ANNA Freud Melanie Klein DUE AUTORI E TEORIE A CONFRONTO PDF

Title ANNA Freud Melanie Klein DUE AUTORI E TEORIE A CONFRONTO
Course Psicologia Dinamica
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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ANNA FREUD (1895 -1982) Anna è la sesta e ultima figlia di Sigmund Freud. Si è dedicata prevalentemente alla psicoanalisi infantile, infatti è una delle prime psicoanaliste infantili, e allo studio dei meccanismi di difesa dell’IO. L’istanza dell’Io è la più problematica e contraddittoria della psicoanalisi. Da una parte Anna esprime continuità con la teoria psicoanalitica del padre in quanto anche essa adotta la prospettiva del conflitto. Il bambino deve fare i conti con la realtà e trovare un compromesso tra diversi desideri, bisogni o percezioni. Dall’altra parte però esprime carattere di novità in quanto il suo lavoro privilegia l’analisi delle difese rispetto a quella delle pulsioni. L’opera principale in cui vengono descritti i meccanismi di difesa è del 1936 e si intitola, l’IO e i meccanismi di difesa. L’IO è osservabile attraverso la mediazione dell’IO, la psicoanalisi non può solo occuparsi dell’ES ma dovrebbe dare rilievo anche allo studio dell’IO. Secondo Anna Freud, l’IO ha necessità di difendersi da: 1. 2. 3. 4.

Istinti provenienti dall’ES sentiti come minacciosi e ingestibili Angosce generate dal rigore del SUPERIO Realtà esterna che genera angoscia Conflitti interni all’IO tra tendenze opposte: omosessualità/eterosessualità, attività/passività …

Lo sviluppo del bambino per Anna Freud dipende da fattori genetici, dall’ambiente e dal grado di maturazione. Anna Freud vedeva nelle relazioni con gli altri, specialmente nei genitori, un aspetto evolutivo molto importante: le relazioni sono regolatrici del processo evolutivo. Tuttavia rimane ancorata alla teoria pulsionale del padre con il suo modello di sviluppo in cui mette in luce il carattere continuo e cumulativo del processo di sviluppo, sottolinea l’interazione tra aspetti individuali di maturazione e aspetti ambientali ossia le relazioni. Questo è decisamente diverso rispetto alla teoria di Freud che non teneva conto dei fattori esterni alla persona. Le linee evolutive per Anna Freud sono: 1. Dall’indipendenza emotiva all’autonomia adulta 2. Dall’egocentrismo alla socievolezza 3. Dalla dipendenza fisica all’indipendenza 4. Dal gioco autoerotico col corpo al gioco con gli oggetti fino ad arrivare dal gioco al lavoro Sulla base di queste linee evolutive è possibile stilare il profilo del bambino, profilo meta psicologico. Ognuna di queste linee evolutive è costituita da fasi, per esempio nel passaggio dall’indipendenza emotiva all’autonomia adulta, Anna F. parla di 8 fasi. Pillole su Anna Freud: 1. Teoria del conflitto come quella del padre: parte da desideri, arriva ai bisogni e compromesso 2. Ma è maggiormente focalizzata sui meccanismi di difesa dell’IO piuttosto che sulle meccanismi di difesa sono la funzione di protezione dell’IO dalle richieste dell’ES essere primitivi o meno primitivi 3. La psicoanalista deve essere neutrale ed avere un’attenzione equidistante dalle psichiche (IO ES SUPERIO)

giunge al pulsioni. I e possono 3 istanze

Nell’opera “L’Io e i meccanismi di difesa”, Anna Freud cerca di spiegare i modi in cui l’Io mette in atto meccanismi per respingere dispiacere, angoscia e ciò che è inaccettabile controllando il comportamento impulsivo e i moti pulsionali. Tutti ricorriamo all’utilizzo di meccanismi di difesa, la patologia non risiede nel loro utilizzo ma nella rigidità e nella primitività dei meccanismi impiegati che nei nevrotici prendono il sopravvento. In alcuni individui si cristallizzano nel carattere, in altri invece nel sintomo. Ciò che li mette in

moto è l’angoscia, declinata in 3 aspetti: la morale, la realtà e le pulsioni. L’angoscia viene spesso dettata dal Super-Io, bisogna quindi svelare le componenti del Super-Io per distogliere l’Io dalle sue difese. Distingue tra meccanismi di difesa primitivi e meccanismi di difesa meno primitivi. Il più famoso meccanismo di difesa è la rimozione che significa eliminare in modo inconscio dalla coscienza desideri, fantasie e sentimenti inaccettabili, tipico delle nevrosi, e si distingue dalla repressione che è un eliminare in modo consapevole dalla coscienza. La proiezione dove pensieri e sentimenti della persona vengono attribuiti ad un’altra persona, tipico delle psicosi, ad esempio nella paranoia (non sono io a provare sentimenti ostili ma è l’altro che mi perseguita) Lo spostamento dei sentimenti da una persona ad un’altra come accade nel transfer o nelle fobie. La formazione reattiva ossia l’adozione di un comportamento opposto al desiderio o impulso inaccettabile L’identificazione: Anna F. individua l’identificazione con l’aggressore cioè colui che è minacciato si identifica con colui che minaccia per gestire la paura L’isolamento dell’affetto ossia separare un ricordo traumatico dall’emozione che normalmente lo accompagna La scissione che è tipica della schizofrenia dove un oggetto viene scisso in una parte buona ed una parte cattiva dentro di sé La somatizzazione che opera quando sentimenti dolorosi si trasformano in sintomi fisici come nell’ipocondria La conversione: un conflitto intrapsichico, un desiderio inaccettabile per esempio, viene rappresentato simbolicamente sul corpo, ad esempio nell’isteria L’ascetismo è tipico dell’adolescenza ed è caratterizzato dall’adesione a regole rigide, appunto ascetiche, per esempio le diete rigide, alzarsi presto alla mattina, fare docce ghiacciate ecc L’annullamento retroattivo ossia cancellare il pensiero o l’azione fatta precedentemente perché inaccettabile L’intellettualizzazione che è anch’esso tipico dell’adolescenza e significa cercare spiegazioni intellettuali per evitare emozioni. Per la Freud, lo sviluppo infantile è profondamente legato al mondo familiare e sociale e il compito della psicoanalisi infantile è quello di riequilibrare le condizioni psicologiche del bambino in crisi, causate da un’educazione sbagliata o dall’abbandono, ma anche di operare sui genitori per fare in modo che siano capaci di comunicare efficacemente ai figli prevenendo altri disturbi mentali. MELANIE KLEIN (1882 -1960) Melanie Klein è considerata la fondatrice della prospettiva delle relazioni oggettuali ed è anche famosa per la sua Teoria dello sviluppo del bambino. Nacque a Vienna nel 1882 e nel 1926 venne invitata dal biografo di Freud, Ernest Johnes, in Inghilterra perché la voleva come psicoanalista per i suoi figli. Lavorò fino al 1960, anno della sua morte. Il periodo londinese è ricordato soprattutto per le dispute con Anna F. Il modello kleiniano costituisce un ponte tra Freud e le teorie delle relazioni oggettuali in quanto da una parte si centra sulle relazioni del bambino con gli oggetti a livello di fantasie, quindi sono oggetti interni, più che sul livello di realtà e sull’idea che sia la vita pulsionale a guidare l’io primitivo del bambino verso gli oggetti, dall’altra

attribuisce una certa importanza anche all’ambiente, alla madre in modo particolare, nello sviluppo dei bambini. Quindi la psicoanalisi è focalizzata sugli oggetti interni, intrapsichici, mentre Melanie Klein si focalizza sia sugli oggetti interni che sugli oggetti esterni , soprattutto sulla relazione con la madre, e i teorici delle relazioni oggettuali, dalla Melanie Klein in poi si focalizzarono soprattutto su oggetti esterni. I punti chiave della teoria dello sviluppo della Klein, rimanendo ancorati ad un confronto con Freud, sono: 1. Io rudimentale fin dalla nascita. Freud riteneva presente solo l’ES alla nascita 2. Sentimento d’amore e persecuzione verso la madre. Quindi fin da subito esiste aggressività del bambino all’interno della relazione con la madre. Esiste anche un’ansia persecutoria che si allevia soltanto grazie alle cure materne 3. Sviluppo frutto delle caratteristiche ambientali (mamma in particolare) e caratteristiche innate del bambino. Fattori interni + fattori esterni 4. Meccanismo di difesa contro l’angoscia attraverso la scissione e la proiezione 5. Le fantasie inconsce influenzano l’esperienza della realtà esterna. La risposta della mamma pur essendo importante, viene spesso distorta dalle fantasie inconsce del bambino 6. L’io introietta fantasie di oggetti parziali, per esempio il seno buono e il seno cattivo della madre. Successivamente pensa ad oggetti interi, per esempio la madre intera. Con lo sviluppo gli oggetti interi diventano sempre più realistici. Differenze tra Freud e la Klein inerenti ad angoscia e pulsioni: L’angoscia per Freud origina da una rimozione non riuscita, mentre per la Klein è dovuta da neonato da un lato al conflitto tra istinto di vita e istinto di morte, e dall’altro da una percezione di realtà che dà benessere (il seno buono) contro una realtà cattiva (il seno cattivo). L’istinto di vita opererebbe fin dall’inizio insieme all’istinto di morte ed entrambi sarebbero oggetto di proiezione verso l’esterno. Le pulsioni per Freud hanno un fondamento biologico corporeo, creano una tensione che l’apparato psichico, non l’io, cerca di eliminare. Per la Klein le pulsioni sono fenomeni psicologici, quindi non biologici. Il corpo è semplicemente un mezzo attraverso cui si manifestano le pulsioni e non la loro origine. Di fatto nel modello kleiniano le pulsioni coincidono con le emozioni: l’amore, l’odio e le passioni. La teoria dello sviluppo definita di Klein è quella delle posizioni che si allontana ancora di più dall’impianto teorico stadiale di Freud. Secondo la Klein esistono processi difensivi che operano in collegamento tra loro fin dalla nascita. Essi sono: 1. Scissione: prima modalità che il bambino utilizza per l’organizzazione dell’esperienza. Questa difesa consiste nel separare i sentimenti contradditori, le rappresentazioni di sé e degli oggetti. E’ una divisione netta in parti buone e in parti cattive dell’IO che poi diventano in seguito alla proiezione parti buone e parti cattive dell’oggetto, quindi non più dell’io ma dell’oggetto. 2. Proiezione: sentimenti e rappresentazioni che appartengono al sé e vengono attribuiti a oggetti esterni 3. Introiezione: l’oggetto esterno viene assimilato come parte di sé 4. Idealizzazione: un oggetto (o una parte dell’oggetto, come nel caso del seno buono) viene visto come totalmente positivo, buono 5. Diniego: si accompagna all’idealizzazione (perché un oggetto sia vissuto come totalmente positivo, devo negare la presenza di aspetti negativi) 6. Identificazione proiettiva: proiezioni di parti del sé e degli oggetti interni scissi all’interno dell’oggetto. Con tale proiezione dentro, la madre viene a contenere le parti cattive di sé. Essa non è sentita come un individuo separato ma come il sé cattivo

La Klein nella teoria delle posizioni parla in particolare di due posizioni dello sviluppo: 1. Schizzo-paranoide che avviene nei primi 3 mesi di vita ed è caratterizzata dalla scissione tra oggetto buono che è fonte di vita e nucleo dell’IO sano e un oggetto cattivo fonte di angoscia, di fantasie, di aggressione e persecuzione. Nelle fantasie precoci del bambino, il seno materno viene scisso in buono e cattivo. In questa situazione, in virtù del meccanismo della scissione, vi è la suddivisione netta in parti buone e parti cattive dell’IO del bambino. Successivamente, sia il seno buono che rappresenta l’istinto di vita, che il seno cattivo che rappresenta l’istinto di morte vengono proiettati e poi introiettati divenendo in virtù di tali meccanismi, parti buone e cattive dell’oggetto stesso. Schizzo è riferito alla schizofrenia dove il soggetto schizofrenico usa il meccanismo della scissione per distinguere tra oggetto buono e oggetto cattivo, paranoide perché è riferito alla proiezione dell’istinto di vita, il seno buono appunto e di morte il seno cattivo seguita da introiezione. Le pulsioni sadico orali presenti fin dalla nascita possono determinare aggressione al seno cattivo provocando una frantumazione che è fantomatica del seno cattivo e in definitiva dell’io. Se allora il seno buono riesce a rimanere integro, ciò percepito dal neonato ancora come perfetto, si può contrapporre alla frantumazione e favorire l’integrazione dell’io. Se l’io del neonato non riesce a tollerare l’angoscia (la tolleranza dipende secondo la Klein da fattori costituzionali) succederà che anche il seno buono non verrà più percepito come integro e si frantumerà portando una scissione dell’io stesso. Da ciò deriva che fantasie e sentimenti sullo stato dell’oggetto interno influiscano sostanzialmente sulla struttura dell’io 2. Depressiva che avviene nel secondo trimestre di vita. In tale fase l’io del bambino è abbastanza integrato da permettergli di entrare in rapporto con l’oggetto intero, quindi l’oggetto non è più scisso e parziale, la madre non è solo un seno ma è una persona. La madre viene vista come unica fonte di gratificazione e di sofferenza. Il bambino prova allora un nuovo tipo di angoscia. Mentre nella posizione schizo-paranoide l’angoscia era dovuta all’istinto di morte, al timore di annichilimento dovuto agli oggetti scissi, cattivi, interni e proiettati, ora l’angoscia è derivata dal fatto che il bambino si rende conto che i suoi sentimenti di amore e di odio sono rivolti alla stessa persona che ha sia seno buono che seno cattivo. Teme allora che la propria aggressività e invidia, distruggano totalmente l’oggetto da cui sente di dipendere totalmente, ossia la madre. Il bambino si sente in colpa e sente il bisogno di mettere in atto delle azioni riparatorie, passa quindi da una posizione preambivalente ad una ambivalente. La riparazione dell’oggetto che si teme di aver danneggiato, avviene inizialmente in fantasia, una fantasia onnipotente di far rivivere l’oggetto distrutto. Successivamente, nello sviluppo normale, prende la forma di azioni più aderenti alla realtà.

DIFFERENZE E CONVERGENZE TRA ANNA FREUD E MELANIE KLEIN Anna Freud e Melanie Klein decidono entrambe di focalizzarsi sulla psicoanalisi infantile, studiando così le prime fasi dello sviluppo. All’interno della società psicoanalitica inglese, le differenze teorico-cliniche tra le due studiose generarono una scissione in tre gruppi: 1. Anna Freud e i suoi seguaci 2. Melanie Klein e i suoi seguaci 3. Middle group o gruppo indipendente perché non si riconoscevano pienamente né nella Freud né nella Klein e quindi si formò intorno ai pensieri di Fairbairn e Winnicott Si creò una scissione tra Anna F. e la Klein, perché Anna ritenne che la Klein si fosse discostata troppo dal modello teorico del padre Sigmud. METODOLOGIA DELLA PSICOANALISI INFANTILE MEDIANTE IL GIOCO:

Per Anna F. il gioco, così come per il padre, è la ripetizione di esperienze dolorose che permette al bambino di elaborarle, di dominarle. Quindi è una coazione a ripetere. L’analisi deve servire al bambino ad elaborare queste esperienze dolorose. Predilige come metodo d’analisi, l’interpretazione dei sogni e il disegno, poiché il bambino non può fare ricorso alle libere associazioni in quanto mancherebbe il presupposto fondamentale ossia quello del transfer. Oltre a ciò sarebbe, secondo lei, necessaria una preparazione precedente e anche un ambiente nel quale includere i genitori del bambino, che dovrà essere seguito in modo armonico, né troppo permissivo né troppo severo. Anna si concentra sull’osservazione del comportamento infantile in condizioni di sviluppo normale osservando la sua relazione con la madre. Essa infatti crede che il transfert non sia possibile poiché l’analista non può sostituirsi alla figura del genitore. Per la Klein il gioco è il modo che utilizzano i bambini per esprimersi. I bambini esprimono attraverso il gioco anche le loro angosce primordiali. La Klein quindi lasciava giocare liberamente il bambino senza intervenire. Attraverso il gioco si sviluppa il pensiero simbolico. Il metodo migliore per fare psicoanalisi sarebbe proprio quello delle libere associazioni declinato in termini di gioco spontaneo, in cui le azioni libere del bambino vengono analizzate come libere associazioni. A seconda infatti dei modi e dei mezzi che il bimbo utilizza giocando liberamente si potrà risalire in parte al suo inconscio. Non è necessaria in alcun modo una sessione preparatoria e i genitori non devono essere concretamente presenti nell’ambiente scelto. La Klein quindi predilige l’approccio clinico, centrato sul transfert e sulla patologia. IL TRANSFER TRA BAMBINO E ANALISTA: La Klein, al contrario di Anna F., riteneva che anche nel bambino molto piccolo si manifestasse il transfer verso l’analista. Anna F. era contraria a questa idea poiché riteneva che il bambino non avesse ancora interiorizzato le figure genitoriali e che quindi nei primi anni di vita fosse possibile solo l’osservazione del bambino e non la sua analisi. MODALITA’ CON CUI L’IO VIENE PERCEPITO Nel caso di Anna F. è visto su un versante esterno per la sua funzione di adattamento all’ambiente, nel caso di Melanie Klein invece è visto su un versante interno, all’interno di un rapporto oggettuale. A CHE TAPPA DELLO SVILUPPO RISALE IL NUCLEO DEL CONFLITTO NEVROTICO? Per Freud, sia per Anna che per Sigmund, il conflitto nevrotico si forma al culmine della vita sessuale infantile attraverso il complesso di Edipo, durante la quale il bambino intorno ai 5/6 anni lotta con desideri incestuosi, intensi e pericolosi. La Klein invece sostenne che sia le fantasie di unione incestuosa ossia il complesso di Edipo sia quelle di terribili autopunizioni dettate dal super-io sono presenti già in tenerissima età, anche se in forme più primitive e terrificanti. Per cui il nucleo del conflitto nevrotico per Klein avviene in tenerissima età. CON COSA E’ IN LOTTA L’UOMO? Per Anna F. ognuno di noi lotta contro desideri bestiali, timori di punizione e sensi di colpa. Per la Klein ciascuno di noi lotta contro profondi timori di annichilimento (l’angoscia paranoide) e di abbandono assoluto (l’angoscia depressiva). CONCEZIONI DI MENTE: DIFFERENZE TRA SIGMUND, ANNA (promotrice della psicologia dell’IO) E LA KLEIN (promotrice delle relazioni oggettuali) Per Sigmund attraverso il conflitto edipico, la psiche si costituisce in strutture stabili e coerenti con recessi nascosti e processi illeciti. Per la Klein la mente ha un flusso caleidoscopico di immagini, fantasie e terrori primitivi e fantasmagorici in continuo cambiamento. Anna Freud con la psicologia dell’io, si fonda sulla visione di una mente adulta come entità altamente strutturata e stabile con stratificazioni di capacità e di difese dell’io. Durante le analisi degli adulti le

interpretazioni profonde del conflitto psichico possono venire solo da un lavoro di interpretazione strato per strato dalla superficie in giù. I kleiniani ritengono che la psicologia dell’IO si occupi delle dimensioni superficiali della vita emotiva. Gli psicologi dell’io ritengono invece che i kleiniani facciano interpretazioni selvagge.

IL BAMBINO Mentre Freud teorizzava il passaggio di un animale alla persona, la Klein descrisse un neonato eminente umano fin dall’inizio ma il bambino kleiniano non è un bambino felice (posizione schizzo-paranoide, posizione depressiva), si pensi alle fantasie dell’oggetto cattivo, persecutorio accanto a quelle dell’oggetto buono che da benessere. Il primo periodo di vita si caratterizza per la Klein con angoscia che è angoscia paranoide, angoscia depressiva, da frammentazione, da scissione tra seno buono e seno cattivo. Quindi il programma dell’infanzia non è la socializzazione ma il miglioramento della condizione spaventosa che deriva dall’intensità dei bisogni del bambino e dalla forza travolgente dell’aggressività innata. Il bambino, nella teorizzazione dei Freud padre e figlia, era un bambino che ricercava l’appagamento di pulsioni quindi tutto girava attorno all’ES. CONVERGENZE TRA ANNA F. E MELANIE KLEIN La convergenza delle teorie sta nell’importanza assunta dalla psicoanalisi infantile e nella focalizzazione sulle prime fasi dello sviluppo, in cui è importante la comunicazione preverbale che si instaura tra madre e figlio. L’ambiente non è più determinante, in nessuna delle due teorie: i Kleiniani si riferiscono ad un mondo interno autonomo, i seguaci della teoria dell’Io appiattiscono il sociale....


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