Analisi: La Ragazza Carla - Elio Pagliarani PDF

Title Analisi: La Ragazza Carla - Elio Pagliarani
Author Valentina Panozzo
Course Letteratura e cultura dell'Italia contemporanea
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 9
File Size 189.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 52
Total Views 138

Summary

Un'analisi completa e precisa costruita su appunti e lezioni del professor Daino, divisa in sezioni per meglio comprendere la trama, il significato intrinseco del testo, la vita e la visione dell'autore e il linguaggio da lui utilizzato per descrivere il cambiamento della società negli anni '50 del...


Description

LA RAGAZZA CARLA - ELIO PAGLIARANI L’AUTORE L’autore di questo poemetto è ELIO PAGLIARANI: ● 1927, Viserba (Romagna) - 2012, Roma; ● Era un provinciale (come Olmi che era di Bergamo); ● A 18 anni, si trasferisce a Milano e si laurea in scienze politiche; ● Diventa insegnante delle scuole medie e giornalista; ● Nel 1960 si trasferisce a Roma e prosegue il suo lavoro da giornalista; ● Si tratta un po’ della storia di un migrante, come Marotta. ● Non solo migra ma si inurba. Lascia il paesino per una grande città. “La Ragazza Carla” si colloca al limite della vita milanese di Pagliarani (come il componimento “A Milano Non Fa Freddo” di Marotta); Come Marotta: - Pagliarani era un intellettuale piccolo-borghese; - Mette a frutto il capitale culturale e scolastico nel mondo che si stava imponendo (svolge il lavoro di insegnante e giornalista). La crescita economica permise ai letterati di stare al mondo, svolgendo una professione vera e propria, e di guadagnare. Pagliarani viene considerato come uno scrittore neo-avanguardista, anche se “La Ragazza Carla” è precedente a questa fase.

L’OPERA -

Poemetto in versi, un’opera poetica che narra una storia seguendo le caratteristiche tipiche della narrazione e che non può considerarsi un poema data la sua lunghezza, nettamente minore rispetto i poemi cavallereschi.

Come è considerata la poesia? - Molto profonda - A differenza del romanzo (che rimane su un piano orizzontale), fa immergere il lettore verticalmente in essa, andando in profondità. - Al giorno d’oggi, la poesia può sembrare totalmente aliena alla nostra realtà, ma non è proprio così: è un po’ imparentata con le canzoni, proprio perché la poesia è produrre musica attraverso le parole e viene prima di tutto ascoltata (più significante che significato). Pagliarani dice: «man mano che lo scrivevo me lo recitavo ad alta voce, misurando il verso “secondo l’orecchio”, e più ancora ne leggevo via via dei brani ad alcuni amici, sempre ad alta voce, anche per strada o meglio nei parchi, più spesso in trattoria, anche in vere e proprie osterie»; la poesia è prima di tutto musicalità, e serve recitarla ad alta voce per sentirla, poiché nella mente non si può. RELAZIONE TRA IL POSTO E LA RAGAZZA CARLA -

-

Entrambi una sorta di “romanzo di formazione”. Ragazzi giovani che si accingono ad entrare nel mondo del lavoro della Milano del dopoguerra e cercano di imparare a stare al mondo. Domenico e Carla sono entrambi molto timidi ma Carla è puramente milanese, non campagnola come Domenico. Sono entrambi alle prime esperienze, lavorative e sentimentali, che in entrambi i casi si sovrappongono.

-

-

Famiglie umili che considerano il lavoro la questione più urgente in assoluto, anche più importante delle volontà dei figli, che forse avrebbero dovuto studiare (lui perché già suo fratello minore studia e la famiglia non si può permettere due figli che studiano e Carla perché è una ragazza). Entrambi cercano di emanciparsi dalle loro famiglie tramite un lavoro impiegatizio, che li porterebbe dal “proletariato” alla “piccola borghesia”. Entrambi iniziano svolgendo un lavoro più “basso” rispetto a quello per cui sono stati assunti: Domenico è assunto come impiegato ma all’inizio fa il fattorino; Carla dovrebbe essere segretaria ma le viene chiesto anche di pulire. I nomi scintillanti, l’espressione esterna cadono quando ci sono le necessità: qualcuno deve pur fare il fattorino, qualcuno deve pur pulire.

MA Alla fine de “Il posto” Domenico intuisce che il posto tanto ambito potrà essere la sua prigione alienante, mentre Carla sembra adeguarsi al mondo che la circonda senza rimorsi. IL TESTO Pubblicazione: - La prima pubblicazione integrale della ragazza Carla risale al 1960 sulla rivista “Menabò”; - 1962 in volume per un editore importante; - La composizione risale però al 1954-1957. Cronotopo: - ambientata a Milano tra il 1947-1949, anche se a leggere il poemetto non sembra avere a che fare con la Milano distrutta dai bombardamenti della II WW. - Rappresentazione di matrice realistica: le cose sono descritte così com’erano. Vengono citati precisamente dei luoghi. Però non è un quadro lineare, è un quadro per frammenti da riordinare (COAZIONE AL MONTAGGIO ANCHE SU QUESTO LIVELLO). - Di fatto le dinamiche sono ambientate nei primi anni ’50, non ancora BOOM economico ma non più distruzione. - Elemento fondamentale è il montaggio delle parti, che narrano la storia e descrizione del luogo. - I versi sono piuttosto lunghi, più dell’endecasillabo. Anche sul piano metrico vige la figura del montaggio. Poesia: E’ una stagione in cui la letteratura, soprattutto la poesia italiana, era a un livello altissimo. La poesia è il tentativo di produrre musica attraverso le parole. È innanzitutto suono, il testo passa su un piano secondario. Elio Pagliarani dice: «Incominciai La ragazza Carla fra settembre e ottobre del ’54. […] Ricordo che iniziai a scrivere, a mano, durante un compito in classe di italiano che avevo assegnato alla scolaresca, di terza media, mi pare» (dalla “Cronistoria minima”). Dalla CRONISTORIA MINIMA possiamo trovare diverse informazioni: -

Non è una poesia lirica: La lirica è un componimento relativamente breve in cui l’Io lirico narra le proprie vicende, passioni e sentimenti. Nella ragazza Carla non esiste un Io lirico che narra la propria storia:

-

-

-

L’Io poetante si trasforma in un narratore esterno e onnisciente che non parla di sé, ma di Carla, quindi si focalizza sui personaggi, scende nella loro testa per vederne i pensieri. - Si tratta quasi di un poemetto narrativo, opera poetica che narra una storia. Il genere del romanzo influenza la poesia, difatti Pagliarani dice: «mi preoccupava il peso, che mi pareva eccessivo, delle mie vicende personali sulla mia poesia e m’era diventata pesante nello scrivere la “tirannia dell’io”», «Quindi […] avevo deciso di comporre un poemetto narrativo, con la sua brava terza persona, che si occupasse di vicende contemporanee che non mi riguardassero troppo direttamente» (dalla “Cronistoria minima”): questa poesia è troppo lunga per sembrare una lirica, l’autore sembra proprio quello del romanzo e non narra di sé stesso Sistema dei personaggi: presente, Carla non agisce da sola Flashback: frequente per recuperare vicende passate. “Poesia di formazione” con la struttura di una Pièce teatrale, compresi anche i cori (elemento tipico del teatro dove commentatori esterni intervengono con giudizi sulla trama). I cori (quasi tutti) sono segnalati da Pagliarani con il corsivo. Dentro il mondo teatrale, questo poemetto assomiglia, quindi, moltissimo ad una tragedia. Il narratore, oltre che essere esterno ed onnisciente, è anche intrusivo: egli non interviene solo nei cori, ma siamo in grado di sentire la sua voce anche nel momento in cui narra la storia, poiché pone qua e là dei commenti personali, con lo scopo di contribuire alla descrizione della vicenda. Componimento di 700 versi, diviso in tre macro-parti, suddiviso allora volta in parti più piccole (9+7+7). Narratore: onnisciente e molto intrusivo, non solo nei cori. Focus sui personaggi, soprattutto su Carla.

Personaggi: -

-

-

Carla Dondi, 17enne orfana di padre, che vive con la madre e la sorella Nerina e il marito della sorella Angelo. La madre fabbrica pantofole artigianali(anni in cui il prodotto industriale sembrava più buono). La mancanza di soldi determina il fatto che Carla non possa studiare, quindi dopo le scuole medie si iscrive a una scuola serale di steno-dattilografia, per imparare a scrivere in maniera veloce con la macchina da scrivere. Rappresentante della classe bassa che cerca di integrarsi ed emanciparsi nella convulsa Milano del dopoguerra. Incerta, timida, confusa, indifesa che vive il momento di passaggio tra l’adolescenza e l’età adulta cercando di trovare il suo posto nel mondo. Nerina = la sorella di Carla, sposata con un uomo di nome Angelo che vive con loro Madre di Carla e Nerina = donna umile che produce artigianalmente pantofole Milano: che non è solo sfondo, ma ambiente nella quale Carla deve inserirsi. Il volto che Carla vede di Milano è quello di antagonista della storia, contro la quale Carla deve lottare per trovare il suo posto nel mondo. Aldo e Piero, spasimanti di Carla Impiegati (capo, moglie del capo) I personaggi oltre a Carla sono solo stereotipi, personaggi marginali, non veri e propri protagonisti, ma più manichini.

Temi centrali: -

Lavoro

-

Amore Integrazione: senza magari disintegrarsi.

Si tratta di una storia a lieto fine? E’ una storia di sola integrazione, o è anche di disintegrazione? Carla si integra bene nella società, oppure per integrarsi disintegra la sua identità alienandosi?

Non è certo. L’unica cosa certa è che si tratta di un racconto che narra un rito di passaggio che ci porta ad una maturità positiva o ad una negativa.

ANALISI Epigrafe Brano che precede e che getta una luce particolare sul testo, attraverso la quale si suggerisce al lettore che tipo di lettura applicare al testo. Si parla di una giovane impiegata, che non sapendo cosa farsene del week-end, del suo tempo libero prende un sonnifero per dormire sabato e domenica e non dover gestire quel tempo. L’autore si domanda se Carla assomiglia alla ragazza impaurita che non sa gestire il tempo libero in cui non lavora: inizia così il testo alla ricerca di una risposta. È Pagliarani stesso che parla questa volta nell’epigrafe. Vuole esaltare la vocazione realistica del poemetto. Pone la sua voce e la sua esperienza personale in relazione alla sua professione di poeta. Questo poemetto nasce dalla vita e della vita parla. Finita l’epigrafe, l’autore diventa narratore. 1.1 Sezione narrativa: In una traversa di via Ripamonti c’è la casa di Carla e la sua famiglia. Sezione descrittiva: Descrizione di una zona periferica dove domina il trasporto di persone e merci. Sezione di commento: Il narratore poi riflette sul luogo. Chi vive in questa periferia è un rappresentante del popolo e non ha consapevolezza della propria vita: non sa quanto è fondamentale avere un’abitudine. Per abitudine si intende l’assorbimento sulla pelle della vita della città. Quindi com’è utile stare al centro della vita quotidiana, perché chi esce viene spazzato via dalla burrasca. Loro non si rendono conto di quanto stanno al sicuro nelle loro abitudini, se escono da queste abitudini, per noia o perché non le si sopporta più, si rischia la vita. “il cuore impreparato a due mani che piombano sul petto”: Carla deve entrare dentro le abitudini della città e il suo cuore è ancora inesperto. Il rapporto con il lavoro e con gli uomini, soprattutto, è timoroso “due mani che le piombano sul petto”. Non si tratta solo di pudore che spinge Carla a fuggire dagli uomini attraverso la città. 1.3 Compare una scena della vita casalinga di Carla: è notte, Carla non riesce a dormire. L’età adulta inizia quando le notti sono percepite come molto lunghe perché i pensieri non fanno dormire. A questi pensieri si sommano i rumori di Nerina e di Angelo che fanno l’amore nel letto dei genitori.

Carla si domanda se sia questo l’amore. Reagisce innanzitutto con imbarazzo e ci fa capire che Carla è estremamente ingenua. 1.4 Sezione narrativa: Carla lavora come aiutante della madre, che fa pantofole. Chi compra pantofole dalle Dondi non vuole fronzoli, ma pantofole comode e pagare più tardi che si può. Sezione di commento: se torna nella donna il desiderio del nastrino sulle pantofole (sciocchezza), vuol dire che la donna è estranea ai suoi doveri, stanca. Non vede la sua vita solo come strumento funzionale ad altro, ma come bello. Questo però è un elemento distraente dal suo “lavoro” (“fatta parassita”). 1.5 Sezione narrativa: parla di Nerina e Angelo, e la madre di Carla. -

-

Nerina non aveva molti pretendenti, la scelta è stata ovvia. PERÒ Angelo è un abulico, un nullafacente. “si porta dietro i reumatismi dalla Germania”, ambiguità: sembra che si sia trovato in un campo di concentramento, oppure che sia andato in Germania a lavorare. In officina hanno paura che Angelo abbia ideali comunisti. La madre sembra aver vissuto una vita di estreme fatiche, risultate comunque in nulla data la povertà della famiglia

1.6 Carla ce l’ha con Angelo e rimane in disparte. A lei rimane sempre l’ultimo pezzo, perché Angelo, nuovo in famiglia e uomo, ne ha più bisogno. Per Carla resta soltanto il rimasuglio di ricchezza e di affetto (festa inesistente, scuola serale) 1.7 Carla è alle prese con la scuola serale, di pochi mesi, per scrivere veloce, sia a mano, sia con la macchina da scrivere. Carla non sa più se vale la pena spendere 2 mila lire al mese per questa scuola. Sezione di commento: Pagliarani inserisce degli estratti di un manuale di stereo dattilografia, e del piano didattico. 1.8 Carla sa di dover buttare giù la pillola e studiare, perché per la famiglia è necessario.Viene insinuato il fatto che Carla non voleva quella scelta. Angelo la va a prendere all’uscita, rinfacciandole il fatto che lei va ad imparare il mestiere invece che praticarlo. Viene riportato un probabile commento di Angelo, che dice a Carla di darsi da fare, perché al mondo c’è chi è messo peggio. Lei però è abitata da insoddisfazione, che poi esporta fuori da sé. I personaggi sono descritti da Carla con insoddisfazione. Descrive Piero, ragazzo che studia dattilografia perché non vuole continuare a fare l’artigiano, in modo neutro, quasi giudicante: pensa che non possa giocare a calcio a causa di qualche problema. Piero sostituisce Angelo e accompagna Carla a casa. 1.9

Primo appuntamento, Carla e Piero sono impacciati. Nel secondo ridono per un tizio strano che grida per una bomba, in via Meda (sud Milano) la circolare lo stava per tirare sotto. Nel terzo passano dal parco Ravizza, (Giuseppe Ravizza, inventore della macchina per scrivere, ma in questo caso quello a cui è stato dedicato questo parco è una donna, una delle prime femministe italiane) ma anche lì cade un silenzio di tomba tra i due. Sezione di commento: il narratore commenta la debolezza e l’ingenuità dei ragazzi, li paragona ai bambini che sarebbero stati gettati nel fiume dai Germani.

2.1 Sezione narrativa: - Carla è introdotta come “fu Ambrogio”: capiamo che il padre è morto. - Carla presa come segretaria, ma deve spolverare la scrivania e gli oggetti prima di iniziare (parte da una posizione più bassa, come Domenico ne “Il posto”). - Le viene detto di essere “orgogliosa” del suo nuovo lavoro, perché è lì che il mondo si rinnova e che sta al passo coi tempi. - La madre chiede a Carla perché non mangia dicendo che adesso ha il diritto di mangiare, adesso che lavora: è una esaltazione dell’ideologia del lavoro, che supera di importanza il benessere della persona. La madre non chiede cosa non va in Carla, ma la sprona a mangiare per essere in forze per il lavoro. - La sera vediamo Carla dopo il primo giorno di lavoro: si cerca e si tocca come se sapesse di star perdendo una parte di sè. Lessico: Pagliarani inserisce dei termini in lingua inglese, che in quel momento stava sostituendo il francese come lingua più importante. 2.2 Sezione descrittiva: scena totalmente descrittiva della Milano moderna, che si trasforma e si evolve. 2.3 Sezione narrativa: Il capo, Praték non sopporta i suoi impiegati e ha il vizio di sedurre le segretarie. Praték è stato anche in galera e prende i soldi della moglie per condurre le proprie imprese. Scopriamo che Carla sostituisce Lidia, ex segretaria licenziata dalla moglie di Praték poiché ne era diventata l’amante (sapeva che per “entrare nella manica” di Praték e mantenere un buon lavoro doveva farlo): anche qui, come Domenico sostituisce un suicida, Carla sostituisce l’amante del capo. E’ la verità dietro l’ipocrisia della modernità e della moralità. 2.4

Sezione descrittiva: descrive il lavoro che viene svolto nell’ufficio di Carla, in modo frenetico e quasi confusionario: è Carla che sta parlando del suo lavoro a cena in famiglia e, anche se nessuno capisce quello di cui sta parlando, la madre è orgogliosa di vedere Carla crescere. Lessico: in questa scena più che mai Pagliarani inserisce un lessico fitto di termini inglesi e francesi, di nomi e di specificità dell’ambiente commerciale e pubblicitario, che ci fanno capire di cosa tratta il lavoro di Carla, un lavoro di importazione ed esportazione di merci e di corrispondenza con i clienti. 2.5 Ribadisce il modo neutro in cui Carla reagisce alla crescita e a quello che le viene imposto di fare.

3.1 Sezione narrativa: Carla è di nuovo in fuga, stavolta dalle molestie di Praték (non resiste come ha fatto Lidia). Scappa dalla madre (“ho paura, mamma Dondi ho paura”, esempio di montaggio 1^+3^ persona) e chiede di non andare più al lavoro, ma nella madre si impone l’ideologia del lavoro: invece che tutelare la figlia (molestata dal capo), tutela il suo lavoro. Sezione descrittiva: descrive la fuga di Lidia per le strade, nessuno la nota, son tutti milanesi abituati ad essere di fretta, a parte un nuovo immigrato dal sud che la guarda incuriosito. Sezione di commento: -

-

commento esplicito di Pagliarani. E’ la trasformazione in parole dell’incubo di Carla dopo le molestie, siamo nell’inconscio di Carla. - Marlene = Marlene Dietrich: donna estremamente seducente che fuma in un contesto estremamente lussuoso - Monili = gioiello - Belva che urla = Praték - Vergine santa = Carla - Chiusura su un immagine inquietante (“dietro la tenda/ le sagome”) Il vero oggetto dell’inquietudine però non sembra tanto la violenza subita quanto la figura di Marlene che fuma: è una femme fatale, cosa che Carla non è e che ha paura e allo stesso tempo voglia di diventare (riuscirà solo nel finale ad accettare la sua maturità nel senso anche sessuale)

3.2 Carla prova a cercare un altro lavoro prima di domenica, prima di dover andare a lasciare i fiori a Praték, ma non trova nulla: è descritto con la sequenza della telefonata in un circo. Si presenta quindi con Aldo, sperando che funga da protezione. Così anche la signora Praték è finzione di gentilezza e spera che il marito non ci provi con Carla avendo il ragazzo (Aldo), proprio lì. 3.3 La madre di Carla la controlla, così che non lasci il lavoro.

Carla fugge quando Aldo le prende il mento con la mano, si sente stanca e vede nel gesto l’ennesimo assedio che deve subire. Si ritrae dicendo che è ora di cena. 3.4 Nomina le proteste operaie, contestualizzate nel 48 nella scena successiva. 3.5 Rinomina le proteste del ‘48, anno da cui domina la Democrazia Cristiana: anche alcuni impiegati dell’ufficio di Carla sono alla protesta. Le cose con Aldo non vanno troppo bene, Carla è impegnata con il bambino di sua sorella Nerina, che si prende così altro spazio nella loro casa e nella vita di Carla: anche così lei impara a sopravvivere e quindi a vivere. 3.6 Si insiste ancora sulla ripetitività dei gesti, necessaria per avere una certa solidità: senza alienarsi nella ripetizione, non si sopravvive. L’inquietudine di Carla si riflette sul panorama cittadino: Carla ha la sensazione che attorno a sé tutto si muova grazie a dei fili invisibili, il che rende teatrale e minacciosa la città. Carla resta ferma mentre tutto intorno a lei si muove. Elementi che danno la svolta alla vita di Carla: 1. Incontro di un quadro: un’immagine di donna nuda che si guarda le mani (la coscienza) ma è vinta dal senso di colpa. Carla è impaurita perché nel quadro vede se stessa e ciò che l’ha sempre impaurita (rapporti, nudità e quindi sessualità). Quella donna è l’immagine che Carla vede di sé per entrare nella maturità: entrare nella maturità è una sorta di involgarimento. 2. Aldo con un’altra: Carla però non abbassa lo sguardo, anzi stabilisce un confronto mentale sul piano fisico della ragazza con cui Aldo l’ha sostituita, una sorta di rivincita emotiva. Tiene in confronto con la vita e non si perde nella fuga: Carla sta crescendo. 3.7 Carla entra nel mondo degli adulti ed assorbe involontariamente l’IDEOLOGIA DOMINANTE (collegamento con Marx). Vediamo il rapporto con la sorella migliora...


Similar Free PDFs