Antropologia medica e psicologica PDF

Title Antropologia medica e psicologica
Course Antropologia medica
Institution Università degli Studi di Torino
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appunti di lezione...


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ANTROPOLOGIA MEDICA E PSICOLOGICA a. b. c. d. e.

Le prospettive dell’antropologia medica e psicologica Introduzione delle tradizioni accademiche Politiche della diagnosi – Cartwright e la Drapetomania. Dalla malinconia alla depressione Beard e la Neurastemia; la Neurastamia in Cina e nelle Repubbliche Baltichr dell’ex- URSS (Vieda Skultans) f. Etnopsichiatria e psichiatria transculturale in epoca coloniale: Porot; Carothers e Mannoni. g. Cordoglio, lutto e lamento rituale: Ernesto de Martino h. Rituali del lutto e depressione in Africa

(Testo di base + testo a scelta + 3 articoli = esame) PREMESSA: in ambito antropologico e medico è in fondo antropologia, declinato in storie accademiche nazionali poiché ci sono interessi e sensibilità che ogni ricercatore ha sviluppato connotando una particolare tradizione di studi. Siamo all’interno di un esperimento Medico ed Antropologico vivendo la situazione del CORONAVIRUS. Grande storico e antropologo delle religioni ERNESTO DE MARTINO, pioniere di questi studi in Italia. Caso della pandemia: ha rivelato fin da subito una grande incertezza epistemologica, una paradossale ignoranza. Gli esperti rivelano lacune, per la prima volta il fatto che siamo in una società dei media ci siamo confrontati con un conflitto tra scienziati che si sono offesi gli uni con gli altri, primo livello di dibattito con dimostrazione di scienza divisa, incerta ed inquieta che fa fatica a riconoscersi attorno ad un paradigma/modello sulla forma di questa pandemia. Tale condizione di incertezza e paura ha alimentato una fame di conoscenza, esigenza di capire incessante e sullo sfondo della prima incertezza e sulla fame di conoscenza affiora un terzo elemento circolano informazioni dubbie o false. Modificando il nostro rapporto con le informazioni, accresce la nostra diffidenza verso le info e verso gli altri. RAPPORTO MATERIALE FRA I CORPI: Oggi la distanza dei corpi è diventato un territorio di grande incertezza, corpi sospetti. Dobbiamo fare tesoro di questa esperienza unica che nessuno si dimenticherà mai più. Andiamo però a ritroso di circostanze analoghe: 1. Esperienza dell’epidemia da COLERA A NAPOLI del ’73 2. catastrofe di CHERNOBIL Due situazioni da cui abbiamo imparato molto da entrambe, forme di assedio al quotidiano si producono che l’esperienza comune (chiamata cosi anche da ERNESTO DE MARTINO) chiama la FINE DEL MONDO, titolo del libro postumo dell’autore, ci confrontiamo con queste situazioni come fossero APOCALISSI. Abbiamo visto sgretolarsi finzioni e regole e prendere corpo contrasti e conflitti. Questa pandemia è stata rivelatrice di altri problemi quali CONFLITTO DELLE GENERAZIONI ( malattia con caratteri forti e con distinzioni di classe di età, frattura anagrafica forte ed evidente anche in termini di interessi contrapposti, rozza e violenta valutazione, il nostro corpo è stato valutato come un interesse economico alla luce di questa minaccia, all’assenza di risorse si deve capire sui cui vanno investite quest’ultime quindi sui termini di chi poter sacrificare); CONFLITTO DI GENERE (maggiore propensione degli uomini ad ammalarsi poiché il virus si anniderebbe nelle GONADI, questione delle classi sociali ovvero che il virus ha rivelato a termini di

accesso a risorse sanitarie e non solo in Europa, alcuni già esporsi in condizioni sanitarie gravi hanno pagato maggiormente il prezzo. CONFLITTO DI CLASSE O RAZZIALE: della naturale protezione di africani ed immigrati al virus quindi in termini razziali , mentre negli USA le minoranze di colore erano iper esposte a questo rischio scoprendo alla fine che questi fantasmi non erano altro che proiezioni delle società intorno e a partire dalla minaccia della pandemiarimane un dato significativo e secondo il quale in alcuni paesi quali BOLIVIA, MALI, MONTENEGRO i dati sono meno preoccupanti e non c’è risposta alle ipotesi fatte su come in alcuni paesi gli indici siano più bassi. Ma tutto questo cosa rivela in fondo? Ogni paese deve fare i conti con questi 3 elementi. GEORGE BALANDIE’ aveva già detto questo molto prima. Concetto importante!!  SOVRAPPOSIZIONE TRA CORPO BIOLOGICO E CORPO SOCIALE  intreccio che accompagnerà l’intero corso. Pensare sempre al dialogo e non separabilità tra i due corpi. La pandemia appena citata è una ripetizione che ci ricorda che i due corpi siano intrecciati. Attorno a che cosa nasce l’interesse di questo campo disciplinare? attorno al fatto che la malattia, la cura, le conoscenze mediche sono sempre in rapporto alla società. Le categorie proposte alla medicina e psichiatria cadono all’interno di territori contestati contribuendo a giocare un ruolo preciso all’interno di questa situazione complesse sociali, storiche e politiche di una comunità. La diagnosi serve anche alla società non solo all’individuo placando un’ansia sociale e non solo individuale. Questa disciplina intende esplorare la malattia anche perché in essa troviamo la via regia per capire qualcosa ed il gruppo sociale a cui appartiene una persona e del tempo/storicità a cui appartiene quella persona, è una porta privilegiata per capire un qualcosa di natura antropologica, forma del pensare antropologico. Nessun sapere è esterno al sociale, ogni sapere è dentro ad un corpo sociale e in una precisa epoca, alimentato dalle domande di un gruppo e questo dialogo vuole comprendere qualcosa dello sviluppo e del sapere. Si hanno poi varie sfumature e differenze, questa disciplina è stata a lungo circoscritta a studi di analisi di forme particolari di esperienza, a lungo ha avuto come obiettivo l’analisi comparata di diverse esperienze della coscienza. A partire dagli anni ‘70/’80 è andata arricchendosi di altri contributi e con l’analisi di modificazioni di concetti che fanno parte del nostro dizionario quotidiano. La nozione di “SE”  viene presa con le pinze e talvolta non utilizzata se non dopo aver precisato con molta attenzione che il SE come lo intendiamo noi non ha senso quando ci riferiamo a concezioni di altre società e culture. Opposizione MODELLO OJIBWA (popolazione del Nord America) e MODELLO OCCIDENTALE. MODELLO OJIBWA: immagina il modello di SE in modo relazionale, non concependolo come qualcosa di interno ma in rapporto con il mondo esterno. Il fatto di ascoltare, parlare, sentire ecc. è una concezione che deriva dal mondo esterno. MODELLO OCCIDENTALE: descrizione più CONFINATA ovvero che ad un mondo esterno, oggettivo, naturale si contrappone un corpo individuale con una sua pelle al cui interno di questo involucro vi troviamo un insieme di sentimenti ce guidano il comportamento di ognuno di noi. Due mondi mentali diversi, fare di queste differenze ambiti di ricerche è un tratto noto dell’antropologia. QUESTIONE DELLE DIFFERENZE CULTURALI ATTORNO ALLA NOZIONE DI SE: come si può immaginare il mondo delle emozioni o sentimenti di lutto e perdita nelle diverse culture: si aprono capitoli grandi e ricchi che l’antropologia ha esplorato con prudenza e cura dei limiti alla pretesa di generalizzare certe rappresentazioni dei nostri sentimenti guidando il giudizio diagnostico di altre società. Ha un versante molto concreto poiché attraverso le sue ricerche obbliga lo studioso ad esser cauto alla diagnosi nei confronti di vari sentimenti di conflitto. ANTROPOLOGIA MEDICA: disciplina arricchita ed espansa attraverso profili vari quali:

a. MALATTIA PELLAGRA (malattia di rara espressione, malattia molto didattica era con la sifilide era responsabile della quasi totalità dei pazienti ricoverati in reparti psichiatrici nella prima metà del secolo scorso. Malattia delle tre D, DERMATITE, DEMENZA E DIARREA. Malattia che aveva questi 3 profili e che vari clinici cercavano di capire a che cosa potesse essere attribuita una malattia che andava colpendo l’apparato gastro-enterico, sistema nervoso e la cute. Dibattito molto interessante che ci fu e che oppose illustre scienziati come L’OMBROSO. A che cosa può essere attribuita questa malattia? Dibattito che oppose illustri scienziati e medici definiti sociali quindi vicini alle masse contadine che conoscevano bene il contesto di vita. PRIMO ESPERIMENTO EPIDEMIOLOGICO. Quali erano le due ipotesi in gioco? 1. Per l’OMBROSO ed altri esponenti: si sviluppo come conseguenza della contaminazione del mais conservato in cattive condizioni sviluppava batteri e virus responsabili della tossina che generava la PELLAGRA. Ipotesi TOSSI-INFETTIVA. La questione era: conservare meglio il MAIS ma il NON DETTO di tale prospettiva è inequivocabile. Vennero accusati quindi coloro che di questa malattia ne erano affetti ovvero le masse contadine che venivano responsabilizzate della causa del loro male poiché non conservavo in modo opportuno il mais. Diventano vittime dei loro stessi comportamenti. 2. MEDICI SOCIALI: fanno emergere un altro dato, ovvero colpisce coloro che mangiano esclusivamente solo mais, mais al mattino, pranzo e cena. MALATTIA PROVOCATA DAL MONOFAGISMO ovvero che ci si alimenti di un solo prodotto con grave carenza alimentare. Avevano notato che somministrando solo altri tipi di prodotti pressoché ricchi di vitamina B i sintomi regredivano in modo rapido. DIMENSIONE MORALE CHE CONNOTA I NOSTRI DISCORSI E PRATICHE NELL’AMBITO DELLA CURA E DELLA INTERPRETAZIONE DELLE MALATTIE. Cosa si intende per dimensione morale? La malattia e la cura non possono fare l’economia di una dimensione morale che ci infastidisce poiché abbiamo nel corso del tempo sostenuto il peso della questione morale. Se la dimensione MORALE facente riferimento al Diavolo, scacciata e allontanata adesso se ne fa una forma più moderna di colpevolizzazione, oggi ce e si riproduce senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Questa colpevolizzazione che ci buttiamo addosso riguardo al fatto dell’ammalarci viaggia di pari passo con l’individualizzazione ovvero IO, INDIVIDUO SINGOLO mi assumo la quasi totale responsabilità di ciò che accade come ad es. il FUMO (i messaggi che compaiono sui pacchetti delle sigarette non sono altro che il risultato di un rapporto cinico e medico che si sono intrecciati tra di loro, rapporto fumo e patologie è la causa medica mentre quella cinica riguarda l’economica che tenta di tutelarsi avvertendo il consumatore dei rischi evitando varie conseguenze legali che i consumatori potrebbero intentare a chi produce un prodotto nocivo) il discorso medico per quanto avanzato che sia attualmente non cessa di strizzare l’occhio a questioni morali e religiosi perché la malattia ed il corpo sono intrisi di ragioni morali e religiose per quanto noi proviamo a epurarle da questi profili. QUESTIONE DEL DEMONIO: concetto della POSSESSIONE. In occidente viene identificato con un qualcosa di demoniaco. 1850 un medico nell’isola di HAITI aveva coniato la categoria di DRAPETOMIA che l’aveva coniata per gli schiavi neri che provavano a fuggire dai campi di coltivazione che erano obbligati a lavorare in condizioni terribili. Nella sua etimologia tale termine sottolinea che ci sia una mania fissa di correre, tentativo di fuga che lo si voleva associare ad una malattia. Patologia con una categoria diagnostica resa ancora più intrigante dall’uso di termini latini e greci. Tale medico non si accontenta ma vuole somministrare loro una terapia ovvero che chi si ostinava a scappare avrebbe avuto il dito dell’alluce amputato. Quello che nota e che gli schiavi di fronte all’amputazione rimanevano indifferenti e conia un’altra categoria ovvero quella della ANESTESIA ETIOPICA ovvero che gli schiavi sarebbero indifferenti al dolore. Il sapere medico in questo modo OGGETTIVA con un termine pseudo scientifico creando una pseudo diagnosi un comportamento il cui significato è politico viene tradotto nei termini di una patologia. In questa circostanza è un sapere parziale, cieco perché di fronte all’abuso dei corpi dello schiavo non dice nulla. In questo processo nasce un ESPERTO ovvero il MEDICO, processo che espelle altre luci dall’analisi del fenomeno ed

evoca inventando fantasie abbiamo con le nostre categorie gettando un giudizio primitivo su coloro che occupavano uno spazio di contestazione, critica e ribellione. L’ANTROPOLOGIA MEDICA E PSICOLOGICA è debitrice nei confronti del pensiero di GRAMSCI che aveva scritto un qualcosa di brillante all’interno del “25° quaderno dal carcere” il quale riporta che le élite tendono a classificare in termini di barbarie o patologico i comportamenti delle classi subalterne e che questi comportamenti si esprimono nel registro della critica, rivolta e contestazione. Motivo segreto che ha visto confluire folli e anarchici. La DIAGNOSI gioca profili complessi e imprevedibili. Nel 1918 in Algeria uno psichiatra coloniale noto per i suoi giudizi razzisti e i suoi stereotipi negativi sulla popolazione nord africana che si trova difronte un caso singolare ovvero quella di una donna Svizzera avente un comportamento singolare ovvero che è stata responsabile di un atto politico quale ha ammainato la bandiera Francese sbandierando quella del popolo Algerino e si è innamorata di un Algerino ma non contenta aveva iniziato a studiare l’Arabo e difronte al processo militare bisognava capire quale fosse il problema, ovvero se ci si trovava di fronte ad un anarchica, contestatrice o di fronte ad una donna malata e PUARO’ non ha dubbi poiché solo una mentecatta può nutrire una passione amoroso per un Arabo e occuparsi della lingua Araba e viene prodotta una certificazione che le evita la pena di morte. Per salvare questa donna si inizia a parlare di DON CHISCIOTTISMO ovvero della sindrome di DON CHISCIOTTE animata da una idea passionale. La cosa importante è mettere in evidenza come anche questa volta la diagnosi medica e psicologica sia complice del potere politico e perciò miope di fronte alle dimensioni che ha di fronte. Lo sguardo medico è uno sguardo che può essere miope o isolare alcune aree quando queste contrastano alcune aree dominanti egemonici, motivo per il quale dobbiamo concepirlo come saperi interni alla società che li ha prodotti. DSM: manuale statistico e diagnostico della psichiatria Americana che ha una sua storia, che ha conosciuto numerose edizioni, datata anni ’50. Alcuni studiosi come COEN fanno notare come dalla prima all’ultima edizione le varie categorie diagnostiche siano passate da 152 a oltre 340. Corrispondono a fenomeni, Problemi ben più complesse e oggetto di interesse medico e psichiatrico e interventi terapeutici come ad es. il disturbo disforico da omosessualità, sindrome da menopausa e fino alla più recenti prospettive del fenomeno del lutto patologico e quindi bisognoso di cure anche farmacologiche. No critica fine a se stessa di tale sviluppi ma la vera domanda è: QUALI SONO LE DOMANDE SOCIALI/ ANSIE CHE ALIMENTANO TALI PROCESSI? Riconoscere la posta in gioco politica di questi fenomeni.

LEZIONE 2 Sapere medico-psicologico = campo di battaglia, ha sempre cercato di imprimere il suo potere intorno alla cura della malattia, battaglia fra un sapere scientifico che gode di strumenti sofisticate e l’insieme dei saperi popolari e locali che fanno da sfondo e vivono in una posizione di inferiorità. Riconosciamo quindi sullo sfondo delle ricerche anche un RUMORE interessante e di scoprire di che cosa è rilevatore e possiamo fare un cenno ad un riferimento storico  Nella storia del nostro paese dopo l’unità d’Italia, nell’enciclopedia giuridica, negli anni ’80 viene affermato il principio secondo cui tutte le pratiche terapeutiche anche quelle rivolte al bene dei pazienti, anche quelle caratterizzate dall’assenza di uno scambio economico, era considerate illegali poiché gli unici autorizzati ad esercitare l’arte medica erano i medici degli ordini, lo STATO ITALIANO per prima cosa definisce chi può legittimamente curare e chi è dal lato dell’inganno e del creato, della manipolazione  spartiacque importante che segna un momento fondamentale, non viene dimenticato di definire un limite di accesso del campo di sapere medico della cura. Malattia e cura non è solo un discorso scientifico ma riguarda molti altri vari campi. (PREMESSA) CRITICA E APPLICATA  sapere che vuole esplorare le contraddizioni, esporre una critica sulle formule date per scontate del sapere psicologico-psichiatrico. FIGURA di colui che si pone in uno spazio altro di sapere, cura è una persona AMBIVALENTE percepita tale ovunque, ha caratteristiche ambigue che già nella terminologia noi scopriamo immediatamente. Durante l’epoca coloniale si definivano gli esperti della cura i MEDICI STREGONI che erano persone con poteri, possedevano competenze per curare ma approssimati in quell’area del negativo come a dire che chi cura solo per avere un potere concernente l’area della vita e della morte investe su una area grigia, oscura. Lo stesso GIURAMENTO DI IPPOCRATE nell’invitare a non nuocere dei giovani medici ovvero chi può curare può anche uccidere. Oscillazione costante tra polo romantico e polarità negativa con potere nefasto  Questo problema torna ogni volta che proviamo a dare un profilo alle attività rituali e culturali descritte come forme patologiche come quella della TRANS E DELLA POSSESSIONE. Saranno gli anni’ 50 che scopriremo che il WOODO era una complessa religione giunta nelle Antille e nell’Africa, dall’area del Golfo di Beneen (?) che prevedeva fasi del sacrificio, stato dell’incoscienza e che hanno una capacità terapeutica. Esiste una larga area di sovrapposizione al cui interno l’esperienza religiosa, l’attività rituale e l’area della malattia e della sua cura si sovrappongono in maniera salda senza poterle assolutamente separare. Frase celebri diceva che la cura più utilizzata nel mondo era la preghiera e non l’aspirina poiché lo spazio dell’esperienza religioso è uno spazio di privilegiati da color che cercano di dare risposta alla propria sofferenza e non solo psichica e da color che provano dare agli altri una risposta alla loro domanda di cura e non a caso i termini si sovrappongono nel corso dei secoli e un’altra battaglia non ha mancato di mettere in evidenza il rapporto tra PSICHIATRI E CHIESA attorno allo statuto della possessione,

chi deve occuparsene di liberare i pazienti? O lo psichiatra o l’esorcista, dialettica tutt’altro che banale che ci ricorda la complessità della posta in gioco. La SOFFERENZA è sempre manifestata dentro codici dettati dalla cultura dominante, formula che oggi viene assunta con maggiore prudenza perché oggi è difficile dire che ci ammaliamo in accordo ai canoni della cultura Italiana poiché oggi siano a conoscenza di canoni discorsivi vari e non deve essere cancellata del tutto questa asserzione perché racconta una verità importante perché il nostro modo di comunicare, rappresentare e nominare la sofferenza costituisce un nodo coerente perché nessuno di noi esprime il dolore in modo separato dai codici condivisi della sofferenza, tristezza e rabbia che ci hanno plasmato fin dai primi anni di vita. Secondo buona parte dell’antropologia medica ci si ammala dentro i modi dettati dai canoni della società della società in cui siamo e l’efficacia dei rimedi si misura nel trasformare le capacità del male, ci si ammala sempre all’interno di forme che sono già costituite dalla società di cui siamo membri e l’efficacia dei rimedi si misura nella loro capacità di trasformare le rappresentazioni del male e non agire solo su quel male, se una cura rituale agisce e perché hanno trasformato il modo in cui si concepiva una particolare forma di sofferenza. STORIA OCCIDENTALE DELLA NEURASTAMIA E DEPRESSIONE Alcuni autori dicono che nel modo in cui noi soffriamo è ampliato dai discorsi che ci sono nella nostra società, questi autori sono IAN HACKING E NIKOLAS ROSE. La malattia depressiva ha una storia ricca, esordisce nell’800 quando un termine di derivazione botanica viene utilizzato dagli psichiatri per parlare di uno stato dell’umore peculiare ma prima della depressione vi sono altre modalità di sperimentare una sofferenza e che hanno un ‘area di famiglia con la NEURASTAMIA E MALINCONIA. LA MALINCONIA viene datata sin dalla lettera 30 di ARISTOTELE nel corso della quale l’uomo malinconico era identificato come una figura positiva, uomo di genio che in virtù della sua grande conoscenza del mondo e dell’esistenza umana ne intuiva la finitezza e la sua complessa percezione del reale lo spingeva a intravederne i limiti e a vivere tale sentimento nella forma di un vissuto malinconico, a lun...


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