ARCH Greca P PDF

Title ARCH Greca P
Author Paolina Morra
Course Urbanistica
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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struttura della polis greca...


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I.T.G. “BACAREDDA” - CAGLIARI A. S. 2009-2010 – CORSO DI DISEGNO E PROGETTAZIONE ________________________________________________________________________________________________

LA COSTRUZIONE NEL MONDO GRECO EDIFICI, TECNICHE COSTRUTTIVE, MATERIALI

INDICE UN PÓ DI STORIA LE COLONIE GRECHE LA “POLIS” (CITTÁ STATO) LA DEMOCRAZIA LA CITTÁ LA CASA TECNICHE COSTRUTTIVE E MATERIALI GLI EDIFICI AD USO COLLETTIVO I TEMPLI GLI ORDINI ARCHITETTONICI I SANTUARI GLOSSARIETTO RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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A.S. 2 0 1 1 – 2 01 2

_____________________________________________________________________________________________ LA COSTRUZIONE NEL MONDO GRECO / Prof. Emilio Loriga

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UN PÓ DI STORIA

All’inizio del II° millennio a.C. fa la sua comparsa nella regione una popolazione di stirpe indoeuropea: gli Achei; verso il 1600 a.C. si sviluppa la civiltà micenea, che raggiunge la sua massima fioritura intorno al 1400 a.C. Questa civiltà ci è nota attraverso gli scritti di Omero e i centri in cui sono state rinvenute testimonianze archeologiche sono Micene, Argo, Tirinto, Tebe, Pilo, Atene. Elemento fondamentale nel sistema sociale miceneo era il palazzo, la residenza del re; cuore di questo edificio il mègaron. Nel 1200 a.C. a seguito della invasioni dei Dori, popolo originario dell’area danubiana, la civiltà micenea venne distrutta e il periodo che seguì fu caratterizzato da una civiltà più primitiva di quella micenea, ma in essa cominciarono a costituirsi le pòleis capeggiate dai nobili e a formarsi i caratteri fondamentali della religione greca; si realizzò, inoltre, una unità culturale tra le genti che parlavano i diversi dialetti ellenici. I Dori introdussero l’uso del ferro, la costruzione dei templi e, nelle decorazioni, lo stile geometrico. Intorno al 1000 a.C. ebbe inizio la colonizzazione ellenica dell’Asia minore; con il IX secolo a.C. riprese il commercio e l’artigianato ebbe nuovo impulso. Nel 594 a.C. Solone diventa arconte ad Atene, ma nel 560 a.C. Pisistrato e i suoi figli impongono la loro tirannia: solo nel 507 a.C. Clistene da agli ateniesi istituzioni democratiche. Le guerre persiane oppongono i Greci ai Persiani che devono ritirarsi in Asia Minore. Nel 448 a.C. la pace di Callias mette fine alle ostilità con i Persiani. La guerra del Peloponneso (431-404) oppone Sparta e Atene, che capitola nel 404. Sparta sostituisce la propria egemonia a quella di Atene. Nel 371 Sparta è vinta a Leuctres dai tebani che stabiliscono la loro egemonia sulla Grecia continentale. Filippo II di Macedonia vittorioso a Cheronea (338), estende progressivamente il proprio dominio sulle città greche e, in seguito, Alessandro il Grande, padrone della Grecia, conquista l’impero persiano. Alla morte di Alessandro (323 a.C.), dopo la suddivisione del suo impero, la Grecia torna ai re di Macedonia. Incomincia la lotta contro Roma; Filippo V è battuto a Cinoscefale (197 a.C.) e la Grecia ritrova una semi indipendenza sotto il controllo romano. Nel 146 a.C. le città greche coalizzate sono vinte da Roma e Corinto è distrutta; la Grecia diventa una provincia romana. Nel 330 d.C. viene fondata Costantinopoli che diviene il nuovo centro culturale dell’oriente greco e nel 395 d.C., alla morte di Teodosio, l’impero romano viene definitivamente suddiviso: la Grecia è integrata nell’impero d’oriente.

Le ondate migratorie verso il Peloponneso

LE COLONIE GRECHE La migrazione dei Greci, che li portò a fondare città in tutto il Mediterraneo, si verificò in due fasi: in un primo momento verso il XII° secolo a.C., si ebbe una fuga a causa delle invasioni della penisola greca, in particolar modo quella dei Dori. I Greci cercarono rifugio soprattutto nelle isole del mar Ionio e dell’Egeo e dell’Asia Minore. Verso l’VIII°-VII° secolo a.C. invece, la migrazione fu provocata da una grave crisi economica e da un grosso aumento demografico. I Greci non volevano infatti che le loro città superassero una certa misura ideale: secondo Platone essa non doveva contenere più di 5000 abitanti; secondo Aristotele tutti i cittadini dovevano conoscersi fra di loro. Tutto questo diede il via ad una prima ondata migratoria verso Ovest. Oltre a questo esisteva una fuga dalla rigidità che si era creata in tante parti della Grecia. Le leggi vigenti nella penisola in quel periodo erano assai dure: a Sparta Licurgo aveva già provveduto ad una seria regolamentazione della società; mentre ad Atene Dracone era intento alla stesure di quelle leggi destinate a passare alla storia per la loro durezza (anche oggi intendiamo con leggi draconiane leggi dure e severe al limite della dittatura). Il predominio dell’aristocrazia si era tra l’altro accompagnato ad un incremento delle attività mercantili, che aveva portato alla formazione interna del demos (popolo) di una classe economicamente benestante, sempre più stanca dell’oppressivo regime dell’oligarchia aristocratica. Fu quindi in queste circostanze che maturò l’idea della fuga verso nuove terre. I primi coloni erano uomini poveri sostenuti da uno o più uomini ricchi in cerca di avventura o costretti, perché vittime della politica dell’ostracismo. Ogni nave era fornita di un buon equipaggiamento, (viveri, armi, vasellame…), ma nella maggior parte dei casi, la ciurma era composta di poveri ben lontani dalla fama che oggi la storia _____________________________________________________________________________________________ LA COSTRUZIONE NEL MONDO GRECO / Prof. Emilio Loriga

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(tradizioni popolari) tributa loro. A capo di questa marmaglia vi era una sorta di “capitano di ventura”, l’ecista, che alla fine era destinato a fondare la nuova colonia.

Le fasi della colonizzazione greca

La colonia non era del tutto autonoma dalla madrepatria, anzi con questa manteneva forti legami. Insomma esisteva un accordo di tutela reciproca simile a quello tra le colonie americane e l’Inghilterra, un accordo cementato su vincoli religiosi, culturali ed economici. Ma se la colonia manteneva uno stretto legame di collaborazione con la metropoli (madrepatria) ciò non vuol dire che non fosse autonoma. Le colonie della Magna Grecia vissero di larga autonomia e furono del tutto indipendenti dal punto di vista politico, il loro fiorire economico e culturale finì con l’assicurare alla Grecia enormi ricchezze, e un sorprendente sviluppo delle scienze e della filosofia senza peraltro costituire un elemento destabilizzante, rappresentando al contrario una valvola di sfogo per la crescita demografica e le esigenze del commercio. Ricordiamo infine che in greco il termine colonia significa “casa fuori”. Il termine nella sua etimologia, non contiene alcun significato riconducibile all’intento di conquista o di imperialismo. I coloni greci, la maggior parte delle volte, si installavano in territori strategici ma disabitati. La ricchissima produzione artistica delle colonie greche, che a loro volta fondavano colonie, dimostra che il loro gusto era altrettanto raffinato di quello di altre città della madrepatria. Le colonie greche hanno fornito anche quell’indispensabile trampolino di cultura e organizzazione da cui sarebbe decollata, dopo la conquista delle città greche d’Italia, la potenza di Roma. Possiamo dire di essere tutti figli della civiltà greca.

Le colonie greche

LA “POLIS” (CITTÁ STATO) La pòlis, termine greco che noi traduciamo con “città”, è il fondamento stesso della civiltà greca, in quanto forma originale di organizzazione della vita sociale, politica e culturale, che distingue quella greca dalle altre civiltà del mondo antico. Con la formazione delle pòleis, il centro della vita sociale non si collocò più sull’acropoli nel mègaron del palazzo reale (l’ambiente centrale della casa del re destinato alla vita sociale); al suo posto vennero costruiti i templi, simboli del potere religioso. La pòlis era un vero e proprio centro politico, economico e militare, retto da un governo autonomo e indipendente. L'agglomerato urbano era costituito dalla città, solitamente circondata da mura, e dal territorio circostante adibito prevalentemente all'agricoltura e all'allevamento. Il centro vitale della pòlis era l'agorà, sede del mercato e delle assemblee popolari, assieme all'acropoli, luogo fortificato per la difesa dei cittadini e che ospitava il tempio della divinità tutelare. Secondo alcuni studiosi, la struttura della città-stato, associata alla particolare conformazione geografica del territorio, fu uno dei principali ostacoli all'unità politica greca. A rinsaldare l'unità culturale ellenica contribuirono i giochi pubblici. Oltre a quelli nemei, istmici e pitici, i più importanti furono i giochi Olimpici in onore di Zeus. Questa manifestazione che si svolgeva ogni quattro anni ad Olimpia divenne tanto famosa che la data della I Olimpiade (776 a.C.) servì da punto di partenza della datazione greca. _____________________________________________________________________________________________ LA COSTRUZIONE NEL MONDO GRECO / Prof. Emilio Loriga

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LA DEMOCRAZIA Il concetto di democrazia aveva un significato alquanto diverso da quello in uso attualmente. Il termine “Demos” aveva il valore di popolo, in opposizione al re e alla nobiltà, ovvero, nelle antiche città-stato come Atene, voleva dire “i cittadini liberi” che formavano l’assemblea del popolo. Kratia, da kratos, collegata alla base krat da cui nasce il nostro crazia, indicava la forza, la potenza, e, nell’ambito della politica, la signoria, il potere. Già Erodoto, il padre della storia, nel V secolo avanti Cristo utilizzava il termine “democrazia” nel senso di governo popolare. Nell’Atene di Pericle fu sperimentata una forma di governo democratico che resterà un modello per la nostra tradizione politica e civile, e su questa base Aristotele, un secolo dopo, attuò la prima grande teorizzazione politica, distinguendo fra tre forme pure e tre forme corrotte di governo: monarchia (governo del singolo), aristocrazia (governo dei migliori) e politía (governo di molti), esse secondo il filosofo rischiavano di degenerare rispettivamente in dispotismo, oligarchia (governo di un'élite), e democrazia (potere gestito dalla massa e succube della demagogia).

LA CITTÁ

Le origini della civiltà Greca videro certamente processi di evoluzione sociale che si manifestano in ogni popolo in formazione, ma la posizione geografica e la mancanza di solide istituzioni provenienti dall' età del bronzo ne favorirono lo sviluppo in una direzione "originale". La città, già residenza del principe, diventa la polis democratica o aristocratica e l'economia tradizionale fondata sugli scambi commerciali si trasforma in economia monetaria. E’ questo l’ambiente in cui si forma una nuova cultura che è alla base della nostra civiltà. L'organizzazione sociale ed urbana è rappresentata dalla polis. La città è fisicamente distinta in alta (acròpoli, dove si svolgono le cerimonie religiose più importanti) e bassa (astu, dove si svolgono i commerci e le relazioni civili), le due zone sono parti di un unico organismo, dato il tipo di organizzazione sociale, qualunque sia il regime politico. Le strutture (fisiche o amministrative) necessarie al funzionamento di questo sistema sono: • • •

il Pritanéo: in esso vi è il focolare comune consacrato al dio protettore della città; era la residenza dei primi dignitari della città (prìtani); la Bulé: il consiglio dei nobili o dei funzionari che rappresentano l'assemblea dei cittadini e mandano i loro rappresentanti nel pritanéo (si riunisce in una sala coperta chiamata buleutèrion); l'Agorà: l'assemblea dei cittadini che si riunisce per ascoltare le decisioni dei capi o per deliberare. Il luogo di riunione è di solito la piazza del mercato (chiamata essa pure agorà) oppure, nelle città più grandi, un luogo all'aperto opportunamente attrezzato.

Ogni città domina su un territorio più o meno grande da cui trae sostentamento. In esso possono esistere abitati minori, che hanno una certa autonomia e loro assemblee, ma un unico pritanéo e un unico buleutèrion nella città capitale. Questo territorio può essere ingrandito con conquiste o accordi fra città confinanti. Sparta arriva a dominare la metà del Peloponneso, cioè 8400 kmq.; Atene possiede l’Attica e l’isola di Salamina, in tutto 2650 kmq. Fra le colonie siciliane Siracusa arriva a possedere 4700 kmq. e Agrigento 4300. La popolazione (esclusi schiavi e stranieri) è sempre ridotta non solo per la scarsità di risorse ma per scelta politica: infatti, quando cresce oltre un certo limite si organizza una spedizione per formare una nuova colonia lontano dalla patria. Atene al tempo di Pericle ha 40000 abitanti e solo altre tre città, Siracusa, Agrigento e Argo, superano i 20000. Le città con circa 10000 abitanti (il numero è considerato normale e i teorici consigliano di non superarlo) sono una quindicina. Tale misura è considerata una condizione necessaria per uno sviluppo ordinato della vita civile. La popolazione deve essere abbastanza numerosa per formare un esercito in guerra, ma non tanto da impedire il funzionamento dell’assemblea, cioè da permettere ai cittadini di conoscersi tra loro e di scegliere i loro rappresentanti. La città è, quindi, un microcosmo costituito da non più di alcune migliaia di abitanti che per il greco rappresenta il mondo, la nazione, la memoria storica che la tradizione affida al significato di patria (città e patria hanno un unico significato “polis”). Analizziamone la strutturazione: • •

la città è un organismo unico; può essere cinta da mura ma non suddivisa in recinti secondari; le case per civile abitazione sono dello stesso tipo e non formano quartieri riservati a classi o stirpi diverse.

In alcune aree appositamente attrezzate, l’agorà, il teatro, tutta la popolazione, o una sua parte, può riunirsi e riconoscersi come una comunità organica. Lo spazio della città è diviso in tre zone: • • •

aree private aree sacre (recinti con templi ed edifici religiosi) aree pubbliche (gestite dallo stato e destinate alla politica, al commercio, ai giochi).

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La città nel suo insieme forma un organismo artificiale inserito nell'ambiente naturale e legato a questo da un rapporto con il territorio che in molti punti viene interpretato ed integrato con manufatti architettonici. Il rispetto dell’equilibrio fra natura ed arte connota ogni città con caratteristiche, di volta in volta, individuali. L'organismo della città si sviluppa nel tempo raggiungendo un assetto stabile che si preferisce non alterare con parziali modifiche, ma con l'aggiunta di organismi equivalenti o con il distacco di una colonia in altri territori. Per questi caratteri di unità, di equilibrio con la natura, di limite di crescita e di articolazione, la città greca da al concetto di “convivenza umana” una fisionomia precisa e durevole nel tempo, da considerarsi come modello universale. La maglia viaria delle città greche è costituita, in genere, da moduli quadrangolari che associati fra loro formano degli isolati di aspetto regolare ma, a volte, si riscontrano esempi di tipologie abitative, come quelle del porto di Delo, che associate tra loro danno vita ad una serie di strade a "cul de sac" che in seguito saranno da spunto alla formazione dei vicoli rappresentativi dell' urbanistica mediterranea. Un esempio di città: ATENE Esempio illustre di questo modello è la città di Atene, dove per ognuna delle funzioni sociali si costruisce e si perfeziona l'attrezzatura monumentale che gradualmente si inserisce con discrezione nel paesaggio originario.

Il territorio di Atene (da Google Maps)

Atene – Pianta dell’acropoli

Il luogo dove sorge Atene è la pianura centrale dell’Attica, circondata da una serie di monti, a ovest, a nord, a est e a sud da una costa frastagliata. Fra i monti esistono ampi valichi che mettono in comunicazione con altre parti della regione. La pianura dove sorge la città è percorsa da piccoli fiumi fra i quali si trovano una serie di alture tra le quali l’Acropoli, alta 156 metri sul mare, è l’unica che offre sicurezza per i suoi fianchi scoscesi e spazio sufficiente sulla sua parte terminale; è stata la sede dei primi abitatori della città ed è rimasta il centro visuale ed organizzativo della successiva città.

Atene - Assonometria dell’acropoli

Atene - L’acropoli e il Partenone

Sull’Acropoli a bilanciamento dello spazio occupato dal Partenone, ed ulteriore punto di riferimento del percorso rituale, viene posta una grande statua di Atena Pròmakos (cioè “combattente in prima fila”).

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Atene – Partenone, pianta 1) Portico posteriore; 2) Partenon; 3) Statua di Atena Partenos; 4) Portico anteriore

Atene – Partenone

Atene – Partenone

L’Acropoli racchiude in sé molte caratteristiche del concetto di visione e di distribuzione dello spazio. Il suo ingresso monumentale, pur presentando un aspetto geometricamente ben delineato, non consente un accesso diretto al Partenone ma presenta un percorso tortuoso per darne una visione dapprima angolare, poi laterale ed infine frontale.

Atene – Partenone, sezione trasversale

Atene – Partenone, sezione longitudinale sulla cella

Modelli in 3D realizzati utilizzando un software prodotto dal Visual Computing Group del Cnr di Pisa.

Intorno all' Acropoli ed alle altre aree pubbliche si snoda la corona dei quartieri con le case di civile abitazione che presentano una maglia viaria perfettamente inserita nell'orografia della zona.

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Atene – Pianta dell’agorà

Atene – L’agorà in una immagine attuale

Un esempio di città: MILETO La struttura urbana delle città di nuova fondazione o di quelle ricostruite, ad esempio Mileto riedificata nel 479 a.C. a seguito della distruzione ad opera dei Persiani avvenuta nel 494 a.C, segue una collocazione funzionale e per classi sociali. L’ideatore di tale suddivisione fu Ippodamo, architetto originario di Mileto. Ippodamo è ricordato da Aristotele come autore di una teoria politica (“immaginò una città di diecimila abitanti, divisi in tre classi, l’una composta di artigiani, l’altra di agricoltori, la terza di guerrieri; il territorio avrebbe dovuto esser diviso ugualmente in tre parti, una consacrata agli dei, una pubblica e una riservata alle proprietà individuali”) e come inventore della “divisione regolare della città”. Oltre ai caratteri sopraindicati, le città di nuova fondazion...


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