ART Nouveau - riassunti art noveau PDF

Title ART Nouveau - riassunti art noveau
Author minimen
Course Arte - 5 anno
Institution Liceo (Italia)
Pages 7
File Size 170.3 KB
File Type PDF
Total Downloads 60
Total Views 172

Summary

riassunti art noveau...


Description

ART NOUVEAU “Il nuovo gusto borghese” L’Art Nouveau, sorta nell’ultimo decennio dell’800, dilagò dalla Gran Bretagna verso tutte le capitali europee e negli Stati Uniti. Non fu soltanto uno stile ornamentale, ma rappresentò il primo modo in cui la società industriale cercò di darsi un’estetica. Gli altri nomi con cui si diffuse sono: Jugendstil (Germania), Modern Style (Gran Bretagna), Liberty (Italia), Modernismo (Spagna), Secessionstil (Austria). Uno stile internazionale: 1851: Esposizione Universale di Londra: si pone il problema della qualità dei prodotti industriali 1861: Nascita della ditta “Morris, Marshall, Faulkner and Co.” 1872: Victoria and Albert Museum (dedicato alle arti decorative) 1875: Ditta Liberty di Londra 1888: Arts and Crafts Exhibition Society 1895: Negozio-galleria a Parigi che dà il nome al movimento Belle époque (1890-1914) -Unità delle arti (importanza delle arti minori); -Base del moderno design; -Legame con l’industria; -Distinzione tra due linee: una decorativa (Morris, Guimard, Gaudì, Klimt) e una semplificatrice (Wagner, Mackintosh, Hoffmann, Olbrich). GUSTAV KLIMT (1862-1918) Pittore austriaco, è la figura più significativa della Secessione di Vienna del 1897: esprime i fasti dell’Impero austriaco appena prima della sua disgregazione. Studia alla Scuola di arti decorative di Vienna dal 1876 al 1883. Nel 1903 visita Ravenna rimanendo molto influenzato dai mosaici. Nel 1907 entra in contatto con Schiele e Kokoschka, i due esponenti austriaci dell’Espressionismo. Nel 1912 diventa presidente dell’Unione austriaca degli Artisti. DANAE (1907-1908, olio su tela, Vienna, Galerie Wurthle) Nel dipinto è rappresentato il corpo di una fanciulla, Danae (personaggio mitologico che faceva parte della serie degli amori di Giove), il quale si modella in una spirale ellittica (posizione fetale) racchiusa nella tela quasi quadrata, sembra infatti che il corpo si deformi pur di rientrare nel perimetro del dipinto. Danae è abbandonata nel sonno e nuda. Ella ha un folta chioma di capelli rossi che le incorniciano il volto, e la sua schiena è sfiorata da un velo viola con disegni circolari dorati. Le cosce sono sproporzionatamente grandi rispetto al resto del corpo, e questo dettaglio, insieme alle labbra rosse e carnose e i capelli ramati, vogliono significare il risvolto erotico del dipinto. Le gambe sono flesse verso il ventre, una pioggia dorata (metamorfosi di Zeus), scivola verso di lei per portare una nuova vita (rappresentata dal quadratino nero che sta per entrare dentro di lei). E’ chiaro quindi che il dipinto abbia anche significati simbolici. RITRATTO DI ADELE BLOCH-BAUER I (1907, olio su tela, Vienna, Osterreichische Galerie) Questo quadro era stato sottratto dai nazisti ma gli eredi sono riusciti a riaverlo dopo una lunga causa. Questo è il primo di due eseguiti a distanza di tempo e fra i suoi più esuberanti ritratti femminili. Dopo la fine del periodo d’oro Klimt si concentra sulle stoffe di abiti stravaganti e fantasmagorici, sotto ispirazione delle stampe giapponesi. Nel ritratto è rappresentata la signora Bloch-Bauer (la modella è la stessa di Giuditta II), moglie di un ricco industriale viennese. Lo sfondo

è un insieme di minuscole particelle dorate che rende la sensazione di superficie a mosaico variopinta, ricca e splendente. Il formato dell’opera è quadrato per contribuire alla qualità ornamentale del ritratto e per sottolineare la centralità dell’immagine. L’abito ha diversi motivi, ci sono degli occhi dentro triangoli (occhio di Horus, della pittura egizia), quadrati e spirali che si confondono con i braccioli della poltrona sulla quale è seduta. Lo schienale forma una sorta di aureola intorno alla donna e il suo abito si apre a campana nella parte inferiore. E’ presente una linea che divide il pavimento dalla parete e ciò dona tridimensionalità. L’opera è per lo più inerente al decorativismo e al simbolismo, ma le mani e il viso della donna sono naturalisti.

ESPRESSIONISMO “La forza del colore (1905-1925)” L'Espressionismo è una corrente artistica, ricca di contenuti sociali e drammatici, che nasce attorno al 1905 in Francia con i Fauves (le Belve) ed in Germania con il gruppo Die Brücke. L'Espressionismo non riguarda solo le arti figurative, ma anche letteratura, musica, teatro, scenografia ed architettura. In pittura l'Espressionismo è una evoluzione dell'impressionismo e le differenze tra i due movimenti sono sostanziali e profonde, ma non di natura tecnica di esecuzione. L’Impressionismo è legato alla realtà esteriore cogliendone gli effetti luministici e coloristici che rendono piacevole e interessante uno sguardo sul mondo esterno. Invece l’Espressionismo rifiuta il concetto di una pittura tesa al piacere del senso della vista, spostando la visione dall’occhio all’interiorità più profonda dell’animo umano. L’Impressionismo ha un atteggiamento positivo nei confronti della vita, rappresentando il bello e la gioia di vivere, mentre l'atteggiamento dell’Espressionismo è invece profondamente drammatico espresso attraverso la violenza cromatica e la deformazione caricaturale. Edvard Munch (1863-1944) Norvegese, perde la madre e la sorella per la tubercolosi (nel 1868 e 1877). Nel 1880 frequenta la Scuola Reale di Pittura di Oslo. Nel 1892 espone a Berlino una cinquantina di suoi dipinti, ma dopo una settimana la mostra viene chiusa. Nel 1937 conosce le prime persecuzioni naziste. Fonti di Munch : Linea curva dell’Art Nouveau, pittura simbolista, letteratura scandinava (Ibsen, Strindberg), filosofia esistenzialista (Kierkegaard), superamento dell’esperienza impressionista: non dipinge ciò che vede ma ciò che ha visto. PUBERTA’ (1893, olio su tela, 149x112 cm, Oslo) Il soggetto è quello di un’adolescente nuda, seduta su un letto appena rifatto, simbolo della verginità ancora intatta. Il corpo è definito da una linea di contorno decisa, i fianchi sono quelli di una donna, mentre le spalle e i seni sono infantili. Lo sguardo è fisso e gli occhi sono spalancati, la ragazza è dispiaciuta dal fatto che stia crescendo ed è quasi angosciata da ciò, non sentendosi pronta. Le braccia sono incrociate, poiché vogliono nascondere il pube dalla vergogna. Questa sensazione di vergogna e paura della crescita sono comuni a tutti gli adolescenti, e ciò viene raffigurata con l’ombra nera alle sue spalle, sul muro. L’ombra è quasi distante da lei e rappresenta tutte le incertezza che le riserva il futuro e delle sofferenza che le saranno causate dalla sessualità e dall’amore. SERA NEL CORSO KARL JOHANN (1892, olio su tela, Bergen, Collezione Rasmus Meyer) Munch intende rappresentare gli stati d’animo e i personaggi sono involucri di passioni e di angosce. La scena raffigura il tranquillo passeggio serale di Christiània, centro animato della vita

economica e politica della città. Gli edifici sulla sinistra, seppur incerti, suggeriscono un punto di fuga lontano. Munch interpreta il rito del passeggio dei borghesi come una processione di spettri dagli occhi sbarrati. Sono visibili le caratteristiche esteriori dei personaggi, come i cappelli a cilindro degli uomini e i cappellini delle signore, ma i volti sono maschere scheletriche misteriose. L’opera è una critica alla borghesia, è coinvolto anche il Parlamento (rappresentato sullo sfondo a destra). L’ombra incerta che cammina sulla destra crea disarmonia, essa rappresenta l’artista che va controcorrente anche a costo di essere emarginato. L’uso espressionista del colore è evidente nell’ombra viola della vira, nel cielo azzurro e nelle nuvole grigie striate di viola.

SURREALISMO “L’arte dell’inconscio”

1924: l’ultima delle Avanguardie storiche André Breton nel 1921 incontra a Vienna Freud e nel 1924 fonda a Parigi il Surrealismo. Il Surrealismo è da lui definito “un automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero”. La surrealtà deriva dall’insieme dei due stati del sonno e della veglia. Si possono distinguere due linee: pittura tradizionale con soggetti onirici (Dalì, Magritte, Delvaux) e uso di tecniche automatiche per accedere al proprio inconscio (Ernst, Mirò). Le tecniche automatiche: -frottage: sfregamento, -grattage: raschiamento, -decalcomania: trasferimento di immagini, -dripping-: gocciolamento, c -collage: incollaggi di vari materiali, -fotomontaggio, -objets trouvés: simili ai ready-made dadaisti, sono dei “paradossi visivi” relativi alla valenza psicologica degli oggetti. SALVADOR DALI’ (1904-1989) Catalano, frequenta l’Accademia Reale di S. Fernando a Madrid, dalla quale nel 1926 viene radiato per il suo comportamento provocatorio. Nel 1928 entra in contatto coi surrealisti, nei confronti dei quali mantiene sempre un altezzoso distacco. Inventa un metodo da lui definito paranoico-critico. APPARIZIONE DI UN VOLTO E DI UNA FRUTTIERA SULLA SPIAGGIA (1938, olio su tela, Hartford) L’artista si concentra sulla paranoia del sogno, nel quale forme e personaggi non hanno più contorni definiti e possono assumere qualsiasi significato. Non esiste un significato univoco di questo dipinto poiché ad occhi occhiata ripropone un nuovo enigma. Ogni oggetto viene contraddetto del successivo e lo stesso Dalì afferma “Il fatto che neppure io, mentre dipingo, capisca il significato dei miei quadri, non vuol dire ch’essi non ne abbiamo alcuno”. Al centro il pittore raffigura un viso che si trasforma in una fruttiera, che a sua volta è parte del cane che riempie il resto della tela. La testa del cane si sdoppia dal paesaggio di montagne, il suo occhio è un tunnel attraverso le rocce; mentre un ponte sorretto da tre archi forma il collare del cane. La frutta della ciotola può anche essere vista come i capelli ricci della testa della donna e come una parte del dorso del cane. La bocca della donna e la punta del naso non solo formano la base della ciotola, ma anche un corpo femminile vestito, seduto sulla spiaggia e con la schiena rivolta verso colui che osserva il dipinto.

LA PERSISTENZA DELLA MEMORIA (1931, olio su tela, 24×33 cm, The Museum of Modern Art di New York) La persistenza della memoria raffigura uno spazio deserto dominata contenente alcuni orologi molli, dalla consistenza quasi fluida, simboli dell'elasticità del tempo. Dalì realizzò il dipinto in sole due ore e in circostanze assai particolari infatti, afflitto da un'improvvisa emicrania, fu impossibilitato ad accompagnare la moglie al cinema; costretto a casa, Dalì venne ispirato dall'«ipermollezza» del formaggio che stava consumando a tavola, che gli suggerì una riflessione di natura filosofica sullo scorrere del tempo. La persistenza della memoria raffigura un paesaggio costiero della costa Brava dominato da un cielo con delle sfumature gialle e celesti. La scena, disabitata e senza vegetazione, è popolata da diversi oggetti: un parallelepipedo color terra, un ulivo senza foglie che sorge su quest'ultimo e un occhio dalle lunghe ciglia addormentato (che rappresenta Dalì che dorme). L'attenzione dell'osservatore è catturata dai tre orologi molli che sono i protagonisti della scena. Il primo ha una mosca su di esso e scivola fuori dal volume squadrato, il secondo è sospeso sull'unico ramo dell'albero secco appoggiato sul parallelepipedo, e il terzo è avvolto a spirale sulla figura embrionale sul suolo. Un quarto orologio, l'unico ad essere rimasto allo stato solido, è collocato sempre sul parallelepipedo ed è ricoperto di formiche nere brulicanti; l'artista catalano ha da sempre nutrito una fobia verso questi insetti, sin da quando ancora bambino li vide divorare un coleottero. Mostrandosi assai sensibile all'influsso di Sigmund Freud, Dalì sulla relatività del tempo. Questi strumenti tecnici sono messi in crisi dalla memoria umana, un dato non quantificabile. La mosca adagiata sul primo orologio «suggerisce che l'oggetto della memoria è una qualche specie di carogna, che si imputridisce nella stessa maniera in cui si liquefa»; analogamente, le formiche che brulicano sull'orologio arancio simboleggiano l'annullamento dell'oggettività del tempo, un elemento che - essendo inafferrabile - non può essere imprigionato in un oggetto fisico.

CUBISMO “Un’arte mentale (1907-14)” Le premesse del cubismo: 1. Cézanne, di cui si tenne una mostra retrospettiva nel 1907; 2. L’arte africana, messa in mostra al museo etnografico di Parigi proprio nel 1907; 3. Le nuove scoperte scientifiche che mettono in crisi lo scientismo positivista e i concetti di spazio (Einstein) e tempo (Bergson). I caratteri del cubismo: Pittura: fatto mentale: arte di pensiero, non di imitazione: si basa su una ricerca razionale di resa dell’oggetto. Simultaneità della visione: si raffigura il soggetto contemporaneamente da più punti di vista Resa della “quarta dimensione” (secondo quanto scritto dal poeta Apollinaire), ovvero il tempo: nella raffigurazione degli oggetti entra in campo la memoria e ciò che si conosce dell’oggetto, indipendentemente da quanto è effettivamente visibile da un determinato punto di vista. Riduzione del colore per far meglio risaltare il discorso formale. Scarsa importanza dei temi: si tratta per lo più di nature morte e paesaggi. L’oggetto è usato come pretesto per rinnovare il linguaggio pittorico. Le fasi del cubismo: 1. Protocubismo (1907-09).

2. Cubismo analitico (1909-12): si analizza e scompone l’oggetto; si usa la tecnica tradizionale dell’olio su tela e ci si serve soprattutto del monocromatismo. 3. Cubismo sintetico (1912-14): gli oggetti si fanno meno riconoscibili, ma la realtà viene riassorbita per altro verso attraverso l’inserzione di scritte e l’uso di papiers collés (carta incollata) e collages (“incollaggi” di vari materiali) che simulano giornali, legno e altri oggetti concreti. PABLO PICASSO (1881-1973) Pablo Picasso nasce il 25 Ottobre 1881 a Malaga, in Andalusia e riceve nozioni artistiche dal padre. Nel 1891 frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri di La Coruna e pochi anni dopo viene ammesso all’Accademia delle Belle Arti di Barcellona. Picasso viaggia in Catalogna, a Parigi; in Francia e in Italia si interessa della grafica e della scenografia teatrale. Muore in Costa Azzurra nel 1973. -Periodo blu 1901-1904 -Periodo rosa 1905-1906 -Periodo africano 1906 -Periodo cubista 1907-19116 -Periodo classico 1917-1924 -Età dei mostri 1925-1937 -Attività di ceramista e grafico 1937-1973 POVERI IN RIVA AL MARE (1903, olio su tavola, 105x69 cm, Washington National Gallery of Art) Quest’opera risale al periodo blu di Picasso, quando frequentava il cabaret Els Quater Gats, in un ambiente anarchico conducendo una vita di privazioni e stenti. I personaggi sono scalzi e infreddoliti, con il viso abbassato e rasseganti al loro destino, e rappresentano la Sacra Famiglia. Infatti, nonostante le misere condizioni in cui si trovano sono caratterizzati da una forte dignità: la madre è vista di spalle ed è una solida figura severa. Il colore è quasi monocromatico, ma i vari elementi (terra: spiaggia, mare: acqua, aria: cielo) sono differenziati. Le tre fasce che vengono a crearsi contrastano con le tre figure. LES DEMOISELLES D’AVINGNON (1907, olio su tela, 212x230 cm, Washington National Gallery of Art) Quest’opera è stata corretta e ridipinta innumerevoli volte e, una volta completato, l’artista ha chiesto consigli su che nome dargli, gli è stato suggerito “le damigelle d’Avignon” come nome ironico, poiché si trattava di un bordello a Barcellona. Inizialmente, vi erano anche degli uomini nel dipinto (che rappresentavano i clienti), ma vengono eliminati per creare un confronto diretto tra prostitute e osservatore. Picasso semplifica le geometrie dei corpi (che rappresentano cinque prostitute all’interno di un bordello) e semplifica anche lo spazio, che diventa anch’esso un oggetto materiale. Lo stesso procedimento è stato utilizzato con la natura morta di frutta al centro in basso. Anche le figure femminili risultano composte dello stesso materiale dello spazio, se non fosse per il colore rosaceo, e la differenza tra contenuto e contenitore è annullata. I volti delle figure centrali richiamano la scultura iberica (naso pronunciato e occhi dilatati), mentre le i due volti a destra risentono delle maschere rituali africane e quello a sinistra dell’arte egizia. Non c’è più prospettiva e Picasso ha una diversa percezione della realtà: non più visiva ma mentale, rappresenta ciò che c’è, non sono ciò che si vede. I personaggi sono rappresentati in modo da vederne più lati contemporaneamente, come se ci girassimo attorno e poi ricomponessimo tutti i pezzi insieme. Il bianco nel dipinto rappresenta il colore degli abiti delle donne, mentre l’azzurro è il colore dell’aria solidificata.

FUTURISMO “La bellezza della velocità” I principi del futurismo: -Nuova pittura dinamica; -Coinvolgimento dello spettatore; -Sintesi del colore espressionista, della scomposizione cubista e del mito del movimento. Le fonti del futurismo: -La pittura divisionista, caratterizzata da temi simbolici; -Le fotografie sequenziali: forza del movimento, dinamismo degli oggetti e degli stati d’animo. 1909: Manifesto su Le Figaro; 1910: Manifesto tecnico della pittura futurista; 1912: Manifesto tecnico della scultura futurista. UMBERTO BOCCIONI (1882-1916) Nasce a Reggio Calabria nel 1882, tra il 1900 e il 1906 è a Roma, dove conosce Severini e Balla. Nel 1907 è a Milano, dove trascorrerà buona parte della sua vita. Nel 1910 conosce Marinetti e aderisce al Futurismo. Nel 1911 a Parigi incontra i pittori cubisti. La sua è una pittura degli stati d’animo. LA CITTA’ CHE SALE (1910-1911, olio su tela, 200x300 cm, New York, Museum of Modern Art) L’opera è stata realizzata dopo diversi bozzetti e disegni preparatori e i soggetti principali sono dei cavalli da tiro e degli operai che stanno costruendo edifici che sono presenti sullo sfondo. Il paesaggio è quello della periferia urbana in espansione. Boccioni amava molto rappresentare la metropoli moderna ed industrializzata (in alto a sinistra si nota un tram elettrico). Un altro tema centrale dell’opera è il lavoro, che viene rappresentato dalle figure degli uomini e dei cavalli che sono esasperati, il movimento è reso grazie alle tecniche divisioniste, infatti si notano le pennellate fitte, minute e l’uso del colore, che genera dinamismo. Le forme si sfaldano a causa della luce e del movimento. L’obiettivo dell’artista è andare oltre la sola rappresentazione degli oggetti e dei personaggi per comunicare gli stati d’animo. STATI D’ANIMO L’artista analizza un evento nei suoi diversi riscontri emotivi. L’opera consiste in un ciclo di tre dipinti: 1)Stati d’animo: Gli addii; 2)Stati d’animo: Quelli che vanno; 3)Stati d’animo: Quelli che restano. Ne esistono due versioni: uno precedente all’incontro con i cubisti e una successiva. La pittura deve essere espressione di sensazioni e viene utilizzata la tecnica divisionista, secondo l’artista il movimento e la luce distruggono la materialità dei corpi. Nel primo dipinto della prima serie la scomposizione viene portata al limite. Vi sono delle linee di colore ondeggianti che lasciano intravedere ombre scure che si stanno abbracciando prima della partenza. Nella seconda versione c’è un espansione dei volumi lontano dal naturalismo, e il gesto dell’abbraccio viene ripetuto nello spazio. Al centro è presente una locomotiva a vapore, si vede la caldaia con il fumo, il numero di serie della macchina e il fanale rosso. Tra i criteri della pittura futurista troviamo: la simultaneità

della visione (contemporaneità degli eventi); la sintesi tra la visione ottica (percezione) e mentale (comprensione), infatti la conoscenza del mondo si divide in percezione degli oggetti grazie alla vista e memoria; la compenetrazione dinamica, ovvero la sovrapposizione degli oggetti. Questo rappresenta l’unirsi di più sensazioni che sono presenti della vita moderna....


Similar Free PDFs