Appunti L\'Estetica Tedesca Sturm Und Drang Goethe PDF

Title Appunti L\'Estetica Tedesca Sturm Und Drang Goethe
Course Estetica filosofica
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Appunti presi durante la lezione. Appunti sull'estetica tedesca dello Sturm Und Drang. Utili per l'esame. Unimore. Università di Modena e Reggio Emilia....


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6 _ L’ESTETICA TEDESCA DI FINE 700: LO STURM UND DRANG e GOETHE (1749-1832). I caratteri principali del PRIMO ROMANTICISMO TEDESCO sono: 1. 2. 3. 4. 5.

L’idea dell’arte come luogo di verità. Il rifiuto dell’imitazione Lo storicizzarsi dell’arte La contrapposizione tra romantico e classico Una nuova mitologia

Importante nel 700 è lo sviluppo dello STURM UND DRANG ,cioè un movimento letterario che si sviluppa, in particolare, tra il 1770 e il 1780 e che aprì la strada alle tematiche del ROMANTICISMO quali:   

ANTICLASSICISMO, cioè la critica rivolta a Winckelmann, per il quale scultura (e arte in genere) greca rappresentava l’esempio sommo di arte. TEORIA DEL GENIO, secondo la quale il genio poetico non imita né l’arte antica né la natura, poiché egli stesso partecipa delle forze creatrici della natura. ESTETICA DELLA CREAZIONE CONTRO L’ESTETICA DELL’IMITAZIONE, cioè l’esaltazione della libertà contro le regole delle poetiche normative.

JOHANN GOTTFRIED HERDER nell’opera “Selve critiche ovvero osservazioni sulla scienza dell’arte e del bello” del 1769 , contro l’UNIVERSALISMO ILLUMINISTICO, afferma che la poesia scaturisce dal GENIO DELLA LINGUA, in cui si riflettono le caratteristiche storico-nazionali di un popolo, e, contro il NEOCLASSICISMO, afferma che NON può esistere un unico criterio astratto di valutazione estetica né un modello assoluto di bellezza. Un altro artista importante per l’estetica del 700 è JOHANN WOLFGANG GOETHE in cui si individuano due fasi relative all’estetica stessa: 



PERIODO GIOVANILE (i dolori del giovane Werther (1774) e Prometeo(1771-75) ) durante il quale egli ritiene che il criterio del fare artistico non è l’imitazione della natura ma la FORZA ORIGINALE DEL GENIO. In questa fase, quindi, si può notare l’influenza dello sturm und drang. DECENNIO DI WEIMAR (1775-1786) durante il quale Goethe abbandona l’estetica del genio e ritorna al CLASSICISMO, che tuttavia è un classicismo molto influenzato dagli scritti scientifici sulla natura che Goethe stava elaborando e secondo i quali lo studio dell’individualità organica richiede la capacità, estetica oltre che scientifica, di cogliere l’armonia della relazione fra il tutto e le parti.

Per l’estetica di Goethe molto importante fu il suo VIAGGIO IN ITALIA, durate il quale egli sviluppa la tesi secondo cui la grande opera d’arte è prodotta da un’azione che obbedisce alle stesse leggi regolanti i processi naturali e che quindi la creatività dell’uomo dipende dal fatto che egli è parte integrante della vita divina della natura. Tale tesi rispecchia quindi l’IDEALE DI ARMONIA della relazione FRA IL TUTTO E LE PARTI, a cui sarebbero stati fedeli soprattutto gli antichi, e dimostra che la metamorfosi a cui è soggetta la natura, dunque, è il fondamento dell’arte che rappresenta il prolungamento cosciente della sua universale formatività.

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Nel pensiero di Goethe la FORMA è il PRINCIPIO ORDINATORE dell’esperienza e non soltanto la regola convenzionale che permette di valutare la correttezza di un’opera. La forma, sia naturale che artistica, è quindi un PRINCIPIO STRUTTURALE che si conserva nel suo divenire. Goethe sottolinea la vicinanza tra lo scienziato e l’artista. Infatti nella rappresentazione artistica riuscita possiamo cogliere il ritmo interno della successione delle forme naturali, le proprietà qualitative e le connessioni fra i fenomeni, affermando così la VALENZA CONOSCITIVA DELL’ARTE.. Egli opera anche una distinzione tra SIMBOLO e ALLEGORIA. Il primo unisce particolare e universale trasformando il fenomeno in idea e l’idea in immagine, in modo che l’idea nell’immagine rimanga sempre infinitamente operante, mentre nella seconda il fenomeno si trasforma in un concetto e il concetto in un’immagine, in modo che il concetto nell’immagine sia sempre circoscritto e completo, senza mai mostrare la forma essenziale o l’universale. Tale distinzione viene fatta perché per Goethe la vera arte è quella simbolica,cioè l’arte in cui la totalità si esprime nel particolare, così come la legge naturale si manifesta nel singolo fenomeno. Inoltre nel simbolo si realizza la piena identità tra SIMBOLEGGIANTE e SIMBOLEGGIATO, tra forma sensibile e contenuto, in quanto esso è un’immagine in cui l’universale è colto nell’individuale, che l’incarna in sé in modo inseparabile. L’allegoria è invece contingente e subordinata ad altro, in quanto incapace di significare solo per se stessa. Hegel non sarà d’accordo con Goethe in quanto per Hegel, nel simbolo, la relazione tra forma sensibile e contenuto non è adeguata, dato che c’è nel simbolico una tensione irrisolta, qualcosa di allusivo ed enigmatico, la capacità di accennare, ma di accennare soltanto, a più ampi significati. Inoltre il simbolo di Goethe è il CLASSICO di Hegel. L’autentica arte simbolica è la scultura greca, mentre Hegel, influenzato da Creuzer, identificherà il simbolico con il mondo pregreco e con l’arte della Persia, dell’India, dell’Egitto. Alla linea goethiana si opporranno anche le estetiche romantiche, che insisteranno non più sul simbolo ma sull’allegoria, espressione della disarmonia tra arte e realtà, tra ricerca del senso e impossibilità di istituirlo come senso pieno e compiuto.

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