ARTE. UNA STORIA NATURALE E CIVILE (VOL.3). Salvatore Settis, Tomaso Montanari PDF

Title ARTE. UNA STORIA NATURALE E CIVILE (VOL.3). Salvatore Settis, Tomaso Montanari
Author Camilla Checchi
Course Storia dell'arte moderna
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

riassunti completi del volume 3 dal Quattrocento alla Controriforma, dei capitoli: 9, 10, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40....


Description

CAPITOLO 9: L’ITALIA E LE FIANDRE JAN VAN EYCK Capostipite della pittura fiamminga e specialista nell’arte del ritratto, è ricordato a partire dal 1422, al servizio del conte d’Olanda Giovanni Baviera e, dopo la sua morte, si trasferì a Bruges e divenne pittore alla corte di Filippo il Buono. Uomo col turbante rosso (1433) National Gallery, Londra È ritratto a bezzo busto e di tre quarti, porta la firma è la datazione nella cornice “Jan Van Eyck mi dipinse, 21 ottobre 1433”. Nonostante le piccole dimensioni, sorprende per il forte verismo e l’attenzione ai dettagli:  turbante rosso  pelliccia del colletto  intensità dello sguardo  colore della pelle Tutto ciò reso possibile grazie all’uso della tecnica ad olio e alla direzione della luce che fa risaltare le forme del volto contro un fondo scuro. Polittico dell’agnello mistico (1426-32) Cattedrale di S. Bove, Gand Destinata alla cappella privata del mercante Joos Vyd. Detta anche Pala di Gand, è l’opera più grandiosa di Van Eyck, effettuata a Bruges. Ancora tardo medievale sia nel soggetto che nel formato, è caratterizzata da pale centrali sulle quali si chiudono degli sportelli dipinti su entrambi i lati. Sportelli chiusi: Vyd e la moglie ritratti negli scomparti esterni in basso, inginocchiati di fronte alle statue di Giovanni Battista e Giovanni Evangelista al centro. Al centro è presente la scena dell’Annunciazione e negli scompartimenti superiori appaiono sibille e profeti. Sportelli aperti: al centro troviamo l’Agnello, adorato dagli angeli e circondato da altre figure umane divise gerarchicamente, tutti in un giardino lussureggiante. Sopra di loro troviamo le figure di Dio, Maria e Giovanni Battista affiancati da angeli cantori. Nelle ante laterali infine troviamo le figure di Adamo ed Eva. • Attenzione ai dettagli preziosi delle vesti, corone, strumenti musicali e fisionomie • Paesaggio illuminato dal cielo e preciso nei dettagli della natura MA senza rigore prospettico Madonna del cancelliere Nicolas Rolin (1430-34) Louvre, Parigi Voluta dal consigliere del Duca di Borgogna per la propria cappella nella chiesa di Notre-Dame-DuCastel. Pala in formato quadrato, che ritrae il Duca con una veste di broccato, inginocchiato di fronte alla Vergine con il Bambino mentre un angelo la sta per incoronare, il tutto ambientato in una suntuosa dimora, dove sullo sfondo si apre un luminoso loggiato. Guardando oltre notiamo un Hortus Conclusus, delimitato da un muretto dal quale si affacciano due soggetti, e in lontananza è dipinto un paesaggio distinto da un fiume che riverbera la luce del cielo. Paesaggio naturale + interno moderno e realistico = caratteristica fiamminga ripresa anche da Piero della F. ROGER VAN DER WEYDEN 1399, Tournai 1435, va a Bruxelles 1436, pittore ufficiale della città

La deposizione di Lovanio (1443) Museo del Prado, Madrid Per la cappella della corporazione dei Balestrieri Pala d’altare in cui i personaggi sono disposti senza far attenzione ad una disposizione spaziale razionale. • Estrema precisione dei dettagli. • Concreta solidità • Teatrale gestualità Giudizio di Baune (post 1443) Per l’ospedale della città di Baune Polittico del Giudizio Universale Si distingue nell’alternare alla chiusura o all’apertura del polittico due immagini diverse. Sportelli chiusi: scena domestica del committente e della moglie inginocchiati mentre venerano le statue di S. Sebastiano e S. Antonio abate (protettori contro la peste e del “fuoco di S. Antonio=contesto ospedaliero) sovrastati dalle statue dell’Annunciazione, statue rese a trompe-l’oeil (illusionisticamente) Sportelli aperti: Arcangelo Michele che divide i beati dai dannati sotto la corte celeste Van Der Weyden in Italia 1449-50, scende in Italia per partecipare all’Anno Santo, soggiornando a Ferrara, Firenze e Roma. Deposizione di Cristo nel Sepolcro (sx), tavola tradotta in linguaggio fiammingo dal modello della Deposizione di Beato Angelico per la predella della Pala di S. Marco. L’opera di Weyden è straordinaria perché capace di rendere il dolore degli attori, soffermandosi su ogni particolare, e di allargare l’orizzonte con una veduta paesaggistica in lontananza. Si credeva che l’opera fosse dipinta dopo il 1450 per Lionello D’Este, ma oggi si crede che sia stata dipinta al suo rientro in patria, inviata successivamente ai Medici e destinata per la villa dei Carreggi. HANS MEMLING Apprendistato con Weyden e dopo la sua morte nel 1465, si trasferì a Bruges e mise su una bottega che gli permise di emergere come primo pittore fino alla sua morte nel 1494. Giudizio Universale di Danzica (1473) Museo Nazionale di Danzica, Polonia Commissionato da Angelo Tani, direttore del banco mediceo di Bruges, e inviato a Firenze nel 1473 per essere collocato nella cappella di famiglia nella Badia di Fiesole, ma non arrivò mai. Trittico, molto differente da quello eseguito da Weyden: • Riduce gli scomparti da 9 a 3 • Parte alta dello scomparto centrale riservato alla corte celeste • Al centro l’arcangelo Michele divide la folla di nudi fra dannati e beati • Scomparto sinistro: beati accolti da • S. Pietro ai piedi della porta del Paradiso • Scomparto destro: fiamme dell’inferno per i dannati Lo scarto generazionale con Weyden lo vediamo nella composizione più dinamica, nelle forti accensioni cromatiche e nella scelta di calcare l’attenzione sulle nudità delle figure. Il Trittico Donne (1478) Museo di Anversa Per Sir. John Donne, cliente gallese che risiedette a Calais Trittico di piccole dimensioni destinato alla devozione privata. Verismo fiammingo fuso con la volontà di aprirsi alla pittura italiana = unifica lo spazio dei tre scomparti e rivela tracce di gusto antiquario.

Al centro, la Madonna con il Bambino è affiancata da angeli musicanti e dalle sante Caterina d’Alessandria e Barbara. Innanzi a loro, vediamo il committente inginocchiato insieme alla moglie e alla figlia e negli scomparti laterali troviamo le figure di Giovanni Battista e Giovanni Evangelista. Scena ambientata in una camera, dove sono evidenziati la tridimensionalità tramite la fuga prospettica degli elementi geometrici sul pavimento e la porta e la finestra delle pareti laterali si aprono facendo entrare la luce e a mostrare il paesaggio. I ritratti con il paesaggio Qui abbiamo una svolta nella metodologia del ritratto, perché la predilezione dell’artista verso i paesaggi lo hanno portato a sostituire il fondo scuro Van Eychiano, con un fondale di paese. Un esempio lo è una tavola custodita al museo di Anversa, datata intorno al 1473-74, in cui delle alture di campagna sono solcate da uno specchio d’acqua, il tutto illuminato da una luce azzurrognola. Paesaggio posto alle spalle di un uomo raffigurato a mezzo busto, di tre quarti, caratterizzato da una lunga capigliatura e da dettagli finissimi come la morbidezza dei tessuti, la perfezione delle carni e la nitidezza dello sguardo. Interessante poiché in mano tiene una moneta romana, sulla quale è effigiato l’imperatore Nerone = omaggio alla passione per l’antico e al collezionismo (in voga in Italia) CAPITOLO 10: Dal verismo di Van Eyck presero spunto BARTHE’LEMY D’EYCK e JEAN FOUQUET 1) BARTHELEMY D’EYCK ; TRITTICO DI AIX-EN-PROVENCE (1443-45) Cattedrale di Aix-en-Provence •scomparto centrale: episodio dell’Annunciazione all’interno di un edificio gotico + finestroni da cui entra il tepore della luce tipicamente fiamminga •scomparti laterali: figure di profeti Isaia e Geremia inserite in una nicchia ciascuno. + sopra ogni profeta uno scaffale contenente dei libri. (→ simile a San Girolamo nello studio) tra coloro che seguirono le orme di Barthelemy troviamo: ENGUERRAND QUARTON “L’incoronazione della vergine” (1453). •Gerarchia che ingrandisce i personaggi principali al centro della composizione, mentre ai lati e sottostante mentre si compie il giudizio tutto appare estremamente piccolo e sproporzionato. •luce proveniente dall’alto pervade l’intera composizione, dando un senso di compattezza al quadro. •paesaggio; al centro il crocifisso che annienta la distanza tra Roma e Gerusalemme qui rappresentate 2) JEAN FOUQUET; Italiano e maggior pittore nella corte dei re di Francia → nel 400 rapporti Francia – Italia Nel quadro “Dittico di Mulen” vediamo le conseguenze di un soggiorno a Firenze prima di rientrare in Francia → doti nella pittura e miniatura. DITTICO DI MELUN (1452) Un dittico ad oggi smembrato di cui faceva parte della cornice anche un autoritratto del pittore , in cui vediamo la sua firma e il volto di ¾ su fondo scuro. A sinistra nel dittico; il devoto Etienne Chavalier, presentato dal suo patrono santo Stefano (riconoscibile per l'abito diaconale e la grossa pietra che tiene sul libro). LA scena è ambientata in una chiesa che riporta all’architettura italiana, in particolare Leon Battista Alberti per i marmi preziosi. Entrambi guardano verso la loro sinistra dove un tempo vi era il pannello della Vergine. Inoltre, gli uomini del dittico ricordano alcuni profili affrescati BEATO ANGELICO per la CAPPELLA NICCOLINA Pannello di destra; Vergine in trono che scopre un seno per allattare il Bambino, circondata da uno stuolo di cherubini blu e serafini rossi (* due tipi di angeli- i loro colori richiamano rispettivamente la sapienza e l'amore di Dio), che riempiono tutto lo sfondo. Il corpo scultoreo della Vergine fa pensare alla pittura di Piero della Francesca.

(cap 19) FERRARA E GLI ESTENSI; TRE PITTORI E UN PROGETTO URBANISTICO Prima di trasferirsi a Mantova, Mantegna aveva soggiornato per poco a Ferrara presso la corte di LIONELLO D’ESTE. Nel decennio in cui fu signore vi furono artisti come PISANELLO – PIERO DELLA FRANCESCA- ROGIER VAN DER WEYDEN- LEON BATTISTA ALBERTI. Rapporti tra Ferrara e Padova; Morto Lionello Ferrara passò a Borso d’Este COSME’ TURA Con Borso d’Este nacque una vera e propria scuola pittorica ferrarese in cui vede il pittore che secondo Longhi costituì il “caposcuola dell’Officina Ferrarese”. La sua pittura è caratterizzata da una sovrabbondanza nei dettagli decorativi, colori violenti e irreali, figure dai profili marcati “LA MUSA ” del 1458-63 (a destra). La tavola faceva parte di una serie di nove Muse che dovevano decorare lo studiolo di Belfiore. Ripresa da un punto di vista ribassato, è raffigurata in trono e in una posa di forte torsione che manifesta energia.  • 

Pisanello = evocato nel tono cortese Piero della Francesca= perfetto ovale tondo, struttura salda, luce e panneggio aderente Van Der Weyden =dettagli ripresi dalla pittura fiamminga

FRANESCO DEL COSSA PALAZZO SCHIFANOIA; Salone dei Mesi È l’emblema della corte Estense, Palazzo a Ferrara, che adorava soggiornare in dimore destinate all’ozio. Il più celebre è il Palazzo Schifanoia, da “schivare la noia”. Trasformato da Borso d’Este che fece allestire il salone interno con decorazioni per celebrare la corte attraverso un ciclo allegorico dei dodici mesi dell’anno. Il solo nome documentato è quello di FRANCESCO DEL COSSA con l’esecuzione dei mesi di Marzo, Aprile e Maggio. Il ciclo è organizzato in 3 registri paralleli (2 sulle pareti lunghe e 3 su quelle corte) separando ogni mese in senso verticale. • In alto: mitologiche • Al centro: segno zodiacale • In basso: scorcio della vita di corte Aprile: sotto il segno del toro con Venere, trionfante su un carro trainato da una coppia di cigni sul quale compare Marte incatenato; intorno un gruppo di giovani e sullo sfondo le tre Grazie con dei conigli che riportano allo svago d’amore primaverile. Nel registro inferiore appare invece Borso d’Este. L’EVOLVERSI DELLA PALA D’ALTARE Cosa? Opera devozionale che orna un altare all’interno di una chiesa. In genere è un dipinto su tavola o tala, o nell’Europa settentrionale lascia scolpita o incisa su pietra/marmo/metallo Who? Raffigurati soggetti sacri LA PALA MEDIEALE Nata intorno al XI sec, e si sviluppa dal 200 al 400. Nasce ponendo il soggetto al centro frontale, ai lati di questa vengono rappresentati i fatti salienti del santo in maniera semplice e didascalica, in modo che il fedele potesse comprendere facilmente la portata miracolosa delle sue azioni. Modello che resterà in atto fino a fine 200. IL POLITTICO GOTICO Fra 3/400 si afferma in tutta Europa la pala d’altare a tavole separate, detta “polittico”. Dallo sfondo in oro, solitamente divisa in fasce orizzontali: in basso la predella (articolata in tavole narrative che illustravano con storie le vite dei santi raffigurati), centrale il soggetto sacro principale distribuito in più scomparti, e in lato il coronamento con coppie di santi a mezza figura + evangelisti. LA PALA RINASCIMENTALE Seconda metà del 400 il polittico decade dando spazio alla pala unificata su tavola. (Un esempio è la pala di Mantegna di San Bartolomeo). All’interno della tavola centinata (ovvero curvilinea nella parte alta) è raffigurata una sacra conversazione, mentre nella pradella vengono rappresentate le storie della vita del santo a cui la chiesa era dedicata. Novità; eliminazione della divisione in scomparti, ambientazione della scena all’interno di un’architettura dipinta che continua idealmente nell’arco e nei pilastri della cornice lignea, rigoroso impianto

prospettico sottolineato dal pavimento, e gli archi disposti ad arco Un altro esempio è la Pala Rovellara di Cosmé Tura che riprese, in cui lo spazio della pala è unico e le figure sacre -grazie alla prospettiva alle grandi arcate in scorcio- vennero riprese come stile dalla raffigurazione dei Mesi. ERCOLE DE ROBERTI (1450-1496) Lavorava a Bologna negli stessi anni di Francesco del Cossa. Il suo capolavoro è la PALA PORTUENSE (1480- Milano, Pinacoteca di Brera) per la chiesa di Santa Maria in Porto a Ravenna.  Raffigura la Vergine con il Bambino, affiancata dalle sante Elisabetta (a sinistra) e Anna (a destra), e in corrispondenza ai piedi del trono sopraelevato, sant’Agostino (patrono dei portuensi) e Pietro degli Ortensi (loro fondatore).  Scena ambientata; entro un loggiato con decorazioni classicheggianti, il trono retto da piccole ed esili colonnine che mostrano il paesaggio, poggiate su un basamento decorato. = soluzioni simili a quelle che usarono analogamente Bellini e Mantegna. •novità: stranissimo trono, che poggia su un basamento molto alto che proietta la Madonna e le sante nella parte superiore della pala, con uno schienale ottagonale con rilievi in oro che riportano scene della Vita di Cristo. • novità: tra le colonnine si intravede il paesaggio di Ravenna, per la prima volta una veduta realistica. •basamento ottagonale: decorato con Storie dell’infanzia di Cristo, riprese da quelle raffigurate sull’altare del Santo di Donatello. • struttura piramidale: Notiamo qui il passaggio che avviene con Ercole de Roberti dal disegno duro e astratti di Cosmè Tura e Francesco del Cossa, avvicinarsi agli influssi di Antonello da Messima e Giovanni Bellini.

Cap 20-

GLI SFORZA A MILANO

Nel 1450 il Ducato di Milano passa dai Visconti agli Sforza. VINCENZO FOPPA Vediamo il capolavoro della pittura lombarda con LA CAPPELLA PORTINARI, Una architettura rinascimentale a cui non si riesce ad attribuire il progettatore, ma si comprende l’ispirazione dei moduli razionali brunelleschiani della Sagrestia Vecchia brunelleschiana di San Lorenzo e della Cappella Pazzi a Firenze. • Dal punto di vista architettonico la razionalità, la geometria e il rapporto con l’antico rappresentano novità assoluta a Milano. • affreschi; Storie di San Pietro Martire e della Vergine in cui Vincenzo Foppa annuncia un nuovo linguaggio prospettico → appreso a Padova studiando le opere di Donatello. → vediamo lo studio ben applicato in particolare attraverso l’opera Miracolo dei Narni. Scena: un domenicano si inginocchia a risanare il piede di un giovane che si era amputato una gamba perchè pentito di aver dato un calcio alla madre. Struttura: il ragazzo è realizzato con forme solide che ricordano quelle di Piero della Francesca Spazio: tridimensionale, con proiezione prospettica diagonale. La profondità è suggerita dai piani segnati da robusti archi a tutto sesto. Foppa → primo grande interprete della pittura rinascimentale a Milano, ed ha un approccio anche alla PITTURA ALLA FIAMMINGA con MADONNA COL BAMBINO (1465), MILANO PINACOTECA DEL CASTELLO SFORZESCO

Ritroviamo la pittura fiamminga nella luce soffusa, l’atmosfera domestica, e nell’impostazione e il cuscino su cui si poggia il Bambino. Se accostato alla MADONNA COL BAMBINO (1465- destra) di Rogier Van der Weyden, vediamo come un italiano pur ispirandosi all’arte fiamminga resti fedele alla sua identità. ZANETTO BUGATTO Bianca sposa di Visconti, invitò presso la bottega di Van der Weyden il pittore Zanetto Bugatto, che realizzò un gruppo di opere della Madonna col Bambino. È realizzato con uno stile più nordico rispetto a Foppa. •resa geometrica del panneggio della veste di Maria, la scelta della luce e dei colori e gli angeli con le ali appuntite ai lati. Dopo la morte di Bugatto, il duca Sforza figlio di Bianca volle reclutare per la sua corte ANTONELLO DA MESSINA; più grande interprete italiano delle novità fiamminghe, formatosi a Napoli. (Cap 21) NAPOLI; DA COLANTONIO AD ANTONELLO COLANTONIO le presenze fiamminghe a Napoli sono fondamentali per capire il linguaggio di Colantonio, protagonista della pittura napoletana intorno al 1450 e colui che formerà nella sua bottega Antonello da Messina. PALA DI SAN LORENZO MAGGIORE Pala per la chiesa francescana costituita da due tavole: 1) San Girolamo nello Studio 2) San Franesco consegna la regola. Osserviamo da entrambe le tavole che in Colantonio non c’è nulla del linguaggio rinascimentale; predilige l’oro + manca la tridimensionalità nello spazio + panneggio delle vesti è nordico + libri nello studio riprodotti con grande attenzione al dato reale. La pala francescana ci fa capire come Napoli fosse un misto tra pittura nordica e mediterranea, per niente italiana. In questo periodo si forma nella bottega di Colantonio un giovane siciliano; ANTONELLO DA MESSINA (1430 - 1490 ca.) Mantegna → sviluppo tra PADOVA e LOMBARDIA Antonello da Messina → VENEZIA • Caratteristiche; sguardo alla pittura fiamminga (approfondita a Napoli) + pittura italiana attraverso il rigore razionale e geometrico di Piero della Francesca. • Soggiorno a Venezia 1474-76 elaborò una sintesi della pittura che influì anche GIOVANNI BELLINI. • si forma a Napoli nella bottega di Colantonio. • viaggi tra Roma e Urbino dove studia Piero della Francesca e Beato Angelico • pittura; padronanza della luce e dello spazio prospettico eleganza dei particolari uso di colori nordici plasticismo ed espressività tipica dei dipinti italiani tutto questo lo ritroviamo nel SAN GEROLAMO NELLO STUDIO, 1474, Londra, National Gallery si ispira al San Gerolamo nello studio di Jan Van Eyck (1445-46).

Lo spettatore osserva la composizione come se fosse affacciato a una porta gotica, secondo un illusionismo dato dallo spazio intorno a lui. San Gerolamo è seduto all’interno di una navata della basilica con elementi gotici e rinascimentali. •ogni minuzioso dettaglio è descritto → naturalismo fiammingo • effetti della luce → grande realismo- pulviscolo • bellezza del reale + intellettuale → il santo è privo di aureola ma rappresentato come un letterato a dimostrare l’importanza della cultura umanistica. •richiami simbolici tra cui → il pavone (=immortalità) e la pernice (=peccato della lussuria). PALA DI SAN CASSIANO, 1475-76, Vienna Realizzata su modello di un dipinto perduto da Bellini “Pala di San Cassiano” e alla “Pala di Brera” di Piero della Francesca, è l’evoluzione della pala d’altare in Veneto. •Vi sono solo tre frammenti della pala che rappresentano; 1) la Madonna col Bambino 2) quattro santi divisi in due pale ai lati a mezzo busto (originariamente i santi erano 8). •vergine: rialzata sul trono, sembra dialogare con il fedele attraverso la mano destra posizionata di scorcio •LUCE: elemento fondamentale e caratteristica della pittura Veneziana → sottolinea i visi e le vesti = ripresa dalla pittura fiamminga • Particolari= bicchiere nella mano di Santa Lucia ANNUNCIATA (1476-77) Rappresentazione della meditazione privata e personale sul tema dell’incarnazione di Cristo. • il volto riprende le geometrie di Piero della Francesca •veste; avvolta in un mantello azzurro luminoso •la piega sul capo è l’asse centrale della compos...


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