Appunti, lezioni 1-24 - Epistolografia e trattatistica tra Cinquecento e Seicento - a.a. 2014/2015 PDF

Title Appunti, lezioni 1-24 - Epistolografia e trattatistica tra Cinquecento e Seicento - a.a. 2014/2015
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Verona
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Epistolografia e trattatistica tra Cinquecento e Seicento (1575-1640)
Appunti completi di tutte le registrazioni delle 24 ore lezioni totali seguite, riguardo :
i fondamenti filologici, storici e letterari della scrittura epistolare in Italia e in Europa e i modelli di scrittura cui i ...


Description

10.10.2014 EPISTOLOGRAFIA: scrittura di lettere Fino a Petrarca la lettere è espressione comunicativa al limite della produzione letteraria. Da Petrarca in poi viene sviluppata attraverso dei codici. Con Petrarca l'epistolografia viene STANDARDIZZATA. Diventerà un modello della scrittura del 400-500. Perché questo modello fino a petrarca era immobile, con lui cambia, e poi rimane di nuovo immobile fino al 400-500? Scrivere una lettera non conveniva perché si rischiava di rimanere fuori dalla produzione letteraria. Ciò cambia alla fine del 400 quando avviene un distacco tra copisti e stampa. Formulari: testi che insegnano a comporre lettere. (serie di formule) non prevedono però un destinatario. Si rivolge non a scrittori e letterati, ma a tutti. 1460-80 avvento della stampa. Modello di Cristoforo Landino(?) al quale molti si ispirano. Presto si passa dal insegnar a scrivere epistole al scrivere epistole che siano modello ed esempio. --> testi studio, ciò da importanza anche al scrittore quindi. Questo passaggio avviene in pochi anni, 20-30. Problema dell'epistolografia del 500: idea di utilizzare non più una sola frase, ma usare una lettera intera come modello per crearne una nuova. Es. Copio Petrarca, ma studiando una sua lettera per migliorare la mia. Es2. Leggo e ripeto la divina commedia perché così diventa un modello di lingua che io posso migliorare. Utilizzare un testo come modello quindi: studiarlo per poterlo migliorare (è ciò che l'UMANISTA fa). L'epistola --> serve per aggiornare la lingua. ▪ Epistole comuni, epistole che raccolgono le lettere inviate ai familiari, che non tengono quindi conto della forma, dell'estetica. Sono quindi tutte quelle epistole che interessano il campo non letterario ▪ Epistole pubbliche: settore importante della trattatistica del 500-600. Queste investono il campo letterario, filosofico ecc. ▪ Lettere scritte dai segretari: segreterio=una delle figure più importanti del 500. La figura del segretario importante: svela alcuni particolari. ▪ Epistole a carattere trattatistico: epistolografia trattatistica: rovesciamento totale. Non è più il segretario a scrivere, ma il principe. Si ha uno scarto nella posizione sociale di chi scrive. Es, scrivo a x. X può rispondere a non. Se invece scrivo una lettera a forma di trattato (non più il segretario che ha bisogno di wualcuno dall'altra parte) scrivo quindi una lettera che non ha bisogno di risposta e in più non me la aspetto la risposta perché lo scambio avviene in un livello culturale e sociale uguale! Io che scrivo questa cosa non ho bisogno di risposta ne tanto meno di inviarla. È uno scriversi addosso, da persona a persona che appartengono allo stesso mondo sociale.

La lettera erudita settecentesca è l'accentuazione di questo fenomeno! Il problema a questo punto non è la circolazione del testo. Non c'è bisogno a uscire fuori dalla cerchia. Il processo che porta alla composizione di una lettera è molto più complesso del processo che porta alla scrittura di un romanzo ad esempio. Fine 500 - primi 30anni del 600 --> es scritti di Vincenzo Giustiniani-inventa la scrittura di 6 discorsi che gli sarebbero stati suggeriti dal segretario. Non epistole: lettere considerate scritte per divertimento Lettera autoreferenziale: affronta argomenti che anche il destinatario conosce, non prevede quindi la necessità di controbattere. 1621/28 - idea stessa di scrittura epistolare non ha intenzione di essere un modello per altre scritture (idea che viene fuori per mancata democaratizzazione). Lettere: produzione a stampa 1623-1750 -- PERIODO BAROCCO

QUADRO GENERALE EPISTOLOGRAFIA 500-600 FLUSSO DI EDIZIONI E QUANTITA’ DI PRODUZIONE EPISTOLOGRAFICA DEI PRIMI 50 ANNI DEL ‘500. POLIGRAFIA 500ESCA: un termine per identificare dei personaggi la cui produzione è talmente ampia e diffusa a stampa da non poter essere inseriti in una corrente letteraria specifica. Il problema è che gli studiosi del ‘500 si sono accorti di questa specificità da circa 20 anni e a questo punto si è preferito codificare un proprio genere letterario (quello della PRODUZIONE POLIGRAFICA) che in qualche modo raccoglie tutta una serie di scritti che hanno prodotto questi autori, persone che hanno avuto una parte fondamentale nella riorganizzazione filologica letteraria. Si delinea quindi una posizione antecedente al ‘500 in cui in certe zone di Italia si sono sviluppati delle forme letterarie autonome e non identificabili in altre zone. Es. a Venezia si verifica il 50-60% di tutta la produzione stampa del ‘500, quindi si scrive per poi pubblicare.  Questo fatto determina una differenza sostanziale tra la produzione veneziana e quella del resto d’Italia. Per cui anche nell’aspetto dell’epistolografia bisogna distinguere l’attività di questi poligrafi rispetto alle altre cose che hanno scritto. Es. GIROLAMO RUSCELLI ha dato un impulso molto forte alla raccolta di antologie e lettere uniformate ad un unico principio linguistico, quindi con una precisa impostazione non di forma della scrittura, ma di forma della lingua di scrittura! Girolamo aggiunge qualcosa in più, aggiunge l’atteggiamento linguistico, perché un modello di scrittura deve anche essere fortemente uniformato ad una lingua letteraria (riferimento a quella di un tosco letterario, il toscano di Firenze di metà ‘400). I poligrafi rinunciano ad una lingua che usa parole provenienti dalla poesia  forma di rinuncia ad usare un linguaggio troppo uguale alla poesia, e che dipenda quindi dalle 3 corone del ’300, Dante Petrarca e Boccaccio. La scelta di Ruscelli comporta anche la formazione di un nuovo vocabolario della prosa, applicata all’epistolografia. Perché? Se io rimango legato ad un lessico poetico, devo adeguarmi sempre a certi modelli. Ruscelli invece cerca di superare questa cosa adattandosi ad un linguaggio più basso, più popolare ma allo stesso tempo più efficace. Fare questo significa legarsi ad un tipo di costruzione della frase che non può essere connessa ai modelli precedenti (es. l’assenza di frasi infinitive e finali). Quindi Ruscelli opera una variante in cui il campo d’azione non è la prosa ma la raccolta antologica di lettere. Lui introduce una categoria nuova dello scrivere, cambia qualcosa. Le fonti che subentrano alle precedenti sono: es. Poliziano (nel ‘400) e gli autori dell’accademia fiorentina. Girolamo Ruscelli è uno dei pochi poligrafi che ragiona con una mente da ‘900encista, non deve più attingere alle forme antiche ma cercare di rinnovarsi.

Ruscelli segue la loro forma (per quanto riguarda le forme antiche), ma poi ci applica una LINGUA NUOVA (e quindi deve codificare un nuovo vocabolario).

Esistono 3 opere fondamentali per la decostruzione di un vocabolario petrarchesco in volgare: “Il vocabolario di 5.000 parole” di Fabrizio Luna (1530) “Il Convento” di Giovanni Andrea Gesuardo (1533), nipote di Antonio Di Turno. “Il convento a Petrarca” di Benedetto Falco, in cui si richiede semprela costruzione di un vocabolario. Grazie alla POLEMICA TRA RUSCELLI E DOLCI (1338-1342)  prima in poesia e poi in prosa, si sviluppa un processo di analisi della lingua che conduce a  “La grammatica del fortunio”, che è la 1° GRAMMATICA VOLGARE (pubblicata fatalità nel ’42).

L’intuizione di Ruscelli è fondamentale perchè cerca di ritrovare un nuovo modello alla scrittura non più alla poesia, ma all’epistolografia, e ci riesce in un tempo veramente breve. Cosa me ne faccio di una nuova lingua? La funzionalità della struttura della lingua è un problema che verrà risolto a Venezia nel 1542, applicandola solo alla prosa (la poesia non viene toccata). L’errore di Ruscelli è stato quello di aver fatto tanto per creare una nuova lingua, non applicandola poi in ogni campo.

L’intenzione di Ruscelli è quella di determinare una forma di lingua che abbia una sua grammatica e che possa aver da dire cose diverse rispetto alla poesia. Perché i poligrafi non scelgono il trattato? Perché non è un campo di loro competenza e non porterebbe a nessun profitto economico. Se tutto è finalizzato alla produzione stampa, allora si inizia a ridisegnare anche la forma dei testi più lunghi. Noi ci troviamo di fronte a lettere, dove ogni lettera è lunga dalle 10-30 righe. Questo vuol dire che i curatori ha pensato anche allo spazio di stampa, a come costruire lo spazio in base all’argomento.

QUANDRO DELL’EPISTOLOGRAFIA PER SOTTOGENERI E AUTORI CONTROLLANDO IL QUADRO STILISTICO E RETORICO Il rapporto esistente tra scrittura epistolare e il parlato è un rapporto molto stretto. Ci sono diverse forme di scrittura che permettono di codificare una scrittura adatta al destinatario (fondamento della scrittura preumanistica). L’obiettivo è quello di comunicare una notizia partendo dal concetto che davanti a me c’è una persona. Quindi anche quando ci troviamo davanti anche ad epistole familiari (rivolte a persone della nostra cerchia) in qualche modo si rimane su un modello alto di scrittura. Il modello di riferimento è ovviamente Cicerone, ma esistono situazioni in cui il riferimento non è SENICA (es. le epistole consolatorie: lettere scritte in memoria di qualcuno che ricalcano lo stile di Senica). In base all’obiettivo dello scrivere e alla persona alla quale scriviamo dal 300 in poi è una SCRITTURA EPISTOLARE RETORICA ED ELEVATA NELLO STILE E NEL DISCORSO. Anche quando l epistolografia si frammenterà in sottogeneri, resisterà comunque questa aderenza al modello. L’idea che il modello vada eseguito senza variazione permette di introdurre una serie di aggiustamenti alla scrittura, che piano piano trascinano l’epistolografia latina verso il volgare. AGGIUSTAMENTI: Adozione di un lessico nuovo volgare limitato alle conoscenze dello scrittore e del destinatario (si inizia ad usare un volgare più leggero, più facile da comprendere). Adeguare la lingua = adeguare il modello e la forma di riferimento. La forma viene adeguata al contenuto, ovvero viene organizzata sui bisogni effettivi dell’argomento (se l’argomento è breve le 5 regole di restringono, se l’argomento è ampio, si ampliano anche le 5 regole). Quindi a questo punto si modificano anche i sottogeneri. SOTTOGENERI: divengono dalle scelte argomentative esposte. (es. nell’insegnamento scolastico vengono codificate una serie di antologie di uno stesso autore (NO formulario*) in cui si raccolgono queste lettere per insegnare a leggere e scrivere) – Aristotele, Platone, L’arse di tanimi, cioè l’arte di dettare per imparare a scrivere in un certo stile etc. Quindi l’idea di creare delle antologie (raccolte epistolari) permette alla didattica del tempo di far conoscere gli autori senza andare ad approfondire sul testo originale. *FORMULARIO: raccolta di formule chiare e comprensibili per scrivere in volgare una lettera (solo nel 400), si tratta di modelli culturali che passano nella formazione iniziale, utilizzabili in diversi contesti. Alle 5 regole di Cicerone si sono sovrapposte le 5 regole del pubblico; il destinatario diventa pubblico cioè ci sono più destinatari interessati allo stesso argomento. Quindi i sottogeneri comportano obiettivi e scopi della scrittura epistolare che si diversificano in maniera molto forte, al punto che nel momento in cui subentra la stampa si verifica un accelerazione di questi concetti che è enorme rispetto alla scrittura manoscritta. Non c’è più una scrittura unica per qualcuno, ma un progetto epistolografico di raccolta,

revisione, organizzazione cronologica, riorganizzazione stilistica e poi stampa. (FASI DI UNA RICERCA EPISTOLOGRAFIA IN TIPOGRAFIA) Da un punto di vista organizzativo non ha più importanza raccogliere le antologie di un autore dell’antichità, nel frattempo io ho la possibilità di raccogliere lettere dei miei contemporanei ed utilizzarli come modelli per scrivere lettere. E a questo I MODELLI EPISTOLOGRAFICI SI ABBASSANO e si riducono a 5: 1. Bembo 2. Aretino 3. Petrarca 4. Minturno 5. Cicerone Da una molteplicità di modelli nel Medioevo si passa nella seconda metà del 500 solo a questi. Questo perchè L interesse diventa economico non culturale. Un antologia non è più un esperimento letterario ma economico, si calcolano C/R. ADESSO L’OBIETTIVO NON E’ PIU’ SCRIVERE, MA STAMPARE! Qui si diversificano i campi, gli obiettivi e anche la lingua. Si parla di

IL VOLGAR MODO  per identificare quella produzione a stampa che decide di operare sul volgare. Significa codificare un nuovo modo di scrivere. Non mi interessa più lo stile alto e antico ma mi interessa definire gli obiettivi del nuovo volgare. Quali sono? 1)La formazione di una lingua autonoma : cioè una lingua reale codificata sul parlato. 2)La codificazione di questa nuova lingua permette la nascita di studiosi di lingua : cioè di letterari che si pongono problemi di lingua e di grammatica (infatti negli anni ’30 del ‘500 verranno fuori le prima grammatiche in volgare). Quindi l’idea di un organizzazione del volgare è fondamentale, perchè viene vista in un ottica nuova. Questa storia non è del ‘500 ma è un qualcosa che viene dalle scritture epistolari medievali. Es. Il "PARLAMENTA ED EPISTOLA" di GUIDO FABA (metà 300) : un maestro di scuola che decide di scrivere una raccolta (parlamenti e lettere) dove il volgare viene considerato una lingua comunicativa, a cui vengono applicati gli schemi della retorica latina. Guido specifica che ha un obiettivo di DEMOCRATIZZAZIONE DELLA LINGUA. Quel volgar modo si usa per raggiungere la lingua dei NON LETTERATI (non gliene frega niente dei dotti). "IL PARLAMENTO DI UN ANOMICO PIEMONTESE": un altro caso che si avvicina al pubblico dei non letterati. Anche qua c’è l’idea di fornire esempi in volgare, in più vengono inseriti esempi anche in francese. (ha ben chiaro il pubblico che ha davanti). L’obiettivo è essenzialmente didattico.

"IL FORMULARIO, DI LANDINO": (avanti di 150anni, siamo nel 1485 - Firenze) Anche qui abbiamo la convinzione che il volgare sia una lingua valida per l epistolografia retoricamente organizzata , dove si afferma per la prima volta che l’ epistolografia è un genere letterario, organizzato in sottogeneri organizzativi. P.14 Estratto “Fiore di ornati parlamenti” : E’ un salto avanti notevole, perché non c’è solo un idea del volgare, ma un ordinamento del volgare, per scrivere e anche parlare. Tutti gli estratti del formulario iniziano con “NOTA” (=tenga presente che…), è un riferimento specifico al destinatario che sta applicando quelle norme di scrittura. Qui siamo nell’ambito di una letteratura già cortigiana, e il saper parlare significa sapere codificare determinati concetti. "I CONCETTI, di GIROLAMO GARIMBERTI"' (sulla scia del Landino, nel 1550 - Venezia): Siamo in un ambiente culturale diverso. Il modello è sempre Cicerone, ma Garimberti dichiara di voler scrivere un trattato sulla scrittura dell’epistole che sia impostato secondo la MATERIA DELLO SCRIVERE e la MATERIA DEL PARLARE. Ancora una volta l’adesione dei 2 termini di scrittura e parlato ad un solo codice (quello epistolografico). Ci sono 3 concetti nuovi: 1)ORNAMENTO DELL ELOCUZIONE  riprende i fiori dei parlamenti di LandinoQuindi adesso l’ornato (che è una categoria dello scrivere), passa alla retorica del linguaggio.

Problema? Landino decide di applicare queste regola tenendo insieme lingua e scrittura. Garimberti introduce in termine ELOCUZIO  non è più la capacità del ben parlare, ma qualcosa di diverso, ovvero il “PARLARE POETICO” : quindi Garimberti decide che è il caso di applicare al linguaggio parlato le forme della poesia. 2)PERSUASIONE: SAPER PARLARE PER CONVINCERE, sapere parlare come scrivere  fattore importante perché prevede che lo scrittore abbia coscienza letteraria del lettore (bisogna saper persuadere la persona che si ha di fronte). Così siamo costretti a codificare dei sottogeneri. Infatti al contrario di Landino, secondo Garimberti sono necessarie delle sottocategorie Novità assoluta: è possibile rinunciare all’imitazione. Garimberti afferma che la questione del 1512 sull’imitazione non serve più, non c’è bisogno di imitare un modello se non soddisfa a pieno. Garimberti non rifiuta l imitazione, ma dice semplicemente che è necessaria. 3)INDISPENSABILITA’ DELLE FONTI: Garimberti dice “Io la fonte la utilizzo per studiarla, ma poi quella non deve diventare un modello da imitare per forza”, quindi anche la fonte viene messa da parte. Questa persona si è messa contro Bembo 2 volte, contro l’imitazione e contro il sistema delle fonti, ma ha anche stabilito un concetto teorizzato nel più avanti nel 1.600: e cioè che la fonte deve essere studiata, non deve essere utilizzata per forza, perché le motivazioni linguistiche che obbligavano la fonte a scrivere in quel modo adesso io nel 1550 non posso utilizzarle; è

una questione di adattamento. Garimberti fissa dei codici nuovi, che vanno ad uccidere sull’uso delle fonti e sulla lingua stessa. L’idea stessa di intitolare “CONCETTI” come tale, è importante perché significa che vengono denunciate una serie di NORME. “I CONCETTI, DI TOSCANELLA”: (1560) assolvono sempre a questo principio, ma si tratta di un ambito diverso. Orazio Toscanella è una figura molto particolare, noto per una serie di trattati, riprende tutti i concetti di Garimberti e introduce 2 novità: 1)L’EPISTOLOGRAFIA DIVERSA SCIENZA ARSESTANTE, ARS-PURA  cioè qualcosa dotato di un suo statuto, pertanto il trattato codifica una serie di partizioni in capi (=in argomenti), anche attraverso degli schemi. Il punto di riferimento è Garimberti e quindi in parte Cicerone. 2)IDEA DI UN PROGETTO DIDATTICO A LUNGO TERMINE  L’obiettivo è sempre quello di insegnare e di imparare a scrivere (formazione post-laurea). Nonostante un aspetto didattico e divulgativo, siamo quindi in presenza di obiettivi democratizzanti, quindi l’obiettivo è un pubblico variegato. “IL SEGRETARIO, di FRANACESCO SANSOVINO”: questo flusso di obiettivi che Toscanella si pone comincia e porta nel 1564 al vero e proprio testo epistolografico e trattatistico d’eccellenza. L’autore fa parte di uno dei circoli letterari veneziani più importanti. Novità della formazione: l’opera non è più strutturata come quella di Toscanella per capi, ma è strutturata invece in 4 sezioni + 1 (nel 1580): LIBRO 1: si occupa della figura del segretario, dei suoi compiti e della sua funzione sociale e politica all’interno della corte. Il segretario vive privatamente il proprio rapporto con il principe, fa parte della cerchia dei suoi parenti più stretti. LIBRO 2: sull’arte si comporre lettere in volgare. Quindi abbiamo una Catalogazione di tutti i sottogeneri: dal 1557 circola la “Arte poetica toscana, di Antonio Vetturno”, il trattato di riferimento del petrarchismo poetico. LIBRO 3: Modello di lettere per la pratica: per suggerire come scrivere LIBRO 4: Antologia di lettere di diversi personaggi: le raccolte e le antologie vengono messe nella stessa opera; si tratta di codificazione rigida di sottogeneri. Poi, nel 1580, Sanzolino aggiorna la propria opera allegando un antologie di lettere. Il lavoro non può essere completo se non suggerisce un modello; quindi ripresa. Introduce il concetto di , che serve ad enfatizzare la scrittura del buon segretario. La lingua volgare diventa tecnica, diventa la lingua ufficiale del segretario. Nel 1558 viene indetto a Napoli un processo contro il segretario, e tra le accuse c’è quella di non conoscere il latino! Il segretario scrive il volgare, perché è più consono per stare un gradino sotto al principe. COMPITI/REGOLE DEL SEGRETARIO che il cortigiano non può assolvere: Organizzazione retorica

Cura dell’ortografia e punteggiatura Stile chiaro non troppo retorico

LEZIONE 25 OTTOBRE 2014 SCRITTURA DI LETTERE  in volgare SCRITTURA DI TRATTATI  in latino Vengono ancora considerati su un piano culturale diverso, quello tra dotti-letterati. Nel 1485 abbiamo poi preso “il Formulario di Landino” che è un opera in cui per la prima volta si discute di scrittura e teoria della scrittura in volgare + si considera l’epistolografia un genere all’interno del contesto letterario, che insieme all’oratoria (il parlare) fanno parte dello stesso progetto teorico. In più Landino da anche un FIORE (=scelta ricca, elevata, alta) di testi oratori volti al ben parlare, utili per i buoni parlamenti (per educare anche a parlare). EPISTOLOGRAFIA ORATORIA può essere recitata o letta in ...


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