Baudelaire- I Fiori del male, completo PDF

Preview

Summary

Poesia di Charles Baudelaire, "IL Vampiro", tratta dalla raccolta "I fiori del male", dalla prima sezione del libro...

Description

Il Vampiro Tu, come lama di coltello sei entrata nel mio cuore in lacrime! Tu, forte come una torma di demoni folle e in ghingheri, sei venuta a fare del mio spirito umiliato il tuo letto ed il tuo regno! Tu,infame alla quale son legato come il forzato alla catena, come il testardo giocatore al gioco, come il beone alla bottiglia, come la carogna ai suoi vermi! Maledetta! Maledetta! Ho pregato la spada rapida di conquistare la mia libertà; ho detto al perfido veleno di scorrere me vile; macchè! Il Veleno e la Spada con disprezzo m'han detto: "Sei indegno di esser strappato alla tua maledetta schiavitù, imbecille! se pure i nostri sforzi ti liberassero da quel dominio, tu stesso coi tuoi baci resusciteresti il cadavere del tuo vampiro!" Metro: Sei strofe di ottonari, divise in parti uguali, con schema di rime simmetrico. La poesia è un chiarissimo sfogo contro Jeanne Duval, donna con cui Baudelaire visse una storia d'amore tormentata, piena di litigi e abbandoni mai definitivi. Il tema chiave del Vampiro è ripreso in accezioni diverse da Baudelaire, in questa poesia si parla di Vampiro-Jeanne riguardo alla "schiavitù" amorosa che impone al poeta, amore che si trasforma in ossessione togliendo attenzione a tutti gli altri aspetti della vita (come il vampiro assorbe tutte le energie, "succhia" il sangue). Il poeta maledice la sua condizione pur essendo ben cosciente di non riuscire ad abbandonarla; utilizza immagini forti che esprimono che il legame amoroso è contemporaneamente condanna. L'unico atto possibile per riacquistare la libertà diventa allora il suicidio: Baudelaire si rivolge alla spada e al veleno come se fossero persone reali (sono

entrambi segnati con la maiuscola, come nomi propri di persona) chiedendo loro di scioglierlo dalla catena, ma come persone reali Spada e Veleno rispondono che non merita nemmeno la morte poiché, anche se loro lo uccidessero, lui non riuscirebbe comunque a liberarsi da quel legame, anzi lo resusciterebbe, vanificando "la fuga". In altre poesie come "La metamorfosi del vampiro", Vampiro è sempre una donna, ma non una donna che il poeta ama, seppure in maniera distorta, ma è un essere disgustoso, una prostituta che dopo aver "succhiato il midollo dalle ossa" del poeta e si rivela per ciò che è: un mostro. Metafora dell'atto sessuale vuoto, fine a se stesso che fintanto che lo si ricerca rende attraente e voluttuosa qualsiasi cosa mentre alla fine si scopre atto squallido, senza sentimento, che ha solamente consumato energie, "vampirizzato" l'uomo. Le immagini di Baudelaire sono macabre e i suoi toni privi di speranza. Significativo appare fare riferimento al testo "perdita dell'aureola", breve brano che si svolge come dialogo in un bordello, dove un misterioso interlocutore incontra il poeta e si stupisce di trovarlo lì, allora Baudelaire risponde comicamente di aver perso la sua aureola di poeta nel fango e di averla lasciata là per la paura dei cavalli, confessa di non volerla nemmeno indietro, così da non essere più costretto a essere "aulico" nelle sue espressioni e nelle sue azioni e anzi non vede l'ora di ridere di chi la troverà e se ne incoronerà. Liberato quindi da quest'aureola il poeta può esprimere come meglio crede il suo sentire, che non può essere fatto di paesaggi idilliaci in un mondo pieno di bassezze, ingiustizie e orrori; la perdita dell'aureola comporta anche una primissima "liberazione sessuale": la donna non è più legata a un ideale religioso, la perfezione femminile non è più la madonna, ma diviene una figura ambigua, spesso cattiva, una "femme fatale", cosciente della sua sessualità e dell'effetto che ha sugli uomini, proprio per questo l'uomo prende una posizione "sottomessa" diventa dipendente dalle passioni che lei gli ispira e, pur invocando la libertà, non la desidera....