La Comunità Nuda - Analisi PDF

Title La Comunità Nuda - Analisi
Author Adele Pazzaglia
Course Antropologia Politica I
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Summary

Riassunto dell'intero libro....


Description

LA COMUNITA’ NUDA Il politico fra Libertà e Sopravvivenza Lo scopo che il Professore Cristiano Maria Bellei ha perseguito attraverso la creazione di quest’opera, è quello di produrre una critica filosofico-politica della contemporaneità, attraverso quelli che per i filosofi odierni sono diventati due fondamentali canali di conoscenza, quale il cinema e la letteratura, dimostrando quindi che la filosofia è tutto fuorchè inattuale; nella prima parte del libro effettua l’analisi di due famosi e controversi film del regista Lars Von Trier quali “Dogville” e “Manderlay”, mentre nella seconda parte si confronta con due testi letterari quali “Caligola” di Camus e “Infanzia di un capo” di Sartre. COMUNITA’ 1. La comunità nuda. Desiderio, colpa e redenzione in Dogville di Lars Von Trier 1.1 L’arte tragica del segreto Se la politica è ritualità che scava il solco per far germogliare il segreto, in modo così evidente da non destare alcuna curiosità, al contrario l’arte in ogni sua forma ha lo scopo non di decifrare il mondo e rivelare la verità, ma aprire quest’ultimo all’interpretazione da parte dell’uomo, poiché il segreto si nasconde nei luoghi più improbabili, nei meandri della quotidianità e della normalità. Il segreto, come afferma lo stesso Bellei, è abitudine che replica se stessa senza stimolare domande, cosa che invece è tipica dell’arte, per questa ragione è fondamentale nella vita di ognuno. 1.2 Dogville A Dogville nulla è ciò che sembra, mentre tutto è ciò che deve essere, poiché le cose vanno come devono andare, nell’unico modo in cui possono andare. Il segreto di Dogville è che non esiste. Si tratta di una cittadina osservabile solo dall’alto, i cui confini sono fatti di vernice, disegnati su un terreno polveroso dove non esistono case, mura, porte, finestre, fontane, alberi e quant’altro. Tra l’osservatore, che è l’unico a percepire tutto ciò, e chi partecipa alla scena, esiste una sorta di barriera invalicabile. 1.3 Brave ed oneste persone Apparentemente gli abitanti di Dogville come l’autore suggerisce, sembrano brave e oneste persone che vivono assorbiti in schemi di comportamento prestabiliti e ciclici, senza avere la pretesa di prevaricare sugli altri, vista anche la povertà e il periodo di recessione economica in cui vivono. L’unico abitante a non essere soddisfatto di questa condizione è Tom Edison Junior: aspirante scrittore, filosofo e pensatore, figlio del medico del paese, organizza costantemente delle riunioni serali da lui definite “sul riarmo sociale”, in cui cerca di coinvolgere la piccola cittadina, proponendo argomentazioni che possano cercare di scavare nell’animo umano, senza però sporcarsi le mani, senza metterci la faccia in prima persona, credendo di essere l’unico possessore della verità. È l’unica forma di aggregazione presente in paese, in quanto non esistono delle vere proprie istituzioni, non c’è un sindaco e nemmeno un pastore, solo una piccola parrocchia abbandonata, dove Marta, la custode,

finge di suonare le campane inesistenti per scandire le ore. Un altro rito di Tom è quello di recarsi ogni sera alla stessa ora a casa degli Henson per sfidare Bill a da dama, il figlio stupido della famiglia, della quale fa parte anche la bella sorella Lize; come quest’ultima dispregia Tom e la sua presenza (al contrario di quest’ultimo), così Tom sfida Bill a dama per la stessa ragione: entrambi godono del senso di superiorità (che Tom esercita anche durante i suoi sermoni) nell’umiliare l’altro, una delle poche tacite forme di soddisfazione a Dogville. È proprio in questo che risiede la reale essenza della cittadina: nell’incapacità di percepire la propria consistenza. È per questa ragione che il cieco del paese, Jack McKay, essendo terribilmente vanitoso, non esce mai di casa e nelle poche visite che riceve, nessuno accenna alla sua cecità e tutti, lui compreso, fingono che non sia reale; è per questo motivo che il padre di Tom da medico, non ammette il fatto di essere ipocondriaco, così come no ammette che è solo per apparire benevolo agli occhi della gente che permette a Olivia e June, madre e figlia di colore, quest’ultima disabile in sedia a rotelle, di vivere in una baracca di sua proprietà. Allo stesso tempo, è per la medesima ragione che Vera e Chuck continuano a dedicarsi in maniera spasmodica rispettivamente all’educazione dei figli solo apparentemente perfetti e al raccolto di mele, pur di non ammettere che il loro matrimonio è fallito; per la stessa ragione che porta gli Henson ad obbligare Bill a studiare pur essendo consci del suo ritardo, la stessa che permette a Gloria e Ma Ginger, le anziane gestrici dell’unico emporio della città, di applicare prezzi così alte alle merci esposte, rendendo la loro vetrina uno specchietto per le allodole di desideri irrealizzabili. Inoltre Marta, la custode della chiesa, non finge solo di suonare le campane, ma anche l’organo, con la scusa che le canne si possano rovinare, mentre trascorre le sue giornate nell’attesa dell’arrivo del nuovo pastore; così come Ben, unico proprietario del camion grazie al quale si effettuano le attività di commercio del paese, si lamenta costantemente dei suoi vizi pur non provando mai ad eliminarli, ed è osservato dall’occhio vigile della comunità con ipocrita comprensione. Dogville è la città del cane, ed è proprio di quest’ultimo che i ciechi hanno bisogno per essere guidati. Anche in questo caso però, il cane da guardia della città, Mosè, al quale vengono spesso portati degli ossi per sfamarlo, non è reale, ma come i confini della città è disegnato sul terreno: è possibile udire solo il suo abbaiare e il suo ringhiare alla vista di qualche sconosciuto. 1.4 L’accoglienza Per quanto Tom si sforzi di smuovere la comunità con i suoi sermoni sulle argomentazioni che mirano al cambiamento e all’accettazione dell’altro e del diverso, in realtà egli è il primo custode e garante della fissità e della ritualità di Dogville, finchè una notte accade un evento che cambierà per sempre il corso degli eventi, che gli offre la possibilità di diventare un vero forgiatore di anime, anche se ciò lo porterà a dover assumere un ruolo che non riuscirà a sostenere.

Grace capita per caso a Dogville, essendo in fuga da un gruppo di gangster che vogliono ucciderla. Tom sente il ringhiare anomalo di Mosè, poiché la ragazza, affamata e stremata, si è impossessata del suo osso; Tom le offre riparo nella miniera del paese, anche questa inesistente. Grace però non sa che Tom ha conservato il biglietto da visita del capo dei gangster, incontrato poco dopo per strada: è in questo modo che Grace diventa per Tom carne da dare in pasto a Dogville e diventa l’oggetto preferito dei sermoni di Tom come testimonianza concreta della veridicità di questi ultimi; la ragazza cerca la salvezza, e nella disperazione non può fare altro che abbandonarsi nella braccia di colui che diventerà uno dei suoi aguzzini. 1.5 Democrazia Dogville accoglie Grace con un’assemblea in cui ciascuno, votando, deve esprimere il proprio parere sulla sua permanenza: si decide di dare due settimane di prova alla giovane donna, durante le quali quest’ultima dovrà dimostrare ai cittadini che possono fidarsi di lei; in realtà però non è della fiducia che Dogville ha bisogno, ma della necessità. Grace deve dimostrare di essere un elemento necessario per il tutto, una comunità dove la democrazia perde memoria di sé ed anche davanti ad un solo voto disgiunto le decisioni non vengono prese, le richieste di aiuto passano in secondo piano rispetto alle regole del quieto vivere e la nuova vita di Grace è segnata da prove iniziatiche da superare, che nascondono un fascino da parte della città verso ciò che è diverso e proibito. 1.6 Sette statuine di porcellana Così come Dogville è attratta da Grace, la ragazza è affascinata da sette statuine di porcellana dipinte a mano che si trovano sulla vetrina dell’emporio: sono proprio queste statuine che rappresentano per Grace il passaporto per superare la nuova frontiera, diventando consumatrice della stessa merce che utilizzano gli abitanti, in quanto l’oggetto non ha mai valore in sé, ma solo per ciò che rappresenta. Al variare della luce nel corso della giornata però, Grace inizia a notare delle cose strane: gli abitanti la osservano da dietro le finestre e le porte delle loro case. A questo punto Tom interviene, dicendo che come Dogville le ha offerto due settimane di tempo, ora stà a lei offrire agli abitanti qualcosa in cambio: è questo che significa per Dogville potersi fidare. Non essendo però un senso di sincera accoglienza che spinge Dogville ad abbracciare Grace, nessuno inizialmente accetta l’ora di lavoro che Grace offe per le varie attività della città, ma grazie all’intervento di Tom e alla ipocrita bontà che affiora dagli abitanti, si scopre che sono innumerevoli le cose non necessarie che possono essere fatte, così Grace inizia a lavorare per la città, nella quale si decide all’unanimità, in una nuova assemblea (dove tutti, bambini compresi, sono chiamati ad esprimersi) che può rimanervi a tempo indeterminato. 1.7 Così vicini, così lontani Col tempo Grace sta iniziando però a diventare un oggetto agli occhi della comunità, l’incarnazione di desideri inconfessabili, la perfetta educatrice, domestica, infermiera, ma anche il più desiderabile oggetto sessuale mai visto in quel luogo; è qui che Dogville inizia a mostrarsi nella sua vera natura, senza più poter nascondere i suoi vizi.

È solo mettendosi a nudo davanti alla diversità che si può avere una migliore percezione di sé, ed è in questo modo che Grace inizia a smascherare i segreti di Dogville, a partire dalla cecità di Jack McKay, passando per l’ipocondria del padre di Tom, per l’amore che Grace dice di provare per quest’ultimo, dimostrandogli di non saper amare, e via dicendo. Nonostante ciò però, a Dogville sembrano tutti felici della novità, la quale sta nascondendo un qualcosa di oscuro e misterioso che si scoprirà a breve. 1.8 Immagini Bellei afferma che la verità non è che una sguattera dai molti padroni. È qui che risiede il segreto della natura umana: la sua inconsistenza, dove il desiderio più grande è quello di far coincidere identità e ruolo sociale, per evitare di scomporre quell’ordine e valicare quei confini dati dal fatto che ogni membro della comunità non può essere altro al di fuori di ciò che è. Tutti siamo altro, le nostre identità sono tessute nelle fila dei discorsi di altri che sono altro da noi, ed è in questo contesto che si inserisce la figura di Grace, dello straniero, merce da plasmare. Quando la polizia giunge in città per la prima volta tutti ricordano che Grace è una fuggitiva, l’hanno sempre saputo, ma vedere affisso un avviso di cattura è strano, è un elemento di novità, per un luogo dove non arrivano mai notizie e giornali, dove l’unica radio, quella del padre di Tom, trasmette solo musica. È la notizia però il mezzo attraverso il quale oggettivare la realtà e costruire dei confini, per non doversi compromettere con la realtà, analizzandola dall’interno, mettendoci la faccia. Se però nella prima visita la polizia cerca soltanto una persona scomparsa, le cose iniziano a cambiare nella seconda visita, dove la ricercata viene descritta come una rapinatrice di banche. È qui che la voglia segreta di Dogville di non abbandonare Grace si concretizza e si amplia il divario tra i due mondi: Grace ha sempre più bisogno della fiducia di Dogville se vuole salvarsi la vita e Dogville accresce sempre di più la sua potenza di comunità aguzzina. È qui che il concetto di potere si unisce a quello di debolezza. Vediamo oggi come, nel fenomeno dell’immigrazione, si pretenda sempre di più dall’altro da noi, dallo straniero, dall’immigrato, ma tutto ciò che fa continua a non bastare mai, approfittandosi della sua debolezza per accrescere il proprio potere, e gonfiando il proprio io meschino e povero. Così come lo schiavo deve essere grato al padrone per mantenerlo in vita lavorando per lui, così Grace deve essere grata a Dogville per averle offerto la possibilità di diventare la sua prigione. La ragazza diventa il capro espiatorio il cui odore pervade la città, in un duplice e ciclico rapporto di morte tra vittima e carnefice. 1.9 Dogville mostra i dent Questa volta la colpevolezza della vittima ha un prezzo molto alto. Chuck sceglie di nascondere Grace dalla polizia in casa sua, ma la ragazza paga il suo silenzio subendo una violenza intollerabile, l’abuso peggiore che una donna possa subire: da qui il prezzo che Dogville chiede di pagare a Grace per difenderla, inizia ad alzarsi vertiginosamente e Chuck riempie la sua vita vuota e gonfia il suo potere approfittandosi della debolezza di Grace.

Grace che da dono diviene diritto, per poi divenire abuso, alla fine dell’opera diverrà il classico esempio di come i perseguitati spesso dalla persecuzione non imparino il perdono, quanto piuttosto la persecuzione stessa; questo è lo stesso meccanismo che porta gli abitanti del paese ad abusare di lei, sessualmente e non, a trattarla come una schiava, sempre di più, senza alcun ritegno e moralità. Così le donne di Dogville decidono di distruggere le statuette di Grace, per rivendicare la finta stabilità dei loro matrimoni, ma quello che si rompe non è un oggetto, bensì il flebile legame di un’apparente fiducia che Grace stava tentando in tutti i modi di conquistare, fallendo miseramente: è in questo modo che la ragazza torna ad assumere nuovamente il suo vero ruolo, quello di criminale, schiava e vittima colpevole dei giusti. 1.10 Il Pharmakos La fuga diventa a questo punto l’unico mezzo di salvezza possibile per Grace, la quale sembra aver studiato un piano perfetto insieme a Tom: quest’ultimo ruba dall’armadietto dei farmaci del padre i soldi necessari, che vengono consegnati dalla stessa Grace a Ben, per confondersi tra i carichi di mele e uscire in modo sicuro dalla città. Se però Grace è una rapinatrice di banche, Tom non potrà essere considerato un ladro per averla aiutata e Ben uno stupratore per averla violentata, alzando ancora all’inverosimile il prezzo della sua salvezza. Nessun aguzzino scambierebbe alcuna ricchezza con l’oggetto del proprio potere, la vittima, che dopo essere stata abusata e umiliata per l’ennesima volta, viene riportata a Dogville e legata con una trappola costruita da Bill al letto della sua umile dimora. 1.11 Il Processo Come sostiene Bellei, Dogville potrebbe essere considerata come la forma nuda nella comunità umana, dove un tale sacrificio inaudito risulta oltre che inconcepibile quasi fastidioso per lo spettatore, per il fatto che non è un Dio a volerlo, ma l’uomo stesso. Nonostante in questa città in realtà tutti vorrebbero essere altro da ciò che sono, non riescono ad essere altro da ciò che sono, quindi tutti, più o meno attivamente, partecipano alla distruzione di Grace, tranne Tom: lui rimane inerme ad osservare il propagarsi degli eventi, poiché rappresenta la perfetta figura del carnefice che permette il perpetuarsi del crimine senza sporcarsi le mani, in un clima di serena autoassoluzione, incapace di fare i conti con se stesso. Così come Ponzio Pilato si lava le mani dinnanzi alla morte di Cristo, così Tom organizza la riunione finale (tutto è iniziato con una riunione e tutto deve terminare allo stesso modo), nella quale si decidono le sorti della povera donna, gettandola nuovamente in pasto a Dogville; in conclusione, essendo stato Tom a portare Grace davanti alla comunità, a lui spetta di farla sparire, poiché la giovane conosce ormai fin troppi segreti e verità per poter restare, davanti ai quali però gli abitanti restano inermi e anzi ancora più uniti di prima, nella loro infinita ipocrisia. Tom non può ammettere che per salvare Grace da un processo di segregazione e violenze in realtà ce l’ha condotta con le sue stesse mani, come un

pastore però non può abbandonare il suo popolo per una pecora smarrita, così Tom decide di telefonare al capo dei gangster che tornano a prendersi ciò che gli spetta. 1.12 Padre perdona loro Grace ha commesso lo sbaglio di donare la vista ai ciechi, i quali vivono questa condizione come un crimine; piuttosto che condannare se stessi quindi, per espiare le proprie colpe, scelgono di condannare Grace, pur di non ammettere la scomoda verità su cui si sono sempre basate le loro deplorevoli azioni: gli abusi non sono frutto di un crimine, ma di una vera e propria struttura legislativa comunitaria che li rende possibili. Quando però quel Dio che sembrava voler crocifiggere il proprio Figlio sulla croce si scopre che in realtà non ha mai voluto la sua morte, ma si tratta soltanto di un padre che rivuole a casa sua figlia, Dogville si trova a dover fare davvero i conti con se stessa, con il proprio segreto. Quando il padre si riunisce a Grace, parla con lei e viene a conoscenza di come sono andate realmente le cose, convoca tutti i suoi uomini, gli altri gangster, sparsi per il paese, dando loro l’ordine di distruggere e di uccidere tutti. A Dogville coincidono due momenti biblici: il martirio e il giudizio universale; dopo che il figlio si è redento dal desiderio di eliminare il padre e allontanarsi da lui per essere migliore e superarlo, per crearsi un'altra vita, così il padre capisce che deve tenere salde le redini della vita del figlio, ma a piccoli passi lasciarlo andare sempre di più. Il legame dei due si rafforza in queste consapevolezze, e annienta i peccatori che non hanno la capacità di pentirsi. 1.13 Tornando a casa È qui che la vittima diventa a sua volta carnefice, la vittima prevale sul proprio carnefice, così Grace uccide Tom, sparandogli un colpo di pistola alla nuca, mentre il resto degli abitanti sono già morti e la città sta andando a fuoco, dopo essere stata cosparsa di benzina. Sembrerebbe a tutti gli effetti un completo atto di giustizia che lascia dietro di sé un immenso senso di gioia, eppure l’amarezza rimane. Forse è questo l’unico momento in cui lo spettatore diventa parte attiva della scena, perché si rende conto di essersi identificato con Dogville, magari in modo implicito, ma capisce che se si fosse trovato al posto degli abitanti di quella sperduta cittadina dimenticata da Dio, probabilmente non sarebbe stato in grado di ammettere le proprie colpe e condannare se stesso, per compiere un percorso di purificazione verso la salvezza eterna. POTERE 2. Eden e il suo giardino. La libertà della schiavitù in Manderlay di Lars Von Trier 2.1 Manderley Manderley è il simbolo della rappresentazione perfetta di un’Europa precipitata nella barbarie dopo i conflitti mondiali e la Guerra Fredda, una terra nella quale non è concesso fare ritorno: appare infatti sbarrata da lucchetti e spranghe, con le sbarre del cancello

arrugginite e la natura che ha preso il sopravvento, invadendo tutta la struttura. È proprio la natura il paragone migliore per spiegare quanto accaduto: se dopo la prima Guerra Mondiale era apparso chiaramente il volto omicida dei concetti di onore e patria, ora il conflitto è diventato ancora più insidioso, arrivando alle viscere della società, così come la foresta si è impossessata di Manderley, mostrando il risultato del crollo di un sistema di gerarchie condivise; smarrita è la via, così come smarrito è il vialetto che porta alla tenuta. Anche qui come in Dogville, ritorna la figura della luna che, oscurata dalle nubi, mostra la tenuta nella sua essenza: non c’è mai stato amore in quel luogo, la paura è sempre stato il metro di misura di ogni relazione. Ed è solo sulla paura che si può reggere una servitù organizzata, con persone senza identità, senza nome, ognuna con il proprio compito; l’unico nome conosciuto è quello della padrona e signora di Manderley, Rebecca, della quale i servi hanno bisogno per riconoscersi in quello che sono, poiché tutti coloro che vengono privati del proprio io hanno bisogno di riconoscersi in un’entità superiore per poter esistere. Altro controverso personaggio è la signora Denvers, direttrice della casa, cameriera personale della padrona e custode di molti oscuri segreti. 2.2 Lontano da Dogville Nel frattempo il viaggio di Grace sta proseguendo verso il Sud degli Stati Uniti, in Alabama, nella bianca e vuota scenografia delimitata da scuri confini (al contrario rispetto alla scenografia di Dogville). Il rapporto conflittuale tra lei e il padre non è mutato e Grace durante il viaggio, acquisendo la consapevolezza di non av...


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