Anatomia PDF

Title Anatomia
Author Annalaura Palomba
Course Chirurgia Orale
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
Pages 8
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Summary

Spiega l'anatomia del cranio...


Description

L’area tratteggiata chiusa è la fossa infratemporale. 1 =tuberosità del mascellare con la superficie infratemporale del mascellare. 2= grande ala dello sfenoide. 3= uncino pterigoideo 4=lamina pterigoidea che forma la parete mediale della fossa infratemporale. Nella porzione posteriore è presente il processo stiloideo e 5= l’eminenza articolare del temporale. All’interno dell’area evidenziata in rosso nell’immagine a sinistra sono presenti alcuni forami . Nella parte superiore della fossa pterigomascellare si apre la fessura orbitaria inferiore: lo spazio occupato dall’arteria prima di entrare nel canale infraorbitario. 18:31 Poi nella parete mediale è presente il forame sfenopalatino. Che consentirà di entrare a contatto con la parete interna.

Qui è schematizzata la fossa pterigomascellare. Sono rappresentati in quest’immagine i punti principali:  Nella parte superiore è presente la fessura orbitale inferiore che permette il collegamento con la cavità orbitaria: quindi l’arteria prima di entrare nel canale infraorbitario dalla fessura pterigo-mascellare attraverso questo foro entra nell’orbita.  Nella parte mediale della rappresentazione è presente il foro sfenopalatino che quindi entra in contatto con la cavità nasale/ con il setto nasale per formare il nasopalatino.  Nella porzione inferiore della fossa pterigomascellare c’è il canale palatino da cui si diparte un’arteria che fuoriusce tra il foro palatino maggiore, posto più avanti, ed il foro palatino minore, posto più indietro, che la mette in comunicazione con la cavità orale. Nell’immagine sulla destra vi è rappresentato lo stesso box. Nella parte superiori sono appunto presenti l’arteria ed il nervo infraorbitari che attraversano il canale infraorbitario. Nella parete mediale si entra nel foro sfenopalatino e si inserisce al livello del setto nasale e andrà a formare il canale nasopalatino. Nella parete posteriore è presente il foro rotondo dal quale arriva il ramo mascellare del trigemino, proveniente dal ganglio di Gasser, Sulla parete laterale invece è visibile l’arteria mascellare interna(?): arriva da dietro al condilo per poi entrare all’interno della fossa pterigomascellare dove si divide in vari rami.

Quindi la fossa pterigomascellare in parte è costituita dallo sfenoide, mentre per la porzione posteriore dal temporale. All’interno di questa cavità è presente la fessura orbitaria inferiore che quindi porta alla cavità orbitaria. Sul pavimento della stessa è presente il canale infraorbitario, quindi sia arteria che nervi penetreranno nella cavità orbitaria. Il canale infraorbitario rappresenterà il tetto tra il seno mascellare e la cavità orbitaria e fuoriesce attraverso il nervo omonimo. Invece nella parete mediale della cavità si ha il foro sfenopalatino, che è attraversato da un altro ramo dell’arteria mascellare che andrà nella cavità nasale a livello del setto nasale. Arriverà al canale nasopalatino dove rilascerà il nervo nasopalatino. Lungo la superficie della tuberosità mascellare scendono i rami palatini e si apre a livello del palato duro in corrispondenza dei settimi, con il foro palatino maggiore ed il foro palatino minore.

Nell’immagine a sinistra si vede l’arteria mascellare interna, che si di parte dalla carotide interna. Il primo ramo che si diparte dalla mascellare interna è l’alveolare discendente che attraverso la tuberosità scende e si porta ad emergere attraverso il palato duro dai fori palatino maggiore ed inferiori, disposti anteriormente e posteriormente rispettivamente. Dal foro palatino maggiore fuoriesce l’arteria palatina maggiore che irrora gran parte del palato duro e che può avere anastomosi con l’arteria nasopalatina. La seconda arteria che si diparte dalla mascellare è la sfenopalatina che decorre nella parete mediale (=setto) del naso e che si porta in basso andando a costituire l’arteria nasopalatina che emerge nel palato superiore. Nell’immagine a destra è indicata l’arteria sfenopalatina che attraversa la parete mediale del naso, quindi il setto (formato da vomere, da etmoide nella parte superiore) che si porta nella porzione nasopalatina e fuoriesce dal foro omonimo. Per quanto riguarda la componente nervosa, essa ha un andamento molto simile a quello vascolare. (parte superiore dell’immagine) Ci si trova sempre nella fossa pterigomascellare dove è presente il ganglio palatino, da cui si dipartono una serie di strutture nervose che ci interessano. Le prime sono quelle dei nervi palatini discendenti che hanno un decorso simile all’arteria palatina. Attraversano il palato duro e fuoriescono mediante il forame palatino maggiore e quello minore: essi innervano gran parte del palato duro. Ovviamente il ganglio pterigopalatino andrà a rilasciare dei rami anche per i

turbinati nasali. (parte inferiore dell’immagine) A livello del setto, non della parete laterale del seno, che si vede nella parte superiore dell’immagine, decorre il nervo nasopalatino, che dal ganglio nasopalatino attraverso il forame sfenopalatino decorre lungo il setto e penetra nel canale nasopalatino e fuoriesce come nervo omonimo. In questa immagine ancora una volta si vede l’arteria palatina discendente che costeggia la tuberosità, fuoriesce dal forame palatino maggiore e decorre nel palato duro, mentre attraverso il forame palatino minore decorre nel palato molle. Mentre l’arteria alveolare rientra nella tuberosità e va a irrorare i muscoli. L’arteria infraorbitaria penetra attraverso il forame orbitario inferiore, entra nel canale infraorbitario per poi fuoriuscire dal forame omonimo insieme alla struttura nervosa, che ha un decorso molto simile. L’immagine a destra ci da una visione sul piano coronale. È visibile l’orbita, il canale 1 infraorbitario (1), che è attraversato da vasi e nervi. L’arteria mascellare interna, come pure il nervo, attraversano la fessura orbitaria inferiore e attraversano il suddetto canale. Dall’arteria mascellare dipartono le arterie palatine che scendono lungo la tuberosità del mascellare, per andare ad inserirsi nel forame palatino maggiore e minore. Superiormente invece l’arteria mascellare darà origine al ramo sfenopalatino che attraversa il forame sfenopalatino della loggia pterigomascellare per poi raggiungere il setto e portarsi progressivamente in basso fino a raggiungere il canale nasopalatino. 1 = palato duro Sono visibili il processo palatino dell’osso mascellare ed il processo orizzontale dell’osso palatino. 2 = spina nasale anteriore 3 = spina nasale posteriore Sono poi visibili i tre turbinati, inferiore, medio e superiore: ognuno di essi identifica un settore. Tra il pavimento nasale ed il turbinato inferiore è presente il meato inferiore. Tra il turbinato inferiore e quello medio è presente il meato medio, e poi superiormente c’è il meato superiore.

Se solleviamo il turbinato medio, come mostrato nell’immagine in basso a sinistra, si rende visibile l’ostio ad antrum. L’ostio mette in comunicazione il (seno) mascellare con la cavità nasale, in questa immagine le dimensioni appaiono ridotte rispetto a quelle effettive. Nell’immagine in basso a destra è stato rimosso il turbinato medio ed il processo uncinato dell’etmoide, si rende ben visibile l’apertura mediale del seno mascellare nei confronti della cavità nasale. Al di

sotto

poi

sono

visibili

il

turbinato

inferiore

ed

il

processo

palatino.

1= parete laterale del naso 2= turbinato inferiore che è un’unità a sé stante, a differenza del turbinato medio (3) che fa parte dell’osso etmoide. È visibile il processo uncinato dell’etmoide che restringe l’ostio ad antrum, che mette in comunicazione il seno mascellare con le cavità nasali. Il suo significato è importante perché va tenuto in considerazione nel momento in cui si eseguono 2 interventi chirurgici, perché se 1 quest’osso è libero e c’è una fisiologica funzione di tutto il seno mascellare, potrà prendere parte ai processi riparativi e rigenerativi che saranno necessari. Se viceversa, in seguito a processi flogistici, l’ostio viene ostruito, la sua capacità di riparazione è notevolmente

compromessa. Quindi per qualunque atto chirurgico, nell’ambito del seno mascellare, va verificata la pervietà di questa apertura. È poi visibile, all’interno del riquadro tratteggiato, il meato medio, con il turbinato che appartiene all’etmoide. È inoltre visibile il canale infraorbitario che è posizionato a tetto sul seno mascellare. Nell’immagine in basso si ha una visione coronale. È evidenziata la fossa pterigopalatina da cui si diparte il ramo dell’arteria carotide esterna che attraverso la fessura orbitaria inferiore penetra nel canale infraorbitario per poi fuoriuscire dal forame omonimo. In questa immagine poi è possibile osservare il seno mascellare ed il palato duro.

Il seno è una cavità pneumatica che aumenta la sua estensione con l’età. Quindi bisogna prestare attenzione, soprattutto ai pazienti anziani, perché la pneumatizzazione può erodere completamente o buona parte della componente ossea che circonda gli elementi dentari. Non è raro osservare pazienti anziani che con le radici pescano direttamente nel seno mascellare: di conseguenza quando si rimuovono gli elementi dentari è possibile che si abbia una comunicazione diretta tra cavo orale e seno mascellare. Va fatta una distinzione tra comunicazione e fistola oro-antrale.  La comunicazione oroantrale è un evento immediato, che si verifica una volta rimosso l’elemento dentario.  La fistola si viene a creare in seguito a processi flogistici, con occlusione dell’ostio ad antrum: il seno non è capace di andare incontro a processi riparativi e la cavità si fistolizza, cioè si epitelizza. Non si riesce ad avere separazione tra le due cavità e quindi si ha la formazione della fistola.

La comunicazione, in un seno mascellare dove non è presente patologia, è di più facile gestione. Si favorisce la formazione del coagulo eseguendo dei punti di sutura, ponendo delle spugnette emostatiche oppure, se possibile, dei lembi che vadano a coprire la struttura. In questo modo si va a creare il sigillo (che inizialmente è fibroso). Nell’ambito della fistola il procedimento è più complesso, perché si deve cruentare, revisionare la fistola che si è epitelizzata, bisogna togliere l’epitelio e si deve cercare di ricoprire abbondantemente la comunicazione. Generalmente non è facile riottenere la separazione di queste strutture se l’osso non è sano. È importante anche avere informazioni circa l’estensione del seno e della cresta ossea residua, perché si deve essere in grado di capire se è possibile per esempio mettere in impianto (immagine E), o se va valutata l’ipotesi di fare rigenerazione (immagine F).

In

queste immagini in alto si vede bene come un impianto durante l’inserimento, per una ridotta quota ossea, sia entrato nel seno mascellare. In questi casi bisogna aprire vestibolarmente la parete vestibolare del seno mascellare, creando un’apertura, per avere una visione diretta e per poter rimuovere l’impianto che si muove all’interno della cavità mascellare....


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