Analisi- Definitivo - Sbobbinatura PDF

Title Analisi- Definitivo - Sbobbinatura
Author Martina Levito
Course Tecniche di raccolta e analisi dei dati
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Summary

Sbobbinatura...


Description

Tecniche di raccolta e analisi dei dati Nel modulo 1 io mi occupo di raccolta dei dati, mentre nel modulo 2 vi occupate dell’analisi.! Il programma comincia con un glossario. Uno degli aspetti di quelle che oggi vengono chiamate “competenze trasversali”, è quello di aiutare gli studenti a sviluppare la proprietà del linguaggio, cioè di usare i termini appropriati e non di usare dei falsi sinonimi. Un aspetto importante è quello di acquisire un linguaggio specifico appropriato. La proprietà del linguaggio è molto importante. Una primissima introduzione su pochi termini di cui discuto qui, altri invece li trovate su Dolly in un file preparato appositamente (qui in aula vi sottolineo i più critici). Sempre in tono introduttivo riprenderò le caratteristiche cruciali de metodo scientifico applicato alle scienze sociali. E’ molto importante che partiamo tutti da una base comune che ci consenta di capirci quando dobbiamo operazionalizzare delle variabili, come vengono utilizzate, in che posizione devono andare nel questionario in relazione alla loro natura. Finita questa parte introduttiva affronteremo le due parti cruciali del corso come la costruzione del questionario come strumento di rilevazione dei dati principale per le ricerche quantitative e la seconda parte invece riguarderà la conduzione di interviste singole e di gruppo (focus group) come tecniche di raccolta di dati in ottica qualitativa. La terza introduzione riguarda le differenze epistemologiche tra l’approccio quantitativo e quello qualitativo. Vi farò una breve introduzione su perchè scegliere e quando scegliere un approccio quantitativo o un approccio qualitativo, sapendo che questi due approcci non ci portano ad avere dei dati simili tra di loro, ma ci portano ad avere dei dati di natura differente che dobbiamo utilizzare nel modo più appropriato. E’ importante sapere che questo non sarà un corso teorico, anzi poco teorico. E’ un corso procedurale. Non vi insegno delle teorie, ci sono molte tecniche. Voi sapete bene che quando comprate un oggetto elettronico, uno strumento, non leggiamo le istruzioni dall’inizio alla fine ma facciamo dei tentativi di uso dello strumento. Noi dobbiamo fare nello stesso modo, perchè quella è la procedura che ci consente di sviluppare quell’esperienza che ci porta ad usare in modo adeguato questi strumenti. Questo corso alternerà delle lezioni tradizionali, in cui vi racconto come si fa e perchè si fa così, rischi e vantaggi di una modalità e così via, ad esercitazioni pratiche, momenti in cui vi chiederò di fare delle cose (in gruppi) e poi discuteremo i vostri compiti. Questo è un corso da frequentare. ! Libri di testo: Per la parte quantitativa - Michele Rocato - L’inchiesta e il sondaggio nella ricerca psicosociale (psicologia sociale) (simili a quello che dice la prof durante le lezioni)! Per la parte qualitativa il problema è un po’ più rilevante, Psicologia sociale ricerca qualitativa , ma l’ho sostituito con “Piergiorgio Corbetta- La ricerca sociale: metodologie e tecniche” in quattro volumi , ma ci serve il numero 3 (copertina blu). Di questo libro potete escludere l’ultimo capitolo.! Nessuno dei due libri affronta il tema dei focus group. Oggi è molto utile imparare a fare dei focus group, quindi non l’ho segnato nel programma, non è obbligatorio, potete far conto sulle mie lezioni, diversamente mi va bene qualsiasi libro sui focus group (Cinzia Albanesi - In focus gropuCarocci editore).! Studiare su questi libri è come comprare uno strumento nuovo ed imparare ad usarlo con lo strumento nella scatola e leggendo il libro delle istruzioni dalla prima all’ultima pagina. La logica è se il vostro obiettivo è meramente superare l’esame si può fare anche leggendo solo i libri. Se il vostro obiettivo è imparare a fare un questionario decente o condurre un’intervista in modo decente, si fa frequentando (leggendo i libri è difficile arrivarci).! Modalità di esame : 2 a scelta libera. Potete scegliere di fare una prova tradizionale, prova scritta (no prove intermedie). Le domande non sono di tipo teorico, ma spesso sono una sorta di esercizi, quindi non vi chiederò quali sono le possibili distorsioni di questi generi di domande, ma vi chiederò di formulare delle domande di questo tipo, di formulare delle scale di risposta di quest’altro tipo, di scegliere qual è lo strumento adeguato per questo tema. Se 3-4 domande una sarà discorsiva e le altre sono di tipo esercizi.! La seconda modalità è pratica che consiste in varie cose: primo passo consiste nell’individuare un tema, un interrogativo di ricerca, che possa essere studiato con un’ottica quantitativa e un tema che possa essere studiato in un’ottica qualitativa. Quindi un interrogativo per rispondere al quale serva un questionario, e uno per rispondere al quale serva unì intervista qualitativa. Una volta individuati i quesiti che possono essere anche in relazione tra di loro, l’importante che siano declinati in modo da essere uno adatto per la ricerca quantitativa e uno per la ricerca qualitativa, dovete costruire un questionario vero e proprio, protestarlo con le modalità che vedremo durante il corso (su quattro/cinque persone) e poi scrivere una relazione sullo strumento, quindi nella relazione dovete enunciare l’interrogativo, dire a chi andrebbe somministrato il questionario se

fosse una ricerca vera e propria (quindi fare una sorta di relazione), come dovrebbero essere reclutati i partecipanti e poi descrivere le scelte che avete fatto in termini di sezioni, domande ecc, e spiegarmi come avete fatto il pre-test e che cosa avete cambiato della prima versione sulla base del pre-test. Per il tema qualitativo fare un’intervista qualitativa, la trascrivete fedelmente (verbativ) la registrate con uno strumento e la deregistrate, accompagnata da una relazione del tutto simile a quella che vi ho appena descritto: qual è l’interrogativo di ricerca, chi dovrebbero essere i partecipanti, come dovrebbero essere reclutati se fosse una ricerca, mi descrivete lo sviluppo della scaletta di intervista e in quel caso dovete fare un’analisi della relazione che si è sviluppata tra l’intervistatore e l’intervistato : quali sono state le difficoltà che avete sperimentato, quali sono stati gli imbarazzi che eventualmente avete rilevato in chi ha risposto, com’è andata e cos’è successo nell’interazione. In entrambe le relazioni non mi interessa niente che riguardi i risultati perchè un’intervista o un pre-test su 4-5 persone non ci dice assolutamente niente sul risultato. Sul contenuto non mi state a dire “l’intervistata pensa questo o pensa quell’altro”, mi leggo l’intervista e lo capisco, non dovete fare considerazioni sui risultati. Queste quattro cose mi devono essere inviate per email in un file di word non pdf. L’importante è che nel nome del file sia contenuto il vostro cognome. ! Non c’è differenza tra non frequentati e frequentanti, però secondo me la modalità pratica è più impegnativa rispetto alla modalità tradizionale ed è più affrontabile se una persona ha fatto le esercitazioni in aula. ! Come vedremo nei prossimi giorni, la scelta dell’interrogativo in relazione allo strumento è un aspetto cruciale per avere dei dati di qualità. Il fatto di non usare il questionario per un interrogativo di tipo qualitativo o l’intervista per un interrogativo che si può quantificare è un aspetto cruciale per avere una buona riuscita. Quello che potete fare è, prima di cominciare a fare il questionario e l’intervista potete mandarmi una mail per verificare se i due interrogativi vadano bene. Non un tema generale, ma un interrogativo specifico mi dovete mandare. Siccome, come vi! dicevo prima, faccio questo corso da parecchio tempo, ci sono alcuni argomenti VIETATI perchè mi escono dalle orecchie, durante il corso ve li dirò. E’ molto apprezzata l’originalità dei quesiti. Non mi proponete per esempio: L’intervista allo studente che è andato in erasmus o il questionario di Custumer Satisfation dei pendolari di trenitalia. Qualcosa di originale.! —————! GLOSSARIO! Spesso si usano in modo abbastanza intercambiabile termini come “teorie modello”, come “ipotesi e presupposto” ed “effetto e teoria”. Questi termini in realtà indicano delle cose differenti. Una teoria è un insieme interrelato di concetti (definizioni e proposizioni) che forniscono una spiegazione, una visione sistematica di un fenomeno con lo scopo di spiegarlo. Quindi c’è la descrizione e la spiegazione in una teoria. Quando si parla di teoria, i verbi appropriati sono: una teoria prevede, una teoria spiega. Un errore ricorrente che trovo nei compiti scritti agli esami è la confusione tra quello che la teoria rappresenta e il fenomeno che spiega. Ex. La teoria della dissonanza cognitiva rende l’individuo motivato a cercare la coerenza. Quindi prima che fosse formulata questa teoria, secondo questa frase, all’individuo non gliene importava niente della coerenza. Non è la teoria che influenza l’individuo, la teoria spiega cosa succede sulla base del fatto che l’individuo è motivato alla ricerca di coerenza. ! Il modello invece descrive e basta. Il modello è sempre una costruzione concettuale che descrive un fenomeno in modo oggettivo, sistematico. ! Le ipotesi sono affermazioni che mettono in relazione due concetti o due variabili. Spesso è un’affermazione formulata in forma sillogistica “Se c’è questa condizione, si osserva questo effetto”. Il verbo appropriato è “l’ipotesi prevede oppure ci si aspetta che.. prevediamo che..” per introdurre un’ipotesi. ! L’ipotesi si differenzia dagli obiettivi della ricerca. Cioè: “vedere se i maschi e le femmine reagiscono diversamente gli uni dagli altri ad un determinato stimolo”, non è un ipotesi, è un obiettivo “vedere se..”. Neanche “mi aspetto una differenza tra uomini e donne su questo, quell’aspetto, non è un’ipotesi. Ho un’ipotesi quando prevedo non solo una differenza ma anche una direzione di questa differenza. L’ipotesi non è un presupposto, perchè un presupposto è proprio ciò che si da per dimostrato. Il presupposto è il punto di partenza. “Lo studioso parte dal presupposto che…” non è un ipotesi. Parte dal presupposto che gli uomini e le donne si differenziano su questo aspetto, non è un presupposto perchè quello è l’obiettivo della ricerca.!

L’effetto è ciò che si osserva, quindi “L’effetto consiste nel…”, quindi non è “l’effetto di mera esposizione prevede che..” per esempio, non è “la teoria dell’effetto di…” no perchè un effetto non è una teoria ma è ciò che effettivamente si osserva, quindi “consiste nel..”.! Un’altra differenza assolutamente cruciale è quella tra comportamento e atteggiamento. Nel linguaggio comune a volte atteggiamento e comportamento sono considerati sinonimi. Invece, nella psicologia sociale è molto importante distinguerli perchè l’atteggiamento è considerato da sempre un predittore del comportamento. Quindi l’atteggiamento è il modo in cui noi valutiamo tutto ciò che ci circonda. Per quello che ci riguarda qua è sinonimo di valutazione giudizio e opinione, anche se in realtà si può ad una grana più fine, dire che l’opinione in senso stretto non è un sinonimo di atteggiamento(però, per quello che ci riguarda consideriamoli sinonimi). Invece il comportamento è il modo concreto di agire, quindi l’atto, l’azione e la condotta. “mi piacciono le mele”, “mangio sempre le mele”, sono due esempi di item che possono essere contenuti in una scala che misura l’atteggiamento nei confronti delle mele in un questionario, ma uno si riferisce alla valutazione e l’altro si riferisce al comportamento. !

INTRODUZIONE: IL METODO SCIENTIFICO NELLE SCIENZE SOCIALI L’applicazione del metodo scientifico è quello che distingue le risposte che noi diamo ai quesiti che ci poniamo tutti i giorni in quanto cittadini o persone qualsiasi o scienziati. In realtà le domande che i ricercatori nelle discipline sociali si pongono (discipline sociali: sociologia, psicologia, psicologia sociale, economia) sono molto simili a quelle che ciascuno di noi fa nella propria esistenza cioè “perchè le persone si comportano in un certo modo”, “perchè ad un certo punto emerge un certo fenomeno”, “perchè oggi tante donne sono oggetto di violenza”, “perchè tanti italiani sostengono una forza politica piuttosto che un’altra”. Le risposte che diamo però sono da una parte il frutto dell’impressione, quando guardiamo il telegiornale la sera ci sorgono queste domande e con la nostra famiglia ciascuno dice la propria (questa è l’impressione, guardo dalla finestra, vedo il mondo e mi faccio un’idea su come gira); lo scienziato si fa le stesse domande ma ha dalla sua la possibilità di arrivare a delle risposte non impressionistiche ma sistematiche, applicando il metodo scientifico. Il metodo scientifico ha un carattere sistematico, cioè ripetibile e si basa su procedure che convenzionalmente si ritengono affidabili, in grado di rappresentare la realtà in modo poco soggettivo (o meno soggettivo di quanto sia la mia risposta che deriva dal guardar fuori dalla finestra il mondo come gira). La sistematicità riguarda il controllo sul modo in cui lo scienziato sociale acquisisce le informazioni. La sistematicità riguarda la procedura con cui gli studiosi nelle discipline sociali producono i dati, li raccolgono e fanno le loro analisi e arrivano alle loro conclusioni. ! Controllo significa che non solo che tutti i passaggi sono espliciti, sono pubblici, e sono soprattutto ripetibili, riproducibili. Alla sera, a tavola, quando discutiamo del perchè succede questo, possiamo avere opinioni molto differenti e tutte sono valide. Invece il risultato della ricerca scientifica dovrebbe essere lo stesso per chiunque riproduca quel processo in quel modo, quindi il risultato della ricerca scientifica non è un’opinione ma è la conoscenza fino a quel momento. questo non significa che sia una verità assoluta, ma significa che è una verità temporaneamente valida finché qualcuno non dimostra che è in un altro modo. ! Che cosa differenzia i due libri che giacciono vicini negli scafali della Feltrinelli? Il fatto che in uno sono documentate delle ricerche il cui metodo è chiaramente riproducibile e dovrebbe portare allo stesso risultato anche se lo fa un altro; mentre le affermazioni dell’altro libro non sono suffragate dai risultati scientifici e dall’applicazione del metodo. Perché il metodo scientifico è lo stesso per tutte le discipline scientifiche. Non a caso vi ho fatto un esempio che non è di tipo sociale, ma il metodo è identico. ! Prima non vi ho detto “si arriva ad una verità oggettiva”, ma vi ho detto “meno soggettiva” perchè in realtà nella ricerca scientifica, nelle scienze sociali (anche nelle altre scienze) rimane comunque una quota di soggettività (a maggior ragione nelle scienze sociali). A seconda delle tecniche che noi usiamo questa componente soggettiva può essere più o meno ampia e più o meno valorizzata. Come vedremo, nella ricerca qualitativa, la soggettività dello studioso diventa essa stessa uno strumento interpretativo, mentre la stessa cosa non è vera, anzi diventa quasi una distorsione, nell’ambito dell’applicazione del metodo sperimentale (metodo quantitativo). In realtà c’è sempre una componente soggettiva a partire già dalla scelta del tema della ricerca. Se voi ricordate qualcosa della psicologia sociale di base, i grandi personaggi che hanno fatto la storia della psicologia sociale, così come ciascuno di noi anonimi ricercatori che abbiamo continuato questa disciplina, hanno sempre scelto dei temi di ricerca che hanno in qualche modo un

ancoraggio biografico, nel senso che in genere ti suscita degli interrogativi quella realtà che ha qualcosa a che vedere con la tua esistenza come persona. Quindi spesso hanno degli ancoraggi biografici. Io mi occupo prevalentemente di cibo, comportamento alimentare non patologico e l’aggancio biografico è che io penso al cibo in tutto il tempo di veglia (mi sveglio la mattina pensando a cosa mangio a colazione, a quali ristorante potrei andare). L’altro grande tema è in ambito dei comportamenti politici. Da tanti anni (2002), sono socia di un’associazione di studiosi che si chiama ITANES e vi richiamerò molto spesso al questionario di itanes (acronimo di Italian National Election Studies) in tutte le democrazie occidentali c’è questa associazione di studiosi interessati a spiegare il comportamento politico degli elettori, sia in termini di scelte di voto, in termini di partecipazione politica, mobilitazione, azione collettiva. In questo momento stiamo studiando e scrivendo di Populismo, di cause che producono un orientamento favorevole agli appelli populisti. Questo fa riferimento ad una passione che è nata in me fin dal liceo.! Al di là della scelta dei temi la soggettività rimane anche sul piano metodologico. Per esempio, un’altra fase cruciale dove entra la soggettività del ricercatore è proprio quella relativa alla scelta dell’approccio quantitativo o qualitativo. E’ una dinamica un po’ strana questa della scelta tra ricerca qualitativa e quantitativa perchè non è un dettaglio. Nelle comunità scientifiche spesso c’è molta conflittualità tra studiosi che adottano un approccio quantitativo e studiosi che adottano un approccio qualitativo perché fanno riferimento ad una visione del ruolo della scienza molto differente tra di loro, quindi sono proprio scelte epistemologiche che attengono al modo in cui uno rappresenta la propria funzione di ricercatore nella società. Si sono create quindi nelle varie comunità scientifiche, nelle scienze sociali, anche delle tensioni tra chi adotta un approccio o un altro. Io sono stata una grandissima democristiana nel senso che in questo ambito ho esperienze sia di ricerca qualitativa, non le disprezzo, adesso faccio prevalentemente ricerca quantitativa e ci credo, mi piace molto anche fare i focus group. ! Fasi della ricerca Come si sviluppa un progetto di ricerca? Come si sviluppa una ricerca? ! Noi possiamo immaginare che una ricerca abbia delle fasi la cui enunciazione in realtà è una semplificazione perchè la ricerca è sempre un processo circolare, non c’è un inizio o una fine. C’è una fase della vita che può essere più o meno lunga in cui un ricercatore approfondisce un determinato ambito di ricerca e quindi in realtà queste fasi le attraversa più e più volte. Per semplificare una ricerca potrebbe essere immaginata come una sequenza di fasi che vanno dalla scelta del problema, quindi l’interrogativo, la definizione delle ipotesi se è una ricerca quantitativa (poi vedremo invece che la ricerca qualitativa ha un’ottica più esplorativa quindi non parte sempre o tanto da ipotesi, ma un approccio più esplorativo); si passa alla operazionalizzazione che consiste nel tradurre dei costrutti teorici in qualcosa di misurabile, di quantificabile; poi viene la rilevazione dei dati; poi la codifica, l’analisi dei dati e poi viene l’interpretazione in relazione alla teoria e alle ipotesi che quella teoria ha generato. A questo punto, anziché chiudersi , in realtà si apre un altro ciclo perchè nel momento in cui rispondi ad un interrogativo di ricerca ti si apre come minimo un altro interrogativo perchè ci sono degli aspetti che emergono nel corso della produzione della conoscenza. Quindi è un processo circolare.!

(Martedì 24 Settembre)! Siamo nella parte introduttiva dedicata al metodo nelle scienze sociali. Ieri abbiamo individuato le fasi principali del processo di ricerca, sempre tenendo conto del fatto che la ricerca è un processo circolare. Alcune fasi ci interessano per capire che la rilevazione, che è la fase focale per questo corso, perchè dobbiamo imparare a costruire gli strumenti per la rilevazione dei dati, ha alcune fasi preliminari necessarie e dobbiamo capire che cosa succede in quelle fasi lì e soprattutto ha anche delle conseguenze per le successive ovvero la codifica e l’analisi dei dati. ! Abbiamo diversi tipi di ricerca, non solo la ricerca di base, che è quella che ha uno scopo di conoscenza pura, cioè la ricerca di base è quella che il ricercatore conduce senza necessariamente avere in mente a che cosa serviranno i risultati che ne consegue. I risultati della ricerca di base contribuiscono alla conoscenza della realtà, non necessariamente si traducono nell’immediato in tecnologie, soluzione di problemi, applicazioni immediate (per questo si chiama ricerca di base).! Un altro tipo di ricerca è la ricerca applicata parte da un problema. E’ una procedura che si propone di individuare e testare delle soluzioni...


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