Appunti - Pedagogia generale - Le pedagogie del 900 PDF

Title Appunti - Pedagogia generale - Le pedagogie del 900
Author Laura Chiarion
Course Pedagogia generale
Institution Università di Bologna
Pages 10
File Size 257.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 45
Total Views 138

Summary

appunti...


Description

INTRODUZIONE DEL 900 DEFINIZIONE: il 900 è stato considerato un secolo pieno di contraddizioni: tra masse ed elites, tra totalitarismi e democrazia,…Inoltre è un secolo che si trova tra la crisi dell’800 e del 900; secolo di ripensamento ma anche di speranza per il futuro; infatti oltre la politica sono intervenute anche la scienza, la tecnica e il progresso sociale ( diffusione della cultura di massa, scolarizzazione, emancipazione della donna: infatti si parlerà di “industria culturale”). Hobsbawm definì il 900 come “secolo breve” per la prevalenza della struttura economica capitalistica in contrapposizione con l’economia pianificata. L’obiettivo della prima è il profitto, ovvero l’accumulazione di ricchezza in virtù del libero mercato che si basa sulla concorrenza fra i vari soggetti del mondo produttivo; questa logica risulterà vincitrice nel 1989 con il crollo del muro di Berlino. Invece la seconda (che ha caratterizzato i paesi dell’est) si basa su piani stabiliti dallo stato che detta leggi al mercato; in questo modo, dovendo rispondere a delle necessità ben precise, non si hanno eccessi nella produzione. Ma infine questa verrà ritenuta fallimentare. Quando l’obiettivo principale è il profitto, i bisogni dell’uomo passano in secondo piano. Il 900 è stato anche definito “il secolo americano” per il ruolo che hanno avuto gli USA nel mondo sulla cultura e sulla mentalità. I 5 EVENTI STRUTTURA DEL 900: La fine della tradizione e l’accelerarsi della modernizzazione: la tradizione è giunta al suo traguardo nei suoi linguaggi e nei suoi canoni; la modernizzazione ha tenuto campo con le avanguardie. L’ascesa della tecnologia: attraverso i media governa la vita sociale e dà vita a una nuova mentalità. L’irruzione delle masse, dei giovani e delle donne nella storia: resistenza e rivoluzione culturale del ’68. L’orrore dell’Olocausto(sterminio di ebrei e minoranze): buco nero del 900, punto di non ritorno nella storia dell’uomo in quanto questo viene spogliato di ogni dignità, valore e identità spirituale. Avvento della mondializzazione:rottura radicale rispetto al passato, cresciuto attraverso il colonialismo e la decolonizzazione; la varietà di etnie crea l’“uomo planetario” capace di vivere nel pluralismo delle culture. Un secolo che si è chiuso con un bilancio positivo nella scienza, nella cultura e nella società, ma anche carico di problemi. CAMBIAMENTI DELLA PEDAGOGIA: trasformazione dei saperi; la società industriale e postindustriale pone l’educazione come fattore di sviluppo della società. La scienza diventa paradigma centrale della conoscenza e modello-guida dell’organizzazione dei saperi. Le innovazione in campo pedagogico sono state: affermarsi delle scienze dell’educazione: passaggio dalla pedagogia come sapere unico a scienze dell’educazione come incrocio di più saperi è stato decisivo nel sapere pedagogico in quanto lo ha reso interdisciplinare. Il costituirsi si una pedagogia critica: modello che si impone per far prevalere la pedagogia non ridotta alle scienze dell’educazione, mantiene stretto legame con la filosofia vista come forma di pensiero critico. Lo sviluppo della pedagogia sociale: essa verte intorno alle emergenze e ai bisogni educativi delle società attuali( educazione degli adulti, in quanto privi di certezze sul loro ruolo genitoriale). Alfabetizzazione: imporsi dell’alfabeto come fenomeno planetario anche se oggi nn basta più per via delle varie tecnologie. La cultura di massa: legata all’industria culturale; l’avvento dei media ha portato potenzialità nell’educazione, ma anche problemi in quanto si è fatta sempre più diretta dal mercato e portando il soggetto a uniformarsi con gesti e modelli. Ma i media hanno una funzione di promozione, sottraendo le masse alla tradizione. L’educazione per tutta la vita: poiché la vita media si è allungata si è fatta processo formativo per tutto il suo corso. La pedagogia si è emancipata dalla filosofia come metafisica.

VARI AUTORI Freinet: metodo basato sulla cooperazione; partendo dalla concezione di “scuola-cantiere” vuole educare i fanciulli partendo dai loro bisogni, attraverso un lavoro-gioco. Al centro del lavoro scolastico stanno il testo libero e la stamperia, che crea comunicazione col mondo esterno (corrispondenza). Crea una “pedagogia popolare”; nella scuola del popolo vuole sostituire il libro troppo ricco e complesso con dei documenti facili da consultare. METODO ANALITICO (da analisi): divisione in parti elementari di un concetto per apprenderlo meglio. METODO SINTETICO (da sintesi): è un concetto che presuppone in se l’analisi; è la parte finale di un processo dove sono raccolti i riassunti con gli elementi fondativi. METODO SINCRETICO: è la via di mezzo tra analisi e sintesi; combinazione di elementi fondamentali ma anche di contorno con una combinazione casuale. Decroly: è un medico belga che si ispira alla scuola psicologica berlinese e americana. Parte dalla pedagogia differenziale per arrivare a quella normale (Si occupa di processi educativi partendo da ragazzi “anormali” ed estendendo le stesse tecniche ai giovani “normali”). Studia la psiche infantile e partendo dal processo di individualizzazione arriva al carattere dominante della mente che è quello della globalizzazione. Ogni attività di apprendimento muove nel fanciullo dal concreto all’astratto, dal semplice al complesso, dal noto all’ignoto. I processi di apprendimento-insegnamento si organizzano secondo centri d’interesse legati ai bisogni fondamentali dell’uomo(nutrizione, difendersi..). Secondo il metodo globale di Decroly i processi d apprendimento si svolgono in 3 momenti fondamentali. Osservazione, posta al centro dell’attività scolastica (poche parole, molti fatti!) Associazione, organizza l’ambiente osservato dal fanciullo dando luogo alle conoscenze di storia e geografia. Espressione concreta, riguarda i lavori manuali (disegno). Espressione astratta, riguarda il linguaggio (lettura e scrittura). Il punto fondamentale del metodo globale è l’insegnamento della lettura: il fanciullo prima conosce le cose, poi comprende le frasi e infine isola parole e lettere (la lettura deve essere insegnata attraverso giochi educativi). Lui ritiene che il metodo analitico sia anti-psicologico,infatti il suo metodo è chiamato SINCRETICO, ovvero combinazione di elementi fondamentali e di contorno con combinazione casuale. Montessori: alla base del suo metodo sta uno studio sperimentale della natura del fanciullo,in particolare delle sue attività senso-motorie. Altri 3 punti fondamentali del suo metodo sono: liberazione del fanciullo, ovvero crescita ricca e armonica,sviluppo della persona che deve avvenire sotto la guida attenta dell’adulto(consapevole però dei loro bisogni e degli ostacoli per la loro liberazione. Ambiente, deve essere reso adatto al fanciullo,riorganizzato secondo le sue esigenze fisiche e psichiche (casa del bambino) perché secondo lei il fanciullo deve fare da se e ricevere stimoli soprattutto dall’ ambiente e non direttamente dall’adulto. Mente assorbente, dotata di un potere di assimilazione,spesso inconscio,che si manifesta nell’immaginazione creativa, nel piacere dei racconti,nell’attaccamento alle persone,nel gioco. Per la Montessori l’infanzia è un’età preziosa e decisiva; il bambino è anche e soprattutto “animale sociale”. Il suo metodo vuole essere una guida per i maestri. La Montessori si ispirò alla scuola psicologica francese; è convinta che tanto maggiori sono le informazioni che attraverso i sensi arrivano al cervello, tanto più ricca ed attiva è l’ attività celebrale;vuole che ogni singolo senso venga stimolato isolatamente dagli altri. Questo esercizio era utile soprattutto per i bambini handicappati, ma non solo; lei riteneva infatti che le tecniche usate per bambini handicappati fossero utili anche per i bambini normo-dotati (impostazione ANALITICA).

Borghi: Borghi,insieme ad altri importanti pedagogisti,difese i principi dell’attivismo, operò un rinnovamento pedagogico in direzione scientifica e sociale e promosse una trasformazione dei metodi didattici. Con lui nasce la “pedagogia democratica” con nuovi principi educativi secondo un’ educazione alla libertà attraverso la libertà. Lui crea una pedagogia della libertà che si oppone nettamente ad ogni violenza, ad ogni diseguaglianza e ad ogni razzismo e si impone come via per apprendere la libertà, farla apprendere e mantenerla in vita, dare ad essa quella dimensione interiore fatta di consapevolezza ed esercizio. Gentile: filosofo liberale di andamento conservatorio. Sottolinea l’identità soltanto filosofica della pedagogia, poiché “scienza dello spirito”. Secondo lui la pedagogia si fa veramente scienza solo se diviene filosofia. Col suo ATTUALISMO dà vita ad una pedagogia incentrata intorno all’identità spirituale del soggetto umano, a una pedagogia restauratrici di un ordine educativo e scolastico che privilegia l’ autorità e la tradizione. L’ attualismo pedagogico di Gentile intende opporsi a tutte le concezioni pedagogiche a base naturalistica (Herbartiana e positivistica) che non riconoscono la natura spirituale propria dell’uomo e introducono opposizioni e dualismi all’interno del suo processo formativo. Queste correnti di pensiero separano la teoria e la pratica (psicologia pedologica). LA VITA NELLA SCUOLA: Gentile la riduce al rapporta tra maestro e scolaro; per lui l’obiettivo è di rimuovere ogni dualismo e di affermare l’unità della vita spirituale. Tutto ciò si compie attraverso l ‘affermazione della centralità del maestro e della sua autorità. La scuola teorizzata da lui è la scuola del maestro e della cultura e niente affatto la scuola del fanciullo e dei suoi bisogni. LA CONCEZIONE DELL’INFANZIA: egli distingue tre diversi tipi di fanciullo: fanciullo eterno, si incontra in qualunque età della vita; fanciullo fantoccio-mitico, è quello costruito dalla psicologia dell’ infanzia; fanciullo reale, è il vero argomento della filosofia dello spirito. La teoria gentiliana dell’educazione propone un recupero della scuola tradizionale legata alla centralità del maestro. La molla intensiva di ogni processo di apprendimento è la dialettica stessa della vita spirituale che si divide in 3 momenti: ARTE, RELIGIONE, FILOSOFIA. L’arte occupa un posto centrale nell’insegnamento ed è vista come un elemento costitutivo della personalità umana. Essa è dominata dalla fantasia e dall’immaginazione, da una tendenza trasgressiva a cui occorreva far seguire la fase dell’esercizio del corpo. La religione è il momento dell’ oggettività; è la fase in cui è opportuno avvicinare il soggetto alla religione dove Dio rappresenta l’ autorità che premia e castiga e che favorisce l’autocontrollo del soggetto delle proprie pulsioni. La filosofia riconosce lo spirito come autonomia ed è un processo di autocoscienza. Nel 1923 Gentile elabora una riforma scolastica: con essa si fissava un sistema scolastico rigido e differenziato, che separava le scuole secondarie umanistiche da quelle tecniche che indicava come cultura formativa solo quella letterario-storico-filosofica, che permetteva accessi alle università solo dai licei e che introduceva l’ insegnamento religioso nella scuola elementare. La scuola uscì da questa riforma rinnovata nella forma e nei contenuti.

Radice: fu collaboratore di Gentile nella riforma del 1923. Sul piano teorico è legato sempre alla concezione dello spirito come svolgimento attivo e dinamico, pensato solo in termini filosofici e caratterizzato come un processo auto educativo. Tuttavia emergono alcuni aspetti di dissenso rispetto all’ attualismo gentiliano, come il rapporto tra l’io individuale e l’io universale che viene risolto da Radice con una maggiore attenzione ai diritti del soggetto vivente. Lo spirito diviene comunione di spiriti e per il soggetto diventa un compito piuttosto che un dato. Sul piano politico insiste meno sullo stato etico e più sui problemi sociali e sulla rivendicazione di un ruolo educatore dello stato.

L’aspetto fondamentale di Radice resta quello rivolta alla didattica; essa è una didattica viva e creativa che si risolve in una ricerca continua o, meglio, in un esame autocritico e ha lo scopo di essere soprattutto riflessione critica. I punti fondamentali della sua didattica sono: La figura del maestro si apre alla collaborazione col fanciullo. Nuova concezione della lezione intesa come ricca e complessa unità organica che si collega con tutti gli altri atti educativi. Nuova concezione dell’infanzia, vista come età creativa a attiva, rivolta alla conoscenza magica mondo. Il fanciullo è un “poeta”; c’è attenzione all’educazione artistica (nel disegno e nel canto) e all’educazione linguistica (dove viene valorizzata l’originalità, la sincerità e la chiarezza). Il modello teorizzato da Radice prende il nome di “scuola serena” che poneva al centro l’espressione artistica, la collaborazione spirituale tra maestro e scolaro e la visione del fanciullo come artista spontaneo. L’insegnamento quindi veniva a perdere ogni rigidità preordinata e si sviluppava secondo i principi della “serenità, equilibri, attività, spontaneità”. Tale scuola NON può essere LAICA,ma deve basarsi su VALORI RELIGOSI. Infine egli riconosce la funzione essenziale di corsi di specializzazione in cui venga riconosciuto un ruolo formativo professionale anche alla psicologia e alla didattica. Secondo lui educare la mente significa sviluppare la ragione, ma una ragione aperta, che già si sviluppa col gioco e nel gioco. Dal gioco si deve passare alla fantasia e poi alla lettura, creandone il “gusto”e affermandola come una pratica e una risorsa dell’io. In questa prospettiva educativa la ragione è educativa; essa deve giudicare la visione del mondo che i ragazzi vengono a costruirsi, ma deve essere una scienza libera aperta anche al religioso ma che non lo impone. Centrale è anche il dare “orientamento politico”, che significa costituito di idee generali e di valori che proteggano i ragazzi dal dogmatismo. Questa “educazione della mente” si colloca tra scienza e valori civili.

Codignola: è anche lui un collaboratore di Gentile. Occupa un posto caratteristico nell’attualismo pedagogico, poiché porta avanti una critica dei principi autoritari astratti di tale orientamento. Attraverso lui si realizza uno spostamento culturale, ovvero il passaggio da un’egemonia dell’idealismo ad una fase caratterizzata dal pragmatismo americano. Codignola si allontanò dall’attualismo e dal fascismo soprattutto dopo il ’29. Poi con la guerra si delineò il suo avvicinamento al pragmatismo deweyano, per l’aspetto sociale messo al centro di ogni atto educativo. Il suo unico filo ideale mira alla ricostruzione morale e civile dell’Italia post-bellica e alla nuova costituzione spirituale degli italiani dopo il fascismo. Makarenko: l’attività pedagogica di Makarenko si inserisce nel clima carico di tensioni e speranze della Russia post-rivoluzionaria. Il suo pensiero pedagogico ha una base sperimentale, ovvero è stato elaborato all’interno di esperienze educative concrete a contatto con ragazzi abbandonati che dovevano essere rieducati e risocializzati all’interno di colonie. Gli aspetti principali della sua pedagogia si possono individuare in 2 principi: collettivo del lavoro è un vivente organismo sociale posto sia come mezzo che come fine dell’educazione; è l’unione di individui legati tra loro mediante la comune responsabilità sul lavoro e la comune partecipazione al lavoro collettivo. Ognuno agisce secondo norme disciplinari; secondo Makarenko solo attraverso il collettivo è possibile formare gli uomini nuovi (impegnati e socialisti). Il collettivo ha a capo un direttore e si articola in: collettivo dei ragazzi e collettivo degli insegnanti. I ragazzi sono divisi in collettivi base; all’interno del collettivo è molto forte la disciplina e i principi a cui deve ispirarsi sono: dovere, onore e produttività. lavoro produttivo nasce dalla consapevolezza del collettivo di essere inserito nello sviluppo della società. Perché questo slancio produttivo possa trovare spazio nella colonia-scuola, è necessario organizzare ogni giornata di lavoro dotandola di obiettivi e di prospettive che ne rendano organiche e costruttive le varie attività; queste prospettive vengono individuate da Makarenko nello sviluppo economico o nello stesso collettivo e anche nell’idea di uomo nuovo (soggetto socializzato, attivo e integrato nella rivoluzione sovietica). La vera pedagogia per Makarenko è quella che ripete la pedagogia di tutta la società e che nella socializzazione dell’uomo coglie anche la conquista della sua libertà e della sua valorizzazione.

Nella pedagogia di Makarenko la famiglia viene riconosciuta come la sede più idonea della prima educazione; l’autorità dei genitori viene confermata ma deve ispirarsi a un nuovo clima familiare, fondato sulla solidarietà reciproca e l’affetto. L’ambiente familiare deve essere organizzato in modo da realizzare il benessere del fanciullo e offrirgli un modello della più vasta società socialista. Maritain: nel suo pensiero filosofico è legato ai principi dell’ “antimoderno” (polemica contro il mondo moderno e la sua cultura accusati di soggettivismo e naturalismo) e dell’ ”umanesimo integrale” ( nuova età della cultura cristiana basata sulla concezione integrale della persona). L’uomo integrale è colui che si apre al mondo e a Dio e compie una sua missione culturale nella temporalità dando vita a una nuova cristianità (caratterizzata dal pluralismo, dalla libertà delle persone e dalla solidarietà). Secondo Maritain la pedagogia deve trovare il proprio fondamento nella metafisica e ispirarsi a una visione della persona che ne metta in rilievo soprattutto il suo rapporto con i valori spirituali. Il fine primario dell’educazione è quello di far conoscere la verità in relazione ai diversi gradi della scala del sapere, oltre a far sviluppare la capacità di pensare e di giudizio personale; mentre il fine secondario è quello di assicurare la trasmissione ereditaria di una data cultura. Questa visione è umanistica (non naturalistica): l’educazione deve essere liberale e per tutti, cioè orientata verso la sapienza e centrata nell’umanità. Questa educazione liberale dovrebbe protrarsi fino ai 18 anni. Inoltre deve ispirarsi anche all’idea cristiana dell’uomo, valorizzando la funzione di una severa disciplina vista come condizione necessaria per arrivare a una disciplina volontaria. Don Milani: Intorno agli ‘60 Don Milani scrisse “Lettere a una professoressa” che voleva essere un atto di accusa verso la scuola pubblica, classista e discriminatoria, ma anche un manifesto di istruzione alternativa, comunitaria e di tutti. Infatti si schierò contro La scuola dei Pierini (dei ricchi) a favore di quella dei Gianni (dei poveri); contro la prima fece varie proposte radicali: Non bocciare, a quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno, agli svogliati dargli uno scopo. Per la realizzazione di questa scuola alternativa, scuola di Barbiana, Don Milani esige l’impegno sia dello Stato (per la scuola del mattino), sia dei sindacati (per i doposcuola). Inoltre vuole che questa assuma il fine “di dedicarsi al prossimo”, ovvero che diventi un’esperienza di collaborazione tra ragazzi e di solidarietà sociale fondata sulla giustizia. Un ruolo fondamentale lo assume: l’educazione linguistica che deve, non tanto esercitare la retorica, ma conferire chiarezza al pensiero e efficacia comunicativa all’esposizione verbale o scritta (poiché il linguaggio è il primo potere). Lo studio del mondo presente attraverso il giornale e lo scambio con l’esterno. Il rinnovamento degli ’insegnamenti, anche quelli superiori (matematica, la filosofia, la storia, l’educazione civica che devono mutare le loro prospettive. A Barbiana si fa scuola tutto il giorno intorno ad una cultura non formalistica, discutendo, appropriandosi dell’autonomia del pensiero e non solo delle parole. Questo modello intendeva favorire processi di formazione più aperti capaci di dar vita a soggetti più creativi, indipendenti e orientati al dissenso.

Illich: teorico della de-scolarizzazione, ritiene che bisogna de-scolarizzare la società per sottrarre l’apprendimento e la formazione dei giovani all’ideologia del potere e riportare questi processi dentro tutta la società, dando vita a una pedagogia e ad una inculturazione alternativa a quella at...


Similar Free PDFs