne della provenienza geografica, né di quella familiare e socioculturale, perché sono uguali per tutti gli alunni, servono solo per stilare le scuola più o meno virtuose di Italia. E' necessario conoscere e essere disponibili a comprendere le varie difficoltà dell'alunno e ogni insegnante deve vedere al di là di quello che il ragazzo appare. Il rapporto tra insegnante-alunno è difficile che venga istaurato con tutti gli alunni, ma è utile che vedano che vi interessano veramente. L'insegnante deve essere in grado di guardare al di là di quello che si vede a uno sguardo superficiale e deve mostrare che si accorge dei propri alunni   

prima come persone che come alunni, scherzando un pò con loro, chiedendogli come stanno, ecc...la capacità di scherzare dell'insegnante è molto apprezzata. In ogni caso l'insegnante deve scherzare in modo rispettoso, se gli alunni ridono vuol dire che è riuscito a istaurare un rapporto di simpatia, se invece non sorridono probabilmente ha sbagliato tono. Stupiteli.

NOI E LA CLASSE Per essere bravi insegnanti dovete si conoscere la materia che insegnate ma anche avere autorevolezza e essere stimati dagli alunni; se non siete ne autorevoli ne stimati non riuscirà a insegnare nulla. AUTORITA'= è la facoltà di esercitare legittimamente un potere o una funzione, significa anche avere prestigio, credito e stima. L'entrata in classe da parte dell'insegnante è determinante, specialmente se è la prima volta. L'insegnante deve entrare in classe dando l'impressione di essere la persona che lo si aspettano come insegnante : una persona che sa il fatto suo, preparata, che potrà aiutarli, che li capirà, che sarà divertente, che sarà giusta -> un adulto che sia in grado di guidarli nello studio e nella vita. E' indispensabile mostrare sicurezza sapendo svolgere in maniera corretta tutte le mansioni , come ad esempio compilare il registro di classe --> arrivare in classe preparati. Oltre a mostrare sicurezza è necessario che vi vedano come un insegnante a cui non si deve mancare di rispetto, quindi se quando si entra in classe come insegnanti gli alunni stanno parlando e non si accorgono della nostra presenza e anche quando ci vedono non si scompongono vuol dire che ci hanno mancato di rispetto. Quindi in questo caso per non dare l'impressione che possono continuare a fare il loro comodo consiglia di non entrare e fermarci a guardarli. Se questo si è fatto bene facendo capire loro con uno sguardo che se continuano così sanno dove andranno a parare, molti (non tutti) andranno al loro posto. Non ci deve sfuggire nulla, nessun movimento, è essenziale tenere tutto sotto controllo. Appena si sono seduti, e prima di andare verso la cattedra, chiedete che si alzino in piedi perchè siete entrati, come segno di rispetto e per indicare che siamo in una classe in cui vige una gerarchia. L'entrata in classe quindi è il momento in cui si stabiliscono i ruoli: il ruolo dell'insegnante è quello di guida, dell'insegnante, mentre il ruolo degli alunni è quello di essere guidati e di imparare. E' importante che capiscono che il rapporto alunno-insegnante è asimmetrico ma ci deve essere reciproco rispetto, dove l'uno per l'altro deve desiderare una relazione positiva e ci deve essere un reciproco scambio di porzioni di vita. All'inizio bisogna dare molta importanza alle regole e non tollerare neanche il più piccolo comportamento che non le segua, il comportamento corretto deve essere preteso, quindi solo quando tutti gli alunni sono seduti e in silenzio l'insegnante deve entrare. Con uno sguardo deve essere in grado di comunicare ciò che vuole, queste occhiate però non devono essere aggressive, devono solo trasmettere il messaggio che i comportamenti scorretti avranno delle conseguenze. I primi minuti di lezione sono importanti per costruire il 90% del rapporto con gli alunni. Consiglia di rimanere in piedi perché sentano che l'insegnante è concentrato sul lavoro che sta facendo, consiglia di imparare subito i nomi e i cognomi (così che capiscono che sono individuabili e questo

gli scoraggia fin da subito nel comportarsi male). L'insegnante deve apparire sicuro di se e a loro disposizione. Gli alunni seguono solo un insegnante che lo considerano preparato e sicuro di sè, alcune indicazioni per i primi momenti:  una volta entrati date delle direttive o fate delle domande precise;  niente tentennamenti, niente tempi morti durante i quali vi mettete a pensare a quello che dovete fare;  siate attentissimi a tutto quello che accade in classe, a quello che gli alunni fanno, a quello che non fanno e che dovrebbero fare;  se decidete di permettere che parlino mentre per esempio entra un collega per chiedervi delle informazioni che non possono aspettare, dite che state facendo una concessione, ma se la pausa sarà lunga è necessario dare qualcosa da fare;  è molto importante che vi accorgiate delle occhiate che si scambiano, di quello che fanno sotto il banco, mai perdonare un comportamento che rappresenta mancanza di rispetto delle regole se lo fate sarete per uno sarete poi costretti a farlo per tutti, altrimenti verrete considerati ingiusti. Uno dei motivi per cui un ragazzo sta attento a quello che fa è proprio il fatto di sapere che l'insegnate molto probabilmente lo pizzicherà e dovrà subire delle conseguenze, se si accorge che l'insegnante sa non si accorge di niente continuerà a comportarsi male. La lingua è il mezzo di comunicazione più potente che abbiamo, ma la comunicazione non verbale non deve essere sottovalutata ed è molto spesso indipendente dalla nostra volontà. L'insegnante si deve rendere conto che quando è in cattedra è come se fosse su un palcoscenico dove comunica anche stando in silenzio. E' quindi importante imparare a notare gesti, sguardi, atteggiamento del corpo, passo, con le mani, con la posizione della testa o delle spalle, ecc... con i quali si presenta agli alunni che comunicano messaggi ben precisi. I ragazzi lo vedono per come si presenta e ogni insegnante è diverso dall'altro:  c'è chi entra sparato con la testa bassa;  c'è chi entra con calma, va alla cattedra, appoggia la cartella si sistema e si siede, il tutto senza guardare gli alunni, non comunicando interesse per loro;  c'è chi entra sorridendo e guarda gli alunni come se fossero importantissimi;  c'è chi si preoccupa dei propri alunni interessandosi, nel caso in cui sia mancata, di essere mancata alla classe con qualche battuta. L'autostima, sempre importante, per un insegnante è essenziale, ecco alcuni consigli:  imparate a osservare il vostro corpo, controllate il vostro portamento;  quando entrate in classe, guardateli continuamente e con sicurezza per tutta la lezione, devono sapere che non vi sfugge niente;  parlate in modo sicuro, senza tentennamenti;  osservatevi allo specchio, facendo delle prove così da creare un bagaglio di espressioni perché si vede benissimo quello che pensiamo di chi ci sta di fronte;  esercitate la voce, imparando a modificarla in modo espressivo, usate anche la mimica facciale, cercando di essere espressivi;

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se un alunno vi parla, mantenete il contatto visivo per mostrargli che vi interessa quello che dice, imparate ad ascoltare; muovetevi con calma, rilassati; date, prima di chiedere, date rispetto, date simpatia, date attenzione, date coerenza e date giustizia;

fatevi insegnare qualcosa anche da loro e ringraziateli; quando parlate alla classe guardate tutti sempre con attenzione, niente sguardi distratti, perché il segreto del controllo della classe consiste nell'essere capaci di non lasciarci sfuggire nulla. Un modo per essere autorevoli con gli alunni è quello di conoscerli e imparare a capirli. Conoscere e saper interpretare il linguaggio del corpo permette di trasmettere agli alunni l'idea che siamo persone che intuiscono anche quello che non viene detto. Ogni volta che l'insegnante riesce a interpretare correttamente lo sguardo di un alunno e a rispondere con le parole come se lui avesse parlato, guadagnerà punti agli occhi della classe; lo stesso accadrà ogni volta che l'insegnante toglierà dall'imbarazzo qualcuno, perché ha saputo interpretare il disagio. Dobbiamo cercare di imparare a capire le emozioni e i pensieri che stanno dietro alle apparenze. E' importante saper riconoscere anche la rabbia, prima che esploda, perché può sfociare in atteggiamenti violenti e per evitare questo è bene reagire subito dicendo qualcosa che lo distolga. Importante saper riconoscere l'alunno timido, se viene chiesto di parlare davanti a tutti manda dei segnali di disagio e di tensione. Quando incontriamo un alunno timido, dobbiamo capire che questi ragazzi temono di essere criticati, non tanto da noi, quanto dai compagni di classe. L'insegnante deve imparare a non essere credulone, imparando a riconoscere i bugiardi (chi mente di solito non regge lo sguardo, ma a volte vi fissa e sostiene la bugia con gli occhi spalancati). Ma ci sono 3 messaggi che è importante saper leggere:  la noia: se controlla continuamente l'orologio, guarda fuori dalla finestra, muove velocemente lo sguardo, sbadiglia, appoggia la testa sul banco significa che si stanno annoiando quindi è necessario interpellarli, interrompere la lezione e se occorre chiedervi se siete noiosi.  il disagio che deriva dal non capire: se un alunno stava attento e poi comincia a fare dei disegnini o fa altro forse ha perso il fio del discorso e quindi conviene tornare sui propri passi.  l'interesse: più spieghiamo in modo da essere interessanti più otteniamo risultati positivi; per essere interessanti bisogna essere preparati e saper coinvolgere gli studenti, ma soprattutto essere capaci di comunicare entusiasmo. L'insegnante appassionato non può fare a meno di sorridere quando insegna qualcosa con convinzione. L'insegnante deve essere ottimista, sapersi emozionare, entusiasmare per quello che insegna.  

STRATEGIE E AUTOREVOLEZZA Molti insegnanti di stupiscono quando quello che funziona così bene in una classe non funziona in un'altra, ma è normale, perché ogni classe è diversa da un'altra ed ha bisogno di una strategia

didattica ogni volta diversa. Ogni problema ha una soluzione diversa e problemi nuovi hanno bisogno di soluzioni nuove. L'insegnante deve spiegare ogni cosa in modo studiato apposta per l'occasione e deve conoscere i punti di forza e le debolezze della classe anche se c'è la possibile, nonostante le analisi precedenti, che le nostre strategie non funzionino. Il lavoro di insegnante è costituito da un certo bagaglio di conoscenze (contenuti e abilità) che dobbiamo trasmettere ai nostri alunni perchè quando spieghiamo per la maggior parte del tempo, ci rivolgiamo all'insieme degli alunni, ed è un'operazione difficile. C'è una classe che deve imparare ad accettare in modo corretto questa trasmissione di conoscenze, ascoltandoci, studiando e dimostrando di avere recepito il bagaglio ricevuto e questo non è scontato. Non si può infatti pretendere che gli alunni entrino a scuola già motivati. Quindi ci sono 2 generi di problema: 1. riguarda quello che insegniamo: le discipline, perchè gli alunni possono non essere in grado di capire quello che l'insegnante gli ha spiegato anche 100 volte; 2. riguarda come i ragazzi accolgono quello che insegniamo. Quando non ci accorgiamo di non riuscire a gestire una classe, prima di tutto dobbiamo capire quale di questi 2 elementi non funziona. In ogni caso il regime del terrore non è una strategia vincente per riuscire a gestire la classe, farsi ascoltare e motivare gli alunni (no all'autoritarismo, no ai brutti voti e no alle note disciplinari per farsi ascoltare). 1- PONIAMO CHE IL PROBLEMA...


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